Eventi e Spettacolo Comune di Viareggio

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(22)

Il Cinema ed OltreLunedì 3 aprile 2023Ore 21.00 Cinema CentraleTHE QUIET GIRLdi Colm Bairéad | Irlanda 2022Durata  97'Fe...
30/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 3 aprile 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
THE QUIET GIRL
di Colm Bairéad | Irlanda 2022
Durata 97'
Festival di Berlino Premio Miglior Film Sezione Generation Kplus
European Fil Award Premio per la Miglior Fotografia
https://www.youtube.com/watch?v=DDoob2Q2Mkw

Da un racconto breve di Claire Keegan, il ritratto di tre anime unite non dal sangue ma dalla vita.Regia di Colm Bairéad. Un film con Catherine Clinch, Carri...

Il Cinema ed OltreLunedì 3 aprile 2023Ore 21.00 Cinema CentraleTHE QUIET GIRLdi Colm Bairéad | Irlanda 2022Durata  97'Fe...
30/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 3 aprile 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
THE QUIET GIRL
di Colm Bairéad | Irlanda 2022
Durata 97'
Festival di Berlino Premio Miglior Film Sezione Generation Kplus
European Fil Award Premio per la Miglior Fotografia

Da un racconto breve di Claire Keegan, il ritratto di tre anime unite non dal sangue ma dalla vita
di Roberto Manassero MyMovies
Da un racconto breve di Claire Keegan, il ritratto di tre anime unite non dal sangue ma dalla vita. Irlanda. Cáit è una bambina di nove anni che cresce in una famiglia di contadini impoveriti. Taciturna e trasandata, è malvista dalle sorelle, dal padre disattento e dalla madre che si occupa del fratellino e di un nuovo bambino in arrivo. Con l'arrivo dell'estate e il termine della gravidanza della madre, Cáit viene mandata dai Kinsella, coppia senza figli che si è offerta di badare a lei. Accolta in un ambiente pulito e rassicurante, la bambina lega con Eibhlín, donna dolce e premurosa, mentre mantiene le distanze con il cupo ma gentile Seán. Con il tempo la bambina fiorisce e impara ad avere rispetto per sé stessa, trovando il modo anche di comunicare con Seán. Prima di tornare a casa conoscerà il segreto dei Kinsella e stringerà un legame ancora più forte con le uniche persone che hanno saputo amarla. Il film è l'adattamento di "Foster", un racconto breve della scrittrice Claire Keegan, pubblicato nel 2009 sul New Yorker e diventato in seguito un romanzo, qui adattato alla cultura e alla società dell'Irlanda del passato, tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta. The Quiet Girl è la storia di più incontri: della piccola Cáit con la donna che un giorno sarà, libera, bella, curiosa, anche velocissima nella corsa; della bambina con la madre che non ha mai avuto, la dolce Eibhlín, non più giovane, e anche con il padre che la vita non le ha concesso, un uomo onesto come Seán, che dietro i modi spicci del contadino nasconde l'animo di chi sa cosa significhi prendersi cura di una persona.

Colm Bairéad frima un film dal grande potere emozionale
di Marzia Gandolfi MyMovies
Interamente recitato in gaelico, The Quiet Girl è il ritratto di un’infanzia maltrattata nell’Irlanda rurale degli anni Ottanta. Prendendo a modello il cinema di Kelly Reoichardt (Certain Women, First Cow), Colm Bairéad firma un (primo) film minimalista e pastorale [...] La bambina “tranquilla” del titolo, in difficoltà a scuola e in famiglia, dove ha imparato a non farsi notare per evitare rimproveri e scherno, introversa e invisibile, sparisce agli occhi del mondo e dentro l’erba alta. A tradire il suo malessere silente, è l’enuresi notturna. Colpita e affondata con la sua autostima, viene spedita come un pacco a parenti lontani, consegnata a terzi senza ragione se non quella di alleggerire una madre incinta per l’ennesima volta …Cáit sbarca il tempo di un’estate dai Kinsella, una coppia ‘senza figli’. Nella loro casa modesta Cáit si gode finalmente le attenzioni di cui hanno bisogno tutti i bambini per crescere serenamente. Cáit si risveglia alla vita e alla parola, che resta tuttavia misurata perché The Quiet Girl compone col silenzio, una maniera più confidenziale di comunicare. I personaggi parlano poco ma le immagini dicono di più. Lo spettatore si lascia assorbire dal grande schermo e da quei grandi spazi mentali che solo le persone molto vicine e molto amate condividono e coltivano. Il film diventa allora un’esperienza meditativa, che permette di ascoltare la musica dell’anima quando il mondo tace e la gente fuori smette di fare rumore. Per Colm Bairéad niente è più importante di quella quiete, conservata fino all’epilogo come un segreto. [...]

