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Campania Segreta La Campania, regione bellissima e nascosta, raccontata come non l'avete mai vista! Tra villaggi di p
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AVETE MAI SENTITO PARLARE DEL NAPOLETANO DI VENEZIA?Benedetto Croce definì così l'abitante del più emblematico dei palaz...
18/03/2022

AVETE MAI SENTITO PARLARE DEL NAPOLETANO DI VENEZIA?

Benedetto Croce definì così l'abitante del più emblematico dei palazzi napoletani: PALAZZO VENEZIA.

Siamo nel cuore del centro antico di Napoli, a pochi metri dalla Chiesa di Santa Chiara e da quella del Gesù Nuovo, il Palazzo Venezia di Napoli non ha nulla da invidiare al suo omonimo capitolino.
Nato come sede diplomatica, l’edificio deve il suo nome alla decisione di re Ladislao I di Napoli, nel 1412, di destinarlo ai consoli generali della Serenissima Repubblica di Venezia.
Alla sinistra del cortile, subito dopo l’ingresso, troviamo lo scalone aperto che ricorda quelli sontuosi progettati da Ferdinando Sanfelice per il Palazzo dello Spagnuolo.
Senza dimenticare lo splendido giardino pensile che si estende al di là degli archi frontali rispetto al cortile, altro esempio tipico dell’architettura napoletana Secentesca.
Oggi Palazzo Venezia è sede di incontri letterari, mercatini, coffee house, concerti, reading, seminari.
Un bel luogo di scambio culturale che ravviva l’atmosfera del centro antico di Napoli.

Indirizzo: Via Benedetto Croce, 19, 80134 Napoli

IL DIAVOLO DI MERGELLINA E' UNA DONNA!Si narra del leggendario e tormentato amore del giovane Diomede Carafa, futuro ves...
14/03/2022

IL DIAVOLO DI MERGELLINA E' UNA DONNA!

Si narra del leggendario e tormentato amore del giovane Diomede Carafa, futuro vescovo di Ar**no, per la bellissima
madonna Isabella innamorata solo di se stessa.

Lui le scriveva lettere piene di fuoco d'amore disperato ma lei era crudele e disamorata.
Godeva a stringere quel cuore innamorato in una mano di ferro che lo soffocava a poco a poco per poi ridonargli
la vita; si dilettava a far sussultare di dolore quell’anima, gettandola bruscamente nella disperazione fino a farla impazzire!

Però un giorno in cui Diomede Carafa credette di essere arrivato al culmine della sua disperazione il mondo si aprì: Isabella disse di amarlo.
Tutto per lui divenne sublime eccelso un delirio d'amore.

Ma a poco a poco l'amore che Isabella provava diventava sempre più scarno fino ad arrivare al distacco.

Diomede Carafa, impazzì di questa indifferenza di Isabella, piangeva s'ubriacava di quelle lagrime, era inconsolabile.
Isabella accoglieva in casa i più bei cavalieri napoletani e lui moriva di gelosia.

Sperperò i suoi averi, venne meno ai suoi doveri di nobile, si buttò con ogni donna per cercare di alleggerire il suo dolore fino a quando non fu folgorato dalla parola di Dio.

Diomede Carafa fu vescovo di Ar**no, prelato esemplare e amatore dell'arte. Leonardo da
Pistoia, pittore, fu suo amico. Per sua ordinazione e per la chiesa di Piedigrotta dove giace il Sannazaro, il Leonardo fece il quadro bellissimo di S. Michele che atterra Lucifero. Lucifero vinto e bello
e ancor folgorante, ha il volto di madonna Isabella. Ed è una donna il diavolo di Mergellina.

Racconto tratto da Leggende napoletane di Matilde Serao

SEMBRA UN BORGHETTO ANTICO COME TANTI ALTRI ATTRAVERSATO DA UN ANTICO FIUME E Invece qui nella VALLE DEI MULINI ha origi...
08/03/2022

SEMBRA UN BORGHETTO ANTICO COME TANTI ALTRI ATTRAVERSATO DA UN ANTICO FIUME
E Invece qui nella VALLE DEI MULINI ha origine la tradizione pastaia di Gragnano risalente al tempo dei Romani.
All'epoca le acque del torrente Vernotico scendevano verso la "Valle dei Mulini", macinando il grano che veniva poi utilizzato dalle città limitrofe di Pompei e di Ercolano per fare il pane.
Con il passare degli anni la Valle dei Mulini e la sua attività divennero la principale fonte di sostentamento per sfamare la città di Napoli ed i suoi dintorni: proprio per la sua importanza la zona fu coinvolta nella rivolta di Masaniello nel 1647 e da diversi attacchi da parte dei francesi[3]. L'apice dell'attività fu raggiunto durante il XVIII secolo e nel XIX secolo, la nuova industria della pasta, che utilizzava farina di grano duro, soppiantò i mulini, che invece realizzavano farina di grano tenero.

