Consiglio Di Vino

Consiglio Di Vino Non sai che vino scegliere per una cena romantica o che vini conservare in cantina? Forse ti serve un consiglio, affidati ai professionisti di vino a casa!

Vino a casa è un servizio di consulenza enogastronomica che può essere richiesto da ristoranti, bar, alberghi intenzionati a creare, modificare, migliorare la gestione della carta vino, delle bottiglie, della cantina per offrire al cliente una sempre maggiore esperienza sensoriale appagante e gratificante. Vino a casa è altresì un servizio che accompagna i privati nella ricerca di bottiglie rare,

una consulenza sull'acquisto al miglior prezzo possibile, o semplicemente un aiuto alla ricerca del vino giusto per una occasione speciale. Vino a casa infine si presta per servizi a tema: degustazioni private, sommelier a domicilio, feste, matrimoni, corsi di avvicinamento al vino o di approfondimento. Vino a casa porta il vino nella tua vita!

  - 3°parteDOMAINE LA BERGERIE DE L'ARCADE 2018, proprietà dei f.lli Soulas, vigneron cresciuti sotto l'aura di Laurent ...
04/12/2022

- 3°parte

DOMAINE LA BERGERIE DE L'ARCADE 2018, proprietà dei f.lli Soulas, vigneron cresciuti sotto l'aura di Laurent Vaillée.
Circa 3000 bottiglie prodotte, cuvee di Syrah, Grenache e Mourvedre, 12 mesi di barrique e 10 mesi in acciaio.

LA GRANGE DES PERES 2018, Laurent Vaillée.
Un mito del Languedoc, fuori dalla AOC regionale a causa dell'utilizzo di uve non permesse. Ex fisioterapista, Laurent fonda il Domaine nel 92, cercando di "rubare il mestiere" da Chave e Coche-Dury.
Il colore rispetto al BERGERIE è più scuro, grazie ad un saldo di Cabernet.
Il naso chiama tempo, all'inizio è restio per poi concedersi piano piano. Prugna, peonia, ancora frutta a bacca scura, olive e spezie saporite arricchiscono il bouquet, la bocca parla di pienezza e volume, con una risoluzione minerale e sapida molto marcata sul finale.
Tannino capolavoro, fitto ma mai spigoloso.
Da aspettare qualche anno, ma fa già intravedere la sua grandezza.

CHATEAU RAYAS 2007 - E. Reynaud.
Quando si incontra un mito per la prima volta occorre chinare il capo e godersi il momento.
Non posso fare paragoni con altre annate perché non ho ahimè avuto possibilità di arricchire il mio database.
Questo che ho nel calice (la scheda parla di un 98% di Grenache e 2% di altre uve, da un vigneto circondato dal bosco, nel sud del Rodano) è un vino luminoso, che parla di macchia mediterranea, mirto e rosmarino, parla di erbe officinali, parla di note vegetali (per qualche minuto il sedano ha dominato il naso) e di frutta. Grande spessore e grande fittezza di aromi. In bocca è giovanissimo... 15 anni che sembrano 15 mesi talmente è graffiante e con ancora qualche spigolo. La persistenza è infinita, davvero. Vino che fa viaggiare mente e cuore, che ci porta nella natura mediterranea. Una bellissima prima volta.

RESERVE DES CELESTINES 2007 - H. Bonneau.
Anche qua abbiamo il 98% di Grenache da vigne di 35-40 anni. Vino mostruoso, già pronto, con note carnali, quasi ematiche, poi macchia mediterranea e frutta, che ritroviamo anche in bocca con un tannino ben marcato ed una balsamicità a donare grande profondità.
Per me vino della giornata. Grandioso.

  - 2° parteHAUTES COTES DE NUITS 2019 Marc Soyard: 100% Pinot Noir.L'allievo di Bizot vinifica questo vino a grappolo i...
04/12/2022

- 2° parte

HAUTES COTES DE NUITS 2019 Marc Soyard: 100% Pinot Noir.
L'allievo di Bizot vinifica questo vino a grappolo intero, dopo attenta cernita. Vino che trasuda Borgogna, a partire dai profumi di fragolina, lampone, ribes e mora con qualche spezia figlia dell'affinamento in legno e qualche accenno floreale. Eleganza.
Bocca di volume e scorrevolezza, tannino nella media e grande sapidità in chiusura. Leggermente meno stratificato dell'altro vino di Soyard in degustazione, l'HERMAION (che in greco significa "La chance") 2019, sempre 100% Pinot Noir, dalla zona di Ladoix, leggermente più chiuso al naso, molto coccoloso in bocca, probabilmente con più longevità davanti a sé ma oggi non ancora prontissimo. Entrambi molto molto buoni, a me personalmente è piaciuto più il secondo, anche guardando al futuro.