Il Cinema ed OltreLunedì 27 marzo 2023Ore 21.00 Cinema CentraleA LETTO CON SARTREdi Samuel Benchetrit  | Belgio, Francia...
24/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 27 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
A LETTO CON SARTRE
di Samuel Benchetrit | Belgio, Francia 2021
Durata 107'
https://www.youtube.com/watch?v=uH5qskcZwcs

A LETTO CON SARTREdi Samuel Benchetrit con François Damiens, Vanessa Paradis, Valeria Bruni Tedeschi (Francia, Belgio - 107’)DAL 26 GENNAIO AL CINEMAAnche i ...

Il Cinema ed OltreLunedì 27 marzo 2023Ore 21.00 Cinema CentraleA LETTO CON SARTREdi Samuel Benchetrit  | Belgio, Francia...
24/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 27 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
A LETTO CON SARTRE
di Samuel Benchetrit | Belgio, Francia 2021
Durata 107’
Presentato nella sezione Premier al Festival di Cannes

A letto con Sartre è una commedia ironica, surreale, leggera che gioca con gli stereotipi della mascolinità, del genere gangster e della pretenziosità artistica. Una commedia condotta da una banda di personaggi strambi e maldestri alle prese col potere terapeutico della poesia, del teatro e dell’amore. Anche i “duri” hanno un cuore. Lo sa bene Jeff, piccolo boss locale che tenta di sedurre una cassiera scrivendole discutibili quanto struggenti poesie d’amore. La sanno Jésus e Poussin, suoi fedelissimi, che tra una riflessione filosofica e l’altra aiutano la figlia adolescente del capo ad avvicinare il ragazzo che tanto le piace. E lo sa ancora di più Jacky, scagnozzo da due soldi che si innamora di un’aspirante attrice di teatro. Pur di averla, è disposto a usare tutte le armi che ha a disposizione (letteralmente)… persino a recitare al suo fianco in un spettacolo teatrale sulla vita sessuale di Sartre e Simone de Beauvoir!

Una commedia surreale che fa sorridere e sospirare, nella piena tradizione del cinema francese esistenziale
di TommasoTocci MyMovies
In una cittadina del nord della Francia che si affaccia sul mare, un gruppo di scagnozzi affiliati a un giro di malavita portuale si trovano alle prese con alcuni incarichi particolari, che li metteranno di fronte a insolite questioni di bellezza, arte e poesia. Jeff, il boss poeta, corteggia una cassiera del supermercato con i suoi versi. Tutto ciò mentre sua moglie si strugge e sua figlia sta per festeggiare il compleanno. La coppia formata da Poussin e Jesus è incaricata di convincere i compagni di scuola della ragazza a presenziare. Nel frattempo, Jacky deve recuperare i soldi di un debito da un uomo, ma finisce per invaghirsi di sua moglie e della sua passione per il teatro. Con la testa tra le nuvole e i pugni in tasca, con un business da portare avanti e con un mare in cui perdere lo sguardo: è il crocevia di un manipolo di criminali di provincia d'improvviso folgorati dalla sensibilità.
l regista Samuel Benchetrit ne fa una commedia assurda e surreale che gioca con gli stereotipi della mascolinità, del genere gangster e della pretenziosità artistica. Contenta di perdersi nell'incompiutezza per solidarietà verso i propri personaggi, A letto con Sartre è un'opera che fa sorridere e sospirare, nella piena tradizione del cinema francese esistenziale e umoristico.
Con le loro camicie a maniche corte un po' smorte, i protagonisti nati dalla penna di Benchetrit abitano un mondo di privilegio ma con disagio, facendo i conti con la fallibilità del corpo e aspirando, forse, a qualcosa in più nell'anima. Una situazione che, unita al particolare connubio di humor e violenza, ricorda i territori esplorati dai Soprano di David Chase. Siamo però in Europa, e più in particolare in Francia; l'introspezione analitica non può essere la soluzione, ma solo un punto di partenza. Eccoli allora, questi uomini, interrogarsi sulla condizione umana, sulla natura del cambiamento e della felicità, sulle qualità del verso alessandrino. Per non parlare di una pièce teatrale su Sartre, senza il quale non può esserci emancipazione ma i cui interpreti continuano a finire cadaveri. L'emancipazione, in fondo, la si può indirizzare anche a forza. Benchetrit firma una sceneggiatura che vive di momenti e di frammenti, con tre storie che si intersecano e altre che si infilano nei pertugi (la deliziosa parabola di Eric Lamb, che regala la comparsata di Macaigne). Quando lo strano matrimonio tra il terreno e lo spirituale funziona, il tintinnio è limpido e originale; le altre volte, è una sorda stranezza comunque non priva di curiosità.

