13/03/2023
MEMORIA DEL MANDORLO RIFIORITO
Bitetto, 13 - 14 marzo 1747
Dopo l’improvvisa gelata nella notte del 13 marzo 1747, e la distruzione dei rami fioriti degli alberi di mandorlo, per il pianto dei contadini, per la loro fede e la loro devozione alla Vergine Addolorata, ci fu un improvvisa rifioritura delle gemme di tutti gli alberi di mandorlo nel giorno successivo, il 14 marzo.
Questa è la storia prodigiosa di quei giorni di fede e di amore dei bitettesi del 1747, che, ogni anno si rinnova nella pietà e nella devozione dei bitettesi di oggi.
Bitetto era allora, come ora, una cittadina radicata nella cultura e nella civiltà agricolo-contadina. La distruzione di tutti gli alberi in fiore significava la perdita del raccolto di un’intera annata. E ciò significava povertà, fame, miseria. Non c’erano certo allora né previdenze governative e sociali, che potevano, in qualche modo aiutare queste famiglie, dedite esclusivamente all’agricoltura.
Quel 13 marzo fu, quindi, un giorno di lutto e di pianto per tutta la cittadina. Uno slancio di fede, tuttavia, sorresse tutti i bitettesi che, fiduciosi, invocarono con immenso amore, l’aiuto della Vergine Addolorata, recandosi dinanzi a questa sacra immagine che era stata forgiata 16 anni prima, nel 1731.
E il prodigio non tardò a verificarsi. Al mattino seguente, il 14 marzo, le voci di gioia si diffusero per tutta la città: miracolo, miracolo! Gli alberi dai rami fioriti, ma bruciati dal gelo, erano improvvisamente rifioriti!
Alcuni contadini, di buon mattino, erano andati, con la tristezza nel cuore, a rivedere gli alberi bruciati dal gelo e a calcolarne i danni. Ma erano velocemente ritornati nel paese con l’annuncio della lieta notizia, che si diffuse subito.
Le gemme in fiore, baciate dalla luce del giorno, sono un inno alla primavera, al Dio della misericordia, alla Vergine Addolorata che, ascoltando le preghiere delle famiglie bitettesi, ha fatto scendere sui loro campi e sulle case la benedizione del Signore. È la festa della speranza entrata nel cuore di tutti facendo scomparire lacrime e tristezza e disperazione!
Da quel giorno il prodigio è ricordato ogni anno con un settenario di preghiera e meditazione. Il Vescovo del tempo, mons. Angelo Mario Marculli, originario di Gravina, penultimo vescovo della diocesi di Bitetto, si unì alla gioia del popolo. L’ultimo vescovo di questa sede vescovile fu Mons. Giacinto Barberio, morto nel 1798.
Per il prodigio di quell’anno, la Confraternita del Purgatorio si assunse l’onere di celebrare ogni anno il Settenario, predicato e commentato sui sette dolori di Maria, nella settimana di marzo nella quale cadono i giorni 13 e 14, culminante con la domenica successiva. Sono giorni di preghiera e di intima spiritualità, senza solennità esterne, nei quali il cammino di fede si intreccia a quello della Quaresima in corso, cammino della Chiesa tutta verso la Pasqua del Signore morto e risorto.
A ricordo di tale avvenimento, nel 1960 il parroco don Francesco Occhiogrosso introdusse l’iniziativa di benedire i ramoscelli di mandorlo, portati in chiesa dai fanciulli e dai fedeli tutti: rito che stiamo ora per compiere!