31/10/2024
Non ho mai sentito “ la pressione” della libera professionista, mi è sempre piaciuto essere libera e completamente indipendente.
L’unica competizione è sempre stata con me stessa: ogni anno DEVI fare di più, DEVI crescere, DEVI fatturare di più, DEVI prendere più matrimoni, DEVI imparare le lingue, DEVI lavorare ovunque.
Ma questo “ dovere” da dove nasce ?
I vari corsi, retreat e anche i social ci insegnano ogni giorno che dobbiamo essere presenti, creare stories interessanti, metterci la faccia, pubblicare, non fermarci mai seno non arrivano clienti, presenziare a tutti gli eventi mondani, fare pubbliche relazioni, campagne marketing, cercare di accontentare tutti gli sposi e i fornitori, essere disponibili e illimitati.
Si entra in un vortice di ansia e pressione dove senti il dovere di non fermarti mai, di omologarti anche a tutti..
E se non sei sempre perennemente sul pezzo ci si sente anche un po’ in colpa.
Ma per arrivare poi dove?
Mi sono chiesta nelle ultime settimane se stavo seguendo la mia di strada o quella che si DEVE seguire.
E qui ho tirato un sospiro di sollievo.
Ho imparato nella mia vita privata, con tantissime difficoltà e anche a volte tanta paura, di vivere la vita “a modo mio”.
E con altrettanta paura, lo voglio fare anche nel lavoro.
Ho iniziato a fare tutto questo spinta da un enorme passione, non per andare sempre costantemente oltre i miei limiti.
Potrei essere sicuramente la wedding planner imprenditrice super bravissima che ogni anno cresce per arrivare a fare matrimoni luxury ma io sinceramente così rischio solo di perdermi e forse si, non è neanche quello che voglio.
Amo creare, circondarmi di persone come me, che mi fanno sentire a mio agio, creare un’ambiente empatico, sicuro.
Solo così io posso crescere ma non per forza arrivare ovunque.
Mi piace andare a mio ritmo, a modo mio appunto.
🩷