Il Cinema ed OltreLunedì 20 marzo 2023Ore 21.00 Cinema Centrale                                                         ...
17/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 20 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale HOLY SPIDER
di Ali Abbasi | Francia, Germania, Svezia, Danimarca 2022
Durata 114’
Festival di Cannes 2022
Premio miglior interprete femminile Zahra Amir Ebrahimi
https://www.youtube.com/watch?v=8X5IkYoTozE

𝗜𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲 𝘂𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗠𝗿. 𝗠𝗼𝘃𝗶𝗲 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮: https://youtube.com/ 🗓DATA D'USCITA: Dal 16 Febbra...

Il Cinema ed OltreLunedì 20 marzo 2023Ore 21.00 Cinema Centrale                                                         ...
17/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 20 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale HOLY SPIDER
di Ali Abbasi | Francia, Germania, Svezia, Danimarca 2022
Durata 114’
Festival di Cannes 2022
Premio miglior interprete femminile Zahra Amir Ebrahimi

Il velo delle donne iraniane, un’oggetto emblematico Matteo Bonfiglioli Cineforum
Il velo delle donne iraniane, in Holy Spider, è un’oggetto emblematico, quasi dotato di una sua gestualità: cade inavvertitamente, è protezione, indice di appartenenza e soppressione ideologica, confine tra spazio pubblico e privato, ma soprattutto arma letale, oggetto di strangolamento, firma mortifera seriale. Inoltre, ispirato a fatti realmente accaduti da più di due decadi, Holy Spider trova nel velo il riferimento oggettuale che rende la sua storia tristemente attuale, dato che l’uscita del film (presentato a Cannes 2022 e vincitore per Miglior interprrte femminile) ha preceduto di poco le proteste successive all’uccisione di Masha Amini, ventiduenne iraniana morta per mano della polizia, a causa di una ciocca di capelli refrattaria alla copertura dell’hijab. Insomma, l’eco del passato prossimo colto da Holy Spider conferisce alle sue vicende una nota di anacronistica e potente simultaneità che Ali Abbasi non cavalca con sentimentalismi o facili slanci emotivi. Holy Spider è un film asciutto e compostamente indignato, che non consente lacune o spazi bui. Siamo all’inizio del millennio, un padre di famiglia, muratore, veterano di guerra, vagabonda per la città iraniana di Meschad, uccidendo pr******te in nome di Allah, professandosi redentore della città. Inoltre, annuncia i suoi omicidi alla stampa, è impaziente di titoli su sé stesso nei quotidiani. Gli omicidi si ripetono, seguono la stessa partitura gestuale, la stessa morbosa orchestrazione seriale, tanto che il racconto assume tratti catalogatori. Holy Spider è un’opera che mostra tutto: la misoginia come istanza culturale, Il dogma fondamentalista come precetto politico, concetto superiore alla legge e alla vita stessa. È un film attento a cogliere il trauma nel modo più rotondo e profondo possibile, tanto da sacrificare il ritmo in favore della restituzione formale della durezza di ciò che racconta. Ma se può risultare elementare nella costruzione, rimane complesso e abissale nel delineare l’essere umano.

L'inquietante storia vera di un serial killer iraniano Saeed Hanae
Il Sole 24 Ore di Andrea Chimento
Holy Spider, l'inquietante storia vera di un serial killer iraniano, prende spunto dalla storia di Saeed Hanaei, che ha strangolato sedici pr******te tra il 2000 e il 2001. La trama ruota attorno a questo personaggio, un padre di famiglia intenzionato a compiere una “missione sacra”, ripulendo la città santa di Mashad dalla prostituzione, simbolo per lui di immoralità e corruzione […] Holy Spider una pellicola profondamente politica che parla di fondamentalismo religioso e maschilismo nell’Iran contemporaneo. […]. Abbasi non fa sconti e mostra una società in cui membri delle istituzioni e della popolazione arrivano a sostenere l’operato di Hanaei. Ma ancora più inquietante è il lato famigliare della storia e la ricostruzione degli omicidi fatta dai due giovanissimi figli dell’assassino.