NUITS-ST-GEORGE 2019 Domaine Arnoux-Lachaux. 100% Pinot Noir.
Robert Arnoux, poi il genero Pascal Lachaux e dal 2017 il figlio di quest'ultimo Charles, a proseguire il lavoro di questo storico Domaine.
Colore molto affascinante, classico rubino luminoso. Naso borgognone si frutta a bacca rossa, frutti di bosco, fragolina, poi note di spezia dolce, di classe.
Bocca cucita su misura, vino che vive di armonia e suadenza ma che non esce dai suoi binari, mostrando tanta raffinatezza ma poca emozione. D'altronde parliamo di un Village, un grande Village, ma senza gli exploit da cru.

LES ROULIERS 2017 Richard Leroy. 100% Chenin Blanc da Anjou. Naso che parte in riduzione (meglio scaraffare) e per molto tempo non si muove, facendo trasparire una superba mineralità. In bocca è decisamente meglio mostrando dinamismo, verticalità, espressività del varietale e pulizia, con un finale molto molto lungo. Devastante.

SAUMUR BLANC 2017 Domaine du Collier. 100% Chenin Blanc da Saumur, molto più espressivo al naso rispetto a Leroy, con una leggera nota di miele ad amplificare la parte del frutto, a tratti agrumata e a tratti tropicale, con una bella mela sempre presente. In bocca invece perde dinamismo rispetto al compare regionale, con un sorso voluminoso, di pienezza fruttata e leggero sale, nel complesso molto molto buono.

  - 1° parte.JA-NAI 2016 Domaine des Miroirs, Kenjiro Kagami: 100% Poulsard dal sud dello Jura. L'ingegnere giapponese, ...
04/12/2022

- 1° parte.

JA-NAI 2016 Domaine des Miroirs, Kenjiro Kagami: 100% Poulsard dal sud dello Jura. L'ingegnere giapponese, sbarcato in Francia nel 2001, possiede 3 ha vitati (2,5 a chardonnay e savagnin e 0,5 a trousseau e poulsard) e vende l'80% delle sue bottiglie in Giappone. Il vino, di color mattone, chiaro e luminosissimo, gioca su un naso di erbe officinali (simil vermouth), poi tanto frutto, fragola, ribes e tanto sale. Bocca sottile, giocata su un fine equilibrio, dal leggerissimo tannino, una sottile e vibrante tensione e grande persistenza. Nel bicchiere decade dopo circa 90 minuti ma vista la facilità di beva la bottiglia non dovrebbe superare i 15 minuti in 2. Bellissimo.

POULSARD 2018 Domaine des Murmures, Emmanuel Lançon: 100% Poulsard dal nord dello Jura. Trovare informazioni in rete è quasi impossibile. I vigneti (poco meno di 3 ha) sono nella zona di Arbois. Il vino ha una gradazione rara, 9,3%, che facilita molto il sorso.
Il naso apre con note di salame, poi si pulisce ed escono mentuccia e lampone, ed un finale balsamico.
In bocca è molto dritto, lasciando un retrogusto di amarena sotto spirito. Nel complesso non mi ha fatto impazzire.

PLOUSSARD-TROUSSEAU 2018 Domaine Overnoy: 1° annata del blend delle due uve rosse dello Jura. Naso divertente che danza su note fruttate, con piccole bacche rosse, poi caramella Rossana, te alla pesca e una leggera spezia. Sorso possente, con un leggero tannino e grandissima scorrevolezza, con una chiusura di fumo di p**a.
Si conferma ad alti livelli, vigneron iconico.


