Linea d'ombra

Linea d'ombra Società, diretta da Marco Goldin, che si occupa di organizzazione di mostre d'arte. Unendo quindi, unica in Italia, la cura scientifica e l’organizzazione.

Nata nel dicembre del 1996 da un’idea di Marco Goldin, che ne è il direttore, Linea d’ombra, che ha la sua sede in Palazzo dei Forestieri a Treviso, si occupa dell’organizzazione di mostre d’arte. Fornisce infatti la gestione completa di un evento espositivo dal momento della progettazione fino alla sua conclusione. Pertanto, oltre alla cura diretta, effettua la redazione e la stampa dei cataloghi

, con una propria sigla editoriale, il trasporto delle opere d’arte, in collaborazione con importanti operatori del settore, la loro assicurazione, l’aspetto promozionale e pubblicitario, la segreteria, l’ufficio stampa, in collaborazione con lo studio Esseci di Padova. Si avvale della collaborazione dei migliori studiosi italiani e stranieri, che tra l’altro nei primi anni hanno fatto parte dei vari comitati scientifici e i cui saggi compaiono negli ormai numerosissimi cataloghi pubblicati. Dal dicembre del 1996 Linea d’ombra ha curato la realizzazione e gli allestimenti di molte esposizioni d’arte, prima nelle sedi di Casa dei Carraresi a Treviso e nella Galleria Comunale di Palazzo Sarcinelli a Conegliano, quindi alla Promotrice delle Belle Arti di Torino e, dal 2004 al 2009, nel rinnovato Museo di Santa Giulia a Brescia, così come, sempre nella stessa città, nella Pinacoteca Tosio Martinengo e nel Castello. Nel 2009 Linea d’ombra ha siglato accordi pluriennali con la Regione Friuli Venezia Giulia per un ciclo di mostre nella Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine), con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, la Fondazione San Marino e la Fondazione Palazzo Ducale di Genova. Mentre dell’estate del 2011 è la sigla di un importante accordo con la Fondazione Cariverona e le città di Vicenza e Verona, accordo che ha consentito di organizzare, dall’autunno 2012 alla primavera del 2014, grandi mostre nelle straordinarie sedi della Basilica Palladiana di Vicenza, a conclusione di un restauro durato cinque anni, e nel Palazzo della Gran Guardia di Verona. Del 2013 è la collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha portato a Palazzo Fava come primo, straordinario frutto la mostra "La ragazza con l'orecchino di perla" (8 febbraio - 25 maggio 2014). Nel 2014 l’accordo tra Linea d’ombra e la Fondazione Teatro Comunale della città di Vicenza, in collaborazione con il Comune di Vicenza e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, ha consentito di realizzare in Basilica Palladiana a Vicenza un nuovo grande progetto espositivo: "Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera i notturni dagli Egizi al Novecento" (24 dicembre 2014-2 giugno 2015). Del settembre 2015 è l'accordo con il Comune di Treviso grazie al quale sono state realizzate, nelle stesse date (29 ottobre 2016 – 1 maggio 2017), tre mostre nel rinnovato Museo civico di Santa Caterina. In coincidenza dunque con il ventennale di Linea d'ombra, è stato possibile ammirare "Storie dell'impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin": in 140 opere, suddivise in sei sezioni, un grande affresco del movimento che ha segnato una radicale rivoluzione nella storia dell'arte, e a cui Marco Goldin ha dedicato vent’anni di studio. "Tiziano Rubens Rembrandt" è stata una preziosissima mostra-dossier, come recita il sottotitolo, che ha inteso indagare l'immagine femminile tra Cinquecento e Seicento attraverso tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo. Sono stati infine cinquantacinque artisti, con altrettante opere, a tessere, in "Da Guttuso a Vedova a Schifano", il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento. Finora sono stati quasi 11 milioni i visitatori alle mostre organizzate da Linea d’ombra, e oltre 10.000 le opere ricevute in prestito da più di mille tra musei, istituzioni e collezioni private di tutto il mondo.

CERCHIAMO PERSONALE PER LE MOSTREDEDICATE A GIUSEPPE UNGARETTI. UN VIAGGIO TRA POESIA PITTURA E STORIADAL 26 OTTOBRE A G...
10/07/2024

CERCHIAMO PERSONALE PER LE MOSTRE
DEDICATE A GIUSEPPE UNGARETTI.
UN VIAGGIO TRA POESIA PITTURA E STORIA
DAL 26 OTTOBRE A GORIZIA E MONFALCONE

Come vi abbiamo raccontato già a partire dallo scorso mese di febbraio, nel prossimo autunno, e precisamente dal 26 ottobre (poi fino al 4 maggio 2025), il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria comunale d’arte contemporanea a Monfalcone ospiteranno due mostre che, nel loro insieme, daranno vita al grande progetto espositivo “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia”, in occasione di “Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura 2025”. Le prenotazioni si apriranno il 9 settembre, al nostro call center 0422 429999 (potete nel frattempo scrivere già subito a [email protected] per ogni dettaglio utile).

Per questa circostanza Linea d’ombra ricerca del personale di mostra, sia per la sede goriziana sia per la sede monfalconese. Chi fosse interessato può inviare il suo curriculum all’indirizzo email [email protected]. All’inizio di settembre si svolgeranno i colloqui per le assunzioni, solo per coloro i cui profili saranno stati ritenuti rispondenti alle necessità della mostra e saranno quindi stati avvisati. Non risponderemo agli altri.