Lunedì 13 marzo 2023Ore 21.00 Cinema Centrale UN VIZIO DI FAMIGLIA                                                      ...
09/03/2023

Lunedì 13 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
UN VIZIO DI FAMIGLIA di Sébastien Marnier | Francia, Canada 2022
Presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti Extra
Durata 125’
https://www.youtube.com/watch?v=k3jU-4YNc1Y

UN VIZIO DI FAMIGLIA Titolo originale: L’origine du mal di Sébastien Marnier con Laure Calamy, Doria Tillier, Suzanne Clément, Jacques WebberFrancia - 122’DA...

Il Cinema ed OltreLunedì 13 marzo 2023Ore 21.00 Cinema Centrale UN VIZIO DI FAMIGLIA                                    ...
09/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 13 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
UN VIZIO DI FAMIGLIA di Sébastien Marnier | Francia, Canada 2022
Durata 125’
Presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti Extra

Sébastien Marnier confeziona una notevole commedia thrilling con un cast di altissimo livello, guidato dall'irresistibile Laure Calamy. Valerio Sammarco Cinematografo.it
Umile operaia in un conservificio, Stéphane (Laure Calamy) decide finalmente di rintracciare l’anziano padre, Serge (Jacques Weber), uomo che non ha mai conosciuto e che scopre essere estremamente ricco. Nell’enorme villa dove vive pressoché da recluso, l’uomo è circondato da quattro donne, la moglie Louise (Dominique Blanc), la figlia George (Doria Tillier), la nipote Jeanne e la governante Agnés, che naturalmente si sentono subito minacciate dall’arrivo di Stéphane. Quest’ultima, però, per sentirsi accettata, cerca di impressionare la “nuova famiglia” con una serie di bugie che daranno il via ad un’escalation incontrollabile, provocando gelosie e risentimento. Al terzo lungometraggio, Sébastien Marnier confeziona L'origine del male (in Orizzonti Extra a Venezia 79, deliziosa black comedy interpretata magistralmente (nel cast anche Suzanne Clément, è l’amante della protagonista, detenuta con due anni di galera da scontare) e poggiata su continui ribaltamenti alimentati da una girandola di menzogne che – da metà film in poi – esplodono in maniera sorprendente.È un gioco al massacro che la protagonista, una Laure Calamy ancora una volta irresistibile, conduce con bravura unica, di fatto lavorando su “una recitazione nella recitazione” dall’inizio alla fine del racconto, che si protrae poco oltre le due ore di durata ma che non soffre il peso della noia anche grazie alle scelte stilistiche di Marnier, che si diverte a giocare con split screen e montaggi alternati capaci di mantenere sempre alto il ritmo della narrazione.Assetata di soldi o semplicemente in cerca di una famiglia che non ha mai avuto? Chi è in realtà Stèphane? Ma soprattutto, perché la moglie e la figlia di Serge vogliono a tutti i costi mettere l'uomo sotto tutela? E la donna in galera che continua a disegnare il volto della sua amata, incominciando ad innervosirsi per le visite sempre più sparute di quest'ultima? Interrogativi, misteri, che Marnier dapprima lascia accumulare per poi sbrigliare la matassa con notevoli plot twist che ribaltano la prospettiva su qualunque personaggio. Un bel film, poggiato su una scrittura notevole e impreziosito, come detto, da una prova attoriale corale di altissimo livello.

Il Cinema ed Oltre    Cinema CentraleIl lunedì alle ore 21.00 Programma dal 13 marzo al 4 aprile 2023Lunedì 13 marzoUN V...
09/03/2023

Il Cinema ed Oltre
Cinema Centrale
Il lunedì alle ore 21.00
Programma dal 13 marzo al 4 aprile 2023

Lunedì 13 marzo
UN VIZIO DI FAMIGLIA
di Sébastien Marnier | Francia, Canada 2022
Con: Laure Calamy, Suzanne Clément, Doria Tillier, Dominique Blanc, Naidra Ayadi, Jacques Weber
Durata 125’
Presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti Extra
Una caricatura ad alta tensione, una divertentissima disamina della crisi identitaria d’oggi: Un vizio di famiglia, l’opera terza di Sébastien Marnier, è l’eredità di Chabrol. Un thriller sulla fine del patriarcato, pieno di gesti potentissimi e con un gruppo di bravissimi interpreti guidati da Laure Calamy, Jacques Weber e Dominique Blanc.. Stéphane lavora in una fabbrica di conserve alimentari. Ogni sera rincasa in una camera subaffittata e nel tempo libero fa visita alla sua compagna in prigione. La vita non le ha fatto sconti ma è sempre disposta a sfidarla. Una sera decide di contattare il padre che non ha mai conosciuto. L'uomo, un ricco imprenditore della Costa Azzurra, accetta di incontrarla. Quel padre carismatico tradisce presto un lato oscuro. Stéphane non è da meno e forse non è nemmeno chi dice di essere.