Maison Lou Dumont - Bourgogne 2019.100% Pinot Noir.Koji Nakada sbarca in Francia dal Giappone nel 1996, con l'intento di...
29/11/2022

Maison Lou Dumont - Bourgogne 2019.
100% Pinot Noir.
Koji Nakada sbarca in Francia dal Giappone nel 1996, con l'intento di apprendere diverse nozioni sul "fare vino". Dopo qualche esperienza tra Champagne e Borgogna apre la sua Maison insieme alla moglie coreana nel 2000, con base a Gevrey-Chambertin.
Due i mantra seguiti da Koji: minor interventi possibili, sia in vigna che in cantina e vigne di minimo 30 anni.
Questo Bourgogne è fatto con una macerazione a freddo di 4 giorni, a cui fa seguito una fermentazione spontanea di circa 15 giorni. Poi affina 18 mesi in barrique usate al 50% prima di riposare ancora qualche mese in acciaio.
Il risultato è un vino luminoso, rosso fuoco, molto sensuale già alla vista.
Il naso apre con una leggera nota fumé, molto intrigante, poi esce il fiore, assolutamente rosso, col petalo di rosa a comandare, e tanta tanta frutta, tra cui svettano ribes e fragolina, a cui fa seguito un accenno di mirtillo e qualche spezia (pepe bianco e curry).
In tutto ciò grande eleganza, che ritroviamo anche in bocca, con un sorso sontuoso, di grande freschezza, sospinta da un tannino di ottima grana, compatto ma non invadente, ed un ottimo equilibrio (che tende a elevarsi con l'aumentare della temperatura, che inizialmente ho tenuto bassa ed ha esaltato le parti dure del sorso).
Finale ancora di frutta, molto bello e molto succoso.
Un grande vino base, un ottimo vino che può accompagnare diversi piatti della cucina italiana ma che non disdegna, grazie alla facilità di beva, anche l'apertura in aperitivo.
be


#2019

Vincent Girardin - Chassagne Montrachet 1er Cru Blanchot-Dessus 2018.Dall'appezzamento posto a sud del celeberrimo Grand...
27/11/2022

Vincent Girardin - Chassagne Montrachet 1er Cru Blanchot-Dessus 2018.
Dall'appezzamento posto a sud del celeberrimo Grand Cru Le Montrachet (circa un metro e mezzo di distanza e 3/4 metri di dislivello) su suolo calcareo scuro e denso, da vigne di oltre 60 anni.
Ovviamente 100% Chardonnay, l'uva regina della Côte de Beaune, vendemmiato manualmente ed elevato 18 mesi in barriques da 228 litri per il 15% nuove. Ogni singola barrique viene poi assblata insieme alle altre in un contenitore di acciaio dove il vino resta circa un mese prima di essere imbottigliato.
Il vino: colore giallo paglierino scarico, molto delicato ed altrettanto luminoso.
Naso che apre con sentori di fiori di zagara, poi ciclamino e tanto agrume, soprattutto limone (anche in versione caramella). Poi arriva la nespola ed aromi legati alla mineralità, tra cui fa capolino anche un leggerissimo erbaceo.
Sorso di grande impatto, dà la sensazione di un mix tra b***o fuso e sale (i francesi utilizzano la menzione "gras-sec") mantenendo sia grande freschezza (vino giovanissimo) sia grande voluminosità, mantenendo un superbo equilibrio. Un vino che accarezza senza aggredire, mantenendo grande verticalità, sospinta da una saporosa sapidità che fa porta ad una bellissima pulizia finale.
Mi è piaciuto davvero tanto, seppur la 18 non sia considerata una grandissima annata in Borgogna (anche se DRC nelle note di vendemmia sottolinea l'eccezionalità del Cru di Montrachet, con uve perfettamente mature, come non si vedeva da tempo, ed essendo il Blanchot Dessus dirimpettaio del Montrachet le condizioni climatiche dovrebbero essere le medesime).




#2018

Krug 2006.6 generazioni di champagne, dal 1843.Un'idea chiara, precisa, ben definita, fare ogni anno uno champagne di al...
26/11/2022

