Sulla punta del naso

12/06/2024

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GLI SCIENZIATI HANNO FILMATO UNA PIANTA "COMUNICARE" 😱... Gli scienziati hanno filmato una pianta "comunicare" con la sua vicina usando un sofisticato sistema di composti trasportati nell'aria. Questi segnali chimici invisibili permettono alle piante di respingere gli erbivori e avvisare le piante vicine di possibili minacce.
Anche se i ricercatori conoscono queste difese delle piante dagli anni '80, il meccanismo di ricezione e risposta delle piante a questi segnali è ancora un mistero. Per catturare questa interazione, gli scienziati hanno usato una p***a per trasferire i composti emessi dalle piante danneggiate e infestate da insetti a quelle sane, osservando le reazioni tramite un microscopio a fluorescenza.
Gli esperimenti hanno previsto l’esposizione delle foglie di diverse piante a bruchi, monitorando le risposte delle piante integre ai segnali di pericolo emessi da quelle colpite. Le piante si comunicano tra loro come strategia di sopravvivenza, difendendosi dalle minacce e ottimizzando la loro crescita.
Utilizzano segnali chimici per trasmettere informazioni sulle condizioni ambientali, come attacchi di erbivori o presenza di patogeni. Quando una pianta è sotto stress, libera questi segnali nell'aria, e le piante vicine li captano. Questa comunicazione permette alle piante circostanti di prepararsi a potenziali pericoli attivando risposte difensive, come la produzione di sostanze per scoraggiare gli erbivori o il rafforzamento delle pareti cellulari.
Inoltre, le piante possono comunicare attraverso reti sotterranee di funghi, chiamate micorrize, che condividono nutrienti e informazioni sulle condizioni del suolo. Questi meccanismi di comunicazione aiutano le piante ad adattarsi e prosperare in un ambiente in costante cambiamento.

11/08/2024

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10/28/2024

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Quest'isola isolata ospita solo 264 persone.
Tristan da Cunha fa parte di un arcipelago situato nell'Oceano Atlantico meridionale. L'isola si trova a circa 2.400 chilometri dalla più vicina comunità umana, che è l'isola di Sant'Elena. Si trova anche a circa 2.800 chilometri dal Sudafrica e oltre 3.200 chilometri dal Sud America. Nonostante questa estrema lontananza, ospita circa 260-270 persone, che vivono per lo più in un piccolo insediamento chiamato "Edinburgh of the Seven Seas."

L'isola è un territorio d'oltremare britannico, e la popolazione discende da poche famiglie che si stabilirono lì nel XIX secolo. La vita a Tristan da Cunha ruota attorno all'agricoltura di sussistenza e alla pesca, con qualche limitato commercio e turismo. Gli abitanti sono noti per la loro autosufficienza, anche se dipendono da navi di rifornimento occasionali e da collegamenti di comunicazione con il mondo esterno.

Tristan da Cunha è famosa per la sua origine vulcanica, con un grande picco centrale che si eleva oltre 2.000 metri sul livello del mare. Nonostante la bellezza dell'isola, la vita lì è difficile a causa della remoteness, delle condizioni meteorologiche difficili e delle infrastrutture limitate. L'isola non ha un aeroporto, quindi l'unico modo per raggiungerla è via mare, un viaggio che può durare diversi giorni dal porto più vicino.

10/15/2024

“Socrate aveva a tal punto eliminato l'ostentazione da ogni suo atteggiamento che c'era chi addirittura lo avvicinava per domandargli di essere introdotto presso altri filosofi, e Socrate lo accompagnava da loro. Tanto accettava il fatto di non essere considerato!
E quando qualcuno ti dice che non sai nulla, se non ti senti punto sul vivo, allora sappi che la tua opera di filosofo è iniziata.
Le pecore non portano il foraggio ai pastori per mostrare quanto hanno mangiato, ma lana e latte sono il prodotto esterno della pastura che hanno assimilato internamente: e tu alla gente comune non sciorinare i principi filosofici, ma esponi i risultati che derivano dalla loro digestione!"

10/14/2024

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09/15/2024

Una città immersa nel blu...

Nascosta fra le montagne del Rif ,in Marocco, si nasconde un'incantevole città dove vicoli, porte, finestre, muri, scale, ogni cosa è colorata di blu, nelle sue sfumature di azzurro, turchese o acquamarina che danno all'insieme un'aria irreale e magica.
Viene da chiedersi del perché imperi questo colore dappertutto...

L'origine di tutto risale al 1471 quando, a causa dell'Inquisizione, gli ebrei furono cacciati dall'Andalusia e riparorono in questo territorio del Marocco fondando la città di Chefchaouen.
La città risente chiaramente dell'architettura andalusa e i suoi abitanti decisero di dipingerla tutta di blu per richiamare il colore del Paradiso in cui credevano e che speravano di conquistare nella vita eterna.
C'è invece una spiegazione che altri, molto più prosaicamente, danno: fu dato questo colore perché repellente per le tante mosche e zanzare che infestavano la zona...

Qualunque sia stato il vero motivo, il risultato è stato stupefacente.
Oggi, infatti, Chefchaouen è diventato un centro turistico la cui bellezza è universalmente riconosciuta, tanto da essere inserita tra le città più visitate del Marocco.

06/24/2024

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"Quante volte ti sei detto "non sono abbastanza", quante volte ti sei detto "ho sbagliato tutto"...e se in realtà tu sei più di quello che pensi e sono le persone che hai attorno ad avere sbagliato qualcosa con te?"
- Daniel

05/12/2024

Ronda dei carcerati
Venne dipinta quando Van Gogh era prigioniero del manicomio di Saint-Rémy. Non è famosa come La notte stellata o I girasoli, ma questo dipinto da i brividi, se comprendete la storia che c’è dietro.
La scena è ambientata in prigione, nella cosiddetta fossa dei serpenti quando i prigionieri hanno diritto alla loro ora di aria. Marciano in tondo in una marcia ossessiva, senza via d’uscita. Uno dei carcerati però, quello in primo piano con i capelli rossi, si distingue dalla massa anonima degli altri prigionieri. Fateci caso, sembra fissarvi dritto negli occhi.
Guardatelo, guardatelo bene: c’è consapevolezza nel suo sguardo. A differenza di tutti gli altri che sembrano non uomini ma macchine, automi che girano in tondo perché i loro carcerieri gli dicono di girare il tondo, questo prigioniero ha come uno scatto di ribellione. Oppone un rifiuto. Secondo alcuni critici questo prigioniero sarebbe lo stesso Van Gogh. Disprezzato ed escluso dalla società che vedeva in lui soltanto un fallito, un pazzo, Van Gogh attraverso questo dipinto vi racconta la sua storia: la storia di un uomo incompreso da una società di automi.
Ma se osservate con più attenzione noterete un dettaglio che a molti sfugge: vi sono due piccole farfalle, in alto sulla parete del carcere. Hanno le ali spiegate e sembrano fuggire lontano lontano da tutte le brutture del mondo. Queste farfalle rappresentavano per Van Gogh la speranza. La libertà.
«Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale. I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no!» Ecco, ricordate queste parole di Pasolini? Van Gogh nella Ronda dei carcerati vi sta dicendo la stessa cosa: l’unico prigioniero in grado di vedere le farfalle, simbolo di speranza e di libertà, è quello che non tiene la testa china verso il basso ma che alza gli occhi verso il cielo.