24/04/2024
PASSEGGIATE ROMANE-L’ARCHITETTURA A ROMA NEL ‘500- Inizio passeggiata -Via Flaminia ,altezza via Luigi Canina (Zona Belle Arti).PROPOSTA DI PASSEGGIATA
Nel XVI secolo a causa della presenza a Roma dei più grandi artisti dell’epoca e delle importanti committenze, la nostra città prende il sopravvento in architettura sulla città di Firenze dove il Rinascimento si è affermato. Ma il Sacco di Roma del 1527 segnerà un momento di brusca interruzione di questo eccezionale movimento. Gli artisti o fuggiranno da Roma o comunque gli incarichi per un po’segneranno il passo.
Queste passeggiate che si svolgono a piedi ed hanno una durata limitata non possono coprire in maniera completa l’eccezionale fioritura architettonica del XVI secolo , L’itinerario è quindi limitato ma sufficiente a dare una idea di questo straordinario periodo storico-artistico.
La passeggiata inizia con la visita a S. Andrea a via Flaminia, di Jacopo Barozzi da Vignola. comunemente conosciuto come il Vignola, un grande architetto e trattatista che concentra in un piccolo monumento alcune significative innovazioni stilistiche. E’ una piccola e pregiata architettura in laterizio del 1553, realizzata quando ormai le distruzioni e i lutti causati dai Lanzichenecchi e dalla peste erano stati superati. In pratica si tratta di un ex voto, cioè di una costruzione voluta da papa Giulio III perché durante il Sacco di Roma , quando era cardinale , si era miracolosamente salvato dai Lanzichenecchi. Il tempietto elabora il tema del Pantheon con il pronao schiacciato sulla facciata, la pianta rettangolare anziché quadrata e la cupola a pianta ellittica e non circolare. E’ anche una interessante commistione tra le piante centriche e quelle basilicali.
Imbocchiamo la via Flaminia verso Porta del Popolo e dirigiamoci girando a sinistra verso Villa Giulia. Sull’angolo ammiriamo la elegante palazzina di Pio IV (o Palazzo Borromeo) costruita nel 1561 dall’architetto e archeologo Pirro Ligorio (quello di Villa d’Este a Tivoli) per papa Pio IV Carafa. Addossata al Palazzo c’è la bella fontana detta di Giulio III dovuta al genio di Bartolomeo Ammannati.
Villa Giulia è un bellissimo esempio di villa suburbana voluta da Giulio III Ciocchi Del Monte e costruita nel 1551-53 su progetto del Vignola. Oltre la severa facciata si apre un emiciclo che dà accesso al primo cortile; seguono un bel ninfeo dovuto al fiorentino (Settignano) Bartolomeo Ammannati e magnifici giardini all’italiana. Dall’inizio del ‘900 è sede di un prestigioso museo etrusco e dell’Italia preromana.
Guardando la facciata di Villa Giulia, a sinistra vediamo una interessante architettura inglobata nel grande muro di sostegno. Si tratta dell’Arco Oscuro, da circa tre secoli trasformato in ca****la dedicata alla Madonna e chiuso, ma fino al 1797 si trattava di un passaggio che portava verso i Monti Parioli.
Ammirata Villa Giulia ed i suoi dintorni, per la via omonima, torniamo sulla via Flaminia fino a piazza del Popolo, ricca di monumenti ma non del periodo che più ci interessa oggi. Percorriamo via Ripetta e poi via della Scrofa e giriamo a sinistra a via delle Coppelle, Qui troviamo Palazzo Baldassini alle Coppelle, una sorta di felice prototipo del palazzo cinquecentesco, dovuto alla elegante inventiva di Antonio da Sangallo il Giovane , uno dei grandi protagonisti di quest’epoca radiosa. Questa è un’opera realizzata nel 1516-19 che quindi precede il Sacco di Roma , una data di confine tra un prima e un dopo. Si tratta di un palazzo che fa da modello a tutti i palazzi romani tra il XVI ed il XVIII secolo, di sublime architettura. Un grande portale inquadrato da colonne tuscaniche , niente ordini sovrapposti ma marcapiani e finestre modanate ed un superbo cornicione. Dalla strada si passa all’androne , al cortile ed al giardino retrostante con una articolazione planimetrica che ricorda le case patrizie romane. Nel palazzo sono presenti affreschi di scuola raffaellesca. Antonio da Sangallo il Giovane era già stato assistente nella Fabbrica di San Pietro alle dipendenze di Bramante.
Riprendiamo il cammino raggiungendo con il Corso, piazza Venezia e arrampichiamoci sul Campidoglio, dove possiamo ammirare un intervento di alta valenza urbana di Michelangelo, ovvero la sistemazione generale della piazza. Questa meravigliosa piazza è composta nel suo insieme da vari elementi: la cordonata capitolina , con le statue romane dei Dioscuri ai lati , la piazza vera e propria con il monumento equestre di Marco Aurelio (copia) , il Palazzo dei Conservatori ( a destra ) e dei Musei (a sinistra) ed il preesistente Palazzo Senatorio in fondo . Visto dall’alto il complesso evoca la forma del crocifisso. Il progetto complessivo della sistemazione è di Michelangelo. Paolo III Farnese commissionò la sistemazione nel 1534 ma alla morte del maestro, nel 1564, il cantiere non era ancora finito. Michelangelo ristrutturò il Palazzo dei Conservatori, quello Senatorio costruito sui resti del Tabularium dell’età di Silla e costruì ex novo il Palazzo dei Musei (i Musei Capitolini, museo pubblico più antico del mondo del 1734) ,inclinato come il palazzo antistante a creare uno spazio dinamico di forma trapezoidale. In quell’epoca fu spostata dal Laterano la statua equestre di Marco Aurelio. I lavori furono poi portati avanti da Giacomo Della Porta ( che realizzò anche la cupola di San Pietro disegnata da Michelangelo, modificandola). Di fatto il completamento dell’opera avvenne solo nel 1940 quando l’architetto Munoz realizzò il disegno della pavimentazione ideato secoli prima da Michelangelo stesso.
