03/09/2024
Sono bastate poche gocce di pioggia, distribuite dai temporali che si sono avvicendati intorno alla metà di agosto, per riportare un po’ di verde e colore tra le terre dei Tacchi dell’Ogliastra rese aride da quasi due anni di siccità.
I giornali parlano di un mix di mancanza d’acqua e microrganismi alieni, giunti attraverso attività commerciali legate alla floricoltura, per giustificare le spettacolo desolante cui assistiamo increduli dall’alto del Tacco Su Casteddu: quasi la metà delle chiome dei lecci che ricoprono le campagne dell’entroterra di questo polmone verde hanno assunto una colorazione tra il rosso e il marrone lasciando poco spazio all’immaginazione su quale possa essere il futuro di questi alberi.
Siamo a Ulassai, paese natale della poliedrica artista Maria Lai.
Davanti alla fontana del lavatoio anziani del paese e arrampicatori provenienti da tutto il mondo si incontrano per riempire taniche, borracce, bottiglie. Da anni ormai il turismo verticale ha trasformato questo angolo di Ulassai in un punto in cui i la popolazione locale si incontra con chi vuole mettersi alla prova con le bellissime pareti calcaree che sovrastano il paese. “In tutta la mia vita non ho mai visto il bosco in queste condizioni. E anche questa fontana che da sempre ha un getto potente perde forza giorno dopo giorno” dice una signora anziana nel suo semplice ma elegante abito nero.
È in questo scenario meraviglioso e straordinariamente delicato che si sono svolti i corsi di arrampicata livello intermedio organizzati da SNAR, Scuola di CSEN ARRAMPICATA.
Due gruppi i cui elementi provenivano da mezza Italia si sono alternati fra le lezioni teoriche svolte sul muretto didattico allestito presso il bar Stazione Curcuda, le prime vie da primi di cordata, le prove di volo e assicurazione dinamica guidati dagli Istruttori CSEN in un percorso di crescita individuale volta a rafforzare gli aspetti della sicurezza, delle abilità tecniche, fisiche e mentali di ogni elemento.
Tra i temi direttamente connessi alla pratica dell’arrampicata sportiva abbiamo sottolineato l’importanza di agire in base a buone pratiche nei contesti naturalistici, spesso delicati e intensamente frequentati, nei quali operiamo.
Come ci ha ricordato Maria Lai con la performance di arte relazionale “Legarsi alla montagna” del 1981, ciascuno di noi è parte di una comunità che è indissolubilmente legata al contesto naturale che la circonda, prendersene cura e assumersi l’onere di comportamenti etici è, e deve essere, parte integrante dell’agire di ogni arrampicatore che volente o nolente è “legato” alla piccola montagna che intende scalare.
Luca Ghiardo