Krug 2006.
6 generazioni di champagne, dal 1843.
Un'idea chiara, precisa, ben definita, fare ogni anno uno champagne di alto livello.
Questo 2006, figlio di un'annata calda, è un blend di pinot noir (48%), chardonnay (35%) e meunier (17%), vinificato nelle fut (barriques di 205 l, fatte col legno della foresta di Argonne) che ha riposato 12 anni sui lieviti (sboccatura inizio 2020).
Alla vendemmia le uve avevano un equilibrio acido-zuccherino molto simile alla 2002 ed alla 1989.
Il vino: colore giallo paglierino con nuance dorate, spuma f***a con bollicine di grana finissima, molto persistenti, capaci di dare quel giusto brio in bocca, senza aggressività.
Al naso è una macedonia di frutta esotica, ananas e litchi, poi nespola e tanto agrume, prima di lasciare spazio ad una bella varietà di spezie (cardamomo) ed un leggero miele.
Bocca di grande spinta, freschezza da vendere, sorso pieno e caldo, con un finale tutto sapido di grande agilità... Dipinge una tela perfetta di quello che è, definendo regione e annata.
Finale lunghissimo, di grande saporosità.
Champagne eccelso.





#2006

Montrachet Grand Cru Gaston Lacelle 1984.Dalla vigna più blasonata al mondo quando si parla di vini bianchi, la terra pr...
21/10/2022

Montrachet Grand Cru Gaston Lacelle 1984.

Dalla vigna più blasonata al mondo quando si parla di vini bianchi, la terra promessa dello Chardonnay, 8ha dal valore enologico (e non solo...) inestimabile.
Questo è Montrachet, 4ha sul comune di Puligny Montrachet e 4ha sul comune di Chassagne Montrachet (col Lieux-dit Le Montrachet).
16 proprietari, 4 a Puligny, tra cui il Marquis de Laguiche, l'unico a possederne oltre i 2 ha, proprietario dal 1776, e e Bouillerreault de Chaivigny, 0,8 ha con uve vendute alla Maison Latour che a sua volta ne rivende una piccola parte ad altri negociant (e presumibilmente le uve di Gaston Lacelle vengono proprio da questa parcella) e 12 a Chassagne tra cui i mitici DRC, Leflaive e Conte Lafon.
Il terreno è composto di marne rossastre, ricco di calcare, risalente al Bathoniano.
L'84 è stata per molti una pessima annata, ma essendo la mia, spesso ci ho voluto sb****re la testa di persona per verificare se trovavo qualcosa di potabile. Qualche volta è andata bene (ricordo con gioia l'immensa 84 di Le Pin) altre meno bene.
In questo caso è andata alla grande.
Vino splendido già alla vista, luminoso, senza nessun accenno di cedimento.
Ed il naso lo conferma. Nessuna ossidazione (38 anni!!), ma tanta frutta, croccante, di matrice tropicale, poi agrume (bergamotto e cedro) e b***o fuso. E ancora noisette, aromi tostati, accenni di vaniglia e cioccolato bianco. Ed un finale di spezie e acacia.
Un sorso potente e al contempo bilanciato, dove la freschezza non ha ceduto al tempo e la sapidità intrinseca del suolo emerge levigando il palato in un dinamismo senza fine.
#84

Chambolle-Musigny 1er cru Les Amoureuses 2002 - Amiot-Servelle.La vigna degli innamorati, sul cui nome aleggiano diverse...
21/10/2022

Chambolle-Musigny 1er cru Les Amoureuses 2002 - Amiot-Servelle.
La vigna degli innamorati, sul cui nome aleggiano diverse storielle più o meno veritiere, 5ha capaci di fare innamorare tutti i wine lover del mondo coi vini che ne derivano.
Suolo con poca argilla, perlopiù rossa quando presente, ricca di rocce bianche molto friabili che costringono le radici a scendere oltre i 10 metri di profondità.
Stesso scheletro del Musigny, con cui condivide anche l'esposizione.
Un premier cru spesso grande, altre volte immenso, specie nelle grandi annate.
E la 2002 lo è, per i vini rossi della Côte de Nuits, a tutti gli effetti.
Elisabeth e Christian Amiot hanno la cantina proprio nel centro di Chambolle-Musigny, producono 11 etichette da circa 8 ha e hanno bene in mente la filosofia bio.
Possiedono 0.45 ha del Les Amoureuses.
Vendemmia manuale, macerazione breve, affinamento di 16-18 mesi in piece bourguignone nuove al 15-50% a seconda dell'annata e nessuna filtrazione. Questa la loro ricetta enologica.
Luminoso e raggiante (le foto non gli rendono giustizia), questo giovane 20enne apre al naso con un bouquet intrigante e raffinato, giocato su toni floreali delicati (nuance di violetta e rosa) e fruttati più intensi (ribes e ciliegia). Un naso ampio che spazia anche in altri campi, abbiamo la parte empireumatica, poi note di caffè e fungo, e ancora note di lavanda.
In bocca è saporoso e ammaliante, con un tannino ancora graffiante (se non erro usano un 15% di raspi in vinificazione). Spinge sul palato e chiude impeccabile.
Vino di sospiri, di lunghi attimi, aggraziato e di rara persistenza.