Lunedì 20 marzo
HOLY SPIDER
di Ali Abbasi | Francia, Germania, Svezia, Danimarca 2022
Con: Mehdi Bajestani, Zar Amir-Ebrahimi, Arash Ashtiani, Forouzan Jamshidnejad, Sina Parvaneh, Nima Akbarpour, Mesbah Taleb.
Presentato al Festival di Cannes 2022 Durata 114’
Holy Spider”, l'inquietante storia vera di un serial killer iraniano, prende spunto dalla vera storia di Saeed Hanaei, serial killer iraniano che ha strangolato sedici pr******te tra il 2000 e il 2001. La trama ruota attorno a questo personaggio, un padre di famiglia intenzionato a compiere una “missione sacra”, ripulendo la città santa di Mashad dalla prostituzione, simbolo per lui di immoralità e corruzione. La modalità che sceglie per portare a termine questa “impresa” è l'omicidio. Holy Spider è innanzitutto un film capace di scuotere, grazie a un buon ritmo e a una serie di scene, inquietanti al punto giusto, che rendono la visione concitata e appassionante. Non è soltanto un film su un serial killer, ma anche una pellicola profondamente politica che parla di fondamentalismo religioso e maschilismo nell’Iran contemporaneo.

Lunedì 27 marzo
A LETTO CON SARTRE
di Samuel Benchetrit | Belgio, Francia 2021
Con: Vanessa Paradis, Valeria Bruni Tedeschi, Joey Starr, Ramzy Bedia, François Damiens, Vincent Macaigne, Gustave Kervern, Bouli Lanners, Jules Benchetrit, Bruno Podalydès, Christophe Reymond.
Presentato nella sezione Premier al Festival di Cannes Durata 107’
A letto con sartre è una commedia ironica, surreale, leggera che gioca con gli stereotipi della mascolinità, del genere gangster e della pretenziosità artistica. Una commedia condotta da una banda di personaggi strambi e maldestri alle prese col potere terapeutico della poesia, del teatro e dell’amore. Anche i “duri” hanno un cuore. Lo sa bene Jeff, piccolo boss locale che tenta di sedurre una cassiera scrivendole discutibili quanto struggenti poesie d’amore. La sanno Jésus e Poussin, suoi fedelissimi, che tra una riflessione filosofica e l’altra aiutano la figlia adolescente del capo ad avvicinare il ragazzo che tanto le piace. E lo sa ancora di più Jacky, scagnozzo da due soldi che si innamora di un’aspirante attrice di teatro. Pur di averla, è disposto a usare tutte le armi che ha a disposizione (letteralmente)… persino a recitare al suo fianco in un spettacolo teatrale sulla vita sessuale di Sartre e Simone de Beauvoir!

Lunedì 4 aprile
THE QUIET GIRL
di Colm Bairéad | Irlanda 2022
Con: Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patrick Carmody
Premio Miglior Film Sezione Generation Kplus Festival di Berlino
Candidato per l’Oscar quale Miglior Film Internazionale
Durata 97'
Da un racconto breve di Claire Keegan, il ritratto di tre anime unite non dal sangue ma dalla vita. Irlanda. Cáit è una bambina di nove anni che cresce in una famiglia di contadini impoveriti. Taciturna e trasandata, è malvista dalle sorelle, dal padre disattento e dalla madre che si occupa del fratellino e di un nuovo bambino in arrivo. Con l'arrivo dell'estate, Cáit viene mandata dai Kinsella, coppia senza figli che si è offerta di badare a lei. Accolta in un ambiente pulito e rassicurante, la bambina lega con Eibhlín, donna dolce e premurosa, mentre mantiene le distanze con il cupo ma gentile Seán. Con il tempo la bambina fiorisce e impara ad avere rispetto per sé stessa, trovando il modo anche di comunicare con Seán. The Quiet Girl è la storia di più incontri. È un film fatto di piccole cose, di azioni quotidiane che si ripetono, di dettagli a cui prestare attenzione. Un cinema che va aspettato ... che nella sua cifra minimalista e nel tempo sospeso di un’estate interminabile dove pare non succedere nulla, restituisce l’evoluzione dei suoi personaggi e delle loro dinamiche relazional