Sul nostro sito www.lineadombra.it potete trovare già tantissime informazioni e immagini che caratterizzano questo progetto ideato e curato da Marco Goldin, promosso e sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Gorizia, Comune di Monfalcone, “GO!2025”, PromoTurismo FVG.

A presto con il grande Giuseppe Ungaretti per una straordinaria mostra multidisciplinare!

[Umberto Moggioli, Cipresso gemello, 1912 / Fondazione Caritro. Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto]

TORNANO LE GRANDI MOSTREFIRMATE DA MARCO GOLDIN!“CONFINI. DA TURNER A MONETA HOPPER” ANNUNCIATA OGGI“Confini. Da Turner ...
17/06/2024

TORNANO LE GRANDI MOSTRE
FIRMATE DA MARCO GOLDIN!
“CONFINI. DA TURNER A MONET
A HOPPER” ANNUNCIATA OGGI

“Confini. Da Turner a Monet a Hopper. Canto con variazioni”, questo il titolo della grande mostra, ideata e curata da Marco Goldin (scoprite tutto su www.lineadombra.it), che stamattina è stata annunciata in una conferenza stampa dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. A seguire, proprio il curatore l’ha per la prima volta illustrata ai giornalisti e alle autorità presenti.

Si svolgerà, dall’11 ottobre 2025 al 12 aprile 2026, in un luogo magico del Friuli, Villa Manin. Ma non nel corpo centrale di quel gioiello architettonico, dove proprio Goldin aveva curato alcuni anni fa tre mostre di ampio successo, e invece nell’Esedra di Levante. La Regione Friuli Venezia Giulia, che sostiene questo progetto espositivo organizzato da Linea d’ombra, ha iniziato infatti da mesi un prezioso lavoro di restauro che renderà quello spazio un modernissimo centro espositivo di livello internazionale, disposto su tre piani. Due per la mostra e uno per gli usi connessi.

La mostra sarà suddivisa in quattro parti, con oltre cento opere provenienti da una quarantina di musei di tutto il mondo, e per questo vi invitiamo a scoprirla in anticipo sul nostro sito. Adesso capite il perché del percorso che su questa pagina Marco Goldin ha fatto con voi negli ultimi mesi. I venticinque quadri che vi ha proposto, con il suo commento e le citazioni poetiche, sono solo una piccola parte dei capi d'opera che vedrete in questa mostra forse irripetibile per la sua qualità. Da Turner a Friedrich, da Monet a Van Gogh, da Gauguin a Matisse, da Manet a Cezanne, da Hopper a Mondrian, da Rothko a Modigliani, da Bonnard a Wyeth, da Bacon a Giacometti, solo per citare alcuni dei nomi straordinari che vi saranno compresi.

Manca molto tempo all’apertura, ma sapremo accompagnarvi con molte iniziative preparatorie per farvi scoprire quanta inestimabile bellezza sarà contenuta in questa mostra. Che non potrete mancare. Una mostra costruita con oltre due anni di lavoro, prestito dopo prestito da decine di musei.

Un capolavoro di mostra, una mostra di capolavori.

[Vincent Van Gogh, Autoritratto, 1887 / Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art]

IL VIAGGIO AL MOMENTO FINISCE(MA PRONTI LUNEDÌ A SCOPRIRE DOVE CI HA PORTATO E DOVEE A QUALI COLORI CI HA CONDOTTO)di Ma...
13/06/2024

IL VIAGGIO AL MOMENTO FINISCE
(MA PRONTI LUNEDÌ A SCOPRIRE
DOVE CI HA PORTATO E DOVE
E A QUALI COLORI CI HA CONDOTTO)
di Marco Goldin

Abbiamo fatto insieme, per quasi sei mesi, un lungo viaggio tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini, tra cieli e mari. In quella dimensione così speciale, spesso commovente, che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi. Oggi, alla puntata numero 25, questo viaggio sembrerebbe arrestarsi. Ma non sarà proprio così. Non mancate di ve**re su questa pagina di Linea d’ombra lunedì 17 giugno a mezzogiorno. A quell’ora scoprirete il senso del viaggio che abbiamo fatto insieme.

Intanto vi regalo una nuova immagine, una splendida versione delle “Ninfee” tratta da una delle varie serie che si sono succedute per Monet nel decennio inaugurale del Novecento, prima dell’inondazione che nel 1910 cancellò completamente il giardino di Giverny, per la disperazione del pittore. Che però poco per volta, nella luce dell’amore, ricostruì tutto. La successione delle ninfee indica in quel decennio sempre di più la chiusura dell’orizzonte, che a mano a mano si concentra soltanto sulla superficie fiorita dell’acqua, dimenticando il senso prospettico tradizionale dato dall’inquadratura delle rive attorno.

Sono felice di proporvi un’altra volta i versi del grande Fernando Pessoa. Questi, tratti dal suo libro bellissimo “Il guardiano di greggi”, per me entrano perfettamente nello spirito con cui Monet ha sempre dipinto, e le ninfee ancor di più: “Pensare un fiore è vederlo e annusarlo / e mangiare un frutto è saperne il senso. // Per questo quando in un giorno di calura / mi sento triste di goderlo tanto, / e mi sdraio sull’erba, / e chiudo gli occhi accaldati, / sento tutto il mio corpo coricato nella realtà, / so la verità e sono felice.”

