29/10/2023
UDINE E’ ANTIFASCISTA e AL FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE nonostante LA QUESTURA di UDINE PROTEGGA I FASCISTI
In breve (per chi ha tempo e voglia di leggere il comunicato intero è riportato integralmente sotto):
Il corteo antifascista si prende le strade della città mentre la questura protegge i fascisti che banchettano con frico (probabilmente pessimo) e musica acustica (sicuramente di m***a). Lo fanno sotto le bandiere di Gladio e della X MAS. Ispirandosi quindi a stragisti e ad una banda fascista buona solo a fucilare civili e fare stragi difesi dai nazisti.
Il corteo nel suo svolgersi ha voluto rinominare la sede del Consiglio Comunale, Palazzo D’Aronco, in “Palazzo Valent, ragazzo morto di razzismo”. Udine deve molto di più a Giacomo Valent che a Raimondo D’Aronco, che per quanto sia un importante architetto del ‘900 ha sostenuto il sorgere del fascismo.
Infine, dopo aver percorso l’intero centro ha raggiunto il presidio per la Palestina in piazza XX settembre rinominandola in Piazza Libertà per il Popolo Palestinese.
Ribadendo che non esiste antifascismo senza solidarietà al popolo palestinese, che non esiste antifascismo senza antisionismo.
Sulla stampa Nicola Di Bortolo, il maniaghese coordinatore regionale di Casapound FVG, ci rassicura che “adesso la sede è di nostra proprietà, e di sicuro non ce ne andremo”.
Per noi è una buona notizia. Almeno sapremo dove trovarvi visto che nelle lotte per l’ambiente, la salute e il futuro del nostro territorio che si sono svolte nell’ultima estate, ma potremmo facilmente dire negli ultimi anni, delle vostre facce non abbiamo visto nemmeno l’ombra.
Fuori i fascisti dal Friuli e dal mondo!
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Comunicato stampa integrale:
COMUNICATO STAMPA CORTEO ANTIFASCISTA UDINE 28/10/2023
UDINE E’ ANTIFASCISTA E AL FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE nonostante LA QUESTURA di UDINE PROTEGGA I FASCISTI
28.10.2023 – “L’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo” questo l’urlo che si è alzato dal corteo organizzato dalla Rete Antifascista che ha percorso le strade di Udine sabato sera.
Con il preavviso di meno di una settimana centinaia di persone assieme a decine di collettivi, realtà e gruppi si sono radunate al presidio lanciato dall’ANPI presso il Monumento alla Resistenza di Udine (Piazzale XXVI Luglio).
L’obiettivo era quello di opporsi all’apertura, già ampiamente denunciata dalla Rete nei giorni precedenti, di una sede fascista del movimento CasaPound in Vicolo Stabernao 5 nel pieno di uno dei quartieri più multiculturali di Udine e a pochi passi da sedi universitarie.
Tra i numerosi interventi è stato ribadito come i fascisti non hanno diritto a percorrere gli spazi della città, tantomeno a comprarsi una sede con i soldi che in questo caso vengono da un dipendente della Danieli e da un consigliere comunale di un comune della Bassa Friulana (rispettivamente Davide Maniaci e Francesco Pussini).
Inoltre è stata sottolineata con una contestazione decisa al capogruppo del PD in Consiglio Comunale l’indecenza del silenzio di tutte le istituzioni sulla vicenda, a partire da quello del Sindaco Alberto Felice De Toni e del Rettore Roberto Pinton. Casualmente al presidio, a favore di stampe e telecamere consiglieri comunali e regionali sono apparsi ma ciò non cancella l’indifferenza dei giorni precedenti ed il silenzio alle esortazioni di prese di posizione.
Il fascismo non si ferma solo con interventi al microfono e proprio per questo finito il presidio un corteo ha percorso tutte le principali strade del centro denunciando a gran voce come un movimento che si dichiara fascista stesse aprendo una sede nel ricorrere del 101esimo anno dalla Marcia su Roma, nel menefreghismo della politica istituzionale e la garanzia concessagli dalla Questura.
Infatti, il percorso della passeggiata antifascista è stato fortemente limitato dal Questore che non solo ha impedito agli antifascisti di avvicinarsi alla sede con lo schieramento di decine di celerini, camionette e digossini ma ha anche vietato il passaggio per alcuni dei luoghi simbolo dell’antifascismo e antirazzismo udinese: luoghi come la via in cui nel 1985 si è svolto l’omicidio razzista di Giacomo Valent, ragazzo ucciso da due figli della Udine Bene e dimenticato dalla collettività; oppure l’ex carcere di Via Verdi e l’attuale Archivio notarile, dove i partigiani venivano incarcerati, torturati e fucilati, e lo Stellini, sede del Comando delle SS di Udine. Limitazioni e soprusi su cui nessun politico o ente si sia espresso.
Come se non bastasse, durante il corteo la prepotenza del Questore è tornata a farsi sentire impedendo agli antifascisti con un schieramento di caschi, manganelli e scudi di congiungersi con la piazza dove il presidio per la libertà del popolo palestinese si stava tenendo.
Gli slogan e gli interventi durante la passeggiata sono stati chiari: Non esiste antifascismo senza solidarietà per il popolo palestinese, Non esiste antifascismo senza antisionismo.
Come non si può rimanere fermi di fronte a fascisti che si sentono liberi di dichiararsi tali aprendo spazi in città, non si può nemmeno voltarsi dall’altra parte mentre in Palestina sta avvenendo un massacro sistematico.
Il corteo nel suo svolgersi ha voluto rinominare la sede del Consiglio Comunale, Palazzo D’Aronco, in “Palazzo Valent, ragazzo morto di razzismo”. Udine deve molto di più a Giacomo Valent che a Raimondo D’Aronco, che per quanto sia un importante architetto del ‘900 ha sostenuto il sorgere del fascismo.
Infine, dopo aver percorso l’intero centro ha raggiunto il presidio per la Palestina in piazza XX settembre rinominandola in Piazza Libertà per il Popolo Palestinese.
Erano anni che un corteo così deciso e vivo non attraversava Udine. Combattività che servirà nei tempi bui a ve**re.
Casapound, grazie alla Questura, per questa volta ha banchettato con frico in una sede dove sono presenti tra le altre la bandiera della X MAS e quella di Gladio. Coerentemente questi infami si rivendicano l’intero arco della storia fascista del nostro paese: partendo dai vigliacchi e assassini della X MAS, buoni solo a fucilare civili e fare massacri difesi dai nazisti, fino ad arrivare agli stragisti di Gladio.
Nicola Di Bortolo, il maniaghese coordinatore regionale di Casapound FVG che all’inaugurazione si è dichiarato apertamente fascista mentre l’intero apparato delle forze dell’ordine gli permetteva di farlo, ci rassicura che “adesso la sede è di nostra proprietà, e di sicuro non ce ne andremo”.
Per concludere ci sentiamo di dire che per noi è una buona notizia. Almeno sapremo dove trovarvi visto che nelle lotte per l’ambiente, la salute e il futuro del nostro territorio che si sono svolte
nell’ultima estate, ma potremmo facilmente dire negli ultimi anni, delle vostre facce non abbiamo visto nemmeno l’ombra.
Le strade e le città sono di chi le attraversa, e come la giornata di sabato lo dimostra non sono di sicuro di luridi fascisti.
La Rete Antifascista