Chateau Trotanoy 1994Il 94: Annata non buona, soprattutto in epoca di vendemmia, ma come spesso accade, i grandi produtt...
20/10/2022

Chateau Trotanoy 1994
Il 94: Annata non buona, soprattutto in epoca di vendemmia, ma come spesso accade, i grandi produttori sanno esaltarsi nelle difficoltà.
Il villaggio: Pomerol è uno dei luoghi più mistici del mondo enologico, la Mecca del Merlot.
800 ettari vitati più qualche casa sparsa qua e là... Questa l'architettura di uno dei paesi più chiacchierati dagli amanti del buon vino.
Nessuna classificazione, solo un elenco di leggende che hanno la fortuna di avere le vigne su terreni ghiaiosi con venature superficiali di ferro (le crasse de ferre).
La cantina: fondata alla fine del '700, oggi vanta 7 ha impiantati al 90% a Merlot (il resto a Franc), sui terreni sopra citati, fermentazioni in cemento e affinamento in barrique nuove e usate per 20 mesi.
Un vino di rara personalità e di leggiadra grandezza.
Questo nello specifico ha un naso che apre con note di Cassis e zucchero a velo, poi tanta fragola, matura, succosa, legno dolce e sandalo, ed una chiusura di tabacco misto ad una leggera spezia. Eleganza sopraffina che si ritrova anche al palato, con un tannino cremoso e avvolgente che trascina un sorso tanto voluminoso quanto fresco. Sontuoso. Una sapidità tutta minerale, bilanciata dalla morbidezza figlia più del vitigno che del legno. Vino di impatto e di lunghezza, che ammalia e non stanca. Uno dei più grandi di Pomerol, senza se e senza ma.
Lunga vita a Bordeaux!




#1994

Brunello di Montalcino 2015 - Biondi Santi Si scrive Biondi Santi si legge Brunello; un vino iconico, come forse nessun ...
07/10/2022

Brunello di Montalcino 2015 - Biondi Santi

Si scrive Biondi Santi si legge Brunello; un vino iconico, come forse nessun altro nel mondo.
Clemente, Ferruccio, Tancredi, Franco e Jacopo, i 5 cavalieri del Brunello, le 5 generazioni che hanno messo Montalcino sulla mappa mondiale dell'enologia.

Cantina nata nel 1880, primo Brunello prodotto nel 1888, con il clone di sangiovese grosso BBS11 catalogato proprio dalla famiglia, senza aggiunta di altre uve e senza "governo" alla toscana, pratiche abituali all'epoca.

Tutti sanno la data della prima annata ma forse non tutti sanno che l'esperimento si è ripetuto solo nel 1891 e nel 1925, prima di partire dal 1945 con una certa regolarità di produzione.

Rigorosità, austerità, riservatezza, artigianalità, maniacale cura del dettaglio. Sono queste le cose che rendono questo Brunello leggendario.
L'annata 2015, maestosa e solare, ha portato in dote, per la prima volta nella storia della cantina, la produzione del formato magnum (anche un modo per segnare il passaggio di consegne delle quote societarie alla EPI).

3 anni di affinamento in botte grande, più 2 anni in bottiglia, prima di entrare in commercio.

Il calice mostra un velo rubino di assoluta luminosità, compatto nel bordo, brillante nello spirito.
Al naso è un'estasi di erbe officinali e di campo, poi arancia sanguinella e ciliegia, liquirizia, sbuffi ematici e rosmarino a chiudere.
Un naso di rara eleganza, che chiama tempo, in perfetto stile BiondiSanti.
La bocca è irruenta, decisa, a tratti spigolosa, con un tannino imponente, ben supportato da un sorso caloroso, figlio del sole, che rilascia al palato dolci aromi fruttati spinti da un'acidità verticale, dal carattere salino. Persistenza sontuosa.
Un grande vino, giovanissimo, che sembra non invecchiare mai. Il sangiovese per eccellenza.