A lunedì, non mancate per scoprire dove ci avrà condotto il viaggio!

[Claude Monet, Ninfee, 1907 / Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art]

IL VIAGGIO CONTINUA 24(STIAMO QUASI PER GIUNGERE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Di colore in colore, di atte...
08/06/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 24
(STIAMO QUASI PER GIUNGERE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Di colore in colore, di attesa in attesa, sta per giungere alla meta il nostro viaggio tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini, tra cieli e mari. In quella dimensione così speciale, struggente, che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi.

Eccoci oggi davanti a un quadro celebre di Edward Hopper, il grande pittore americano che ha messo in scena il silenzio e la sospensione di volti e paesaggi. Spazi ai confini dell’assoluto, spazi impressi e diradati allo stesso tempo, dove il vuoto talvolta è colmato da una presenza. Però una presenza quasi priva di respiro, nell’attesa di un’apparizione. Subito dopo Homer, e prima di Wyeth, Hopper ha dato vita all’America delle infinite distese, dei confini cercati, dei confini negati, dei confini attraversati. Quei luoghi della natura che sono quasi, e forse ancor di più, luoghi della mente.

Robert Frost, un grande poeta americano del tempo di Hopper, ha scritto versi bellissimi su questa sospensione di tutto: “Io ho trattenuto il passo e il mio respiro / quando da molto lontano un grido strozzato / giungeva oltre le case da un’altra strada, // ma non per richiamarmi o dirmi un commiato; / e ancora più lontano, a un’incredibile altezza, / nel cielo un orologio illuminato // proclamava che il tempo non era giusto, né errato."

Alla prossima, e ultima puntata!

[Edward Hopper, High Noon, 1949 / The Dayton Art Institute]

IL VIAGGIO CONTINUA 23(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Di quadro in quadro, di stu...
03/06/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 23
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Di quadro in quadro, di stupore in stupore, sembra non finire mai il nostro viaggio tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini. In quella dimensione così toccante che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi. Dopo avere incontrato gli occhi azzurri e muti dell’ultima puntata dedicata a Modigliani, oggi incontriamo l’azzurro della natura. E lo facciamo con Claude Monet, uno dei più straordinari pittori di azzurro e di cieli e nuvole, sulla strada indicata dal suo maestro Boudin.

Lasciata da poco Argenteuil, il luogo in cui ha fatto nascere l’impressionismo, e dopo le settimane di sosta a Parigi, alla fine dell’estate 1878 Monet inizia a dipingere a Vétheuil, dove si fermerà per tre anni, sempre lungo il corso della Senna. Vétheuil era un punto di passaggio importante per la navigazione fluviale, ma una serie di piccole isole la proteggevano dal traffico delle barche. Nel settembre di quel 1878, per i primi quadri realizzati lì, il pittore, a bordo del suo bateau-atelier, lavora tra le isole Moisson. Ne escono quadri di stupendo incanto di luce in cui le nuvole screziate si riflettono sul fiume, creando così uno specchio che si sospende tra cielo e acqua, nella doppia dimensione di un confine aperto insieme alla quotidianità e all'immenso.

Voglio associare questo quadro ad alcuni versi di Charles Baudelaire, tratti dalla sua poesia “Lo straniero”. Eccoli: "La bellezza? / L’amerei volentieri, dea immortale. / Ma allora cos’ami, straniero straordinario? / Amo le nuvole… le nuvole che passano… laggiù… laggiù… le meravigliose nuvole!”.

Alla prossima puntata!

[Claude Monet, La Senna a Vétheuil, 1878 / Le Havre, MuMa - Musée d'Art moderne André Malraux]

IL VIAGGIO CONTINUA 22(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Non smette di emozionarci i...
29/05/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 22
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Non smette di emozionarci il nostro viaggio tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini. In quella dimensione così toccante che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi. E proprio di quel dentro di noi oggi voglio dirvi, perché alcuni artisti, prediligendo la rappresentazione di un volto - il proprio o quello di altri - hanno inteso mostrare come il senso del confine non dovesse essere solo quello di uno spaesamento romantico o post romantico nel paesaggio.

Uno di questi, uno tra i maggiori in assoluto nel XX secolo, è certamente Amedeo Modigliani. Per lui il volto è sempre stata rivelazione sospesa, precario equilibrio tra un qui e ora e una manifestazione d’assoluto. È un pittore che fa da cerniera tra i volti dipinti dai grandi di fine Ottocento come Van Gogh, oppure il sublime Degas o ancora Manet o Cezanne, o in altre aree Munch, e i più straordinari pittori di figura del secondo Novecento, da Alberto Giacometti a Francis Bacon. Modigliani tiene insieme purezza e inquietudine, entro i limiti di una quasi pierfrancescana resistenza all’aria e alla luce. Come se un gong di ghiaccio si fosse impossessato dello sguardo.

Mi piace, come da tradizione, associare dei versi. Oggi la mia scelta è caduta su un poeta italiano certamente poco noto al grande pubblico ma di grande finezza. È Umberto Bellintani, mantovano che ha attraversato per intero il secolo scorso, e di cui Mondadori lo scorso anno ha ripubblicato il suo libro riassuntivo, “Nella grande pianura”. Da lì traggo queste righe, così bene accordate al quadro di Modigliani: “Forse allora avrei potuto dirti / alcune parole, sfiorare la tua bocca / con qualche sillaba, un bacio / forse il più caldo. Un bacio… // Poi sono partito. E tu volevi… / o non volevi che restassi?”.

