Svolazzando QUA E LA.

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Svolazzando  QUA E LA. Qualche ripresa di luoghi visitati da un'angolazione diversa dal solito.

15/01/2024

Prova con vocale.

Un bel giretto attorno a casa per riflettere ed apprezzare la libertà che trasmette questo mezzo.
13/01/2024

Un bel giretto attorno a casa per riflettere ed apprezzare la libertà che trasmette questo mezzo.

Giro relax del 11 Gennaio 2024

Country House Monastero Le GrazieLocalità Foce di Amelia ( TR )https://youtu.be/D3GmjQnRHtU
12/11/2021

Country House Monastero Le Grazie
Località Foce di Amelia ( TR )
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A pochi passi da Amelia in Via Gabelletta 4 - Località Foce di Amelia ( TR )Tel. 0744-294546

26/10/2021

ARPINO E DINTORNI.

L'Acropoli di Arpino è un sito archeologico prossimo al centro abitato di Arpino, uno dei più importanti per la conoscenza dell'architettura megalitica del Lazio meridionale, non solo per la grande estensione delle mura ma anche per la loro vetustà, maggiore di quella di altri siti (collocabile secondo alcuni in piena età del ferro, VIII/VII secolo a.C.), e classificabili secondo la scala ideata da Giuseppe Lugli nella seconda maniera.

La civitas vetus della città rappresenta una delle cinte murarie meglio conservate costruite in opera poligonale in epoca preromana. Di particolare significatività è la presenza di un "arco a sesto acuto" unico sopravvissuto nel suo genere in tutta l'area mediterranea.

Trattasi di un tipico arco a mensola, che viene a costituire una porta cosiddetta scea.

Le porte scee (famose quelle dell'antica T***a) sono varchi nelle cinte murarie che non si aprono frontalmente, bensì di lato, e precisamente in lato sinistro (scaevus, in latino "sinistro") su una muraglia sghemba; in tal modo, per entrare nella città fortificata si doveva esporre agli abitanti il lato destro del corpo, che in caso di guerra e in caso di soldati attaccanti era quello sguarnito dalla difesa dello scudo (il quale veniva tenuto con la mano sinistra, mentre l'arma veniva tenuta con la mano destra).

Gli abitanti godevano pertanto del sostanziale vantaggio di poter respingere un potenziale attacco nemico, colpendo il nemico nel lato sguarnito da difesa, quello destro.

L'Acropoli di Arpino, detta Civitavecchia, 627 m s.l.m., con lo sfondo della valle del Liri e dei Monti Ernici

Arco a sesto acuto e tratto di mura poligonali della seconda maniera nell'Acropoli di Arpino

Chiesa della Santissima Trinità e Arco a sesto acuto
Giustiniano Nicolucci, antropologo e archeologo originario di Isola del Liri, in gioventù allievo del collegio Tulliano di Arpino, indi illustre docente all'università di Napoli (ove fu fondatore e titolare della cattedra di antropologia), strinse amicizia con il celeberrimo archeologo tedesco Heinrich Schliemann, riuscendo tra l'altro a condurlo ad Arpino nel settembre 1875 e a intrattenere con lui un interessante carteggio tra il 1874 e il 1889[1].

L'Acropoli è difesa in lato nord da poderose mura poligonali della seconda maniera, che raggiungono anche l'altezza di sei metri in alcuni punti, e si articolano con l'Arco a sesto acuto in un sistema di difesa di epoca preromana.

L'Acropoli, situata a un'altitudine media di m. 627 s.l.m., è oggi chiamata Civita Vecchia o Civitavecchia (C'tavecchia in dialetto arpinate), probabilmente in contrapposizione alla Civita Falconara (cì'uta in dialetto arpinate), costituente la parte più impervia ed elevata del sottostante centro storico di Arpino e situata su un contrafforte quasi opposto alla Civitavecchia in aspetto ovest-sud-ovest.

Sia la Civitavecchia sia la Civita Falconara sono raggiunte e difese da mura poligonali della seconda maniera, le quali costituiscono una cinta muraria completa per un perimetro di più di tre chilometri (di cui almeno un chilometro e mezzo in buone condizioni), racchiudente sia la città di Arpino propriamente detta (altitudine media m. 450 s.l.m.) sia la Civitavecchia (m. 627 s.l.m.), sia la collina e il dislivello esistenti tra le due; le mura si sviluppano non solo in tratti pianeggianti, dove a volte assumono aspetti imponenti di più di sei metri di altezza, ma anche lungo i dislivelli orografici, discendendo e risalendo dalla Civitavecchia alla Civita Falconara, e fungendo spesso in quest'ultima (specie nel quartiere Caùto, attuale via Caio Mario) da fondamenta di case, giardini e palazzi di epoca più recente, non di rado inglobate nei sotterranei e nei divisori di tali fabbricati.

Civitavecchia, come l'Acropoli è oggi chiamata comunemente, è ancor oggi abitata da un centinaio di persone, alcune delle quali dedite in loco all'artigianato e alle attività agricole; il borgo è tutelato ai fini storico-ambientali e all'interno di esso non vi sono esercizi commerciali.

