01/08/2024
Per quasi cinquant’anni Antonello “Tziu” Lai ha accompagnato tutti i passaggi della mia attività professionale, dagli anni ‘80 come addetto stampa dell’Arci e di Jazz in Sardegna, successivamente come giornalista e reporter di spettacolo: settore nel quale eccelleva grazie alla sua capacità di arrivare “sul pezzo” prima di chiunque altro.
Un giornalista “sui generis”: non di scuola, ma di razza; ruspante, ma dotato di grande intuito; intraprendente, generoso e umile quanto bastava per mettersi alla pari con gli “ultimi”, riuscire a comunicare con loro e dare voce a realtà neglette, le più scomode, quelle che l’establishment informativo e politico preferiva ignorare, voltandosi dall’altra parte.
Una scelta di vita controcorrente, che lo ha portato a crescere professionalmente e a “fare scuola”, coniando quello stile giornalistico, tutto suo, che gli è valso importanti riconoscimenti. Antonello è stato un grande professionista, originale ed arguto, coraggioso fino al punto di mettere a repentaglio la sua stessa incolumità: spero che tutti possano ricordarlo con il rispetto dovuto a chi ha onorato la professione di giornalista.
Il giornalista Antonello Lai mancherà ai tanti che ne hanno apprezzato le qualità umane e professionali, ma per alcuni, per me in particolare, l’addio di “Tziu” Lai crea un vuoto incolmabile e una tristezza infinita, come quando perdi un amico fraterno con il quale hai condiviso mille esperienze e 50 anni di pionierismo, nell’informazione e nello spettacolo.