Alla prossima puntata!

[Amedeo Modigliani, Ritratto di giovane donna, 1918-1920 / La Chaux-de-Fonds, Musée des Beaux-Arts]

IL VIAGGIO CONTINUA 21(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Eccoci ancora a viaggiare t...
23/05/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 21
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Eccoci ancora a viaggiare tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini. In quella dimensione così emozionante che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi. Ci sono pittori che più di altri hanno sentito la necessità di viaggiare, per andare a incontrare quel confine molto lontano, mettendo tra sé e il mondo oceani da navigare, cieli da attraversare. Forse quello che più di ogni altro ha vissuto in questo modo è stato Paul Gauguin.

Ha cercato i suoi confini sempre più lontano, dapprima in Bretagna, poi viaggiando con l’amico pittore Charles Laval in Martinica, poi ancora in Bretagna. Fino alla decisione fatale, quella Tahiti che è stata la sua casa dal 1891 al 1893, e poi di nuovo, dopo un temporaneo ritorno in Europa, dal 1895 al 1901. In quel momento ha scelto il lontano ancora più lontano, l’ultimo confine della sua vita, le Isole Marchesi.

La permanenza di Gauguin a Tahiti è legata, nella memoria di tutti, alle donne che ha dipinto molto spesso sedute o distese sulla sabbia davanti all’oceano. In quella condizione di apparente semplicità assoluta, di contatto con l’innocenza da prima ora del mondo. Anche se sappiamo che non è andata così e che il pittore rimane subito deluso dalla vita di stile occidentale che si svolge a Papeete. Per questo sceglie di vivere appartato nella foresta, a contatto con le popolazioni che dovrebbero recargli il messaggio della vita originaria. Ma chissà.

Chiudo con i versi di Guillaume Apollinaire: “Sempre / andremo più lontano senza mai / andare avanti. // E di pianeta in pianeta / di nebulosa in nebulosa / il don Giovanni di mille e tre comete / anche senza spostarsi dalla terra / cerca non sazio mai le forze nuove / e prende sul serio i fantasmi. / Perdere / ma perder veramente per lasciare / posto al ritrovamento.”

[Paul Gauguin, Donna tahitiana, 1898 / Beograd, Narodni Muzej]

IL VIAGGIO CONTINUA 20(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Siamo giunti alla ventesima...
17/05/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 20
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Siamo giunti alla ventesima puntata del nostro percorso tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini. In quella dimensione così emozionante che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi. Molto spesso, come esito post romantico, lo spazio dilagante dell’immenso ha collocata una figura che quello spazio guarda, in una sua solitudine straniante.

Sono molto felice di presentarvi oggi un pittore meraviglioso, americano, che fa da cerniera tra i grandi della Hudson River School a metà Ottocento e poi Hopper, Diebenkorn e Andrew Wyeth nel Novecento. Il suo nome è Winslow Homer, artista che soprattutto nell’ultimo decennio del XIX secolo e nel primo del nuovo secolo, alla fine del quale morirà, apre una strada che sconfina nell’infinito. Il capolavoro che qui viene illustrato, “Il vento occidentale” del 1891, è il presentarsi di una figura, sola, che si fissa come una farfalla che dispieghi le ali e resti lì, immobile, presa e sottratta allo stesso tempo al movimento. Lì sulla costa atlantica del Maine lo spazio si rovescia in onde continue di luce e ciò che viene è ugualmente l’eternità e un pomeriggio in America, davanti all’oceano.

I versi del grande Wallace Stevens, poeta americano nato in Pennsylvania nel 1879, non potrebbero essere più aderenti: “La sua voce rendeva / il cielo più acuto sul punto di svanire. / Essa scandiva la sua solitudine puntualmente. / Era la sola creatrice del mondo / in cui cantava. E quando cantava, il mare, / qualsiasi natura avesse, diveniva la natura / che era la sua canzone, poiché era lei il poeta. / Poi noi, vedendola laggiù andare sola, / comprendemmo che per lei non c’era nessun mondo / eccetto quello che cantava e così creava.”

Alla prossima puntata!

[Winslow Homer, Il vento da ovest, 1891 / Andover, Addison Gallery of American Art]

IL VIAGGIO CONTINUA 19(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Eccoci nuovamente all'inter...
13/05/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 19
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Eccoci nuovamente all'interno del nostro percorso tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini. In quella dimensione così emozionante che è la linea di un confine da attraversare, in qualunque luogo esso sia, fuori e dentro di noi. Chissà se qualcuno tra i tantissimi che leggono questi post ormai da quasi cinque mesi si stia chiedendo dove questo viaggio ci porterà. E quando se ne capirà il senso e il motivo.

In attesa di questo, oggi ci spostiamo dall’America dell’ultima puntata, dagli immensi spazi dell’Ovest californiano, alle colline sopra Cannes, e per la precisione a Le Cannet, nel dipartimento francese delle Alpi Marittime. Lì ha dipinto, nei decenni che hanno condotto alla metà del Novecento, uno dei pittori più straordinari della prima parte del secolo, Pierre Bonnard. Una specie di insetto goloso nel magma frastagliato della natura, colui che ha portato agli esiti più alti di modernità la lezione di Claude Monet. Che del resto andava a trovare nel giardino di Giverny negli ultimi anni di vita del padre dell’impressionismo. Bonnard ha dipinto la natura del sud della Francia come un sussulto, come una protratta nota di colore che è la visione frantumata, e poi ricomposta, della realtà. In quel tipo di spazio egli ha cercato il suo confine accanto al Mediterraneo, così come l’avevano cercato prima di lui altri grandi da Cezanne a Van Gogh, da Monet a Matisse.