OGGI LUNEDI' 6 MARZO 2023 DOPPIO APPUNTAMENTO CON IL REGISTA FARIBORZ KAMKARI Ore 18.00 Libreria Lettera 22 | Via Mazzin...
06/03/2023

OGGI LUNEDI' 6 MARZO 2023
DOPPIO APPUNTAMENTO CON IL REGISTA FARIBORZ KAMKARI

Ore 18.00 Libreria Lettera 22 | Via Mazzini Viareggio
Il regista Fariborz Kamkari presenta il suo ultimo libro
Ritorno in Iran
La nave di Teseo editore

Ore 21.00 Cinema Centrale | Via Battisti Viareggio
Rassegna Il Cinema ed Oltre
Il regista Fariborz Kamkari
presente in sala per la proiezione del film
KURDBÛN - ESSERE CURDO | 2020
Durata del film 90'

Il Cinema ed Oltre    EVENTO SPECIALE            Lunedì 6 marzo 2023 due appuntamenti con il regista Fariborz Kamkari in...
02/03/2023

Il Cinema ed Oltre
EVENTO SPECIALE
Lunedì 6 marzo 2023
due appuntamenti con il regista Fariborz Kamkari
in collaborazione con PortiAperti Viareggio

Ore 18.00 Libreria Lettera 22 | Via Mazzini Viareggio
Il regista Fariborz Kamkari presenta il suo ultimo libro
Ritorno in Iran
La nave di Teseo editore

Ore 21.00 Cinema Centrale | Via Battisti Viareggio
Rassegna Il Cinema ed Oltre
Il regista Fariborz Kamkari
presente in sala per la proiezione del film
KURDBÛN - ESSERE CURDO | 2020
Durata del film 90'

Un importante documento su una pagina di storia recente, tragicamente passata inosservata in Occidente
di Gianluca tana Sentieri Selvaggi

Una frase di Bertolt Brecht capeggia su un muro distrutto dai bombardamenti, “Quando l’ingiustizia diventa
legge, la resistenza diventa un dovere”. Kurdbûn – Essere curdo, il documentario del regista Fariborz Kamkari,
ripercorre il drammatico assedio della città curda Cizre da parte del stesso governo turco. Partendo dal
reportage della giornalista curda Befin Kar e del suo cameraman, Kamkari ci rende partecipi di una pagina di
storia recente colpevolmente archiviata nel silenzio delle istituzioni occidentali. Nell’estate del 2015, le elezioni in
Turchia registrano un punto di svolta fondamentale: per la prima volta dopo tredici anni il partito del governo di
Erdogan ha perso la maggioranza assoluta, l’HDP, il partito democratico dei popoli, riesce a superare la soglia
del 10% entrando in parlamento. La vittoria del partito curdo porta una ventata di speranza nella popolazione
della minoranza, che da più di 100 anni è impossibilitata legalmente a studiare e imparare la propria lingua
madre. Tuttavia, con un colpo di stato, il presidente decide di bloccare il processo democratico e ripetere le
elezioni, non prima di aver trasformato la città di Cizre in un esempio di ciò che accadrà a chi oserà nuovamente
votare nel modo sbagliato. Dopo sessantanove giorni di intensi bombardamenti, sotto il fuoco costante dei
cecchini, della città non resta che un ricordo, con centinaia di vittime e più di diecimila case distrutte. Befin Kar si
trovava appena fuori città alla vigilia dell’ultimatum, il suo istinto da reporter e la sua volontà di testimoniare
spingono lei e il suo cameraman a dirigersi a Cizre. La loro preziosa presenza permette di documentare
interamente la distruzione della città e il genocidio dei suoi cittadini, in un documento che difficilmente sarebbe
giunto fino a noi in altri modi. Ancora oggi sia Befin Kar che Baran Yasak sono detenuti incostituzionalmente in
Turchia, in attesa di processo per aver trasmesso notizie dell’assedio di Cizre. Kamkari, attraverso il montaggio
del lavoro dei due reporter, riesce ad inserire a sfruttare le sue conoscenze drammaturgiche per amplificare la
sensazione della tragedia. Per questo motivo Kurdbûn – Essere curdo non inizia cronologicamente ma con un
flashforward. Lo spettatore si trova subito in medias res, nel bel mezzo dello scontro. Attraverso un espediente
che può sembrare semplice, ma che è frutto di una sapiente conoscenza del mezzo cinematografico, il regista
riesce a creare un arco drammatico all’interno della realtà della ripresa. La visione della resistenza del popolo
curdo in Kurdbûn – Essere curdo, usando le parole del regista stesso “riempie il cuore di ogni spettatore di
dolore e nello stesso tempo di orgoglio”, il documentario riesce a “denunciare un incredibile crimine contro
l’umanità e per ricostruire un pezzo della memoria collettiva di un popolo ancora oggi diviso e perseguitato”.

