17/08/2024
🔥GRAZIE A TUTTI 💜
NOI CON VOI, COME NELLE FAVOLE....🌓
💜Ieri abbiamo constatato un vero attaccamento, una vicinanza "purificatrice" dei nostri alla nostra comunità, e non solo. Abbiamo conosciuto persone venute appositamente per l'evento, dal nord, dal centro Italia, per accogliere il nostro grido, la nostra voglia di cambiare e manifestarla insieme, in un'unica notte, proprio come nelle leggende, proprio come nelle favole. Una magìa che vive ancora, vive sempre, accompagna da secoli grandi e piccini ed arde oggi più che mai nei nostri cuori.
⚠️Ma la tematica di questo "Ddirroccu" 2024 l'avete ben compresa?
⚠️ Sono stati distribuiti dei volantini all'inizio del rito, ma cerchiamo di fare ulteriore chiarezza:
🔥Il rito di questo 16 Agosto 2024 è iniziato con con un ballo tradizionale de “ U Ddirroccu” curato dal
maestro Pietro Intrieri, seguito dal cortometraggio in tema "Malevrusciatu: la leggenda de U Ddirroccu" a cura dell'associazione "A Via Nova".
Il ballo e la rappresentazione hanno fatto da preludio all’uscita dei fantocci. Il cortometraggio ha anticipato la
tematica della serata sulla favola de “U Ddirroccu” nel corso del tempo, perchè il "Ddirroccu" si sposa perfettamente con la tematica della favola.
Tematica dell’evento di ieri sera: “Na rumanza vecchia vecchia ppe portare pace ntra
ssu comune”. Favola di scongiura al campanilismo e alla guerra fra il centro e le frazioni.
📍 “Finiscimula ssa guerra tra de nue”
Tema della serata era quindi la favola, una racconto (a mo di favola) della guerra che sovrasta storicamente la
nostra piccola comunità, un conflitto silenzioso ma da sempre presente, presente negli enti, presente in
piazza, presente nello sport, nei bar, presente dappertutto, dal centro alle frazioni.
Ancora oggi, nel 2024, c’è una sorta di campanilismo accesso fra San Pietro e le frazioni del comune,
campanilismo che ritroviamo anche e soprattutto nella politica locale, una connessione disastrosa fra le
piazze e il palazzo comunale che mira a tenere ancora chiusa la mente dei nostri cittadini, a non ampliare gli
orizzonti per favorire una crescita della collettività. Quante volte ci siamo sentiti dire “ Tu si de Santu Pietru,
miegliu si de cca tinnè va”, oppure “Ma cchi cce vieni fa a Santu Benerittu? Statte a Santu Pietru, vue siti
maligni” o ancora da parte dei sampietresi “ I rerichianisi su furbi, un ce volimu avire nente a cchi fare”, o
ancora “ a festa è da vostra, nue nun cintramu nente”. Ben venga il concetto della salvaguardia delle
autonomie, bisogna tenere ben conservato anche il piccolo dirupo, la breve e più nascosta stradella, il
dialetto più stretto e antico, ma non bisogna mai escludere l’altro, non bisogna mai denigrarlo. Per una sana
crescita della collettività c’è bisogno di coesione, di unità e
soprattutto di pace, quella pace che dobbiamo trovare per portare in alto le nostre tradizioni e i nostri valori. Come si può combattere lo spopolamento dei paesi se all’interno di questi continuano delle
guerre silenziose di questa portata?
La sfilata dei 4 “Ddirrocchi” e il “Ddirroccu” della pace
e dell’inclusione:
🔥I 4 fantocci che sfilano rappresentano il centro comunale e le sue
tre frazioni, quindi San Pietro in Guarano, Redipiano, San
Benedetto in Guarano e Padula; ognuno di questi ha fatto il suo ingresso nel rispetto della posizione
geografica di appartenenza. Ogni fantoccio rappresenta una collettività, e quindi non una singola persona.
Come abbiamo già annunciato, il tema è la favola, “na rumanza”, nel rispetto del diritto di satira, una satira sottile, leggera per
raccontare la storia dei “Ddirrocchi”, immersi nel più profondo campanilismo locale. Caratteristica della
favola sono principalmente:
1) I protagonisti sono animali con caratteristiche umane;
2) La psicologia dei personaggi non viene approfondita; essi incarnano dei tipi, e ciò che interessa è il
vizio o la virtù che essi rappresentano ( vengono proprio dalle favole espressioni come “astuto
come una volpe”, “porta male come un uc***lo notturno”);
3) I personaggi sono spesso posti in contrapposizione l’uno all’altro, creando una dinamica buono
contro cattivi;
4) Alla fine è presente un insegnamento, una morale: la favola si pone così un intento didascalico ed
educativo, oltre che di intrattenimento.
🌓💜 Oltre ai 4 fantocci in sfilata, c’è stato un ulteriore “Ddirroccu”, il quale è già comparso al tardo pomeriggio
durante il passaggio della processione di San Rocco nei pressi di piazza Fiume. La comparsa è stata
breve, utile per fare un inchino al santo del nostro evento, come segno di ringraziamento. Questo
“Ddirroccu” rappresenta la nostra associazione, un’associazione nata per creare e non per dividere,
un’associazione prettamente apolitica che include tutti, da Padula a Redipiano, un collettivo che
custodisce e protegge le nostre radici nel migliore dei modi. Lui, il nostro “Ddirroccu”, è poi tornato sul
finire dell’evento e si è salvato, osservando con tanto di riflessione gli altri fantocci al rogo, per il trionfo
del bene sul male, per la speranza di un futuro migliore.
👉Appuntamento al prossimo anno.
Foto di Celeste Carratta.