Voglio associare a questa splendida immagine dipinta da Pierre Bonnard a Le Cannet, negli ultimi anni della sua vita, alcuni versi dell'indimenticabile poeta portoghese Fernando Pessoa. Versi che si sposano benissimo all’intenzione di candore dell’artista: “Io non ho filosofie: ho sensi… / Se parlo della Natura non è perché sappia cosa essa è, / ma perché la amo, e la amo per questo, / perché chi ama non sa mai quello che ama / né sa perché ama, né cosa sia amare… // Amare è l’eterna innocenza, / e l’unica innocenza non pensare…”

Alla prossima puntata!

[Pierre Bonnard, Le Cannet, 1939 circa, Kunst Museum Winterthur]

IL VIAGGIO CONTINUA 18(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Dopo qualche settimana di p...
03/05/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 18
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Dopo qualche settimana di pausa dedicata al grande progetto espositivo su Giuseppe Ungaretti che sfocerà nelle mostre di Gorizia e Monfalcone dal 26 ottobre (www.lineadombra.it), riprende il nostro percorso tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini. Torniamo in America, a contatto con la vastità degli scenari dell’Ovest, lì dove l’idea di confine si associa all’immenso.

Tra i pittori della ottocentesca Hudson River School ve n’è uno che ha saputo rendere lo stupore per quel senso del sublime che coglieva i viaggiatori che sempre di più si addentravano tra le distese pianure e poi le Montagne Rocciose, fino alla costa del Pacifico. Il suo nome è Albert Bierstadt, colui che ha dipinto l’incanto delle grandi cattedrali di roccia comprese in quei due primi santuari naturali che corrispondono ai parchi di Yellowstone e Yosemite. L’America in quella parte centrale del XIX secolo veniva scoprendo il mito dello spazio, dove ogni confine sembrava annullarsi e alcuni pittori, Bierstadt più di tutti, rappresentavano quello spirito neo romantico.

Voglio associare alle immagini di Bierstadt alcuni versi di un meraviglioso poeta americano nato sul finire dell’Ottocento e che ha eletto la California, la stessa di Yosemite, a whitmaniano riferimento universale. Si tratta di Robinson Jeffers: “All’equinozio, la terra velata di tarda pioggia, incoronata di papaveri, attende primavera, / l’oceano, gonfio per tempesta lontana, straripa e la marea scuote i letti di granito: / contemplando i confini di granito e di spuma, i segni impressi dal mare, sento alle spalle / monti e pianura, l’immenso respiro del continente, dinnanzi a me duplice massa e distesa d’acqua."

Alla prossima puntata!

[Albert Bierstadt, Tra le montagne, 1867 / Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art]

PARTE IL RESTAURO CONSERVATIVODELLA PRIMA COPIA DEL 1916DEL LIBRO DI GIUSEPPE UNGARETTI“IL PORTO SEPOLTO” IN VISTA DELLE...
23/04/2024

PARTE IL RESTAURO CONSERVATIVO
DELLA PRIMA COPIA DEL 1916
DEL LIBRO DI GIUSEPPE UNGARETTI
“IL PORTO SEPOLTO” IN VISTA DELLE
MOSTRE A GORIZIA E MONFALCONE

È stato con grande emozione che la scorsa settimana Marco Goldin, assieme al compositore e pianista Remo Anzovino, ha fatto visita alla Biblioteca Civica Joppi di Udine. In quella circostanza sono stati presi gli accordi per il restauro della copia n. 1 dello storico volumetto di poesie di Giuseppe Ungaretti, “Il porto sepolto”, pubblicato nel dicembre del 1916 a cura di Ettore Serra e conservato appunto nella biblioteca udinese.

Linea d’ombra si farà carico delle spese del restauro del libro, al fine di poter poi esporre questa copia al centro della mostra “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia”, che si svolgerà, a partire dal prossimo 26 ottobre, nel Museo di Santa Chiara a Gorizia. Con la mostra parallela nella Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone, sempre a partire dalla stessa data (www.lineadombra.it).

Intanto oggi a Pordenone, al Teatro Verdi, alle ore 18 e alle ore 21, le ultime due repliche dello spettacolo teatrale di grande successo dedicato a Ungaretti, con Marco Goldin, Remo Anzovino, Antonella Ruggiero, Gilberto Colla e Diego Cal.

15/04/2024

SUBITO UN GRANDE SUCCESSO
PER LO SPETTACOLO TEATRALE
“UNGARETTI POETA E SOLDATO”.
GUARDA L’EMOZIONANTE TRAILER

Lo scorso mercoledì a Gorizia, nel Teatro “Giuseppe Verdi”, gremito, è andata in scena la prima dello spettacolo teatrale “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo”, di e con Marco Goldin. Spettacolo sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Gorizia e Monfalcone, come avvio del vasto progetto sul grande poeta che sfocerà in una doppia esposizione nelle due città a partire dal prossimo 26 ottobre (www.lineadombra.it). Tutto questo come parte del programma per Nova Gorica/Gorizia capitale europea della cultura 2025.