07/03/2022
Giornata Internazionale della Donna 2022Domani 8 marzo 2022 per l'occasione ci sono una serie di eventi culturali gratui...
07/03/2022

Giornata Internazionale della Donna 2022

Domani 8 marzo 2022 per l'occasione ci sono una serie di eventi culturali gratuiti vediamoli insieme:

Osservatorio di Capodimonte

Museo di Capodimonte ingresso gratuito per le donne

Ingresso gratuito al Mav di Ercolano

Ingresso gratuito al Palazzo Zevallos
Stigliano

LE GOLE DEL CALORE.UN INCANTEVOLE REGALO DI MADRE NATURA, SITUATO NEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO.Incastonate in una pro...
16/06/2021

LE GOLE DEL CALORE.
UN INCANTEVOLE REGALO DI MADRE NATURA, SITUATO NEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO.

Incastonate in una profonda vallata a picco sul fiume le Gole del Calore costituiscono un paesaggio ancora integro nella sua selvaggia bellezza.

Dal ponte mediavale situato a valle di Felitto fino ai confini con il territorio di Magliano, ci si immerge totalmente nella natura dove l'aria pulita, il verde , il fruscio delle acque hanno una sorprendente varietà di effetti positivi sulla mente e sul corpo.

Le Gole sono una serie di cinque profonde incisioni risultato dell’opera erosiva del fiume Calore Lucano, estese su 120 ettari di terreno, dove troverete una f***a vegetazione, le cosiddette "marmitte dei giganti"
che sono degli enormi fori circolari presenti sulle rocce delle gole e sentieri sempre aperti che consentono di visitare interamente le gole
con un percorso di trekking partendo dal ponte medievale di Magliano Nuovo, con cui alla fine si raggiunge la località "Remolino" di Felitto.
Sono inoltre accessibili dei percorsi fluviali che consentono di ammirare un tratto della gola attraverso la canoa.

Lungo il corso della quarta e quinta gola sono presenti numerose attrattive naturali come il "ponte di petratetta" formato da un enorme masso incastrato tra le pareti rocciose e sospeso sopra il percorso del fiume, la "grotta di Bernardo" che secondo la leggenda prende il nome da un brigante che l'avrebbe abitata, e numerose architetture del passato quali, appunto,
il ponte medievale di Magliano Nuovo, la diga e i ruderi della centrale idroelettrica di Remolino.

Naples always welcomes you, with or without COVID!
28/12/2020

Naples always welcomes you, with or without COVID!

Diego Armando Maradona, leggenda del calcio. Addio campione.
26/11/2020

Diego Armando Maradona, leggenda del calcio. Addio campione.

Il 19 aprile 1989 il Napoli si qualificò per la finale di Coppa Uefa eliminando in semifinale il Bayern Monaco. Quella partita venne ricordata anche

16/10/2020
Con il maestoso e celebre colonnato, le tre alte cupole e la pianta circolare, per la sua imponenza è uno dei luoghi più...
14/10/2020

Con il maestoso e celebre colonnato, le tre alte cupole e la pianta circolare, per la sua imponenza è uno dei luoghi più amati e visitati della città: la BASILICA REALE PONTIFICIA SAN FRANCESCO DI PAOLA a Napoli.

È un imponente chiesa ottocentesca, con il timpano su colonne ioniche, che incornicia l’enorme PIAZZA DEL PLEBISCITO, ed evoca il Pantheon di Roma, con pianta circolare e cupola emisferica, sia nella facciata che nell'interno.

Fu costruita, tra il 1816 e il 1836, alle spalle del preesistente colonnato, su progetto dell'architetto luganese PIETRO BIANCHI, in segno di risarcimento per un torto subito: in precedenza infatti, in corrispondenza dell'attuale centro della piazza, esisteva un convento dedicato a San Francesco di Paola, che fu fatto distruggere da GIOACCHINO MURAT il quale però, volle ampliare la piazza e trasformarla nel foro della città, e contestualmente ordinò la costruzione del colonnato semiellittico, in stile neoclassico.