"Trascorrere la propria vita lavorando in mezzo alla natura, in questo paese benedetto da Dio, è meraviglioso."
Franco Biondi Santi.
Bere il tuo Brunello è altrettanto meraviglioso.




#2015

Aristide 2015 - Amarone della ValpolicellaCantina La GiuvaTrezzolano (VR) In val Squaranto Giulia e Valentina Malesiani,...
06/10/2022

Aristide 2015 - Amarone della Valpolicella
Cantina La Giuva
Trezzolano (VR)

In val Squaranto Giulia e Valentina Malesiani, col papà Alberto, producono una Valpolicella vera e verace, territoriale.

La punta di diamante di questa produzione è l'Aristide, nome del padre di Alberto, prodotto per la prima volta con la vendemmia 2015, in tiratura limitatissima: 3 barriques, 900 bottiglie.

Si tratta di un Amarone riserva, frutto di un sapiente blend delle uve tipiche della zona (70% corvina, 25% corvinone, 5% rondinella), invecchiato 36 mesi in rovere francese e altri 12 in bottiglia prima di andare sul mercato.

Un vino capace di fare parlare il bicchiere... Il sommelier deve solo essere bravo ad ascoltare e a dare voce alle emozioni che questo nettare sa trasmettere... A partire dal colore! Un rosso carminio denso, dalle sfumature scure, ricco di luce.
Al naso emana eccezionali nuance di marasca, amarena Fabbri, cuoio, poi esce un ventaglio di tabacco e pepe bianco e ancora cioccolato al latte e fico, con un finale legato al legno di cedro e sbuffi mentolati. Naso infinito, ricco, godurioso.
In bocca stupisce per il perfetto equilibrio: 17 gradi alcool gestiti alla grande grazie ad un tannino clamoroso, levigato ma presentissimo, ad una sapidità territoriale che rimanda subito la mente alla Valpolicella ed una freschezza vertiginosa. Il risultato è un sorso pieno, ricco, denso ma scorrevolissimo, di grande spinta. Il finale di bocca tende al dolce e richiama quel cioccolato e quella marasca già percepiti al naso, con una persistenza davvero infinita.

Un vino da godere a mio avviso fuori dai pasti. Il miglior abbinamento in questo caso è un amico vero con cui colloquiare o la dolce metà davanti ad un camino acceso. Un vino quindi che fa bene a occhi, naso, palato ma soprattutto che fa bene al cuore.




Nebbiolo Burlotto 2020.La ditta del comm. G.B. Burlotto è una delle più belle realtà di Langa.Si trova a Verduno, dove f...
29/09/2022

Nebbiolo Burlotto 2020.
La ditta del comm. G.B. Burlotto è una delle più belle realtà di Langa.
Si trova a Verduno, dove fu fondata 172 anni or sono, nel 1850; una storia di famiglia, che attraverso Giovan Battista, Francesco, Ignazio, e dal 1968, Marina, ha raccontato e accompagnato tante storie della nostra nazione.
Marina ancora oggi si occupa (coi figli Fabio e Cristina Alessandria) della cantina e dei vigneti di proprietà, di cui fanno parte i gioielli Monvigliero e Cannubi.
Il loro nebbiolo non è solo un fratellino dei più blasonati barolo, bensì il risultato di una scelta aziendale atta a produrre un vino capace di trasmettere la gioventù dell'uva, la parte succosa e briosa del Nebbiolo, senza appesantire.
Vendemmia manuale, diraspatura e vinificazione in acciaio prima dell'affinamento in grandi tini di rovere, da dove dopo poco meno di un anno viene imbottigliato.
Il risultato è delizioso, un vino gioioso già nell'impatto visivo, con un naso tutto fiore e frutta, peonie, rose e violette di campo, con fragoline di bosco e ribes. Bocca asciutta, con un tannino levigato che viene esaltato da una sapidità magistrale, sorso di grande dinamismo, per una beva succosa e godurioso e ahimè anche troppo veloce... Formato consigliato: la magnum.