Sul palco anche Remo Anzovino, che ha scritto le musiche originali e la ha suonate al pianoforte, poi Antonella Ruggiero che ha offerto la sua voce straordinaria a tre canzoni scritte proprio da Goldin e Anzovino per questa circostanza. Infine, Gilberto Colla che ha letto e interpretato alcune poesie di Ungaretti e Diego Cal che ha suonato la tromba.

Nel trailer, in soli quattro minuti, un emozionante riassunto dello spettacolo che ha ottenuto un fortissimo riscontro di stampa e di pubblico, con applausi a non finire e vere e proprie standing ovation alla conclusione. Questo sia a Gorizia sia nella seconda data di Tolmezzo.

Adesso siamo pronti per i prossimi appuntamenti a Treviso, Monfalcone, Udine e Pordenone, tra il 15 e il 23 aprile. Vi aspettiamo!

IERI SERA A GORIZIA LA PRIMADELLO SPETTACOLO TEATRALE SU UNGARETTI POETA E SOLDATO.GRANDE SUCCESSO ED EMOZIONEIeri sera,...
11/04/2024

IERI SERA A GORIZIA LA PRIMA
DELLO SPETTACOLO TEATRALE
SU UNGARETTI POETA E SOLDATO.
GRANDE SUCCESSO ED EMOZIONE

Ieri sera, nel Teatro "Giuseppe Verdi” di Gorizia, gremito, si è svolta la prima dello spettacolo teatrale “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo”, di e con Marco Goldin. Spettacolo che anticipa le due mostre che dal 26 ottobre, nella stessa Gorizia e a Monfalcone, racconteranno in modo multidisciplinare la storia del grande poeta sul Carso.

Assieme a Goldin sul palcoscenico c’erano Remo Anzovino, che ha scritto le musiche originali e le ha suonate al pianoforte, Diego Cal che ha suonato la tromba e Gilberto Colla che ha interpretato alcune delle poesie de “Il porto sepolto”, il libretto uscito in 80 copie in tempo di guerra a Udine.

Alla splendida e regale voce di Antonella Ruggiero sono state affidate tre canzoni, scritte appositamente proprio da Goldin per i testi e da Anzovino per la parte musicale. Due in apertura e una a chiudere la trama, sullo splendido tema “Le foglie e la neve” composto da Anzovino.

A impreziosire il tutto le animazioni visive di Alessandro Trettenero, su un grande schermo di sei metri, tra filmati e fotografie d’epoca, tante riprese con i droni realizzate nei mesi scorsi sul Carso e animazioni dei vari quadri che alcuni pittori contemporanei stanno realizzando proprio sui luoghi del Carso.

La serata ha recato un'infinita emozione e il pubblico, dopo avere già interrotto in alcuni momenti lo svolgimento con gli applausi, alla fine ha continuato ad applaudire senza sosta i vari protagonisti dello spettacolo, richiamandoli più volte sul palco. Fino al bis di Antonella Ruggiero, con la canzone “Quando tornerai”.

Sul sito www.lineadombra.it le date successive, a cominciare da quella di stasera a Tolmezzo, per poi proseguire con Treviso, Monfalcone, Udine e Pordenone (due volte).

[foto Simone Di Luca]

IL VIAGGIO CONTINUA 17(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Il nostro percorso tra la p...
05/04/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 17
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Il nostro percorso tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini, oggi ci riporta ad alcune delle puntate iniziali di gennaio. Vi avevo allora presentato un autoritratto di Van Gogh e anche un ritratto che lo stesso pittore aveva dedicato a uno dei pazienti dell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy, dove si era fatto volontariamente ricoverare nel maggio 1889.

Perché l’idea legata al viaggio e al confine non fa parte solo della dimensione dello spazio della natura, ma comprende anche il confine dentro noi stessi. Quel luogo talvolta ancor più vasto della distensione del cielo. Torno in questo senso a proporvi un autoritratto, questa volta quello pensoso e interrogativo che Paul Gauguin realizza nel 1893, appena rientrato dal primo, lungo soggiorno a Tahiti, dove ritornerà a metà del 1895. Un autoritratto diverso da quelli dell’amico Van Gogh, perché più esibito e quasi teatrale, di colui che si consegna su un limite di tempo come davanti a uno specchio.

E proprio l’immagine dello specchio mi dà modo di collegarmi ai versi della straordinaria poetessa persiana Forugh Farrokhzad, morta soltanto trentatreenne nel 1967 in un incidente d’auto. In una sua poesia del 1958, intitolata “La vita”, scriveva così: “Ah, vita, io sono uno specchio, con te / i miei occhi si colmano di sguardi / e se fosse morte a guardarmi dentro / vedrei il mio specchio tinto di nero // Sono innamorata della stella dell’alba / innamorata delle nuvole erranti / innamorata dei giorni di pioggia / innamorata di ogni cosa che reca il tuo nome.”

Alla prossima puntata!

[Paul Gauguin, Autoritratto, 1893 circa / Detroit Institute of Arts]

IL VIAGGIO CONTINUA 16(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Nel nostro viaggiare insiem...
29/03/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 16
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Nel nostro viaggiare insieme che continua da tre mesi tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, tra giardini e confini oggi ci troviamo con Claude Monet in Normandia, al tempo della sua prima, nota con questa definizione, campagna di pittura normanna, tra il 1881 e il 1882. Alla ricerca di nuovi luoghi e di confini lontani per la propria arte, alcuni artisti scelgono le regioni più estreme della Francia. Abbiamo visto in questo senso nelle scorse due puntate Cezanne in Provenza e Gauguin in Bretagna.