Nel 1815, con la restaurazione borbonica, FERDINANDO IV, pur conservando il colonnato, fece costruire la basilica per onorare e risarcire il santo, ma anche per consacrare il ritorno della propria casata sul trono del Regno delle Due Sicilie, chiedendo che l'altezza della cupola non superasse quella di PALAZZO REALE posto di fronte.

La parte anteriore della Basilica è preceduta da colonne ioniche (quelle del colonnato sono invece di ordine dorico), su cui troviamo tre statue: al centro, la RELIGIONE, e ai lati SAN FRANCESCO di PAOLA e SAN FERDINANDO, con tre cupole di copertura, la centrale 53 metri di altezza e 34 di diametro, il suo interno decisamente di stile neoclassico, con un magnifico altare, in marmi policromi e lapislazzuli intarsiato da FERDINANDO FUGA (composto con materiali provenienti dall'altare seicentesco della chiesa dei SANTI APOSTOLI), una TELA giovanile di LUCA GIORDANO, e statue raffiguranti scene di vita di santi e dei quattro evangelisti.

Dal 2015 la BASILICA ed il suo colonnato, ospitano ogni anno dal 2015 l’edizione di PIANO CITY, Napoli al pianoforte.
Ideato dal pianista tedesco ANDREAS KERN, che nel 2010, ha iniziato a BERLINO una serie di “notti bianche al pianoforte”, a MILANO nel 2012, e a NAPOLI nel 2013 con 150 eventi in tutta la città con la partecipazione di circa 250 pianisti.

INFO

Indirizzo: Piazza del Plebiscito, 80132 Napoli NA
Telefono: +39 811 948 4893

Sorge sul Monte BONADIES, ed è il simbolo del COMPLESSO MONUMENTALE MEDIOEVALE di Salerno, una roccaforte che dall' alto...
07/10/2020

Sorge sul Monte BONADIES, ed è il simbolo del COMPLESSO MONUMENTALE MEDIOEVALE di Salerno, una roccaforte che dall' alto dei suoi 300 metri gode di una vista panoramica spettacolare di tutto il golfo, il CASTELLO DI ARECHI.

Costruito come CASTRUM (luogo dove risiedeva un accampamento dell’esercito romano) nel VI sec. d.C, nel corso della guerra greco-gotica, venne poi utilizzato grazie al PRINCIPE ARECHI II come fortezza difensiva della capitale del ducato che rafforzò l'intera struttura al fine di diventare inespugnabile ed irraggiungibile dal nemico.

L’impianto con TORRI collegate tra loro da ponti levatoio, tra cui la BASTIGLIA edificata dai NORMANNI, è caratterizzato da una pianta centrale attorno alla quale si muove l’intero complesso.

Maggiori modifiche apportarono gli ANGIOINI, che aggiunsero corpi di fabbrica e cisterne; costruirono alcune cortine, munite di saettiere (sottili feritoie verticali da cui i difensori potevano scoccare frecce) al di sotto delle quali vennero successivamente installate delle fuciliere ancora visibili: agli stessi si deve la costruzione di un BALNEUM e di un sistema termale che utilizzava le numerose cisterne.

Oggi il castello è circondato dal parco con percorsi naturalistici immerso nella macchia mediterranea.

Mentre il Complesso monumentale ospita un MUSEO MEDIOEVALE, nucleo espositivo di armi, ceramica, vetro e monete ivi rinvenuti e che raccontano le guerre, la caccia, i rapporti commerciali e gli antichi mestieri della storia Salernitana.

Nella parte alta del maniero, nell'ottobre del 2009 è stato inaugurato anche un MUSEO MULTIMEDIALE che propone un viaggio nel tempo e nella storia attraverso grazie a computer, video e proiezioni murali che riportano all'epoca longobarda.

In seguito ai recenti restauri, all'interno della roccaforte sono ospitati un salone per conferenze, congressi, meeting e una sala adiacente utile a ospitare mostre d'arte.

INFO
Indirizzo: Località Croce, 84125 Salerno SA
Telefono: 089 296 4015

Una opera di straordinaria importanza, unica nel suo genere,la TELA ad OLIO del CORPUS DOMINI,la chiesa monumentale di G...
06/10/2020

Una opera di straordinaria importanza, unica nel suo genere,
la TELA ad OLIO del CORPUS DOMINI,
la chiesa monumentale di GRAGNANO, un comune di Napoli, distante dalla città circa 40 Km.

