S'Events by Simona Villa

21/12/2024

La diocesi di Savona-Noli dice stop ai “matrimoni da sogno” in Riviera senza legame affettivo.
La diocesi ha deciso di regolamentare i matrimoni celebrati nelle sue chiese, introducendo criteri più restrittivi per garantire che le celebrazioni siano legate a un autentico legame affettivo o territoriale.

👉 ALCUNI PUNTI:

• I matrimoni dovranno essere celebrati nella parrocchia di residenza, di elezione, o nella zona dove i futuri sposi andranno ad abitare.

• Saranno possibili eccezioni solo con il consenso del parroco e, in alcuni casi, del vescovo, se vi è un legame affettivo o familiare significativo.

• Escluse le cappelle private e i luoghi che non celebrano abitualmente l’Eucaristia.

Nel mirino della diocesi, anche i wedding planner: accusati di “forzare la mano” per ottenere location da sogno per i loro clienti, anche a costo di andare contro le indicazioni del parroco.

Questa notizia introduce nuove complessità per chi organizza eventi e rischia di alimentare un’immagine negativa della figura del wedding planner, percepita come poco rispettosa delle regole.

💬 COSA NE PENSATE?

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«Come a casa» era il nome dell'antipasto: un panino con la mortadella. Poi il primo, «la pasta di Veronica», una «pasta al pesto semplice», come recitava il menu. E ancora, «le polpette di Davide», polpette con salsa al pomodoro seguite dalla «torta di tutti», una torta in condivisione in cui ogni invitato, munito di paletta, si accaparrava la propria porzione. Quello scelto da Veronica Ferraro e Davide Simonetta per le loro nozze è un menu semplice che però non è piaciuto alla rete che li accusati di tirchieria, di poca eleganza, di una scelta non adeguata allo stile di un matrimonio degli anni Duemila. Tanto che, all'indomani del loro giorno, hanno sentito addirittura il bisogno di giustificarsi con i follower: «Quella pasta era un omaggio a mio papà e per me valeva più di qualsiasi piatto raffinato che potessi tranquillamente scegliere. La scelta del menu aveva per noi un significato che va oltre tutto. E i nostri invitati avevano un ampio buffet prima e la pizza dopo, tranquilli», ha scritto Veronica Ferraro su X. Un menu «casalingo» e «affettivo» quindi, ma perché no? Chi l'ha detto che offrire ai propri invitati una buona pasta al pesto (magari fatta con gli ingredienti migliori) sia meno chic e meno raffinato che offrire complessi menu gourmet? E ancora: è davvero necessario che il ricevimento di matrimonio debba essere sfarzoso o può tornare ad essere una festa in cui si celebra l’amore e il piacere dello stare insieme? Che cosa ne pensate?

di Valentina Dirindin

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