Shiraz  2019.La cantina by Farr (dal nome della famiglia, rappresentata in passato da Gary e oggi da Nick) si trova in A...
29/09/2022

Shiraz 2019.
La cantina by Farr (dal nome della famiglia, rappresentata in passato da Gary e oggi da Nick) si trova in Australia, a Geelong nella Moorabool Valley.
In questa landa la vite fu portata dai coloni svizzeri agli inizi del diciannovesimo secolo.
Il clima qua è influenzato da venti provenienti da ovest e dalle brezze marine che rendono le serate fresche, a chiudere lunghe giornate solive. Clima perfetto per una produzione di qualità.
La proprietà sorge su suoli di origine alluvionali, con diverse matrici.
Lo Shiraz in degustazione è prodotto con uve provenienti da una vigna del 94, piantata su terra rossa vulcanica, con un 4% di viognier in aggiunta.
Vendemmia manuale e vinificazione a grappolo intero per il 20%, con affinamento per 1 anno e mezzo in barriques (20% nuove).
Meno interventi possibile.
Il risultato si può vedere nel calice: colore compatto, rubino, luminoso, di bella intensità.
Naso tipico del varietale, gomma bruciata in apertura e poi lampone e pepe, con un dinamismo minerale molto intrigante. Grande eleganza, riscontrata poi anche in bocca, dove si denota che il legno è gestito magistralmente.
Sorso pieno, possente, ed al tempo stesso dinamico, con apertura giocata sulla dolcezza e finale tutto sapido, quasi salato. Ritornano lampone e pepe per una persistenza molto lunga. Tannino e alcool perfettamente integrati.



Vosne Romanée Les Chaumes Jean Tardy 1988.100% pinot noir.Ci troviamo in Borgogna, nel villaggio di Vosne Romanée, nel c...
05/06/2022

Vosne Romanée Les Chaumes Jean Tardy 1988.
100% pinot noir.
Ci troviamo in Borgogna, nel villaggio di Vosne Romanée, nel cru Les Chaumes, classificato premier cru, localiizzato nella parte sud del paese, confinante con Malconsorts e La Tache e col Clos de Reas.
Cru di poco piu di 6 ha divisi tra una quindicina di proprietari, tra cui Jean Tardy, che 34 anni fa ha vendemmiato un'annata all'apparenza non semplice (calda e siccitosa), con grande maestria, senza snaturare uva e cru.
Il colore è un granato tenue, scarico ma luminoso, naso ricco, all'apertura dominato da cedro (legno) e geranio, poi sandalo e liquirizia, poi esce il frutto, fragolina di bosco e prugna gialla, e poi ancora humus e sentori balsamici che portano alla menta piperita.
In bocca è lungo ed avvincente, grazie ad un tannino ancora accattivante (la vendemmia dell'epoca regalò acini molto piccoli con rapporto buccia/polpa superiore alla media), una bellissima salinitadi fondo e freschezza da vendere.
Più ruspante che elegante, ancora vibrante, e dalla beva generosa.
La Borgogna, quella bella.



#1988

Gaja Sperss 2011La cantina Gaja non ha bisogno di presentazione, è una delle aziende vitivinicole italiane più famose ne...
05/06/2022

Gaja Sperss 2011
La cantina Gaja non ha bisogno di presentazione, è una delle aziende vitivinicole italiane più famose nel mondo (se non la prima...).
Nasce nel 1859 a Barbaresco, dove ancora oggi si trova la sede principale, per mano di Giovanni Gaja. Un secolo dopo fu però Angelo Gaja a portare importanti cambiamenti in azienda (diminuzione della resa per ettaro, tappi lunghi, uso attento della barrique) avendo sempre la cortezza di non sedersi mai sugli allori ma di investire tempo e denaro per stare al passo coi tempi e per innovare quando necessario (il passato come esperienza ed il futuro come obiettivo).
Oggi l'azienda possiede oltre 90 ha per un totale di 350.000 bottiglie prodotte (in Langa). Di queste 16.000 sono di Sperss, il barolo dei Gaja, prodotto dal 1988, con uve provenienti dai cru Marenca e Rivette, a Serralunga, su terreni marnosi, ricchi di argilla e calcare, a 370 m slm di quota, con esposizione sud/sud ovest.
Affinamento di 12 mesi in barrique e di 12 mesi in botte grande.
La 2011 si presenta ammaliante, a partire dal colore rubino brillante.
Il naso è intenso e preciso, regala sbuffi di violetta e rosa canina, poi mirtillo e ribes, poi ancora sottobosco e humus, fragolina e cedro, tabacco e cuoio, una leggera nota di cacao e liquirizia. Ampiezza e raffinatezza.
Il sorso è regale, potente ed al contempo chirurgico nel tannino, che ancora scalpita portandosi dietro un mare di freschezza. La tensione sapida alleggerisce il peso del centrobocca, importante e di spessore, regalando un finale vivace ed una beva davvero impressionante.
Un grandissimo vino, con tantissimi anni davanti, ma capace di far godere già ora.
Chapeau.