La Tela del Corpus Domini è un’opera di FRANCESCO RUSSO, realizzata nel 1753, e poi modificata durante un restauro nel 1870 da IGNAZIO PERRICCI, raffigurante l'ESALTAZIONE DEL SACRAMENTO, grande oltre 400 METRI QUADRATI, ritenuta una delle tele più grandi d’Europa.

I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nel 1555, fu completata e consacrata nel 1571: in stile tardo rinascimentale, fu edificata grazie all'utilizzo di denaro pubblico;
nel corso dei secoli andò incontro a diverse modifiche, in particolare dopo il concilio di Trento, assunse uno stile puramente barocco.

I quattordici scalini in pietra lavica, permettono l’accesso al sagrato, pavimentato in pietra vesuviana; la facciata, in stile neoclassico, è stata realizzata nel 1836 su disegno dell’architetto CAMILLO RANIERI.

Due colonne con capitelli ionici, sostengono la cantoria, realizzata alla fine del XIX secolo, correlata da un magnifico ORGANO con 1170 canne, opera del Maestro ZENO FEDELI, ed inaugurato nel 1901.

Internamente la chiesa è a croce latina, ad unica navata: sui lati, a destra e a sinistra, si aprono sei grandi nicchie-cappelle, che custodiscono grandi opere incorniciate da marmo policromo di pregevole fattura, come la tela effigiante La MADONNA in GLORIA, notevole opera compiuta da LUCA GIORDANO, ed il meraviglioso presbiterio che custodisce il capolavoro settecentesco di GIACINTO DIANO raffigurante l'ULTIMA CENA.

INFO
INDIRIZZO Piazza del Pozzo , 18, 80054 Gragnano NA

I SEGRETI dell’ANTICAGLIA 🗓 DOMENICA 18 OTTOBRELa Via dell’Anticaglia rappresentava, nell’antica Neapolis, la zona dei t...
23/09/2020

I SEGRETI dell’ANTICAGLIA

🗓 DOMENICA 18 OTTOBRE

La Via dell’Anticaglia rappresentava, nell’antica Neapolis, la zona dei teatri e conserva reperti storici risalenti all’epoca greco-romana, medioevale, rinascimentale e barocca.
Un percorso alla scoperta dell’antica Acropoli della città greca passando per l’antico ritrovo dell’Accademia degli Oziosi fino ai resti dell’antico Complesso conventuale e Largo Regina Coeli. Ammireremo durante questa passeggiata, accompagnati dalla nostra guida, il palazzo in cui vivono in clausura le monache dette “trentatrè”. Dopo aver ascoltato la loro storia e quella del vicinissimo Ospedale degli incurabili, proseguiremo verso la Strada dell’Anticaglia, dove tra le storie del Teatro Romano, i palazzi barocchi e la presenza della comunità ebrea in zona, faremo un salto nel millenni percorrendo solo pochi metri.

🗓 DOMENICA 18 OTTOBRE
1° turno: ⏰ 10.00
2° turno: ⏰ 12.00
3° turno: ⏰ 17.00

⏳ DURATA: 1h30
🎟 CONTRIBUTO: 12 euro, gratuito fino ai 16 anni
✒️ PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: inviare via mail all'indirizzo [email protected] indicando il numero di participanti, nome e cognome, il turno scelto e un numero di cellulare in caso di necessità. Vi risponderemo entro 24 ore confermandovi e dandovi i dettagli per partecipare all'evento.

Semplicemente incantevole la VILLA DORIA d’ANGRI a Posillipo.È una delle più importanti ville neoclassiche italiane, ma ...
21/09/2020

Semplicemente incantevole la VILLA DORIA d’ANGRI a Posillipo.

È una delle più importanti ville neoclassiche italiane, ma famosissima per essere stata la RESIDENZA di RICHARD WAGNER

Situata nella parte bassa di Posillipo in un Parco di 18,000 mq. ,
dotata di sentieri e rampe, che salgono fino a via PETRARCA, con una bellissima TERRAZZA che circonda l’intera struttura.
Nel giardino da ammirare anche una pregevole PAGODA OTTAGONALE, realizzata da Antonio Francesconi (1806-1882).

Completata nel 1833, per volere del principe MARCANTONIO DORIA d’ANGRI, uomo di spicco del Regno di Napoli, appartenente ad una famiglia ricca e potente genovese.