La Normandia è stata, ed è ancora oggi, terra di pittori che l’hanno eletta a spazio protetto alle spalle e ugualmente aperto verso il mare. Sulle spiagge di Normandia attorno a Trouville un giovanissimo Monet veniva accompagnato dal suo maestro Eugène Boudin a camminare sulla sabbia per cogliere le fugaci impressioni di luce e colore e vento. Una ventina di anni dopo il grande pittore impressionista fissa quei luoghi, come in questo caso l’alta scogliera di Varengeville, abbandonando parzialmente la religione del plein-air, in favore di una più meditata resa della luce, più eterna e meno rapace.

Alcuni versi di George Byron, tratti da “Child Harold’s Pilgrimage” per accompagnare questo quadro: “Sull’acqua, ancora, ancora sull’acqua! / E le onde sotto di me scalpitano come un destriero / che conosce il cavaliere. Benvenuto, il loro mugghiare! / Mi guidino rapide, ovunque mi portino! / Io devo andare, perché sono simile a un’alga / divelta dagli scogli nelle schiume oceaniche, a salpare / ovunque la sbattano i flutti, o vinca il respiro della tempesta."

Buona Pasqua e alla prossima puntata!

[Claude Monet, La chiesa di Varengille e la gola di Les Moutiers, 1882 - Columbus Museum of Art]

IL VIAGGIO CONTINUA 15(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,LA META I COLORI DEL MONDO)di Marco Goldin Ormai lo sapete, stiamo via...
25/03/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 15
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
LA META I COLORI DEL MONDO)
di Marco Goldin

Ormai lo sapete, stiamo viaggiando da tre mesi tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, un viaggio tra giardini e confini che ci porta oggi in Bretagna con Paul Gauguin. E se parliamo di confini, da raggiungere o da attraversare, è chiaro come il nome che più di ogni altro venga alla mente sia proprio quello del pittore francese. Non a caso la prima puntata, quella che aveva dato il via a questo viaggio che chissà dove ci porterà, l’avevo dedicata a un quadro meraviglioso realizzato da Gauguin in Martinica, nel 1887.

Con la tela che vi mostro oggi ci siamo spostati in avanti di due anni, quindi al 1889, ma in Bretagna. Se volete saperlo, quello che trovate in questo post è uno dei miei quadri preferiti in assoluto e chi ha visto i miei spettacoli teatrali degli ultimi anni forse lo ricorderà, proiettato sul grande schermo. Gauguin ha cercato i confini andando sempre più lontano, per arrivare infine prima a Tahiti e poi alle Isole Marchesi, dove è morto nel maggio 1903. Ma per me, e lo penso da sempre, i paesaggi in assoluto più belli da lui dipinti sono quelli realizzati in Bretagna, l’estremo confine francese. E soprattutto quelli tra il 1889 e il 1890, quando ritorna lassù dopo il travagliato periodo trascorso con Van Gogh nel sud provenzale, ad Arles alla fine del 1888.

Sono felice di associare al desiderio di nuovi confini nella pittura di Gauguin questi versi di Robert Louis Stevenson, tratti da “Terre straniere”: “Se potessi trovare un albero più alto / vedrei più lontano con lo stesso risalto, / dove il fiume cresciuto va a sfociare / tra le navi ondeggianti in mezzo al mare, // dove ogni strada, da qualunque lato, / conduce infine a un paese fatato / dove alle cinque la cena è finita / e i giocattoli prendono vita.”

Alla prossima puntata!

[Paul Gauguin, Paesaggio bretone, 1889 / Stoccolma, Nationalmuseum]

IL VIAGGIO CONTINUA  14(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,NULLA È SCRITTO A CASO)di Marco Goldin Tra la più bella pittura dell’...
18/03/2024

IL VIAGGIO CONTINUA 14
(DA QUALCHE PARTE SI GIUNGE,
NULLA È SCRITTO A CASO)
di Marco Goldin

Tra la più bella pittura dell’Otto e del Novecento e la più bella poesia, il nostro viaggio tra giardini e confini ci proietta oggi tra alberi che sono tra i più famosi dell’intera pittura, quelli dipinti da Paul Cezanne nel sud della Francia, in Provenza, soprattutto negli anni finali della sua vita, nella primissima parte del XX secolo.

Nella ricerca dei confini che alcuni pittori hanno condotto, talvolta non è stato necessario andare così tanto lontano come aveva fatto Gauguin - prima in Martinica e poi a Tahiti e alle isole Marchesi -, ma spesso potevano essere semplicemente territori distanti dal centro a svolgere quella stessa funzione. Così è stata, per lo stesso Gauguin, la Bretagna; così è stata la Normandia per Monet e altri artisti; così è stata la Provenza per esempio per Van Gogh e per lo stesso Cezanne, del resto nato a Aix-en-Provence. Era il desiderio di scoprire un vero e proprio paradiso terrestre, era un ritorno al mondo delle origini, alla prima ora del mondo.