Michelangelo a Roma realizza svariati altri interventi difficili da conciliare nella nostra passeggiata,
A breve distanza dal Campidoglio ecco la chiesa del Gesù, già voluta nel 1551 da Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, concepita dal Vignola nel 1568 ,classico prototipo della chiesa della Controriforma che realizza in architettura i dettami del Concilio di Trento (1545-1563), ovvero la risposta cattolica-romana allo scisma di Lutero del 1517. Vignola propone la navata unica per privilegiare soprattutto l’attenzione alla predicazione. Lo schema propone facciate riconoscibili nella loro articolazione tardo cinquecentesca e la cupola. La facciata del Vignola fu comunque modificata dal suo successore Giacomo Della Porta.
Dal Gesù raggiungiamo Corso Vittorio Emanuele e troviamo nell’ordine:
Palazzo Vidoni Caffarelli, progettato da Raffaello che fu anche valente architetto oltre che divino pittore e poco più avanti sul lato opposto della via. Palazzo Massimo alle Colonne del senese Baldassarre Peruzzi.
Palazzo Vidoni Caffarelli è un’opera attribuita a Raffaello che con il Bramante fu uno sperimentatore della composizione dei palazzi romani. Si tratta di un’opera costruita dal 1515 al 1526 (Raffaello morì nel 1520).Il prospetto più antico del palazzo è quello su via del Sudario. Si tratta di una composizione che prevede un forte basamento bugnato e due piani superiori orchestrati con semicolonne binate.
Palazzo Massimo alle Colonne è un altro palazzo rinascimentale del 1532 che fa parte di un complesso di edifici già della famiglia Massimo. Ha la caratteristica unica di avere una facciata curvilinea con un porticato a piano terra (le colonne del nome). La curvatura della facciata è stata suggerita dalle preesistenze archeologiche dell’Odeon di Domiziano , teatro coperto del I sec. d.C.
Proseguiamo fino al Palazzetto Le Roy , detto anche Piccola Farnesina ai Baullari , sede del Museo Barracco , opera di Antonio da Sangallo il Giovane del 1523, parzialmente modificato alla fine dell’ottocento per i lavori di realizzazione di Corso Vittorio Emanuele. Da qui dirigiamoci verso Campo de’Fiori e poi Piazza Farnese dove giganteggia per volume e per importanza Palazzo Farnese, iniziato da Antonio da Sangallo il Giovane dal 1514, su incarico del cardinale Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III. I lavori sospesi per il Sacco di Roma ripresero solo nel 1541. Dopo la morte del Sangallo intervenne Michelangelo che caratterizzò fortemente la facciata, Poi fu la volta del Vignola e di Giacomo Della Porta. Il palazzo avrebbe dovuto essere collegato con un ponte con Villa Chigi dall’altra parte del Tevere, conosciuta come Farnesina, di Baldassarre Peruzzi, dopo l’acquisto fattone dai Farnese nel 1536.Il palazzo, un autentico capolavoro, ospita affreschi di Annibale e Agostino Carracci e del Domenichino.
Da qui portiamoci su via Giulia, la più importante via del primo Cinquecento romano, straricca di monumenti dell’epoca . Era la via che doveva emulare sulla riva sinistra del fiume l’importanza di via della Lungara in riva destra. Fu progettata per Giulio II della Rovere da Bramante nel 1508.La via proprio perché al centro della vita romana del XVI secolo presenta svariati monumenti:la fontana del Mascherone, l’Arco dei Farnese, Santa Maria dell’Orazione e Morte, Palazzo Sacchetti, Sant’Eligio degli Orefici, San Giovanni Battista dei Fiorentini ecc.
Sant’Eligio degli Orefici merita una particolare citazione per essere una esercitazione architettonica di Raffaello sul tema “chiesa”. La chiesa a croce greca con cupola fu iniziata nel 1509 su commessa della Università degli Orefici a Argentieri , ebbe varie vicissitudini e crolli ed il cantiere fu portato avanti da Baldassarre Peruzzi ed Aristotele da Sangallo. Solo nel 1575 si poté considerare finita anche se poi servirono altri interventi a causa dei danni arrecati dalle piene del Tevere prima della costruzione dei muraglioni.
Percorriamo tutta via Giulia fino a giungere all’altezza di San Giovanni dei Fiorentini dove la passeggiata termina. Questa chiesa fu ideata fin dal 1508 e si misurarono nelle proposte Jacopo Sansovino, Raffaello, Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo, ma poi di fatto la chiesa fu costruita da Giacomo Della Porta ed ultimata, facciata compresa da Alessandro Galilei nel XVIII secolo.
Sono rimasti fuori dal nostro giro di Michelangelo: Porta Pia e la basilica di Santa Maria degli Angeli , di Bramante : il Chiostro di Santa Maria della Pace ed il tempietto di San Pietro in Montorio , di Baldassarre Peruzzi: la villa della Farnesina , di Raffaello : Villa Madama, oltre ad un grande numero di architetture minori civili, religiose e militari.
E’ restato fuori anche ogni discorso relativo a San Pietro che ha impegnato a livello di proposte e progetti, tutti i più grande architetti dell’epoca e a livello pratico Donato Bramante e Michelangelo. Ma è ovvio che queste passeggiate non pretendono di trattare gli argomenti in maniera esaustiva, ma sperano di stimolare o riaccendere l’interesse per queste magnifiche ricchezze che tutto il mondo di invidia.
Giampiero Leodori