Il Cinema ed OltreEVENTO SPECIALE Lunedì 6 marzo 2023Ore 21.00 Cinema CentraleKURDBÛN - ESSERE CURDO | 2020Presente in s...
01/03/2023

Il Cinema ed Oltre
EVENTO SPECIALE
Lunedì 6 marzo 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
KURDBÛN - ESSERE CURDO | 2020
Presente in sala il regista Fariborz Kamkari
Durata del film 90'
https://www.youtube.com/watch?v=lqi96o8F-uo

Kurdbûn - Essere curdoun film di Fariborz KamkariQuesto docu-film vuole contribuire a ritrarre l’identità curda di oggi per tracciare il filo comune tra i Cu...

Il cinema ed Oltre    EVENTO SPECIALE            Lunedì 6 marzo 2023 due appuntamenti con il regista Fariborz Kamkari in...
01/03/2023

Il cinema ed Oltre
EVENTO SPECIALE
Lunedì 6 marzo 2023
due appuntamenti con il regista Fariborz Kamkari
in collaborazione con PortiAperti Viareggio

Ore 18.00 Libreria Lettera 22 | Via Mazzini Viareggio
Il regista Fariborz Kamkari presenta il suo ultimo libro
Ritorno in Iran
La nave di Teseo editore

Ore 21.00 Cinema Centrale | Via Battisti Viareggio
Rassegna Il Cinema ed Oltre
Il regista Fariborz Kamkari
presente in sala per la proiezione del film
KURDBÛN - ESSERE CURDO | 2020
Durata 90'

Attraverso un incredibile video-diario di guerra il regista Fariborz Kamkari racconta il "segreto" dell'identità curda.
La giornalista Berfin Kar con il fotografo Baran Yasak testimoniano con immagini e parole l'assedio da parte delle forze armate turche della città di Cizre nel sud della Turchia. Cizre rappresentava un modello di gestione definito "confederalismo democratico" (nato dalle lotte del popolo curdo) che il governo di Recep Tayyip Erdogan non poteva tollerare. Dopo un ultimatum al consiglio comunale affinché si sciogliesse si è proceduto all'assedio che ha devastato la città. Il materiale girato da due coraggiosi free lance finiti quasi per caso nella tragedia vissuta dalla città curda nel 2015/16 diviene occasione di riflessione sulla tenacia di un popolo che non vuole farsi sottomettere. Grazie a un mix di materiale girato sul campo e a una grafica che focalizza alcuni momenti della storia del popolo curdo riesce ad informare anche chi non è a conoscenza di quello che si può definire un genocidio pianificato con determinazione del quale però il governo turco si vergogna. Infatti non lo sbandiera come una vittoria ma punisce chi provvede ad informare su quanto accade.

Il Cinema ed OltreLunedì 27 febbraio 2023Ore 21.00 Cinema Centrale GODLANDdi Hlynur Pálmason  | Danimarca, Islanda, Fran...
23/02/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 27 febbraio 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
GODLAND
di Hlynur Pálmason | Danimarca, Islanda, Francia, Svezia 2022

Presentato a Cannes 2022 Sezione Un certain regard
Durata 143’

https://www.youtube.com/watch?v=eKhzjlhGOnI

Godland - Nella Terra di Dio ( ) è un film drammatico del 2022 diretto da Hlynur Palmason con Ingvar Eggert Sigurðsson, Victoria Carmen Sonne, E...

Il Cinema ed OltreLunedì 27 febbraio 2023Ore 21.00 Cinema Centrale GODLANDdi Hlynur Pálmason  | Danimarca, Islanda, Fran...
23/02/2023

Il Cinema ed Oltre
Lunedì 27 febbraio 2023
Ore 21.00 Cinema Centrale
GODLAND
di Hlynur Pálmason | Danimarca, Islanda, Francia, Svezia 2022

Presentato a Cannes 2022 Sezione Un certain regard
Durata 143’