Un grande poeta irlandese, nato a Belfast nel 1939, Michael Longley, parla così della forza primigenia di un albero: “È la mia fase finale, questa? Certe poesie confidano / concordi come foglie ingiallite in un ramo protetto. / Altre tengono duro attraverso le bufere equinoziali / per cogliere il rosso declinare del sole verso ovest. / Penso al grandissimo faggio del nostro giardino. / Immagino un fogliame infuocato come quello.”

Alla prossima puntata!

[Paul Cézanne, I grandi alberi, 1902-1904 circa / Edimburgo, National Galleries of Scotland]

Indirizzo

Treviso

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00

Telefono

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Nata nel dicembre del 1996 da un’idea di Marco Goldin, che ne è il direttore, Linea d’ombra, che ha la sua sede in Palazzo dei Forestieri a Treviso, si occupa dell’organizzazione di mostre d’arte. Fornisce infatti la gestione completa di una evento espositivo dal momento della progettazione fino alla sua conclusione. Unendo quindi la cura scientifica e l’organizzazione. Pertanto, oltre alla cura diretta, effettua la redazione e la stampa dei cataloghi, con una propria sigla editoriale, il trasporto delle opere d’arte, in collaborazione con importanti operatori del settore, la loro assicurazione, l’aspetto promozionale e pubblicitario, la segreteria, l’ufficio stampa, in collaborazione con lo studio Esseci di Padova. Si avvale della collaborazione dei migliori studiosi italiani e stranieri che, tra l’altro, nei primi anni hanno fatto parte dei vari comitati scientifici e i cui saggi compaiono negli ormai numerosissimi cataloghi pubblicati. Dal dicembre del 1996 Linea d’ombra ha curato la realizzazione e gli allestimenti di centinaia di esposizioni d’arte, prima nelle sedi di Casa dei Carraresi a Treviso e nella Galleria Comunale di Palazzo Sarcinelli a Conegliano, quindi alla Promotrice delle Belle Arti di Torino e, dal 2004 al 2009, nel rinnovato Museo di Santa Giulia a Brescia, così come, sempre nella stessa città, nella Pinacoteca Tosio Martinengo e nel Castello. Nel 2009 Linea d’ombra ha siglato accordi pluriennali con la Regione Friuli Venezia Giulia per un ciclo di mostre nella Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine), quindi con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini per esposizioni in Castel Sismondo e con la Fondazione San Marino per due mostre allestite in Palazzo Sums. Del 2010 l’accordo biennale con la Fondazione Palazzo Ducale di Genova e del 2011 quello con la Fondazione Cariverona e le città di Vicenza e Verona; accordo che ha consentito di organizzare, dall’autunno 2012 alla primavera del 2014, grandi mostre (Raffaello verso Picasso e Verso Monet) nelle straordinarie sedi della Basilica Palladiana di Vicenza, a conclusione di un restauro durato cinque anni, e nel Palazzo della Gran Guardia di Verona. Del 2013 è la collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha portato a Palazzo Fava come primo, straordinario frutto la mostra La ragazza con l'orecchino di perla (8 febbraio - 25 maggio 2014). Nel 2014 Linea d’ombra è tornata con le proprie mostre a Vicenza, siglando un accordo con la Fondazione Teatro Comunale, in collaborazione con il Comune di Vicenza e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona. Questo ha consentito di realizzare in Basilica Palladiana a Vicenza un nuovo grande progetto espositivo: Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera i notturni dagli Egizi al Novecento (24 dicembre 2014-2 giugno 2015). Del 2017 invece la mostra, di straordinario successo, Van Gogh. Tra il grano e il cielo (7 ottobre 2017- 8 aprile 2018). Un magnifico affresco che, in Basilica Palladiana, ha illuminato in maniera inedita l'opera del genio olandese coprendo tutta la sua produzione, dal 1880 al 1890, attraverso 129 opere, di cui 43 quadri e 86 fondamentali disegni. Del settembre 2015 è l'accordo con il Comune di Treviso grazie al quale sono state realizzate, nelle stesse date (29 ottobre 2016-1 maggio 2017), tre mostre nel rinnovato Museo Santa Caterina. In coincidenza dunque con il ventennale di Linea d'ombra, è stato possibile ammirare Storie dell'impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin: in 140 opere, suddivise in sei sezioni, un grande affresco del movimento che ha segnato una radicale rivoluzione nella storia dell'arte, e a cui Marco Goldin ha dedicato vent’anni di studio. Tiziano Rubens Rembrandt è stata una preziosissima mostra-dossier, come recita il sottotitolo, che ha inteso indagare L'immagine femminile tra Cinquecento e Seicento attraverso Tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo. Sono stati infine cinquantacinque artisti, con altrettante opere, a tessere, in Da Guttuso a Vedova a Schifano, il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento. Nel 2018, dal 24 febbraio al 3 giugno, ha avuto luogo la mostra Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet, il cui allestimento nel Museo Santa Caterina ha anche potuto godere, grazie all'intervento di Linea d'ombra, del rinnovato spazio della sala ipogea, per questa occasione adeguata agli standard espositivi internazionali. Attraverso 75 opere, inclusi tutti i suoi capolavori, la mostra ha raccontato la parabola artistica di questo autentico genio dell'arte francese che al tempo stesso ha rivoluzionato l'arte scultorea del suo tempo e segnato indelebilmente quella a ve**re. Finora sono stati 11 milioni i visitatori delle mostre organizzate da Linea d’ombra, e oltre 10.000 le opere ricevute in prestito da più di mille tra musei, istituzioni e collezioni private di tutto il mondo.


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