Cos D'Estournel 1979Saint-EstepheDeuxieme grand cru classé di Bordeaux.Per mia personalissima opinione, uno dei vini più...
09/04/2022

Cos D'Estournel 1979
Saint-Estephe
Deuxieme grand cru classé di Bordeaux.
Per mia personalissima opinione, uno dei vini più sensuali di Bordeaux, specie con tanti anni di bottiglia sulle spalle. Ad un prezzo accessibile.
Per chi non ha mai avuto il piacere di visitare la cantina, consiglio vivamente di farci un giro, edificio di rara bellezza, ricco di arte e culture orientali (influenze indiane e di Zanzibar, cioè le mete preferite di Louis Gaspard D'Estournel, l'uomo che sviluppò la viticoltura nella tenuta).
Fondata nel 1811, oggi è di proprietà della famiglia Reybier. Vanta 91ha vitati a maggioranza cabernet sauvignon, poi merlot e qualche filare a franc e Petit verdot.
Classico taglio bordolese quindi, che regala un colore delizioso, tenendo presente anche l'età (43 anni) del vino. Nessun segno di ossidazione, nessun cedimento strutturale, stupenda ancora la lucentezza che fa brillare un rubino accecante.
Il naso conferma ciò che l'occhio vede: vino in formissima, con un'ampiezza olfattiva infinita, che apre su note floreali per poi regalare note di ciliegia e fragolina di bosco, poi la prugna prende il sopravvento e ci accompagna tra tante spezie, dominate da curcuma e pepe, poi cedro, tabacco e cuoio. La finezza è da vero gentleman.
La bocca è spaziale, il sorso è delicato e allo stesso tempo ricco, il tannino ha ancora grip e porta con sé una discreta nota salina che accompagna nella beva una bella freschezza. Vino possente e suadente allo stesso tempo, bevibilità a mille. La persistenza è senza fine, la bottiglia purtroppo no.
Grandissimo vino che si riconferma tra i miei vini del cuore.




#1979

Champagne Millesime 2008 - Jacques Selosse. Che sia l'ultimo capolavoro di Anselme o il primo del figlio Guillaume, che ...
07/04/2022

Champagne Millesime 2008 - Jacques Selosse.
Che sia l'ultimo capolavoro di Anselme o il primo del figlio Guillaume, che a cavallo tra 2008 e 2009 si sono legalmente passati le redini della cantina, poco importa.
Importa che è questo vino è un capolavoro, ancora in divenire ma di cui si delinea già la grande classe.
Importa anche assaggiare questa bottiglia che (Ahimè) vista la speculazione f***e di cui è vittima, verrà scambiata tanto e bevuta poco (spero di sbagliarmi).
L'annata 2008 è un blend di chardonnay (88%) e pinot noir (12%) dai vigneti di Avize, Cramant, Le Mesnil, Oger, Ambonnay, Ay, Mareuil.
3800 bottiglie prodotte, nessuna magnum.
9 anni sui lieviti con 4 scuotamenti, 2 anni di riposo post degorgement, niente SO2 aggiunta in quanto il ph era già molto basso.
La parte di chardonnay predomina l'olfazione, con tanto agrume e note di frutta tropicale, poi esce una bellissima florealità che delinea la grande eleganza del calice, supportata da una mineralità sassosa.
La bocca non è ancora perfetta, il tempo giocherà dalla sua parte, ma già ora racconta bene di una grande annata, fresca, specialmente di notte, annata di grandi escursioni termiche che ha dato alle uve spessore e aromaticità.
Spessore e gusto che si ritrovano in bocca e si inseguono in fondo al palato, in un sorso di grande brio e di lunghissima persistenza.
Grande succosità.
Un grande champagne, energico, come spesso mi capita di trovare nei millesimi 08, che sarei però curioso di riassaggiare fra 10 anni almeno.
Ma che già ora mi rende felice come un bambino col suo uovo di Pasqua.





#2008

Indirizzo

Rue Victor Hugo
Dongo

Sito Web

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