Oltre all'Arco a sesto acuto e alle mura poligonali, con vari torrioni strategici aggiunti nell'età moderna (probabilmente a cavallo tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo), i monumenti di più grande interesse all'interno dell'Acropoli sono la cosiddetta "Torre di Cicerone", restaurata nel 2011 (residuo di un castello merlato medievale di cui si conserva sul retro della torre una piccola piazza d'armi con cisterna e ruderi delle fondazioni delle altre torri), la Chiesa di San Vito, con una bella facciata e campanile del XVII/XVIII secolo in puddinga di Arpino, un interno pesantemente rimaneggiato in epoca moderna e una pala d'altare del Cavalier d'Arpino raffigurante i Santi Vito, Modesto e Crescenzia del 1625/1627, e, in aderenza all'Arco a sesto acuto, la piccola Chiesa della Santissima Trinità o del Simulacro del Crocefisso, unica chiesa con pianta a croce greca in Arpino, edificata nel 1720, con una facciata in severo stile tardobarocco con suggestioni neoclassiche, costituita da un corpo aggettante delimitato da due paraste in puddinga, e interno in parte affrescato e ornato con motivi religiosi tardobarocchi.

Il lago di Posta Fibreno si trova a un'altitudine di 289 m s.l.m. Le sue dimensioni registrano una lunghezza pari a circa 1 096 m per una larghezza media di 261 m (con una massima di 570 m), con un perimetro di 5 163 m e una superficie complessiva di circa 0,287 km². La profondità media del lago è di 2,5 m, con una profondità massima di 15 m in corrispondenza del fondo della fossa di Cordigliane, in località Carpello[2]; in tale punto è stata collocata una croce sul fondo del lago, visibile nelle giornate di sole e con l'acqua limpida.

Il lago non ha immissari, mentre il suo unico emissario è il fiume Fibreno, affluente principale del fiume Liri

Situato nel versante sud-occidentale dei Monti della Marsica, il lago si forma grazie a un sistema di sorgenti pedemontane che derivano dal bacino imbrifero carsico dell'alta Val di Sangro in Abruzzo, dove una serie di fenomeni carsici le raccolgono nel sottosuolo fino a permetterne l'affioramento presso il vasto sistema di sorgenti di Posta Fibreno.

IL PONTE DEL DIAVOLO .Fra gli uliveti dei colli sabini, sotto il BORGO DI PONTICELLI DI SCANDRIGLIA, un po’ a valle dell...
06/01/2021

IL PONTE DEL DIAVOLO .
Fra gli uliveti dei colli sabini, sotto il BORGO DI PONTICELLI DI SCANDRIGLIA, un po’ a valle della Provinciale Salaria Vecchia, correva l’ANTICA VIA SALARIA (romana), di cui affiorano alcune sporadiche tracce.
Qui si trova il cosiddetto PONTE DEL DIAVOLO, un manufatto al servizio dell’antica Via romana, che (stranamente) in alcuni siti web è descritto - con dovizia di particolari - come un ponte ad arco a tutto sesto rispondente ai canoni dei classici ponti realizzati dagli ingegneri romani; ma nulla di tutto ciò corrisponde allo stato dei fatti. In realtà QUESTA COSTRUZIONE PARTICOLARE, COMUNEMENTE INDICATA COME 'PONTE' anche dalla tradizione del luogo (che gli ha affibbiato il sinistro appellativo - 'DEL DIAVOLO' - sembra a causa dell’arditezza dell’opera non attribuibile a lavoro umano) ha ben poco a che fare con tale tipologia di manufatto stradale. Infatti, non risulta (forse perché interrato, ma, data la struttura, non se ne intravede neanche la necessità) alcuna forma di arco atto a scavalcare il corso d’acqua.
Pertanto QUESTO MANUFATTO (oggi in gran parte nascosto sotto la rigogliosa vegetazione della terra sabina)ERA, PIU' VEROSIMILMENTE, UNA IMPONENTE BRIGLIA che (a mò di diga) sbarrava - in corrispondenza della strada - la valletta del Fosso delle Vurie. Essa, pertanto, fungeva da sostegno alla via stessa permettendole, nel contempo, di scavalcare il corso d'acqua.
L'opera fu realizzata nel III secolo a.C

https://youtu.be/TBDaArq3DIM

Dicembre 2020

Approfittando di una splendida giornata di metà Dicembre ho deciso di trascorrere qualche ora al mare.Purtroppo ancora n...
22/12/2020

Approfittando di una splendida giornata di metà Dicembre ho deciso di trascorrere qualche ora al mare.
Purtroppo ancora non ho gli strumenti adatti per effettuare delle belle riprese in condizione di luce estreme come quelle di oggi però a me basta il ricordo.

https://www.youtube.com/watch?v=8MuNw3WjBFU&ab_channel=SILVANOGRISCIOLI

17 Dicembre 2020

Un luogo per me molto caro che tutt'oggi, dopo quasi mezzo secolo, continuo a frequentare con immenso piacere.Ogni volta...
14/12/2020

Un luogo per me molto caro che tutt'oggi, dopo quasi mezzo secolo, continuo a frequentare con immenso piacere.
Ogni volta rimetto i piedi su quel prato magico e come d'incanto ritornano vivi i ricordi più belli.

Santa Maria delle Grazie - Scandriglia ( RI )

https://www.youtube.com/watch?v=cEboi14755g&ab_channel=SILVANOGRISCIOLI

13 Dicembre 2020

26/11/2020

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