09/12/2023
A tredici anni Enrico Fermi studiava matematica e fisica da autodidatta. Non essendoci libri in casa e avendo sempre pochi soldi in tasca, l'unico modo per superare queste difficoltà era quello di frequentare le bancarelle di libri usati. Ogni mercoledì, Fermi si recava al mercatino di Campo dei Fiori, a Roma, per comprare libri di seconda mano o semplicemente per sfogliarli: al ragazzo, infatti, bastava leggere un libro di matematica, anche una sola volta, per poi ricordarlo o almeno fissare nella mente i concetti fondamentali che gli servivano per procedere autonomamente. Una sera, Fermi portò a casa da Campo dei Fiori un trattato di fisica matematica in due volumi, e disse alla sorella Maria che si sarebbe subito messo a leggerlo. Nei giorni seguenti Maria fu spesso interrotta negli studi dal fratello che andava da lei per parlarle del libro in termini sempre più entusiastici: "Non ti puoi immaginare quanto è interessante! Sto imparando la propagazione delle onde: ogni sorta di onde"; "È straordinario! Spiega il moto dei pianeti!". L' eccitazione di Fermi raggiunse il culmine quando giunse al capitolo sulle maree. In pochi giorni terminò la lettura di entrambi i volumi, e dunque si precipitò nuovamente dalla sorella, dicendole:
"Sai, è scritto in latino.
Non me n'ero accorto!".
Enrico Fermi, da cui la scuola dove insegno ha tratto il suo nome, è nato il 29 settembre 1901 a Roma. È stato un fisico italiano e ricevette nel 1938 il premio Nobel per la fisica per «l'identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti». In suo onore, fu dato il nome a un elemento della tavola periodica, il fermio (simbolo Fm), a un sottomultiplo del metro comunemente usato in fisica atomica e nucleare, il fermi, nonché a una delle due classi di particelle della statistica quantistica, i fermioni. Ho voluto ricordarlo per voi.
PROF. DEB