L'opera migliore di Hlynur Pálmason (Tommaso Tocci MyMovies)
Sul finire dell'Ottocento, l'Islanda è sotto il controllo danese. Al prete Lucas viene assegnato l'incarico di recarsi sull'isola, documentare con delle foto la vita degli abitanti locali e costruire una chiesa. Ma tra mari ostili e lunghi pellegrinaggi le condizioni sul suolo islandese si rivelano proibitive, e l'atmosfera inospitale. Ben presto la spedizione, composta tra gli altri dalla guida Ragnar con cui Lucas entra subito in conflitto, perde pezzi e speranza. Dall'Islanda alla Danimarca e viceversa. Il primo film di Hlynur Pálmason era di ambientazione danese, il secondo islandese, ed è quindi appropriato che il terzo sia una sintesi che le abbraccia entrambe. Non è soltanto la sua opera migliore e più ambiziosa, ma è anche uno dei titoli più importanti del recente panorama europeo. Diviso in due parti ben distinte, Godland ripete il motivo del dualismo attraverso una serie di congiunzioni mai armoniche: movimento e stasi, fede e natura, un uomo e la sua nemesi. Di nuovo le metà che cercano una sintesi, ma non senza attrito. Quello di Pálmason è un film ampio e massiccio, che affonda nel terreno e sembra nascere dagli elementi. Tutto è costretto dentro a un formato 4:3 vagamente oppressivo (una "terribile bellezza"), che arriva ad annichilire lo spettatore ma regala una fotografia maestosa. L'afflato è quello alto del cinema di Malik, ma distorto da una tensione alla ricerca impossibile che sa di Herzog. E poi ancora ci sono in Godland le possenti riflessioni spirituali di Scorsese in Silence, così come le piccolezze velenose dell'animo, ben indagate in altre famose rivalità del grande schermo (Il petroliere di Paul Thomas Anderson). Paragoni importanti che il cinema di Pálmason però merita, perché in ogni inquadratura c'è il tempo che scorre e una ricerca meticolosa: come già in A white white day, il “timelapse” dà il senso della condizione umana, tra evoluzione e decomposizione (nello specifico di una delle immagini più potenti, quella di un cavallo che appartiene al padre del regista, in un processo durato due anni). Elliott Crosset Hove, nel ruolo di Lucas, è al tempo stesso oggetto sacrificale e soggetto osservante, ancora una volta un gioco doppio, ben illustrato dai cavalletti che lo sovrastano sulle spalle come spine nella carne, facendolo vacillare. Il protagonista di Winter Brothers si trova di fronte quello di A white white day (Ingvar Sigurdsson), che gli fa da contraltare nei panni di un uomo la cui fisicità è prorompente e in sintonia con il territorio, priva delle sovrastrutture che intralciano il povero Lucas. Lo scontro è culturale, linguistico, morale. Nella difficile integrazione di Lucas con la comunità locale c'è un discorso sul colonialismo, ma le digressioni della macchina da presa verso le stupende componenti del paesaggio islandese mettono in chiaro che l'interesse del film è altrove, più alto; è guidato da una sorta di panteismo naturalistico che mette tra parentesi gli uomini, i paesi e le religioni. Perché la sintesi ultima in fondo è quella degli elementi che senza fretta levigano il mondo.

Potentissima meditazione sul conflitto tra natura e civiltà che conferma il talento del cineasta, qui al terzo film
(Fabio Fulfaro Sentieri Selvaggi)
C’è molto Conrad nel terzo film di Hlynur Pálmason e molta meditazione sul conflitto tra natura e civiltà. Dopo i convincenti Winter Brothers (2017) e A White Day (2019), il terzo film è un’autobiografia sulla doppia natura danese/islandese del regista. Il viaggio del prete danese luterano Lucas nei territori impervi islandesi intorno al 1870. L’Islanda sarebbe il paese da civilizzare ma risulta evidente come problemi di linguaggio, di diversa religiosità, di opposta estrazione culturale e la natura impervia dei luoghi siano ostacoli insormontabili. Per enfatizzare questo contrasto socioculturale Hlynur Pálmason pone due antagonisti al sacerdote Lucas: uno è la guida islandese Ragnar (Ingvar Sigurdsson), l’altro è il danese Carl (Jacob Lohmann) proprietario terriero che vede minacciato l’equilibrio familiare. Se nella prima parte sono le condizioni metereologiche e gli eventi naturali a caratterizzare l’Odissea di padre Lucas, nella seconda sono i conflitti con la gente del luogo a fare precipitare drammaticamente gli eventi. Fotografato da Maria von Hausswolff che fa risaltare la meraviglia dei paesaggi islandesi, commentato dalle musiche minimaliste di Alex Zhang Hungtai che scandiscono il tempo come una condanna, Godland - Nella terra di Dio è un film sulla inconciliabilità tra il mondo istintuale e quello intellettuale e sul fallimento di un percorso di fede all’interno di un microcosmo selvaggio.

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