20/07/2014
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A GENOVA O A NAPOLI LA DISNEYLAND EUROPEA?
A GENOVA O A NAPOLI LA DISNEYLAND EUROPEA?
NAPOLI (g.d' a.) - Genova e Napoli fanno sul serio, vogliono ad ogni costo in Italia la localizzazione della "Disneyland Europe", la grande città dei divertimenti che la Walt Disney Production - dopo il grande successo dell' "Artificial Castle" di Tokio - vule realizzare in un paese dell' Europa occidentale. Invece di farsi la guerra hanno deciso di unire le forze stringendo anche un "gentlemen agreement" che ha il valore di un "vinca il migliore". Venerdì scorso, durante una colazione di lavoro in un albergo romano, la tregua e il congiunto piano d' azione è stato firmato dal presidente dell' Unione industriali di Genova Riccardo Garrone e il vice sindaco di Napoli, il socialista Manfredo Scalfati. Mediatore Victor Uckmar, massimo esperto tributario italiano, ordinario di Scienze delle finanze all' Università Bocconi. E' proprio Uckmar l' uomo che tenterà di far pendere la bilancia dalla parte italiana. Nelle prossime settimane, con un esplicito mandato in tasca, il professionista genovese che gode nel suo tentativo anche dell' appoggio dell' Iri incontrerà il presidente della Walt Disney Ron Miller. Non sarà una trattativa facile. Al più grande parco di divertimenti del Vecchio Mondo puntano quasi tutti i paesi europei. La Francia ha scommesso sulla Borgogna e la Costa Azzurra, il Portogallo, per bocca del suo ministro per il Turismo Ferreira de Amaral, "sulle molte giornate di sole, i bassi costi per gli investimenti". E in corsa sono anche Spagna, Germania, Inghilterra. Ron Miller di fronte a tante attese ha già fatto sapere che "nessuna decisione sarà annunciata prima della fine dell' anno". Ancora cinque mesi, dunque, ma le due città italiane vogliono essere pronte fin da settembre con le loro offerte. Durante la riunione di venerdì, Napoli e Genova hanno deciso di costituire, con il coordinamento di Uckmar un comitato "super partes" di tecnici che provvederà a "periziare" le due aree destinate alla localizzazione della città dei divertimenti. Al Comune di Napoli si è orientati a proporre un' area di oltre cento ettari a pochi chilometri dal litorale casertano in una zona nei pressi del Lago di Patria che avrebbe dovuto ospitare il nuovo aeroporto intercontinentale. Ben collegata dall' autostrada Roma-Napoli e dalla tangenziale urbana, a pochi chilometri dal mare e dall' aeroporto di Capodichino, non ancora urbanizzata, l' area regala agli amministratori napoletani, e al vice sindaco Scalfati soprattutto, una buona dose di ottimismo. Lo stesso ottimismo anima anche gli entusiasmi degli industriali genovesi. Un ottimismo che fa di necessità virtù. Le due città del Tirreno hanno bisogno assoluto di rimettersi in piedi. Genova, dopo la crisi del suo modello di sviluppo, con la siderurgia in ginocchio, la cantieristica priva di prospettive, il porto sempre più preda nella concorrenza di Livorno e La Spezia. Napoli, che di un modello di sviluppo ha bisogno dopo l' arresto degli investimenti pubblici, il ridimensionamento delle attività delle Partecipazioni statali. Gli esperti di Uckmar, tuttavia, non si faranno influenzare dalla necessità di "una strategia per il futuro" delle due città. Saranno, infatti, chiamati a stilare le caratteristiche delle aree scelte, delle attrezzature ed infrastrutture già a disposizione, della capacità di investimento reperibile in loco. Toccherà, poi, a Ron Miller l' ultima e definitiva parola. Una decisione importante. L' investimento iniziale per Disneyland - 1500 miliardi di lire per seimila addetti diretti e un' occupazione indotta di oltre trentamila unità - sarebbe infatti in grado di rilanciare le economie locali. Con un' affluenza di dieci milioni di visitatori - tanti quanti a Tokio - la spesa complessiva si dovrebbe aggirare intorno ai 2500 miliardi e produrre lavoro, reddito e profitto per alberghi, ristoranti, cnetri commerciali, servizi di trasporto, attività terziarie.
POI .......... Ci e' arrivata solo a'munnezz !!!!!!!
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