Correva l’anno 1876, quando a Napoli arriva il treno reale di LUDWIG di BAVIERA, sul quale viaggiava in p***a magna il suo musicista prediletto: RICHARD WAGNER, accompagnato dall'intera famiglia.
La sua carriera era all'apice, ma la salute in declino, da qui la decisione di trasferirsi in una città dove il clima e le bellezze naturali e culturali, avrebbero giovato alla sua salute.
Il soggiorno di WAGNER, non fu inizialmente uno dei migliori, per le attività frenetiche della città, il trambusto che ne derivava non era ideale per la quiete a cui l’artista era abituato nella città di Lipsia.
In breve tempo WAGNER fu conquistato da Napoli, nel corpo e nello spirito, la sua salute ebbe una notevole miglioria, ma soprattutto nella sua residenza portò a termine l’ultima sua grande opera musicale il: PARSIFAL, ispirandosi alla straordinaria bellezza del panorama del Golfo di Napoli.

La villa oggi è sede dell'Università degli Studi di Napoli "PARTHENOPE", e di un prestigioso MUSEO NAVALE.

INFO

Indirizzo: Via Francesco Petrarca, 80, 80123 Napoli NA
Telefono: 081 547 5417

L'appuntamento più importante e atteso, soprattutto dai napoletani, è quello del 19 settembre, FESTA DEL PATRONO di Napo...
19/09/2020

L'appuntamento più importante e atteso, soprattutto dai napoletani, è quello del 19 settembre, FESTA DEL PATRONO di Napoli:
SAN GENNARO, “FACCIA GIALLA”, il nome con cui i partenopei chiamano il Santo dovuto alla sua statua più famosa in argento dorato.

Il legame che Napoli e i napoletani hanno con San Gennaro va ben oltre la semplice devozione per il Santo Patrono.
È un sentimento viscerale e condiviso, che nel corso dei secoli ha superato divieti e restrizioni, rafforzandosi sempre più.

La peste del 1527 e la terribile eruzione del Vesuvio del 1631 rappresentano per Napoli due dei punti più drammatici della sua storia.
La cittadinanza, innanzi a quelle catastrofi e senza apparente possibilità di scampo, si raccoglie intorno alla propria memoria religiosa e ai propri santi alla ricerca di un aiuto, di un’intercessione capace di liberarla dalla sofferenza e della distruzione. In quegli anni bui si consolida e si concretizza il primato di San Gennaro come patrono della città partenopea.

SAN GENNARO, vescovo di Benevento, fu martirizzato nel 305 sotto l’imperatore DIOCLEZIANO.

Si stava recando a Miseno con due altri religiosi a fare visita a un diacono incarcerato a causa delle persecuzioni, ma venne imprigionato con i compagni e condannato a essere sbranato dalle belve nell'anfiteatro di Pozzuoli.
Poi i Romani optarono per la decapitazione presso l’attuale Solfatara, a Pozzuoli. Il suo corpo fu seppellito nell’Agro Marciano (oggi Fuorigrotta) e traslato nel V secolo nelle catacombe napoletane di Capodimonte.

Secondo la tradizione, il sangue era stato raccolto da una donna chiamata EUSEBIA durante l’esecuzione e posto in due AMPOLLE di vetro.
Fu proprio in questo periodo, secondo alcuni storici, che si verificò la prima LIQUEFAZIONE.
Si notò che, in vicinanza delle ossa del Santo, il contenuto delle ampolle da solido diventava liquido, ma la data ufficiale della prima liquefazione è il 1389.

Il “MIRACOLO”, si ripete 3 volte l'anno: la prima domenica di maggio (data della traslazione del corpo del Santo), il 19 settembre (giorno del martirio di San Gennaro) ed il 16 dicembre, anniversario dell'eruzione del Vesuvio del 1631 (si vuole che San Gennaro abbia fermato l'arrivo della lava alle porte della città).

Si ritiene che lo scioglimento del sangue di San Gennaro sia foriero di eventi fortunati.

La grande devozione e venerazione che la gente nutre per SAN GENNARO, è strettamente legata al suo sangue che attualmente è gelosamente conservato all'interno del DUOMO di Napoli, insieme con il suo busto, in cui sono situate le ossa che sembra appartengano al suo cranio, accanto al Duomo si trova il MUSEO del TESORO di SAN GENNARO.

Resta un’attesa intensa e speranzosa per tutti i napoletani il 19 Settembre, affinché si compia il cosiddetto "Miracolo di San Gennaro" all'interno del Duomo.

Ricordiamo due degli artisti contemporanei, che hanno legato alle loro meravigliose opere SAN GENNARO:

LELLO ESPOSITO, pittore e scultore napoletano, che proprio quest’anno ha ultimato un busto alto 4 metri e mezzo e del peso di oltre 2 tonnellate: «GLI OCCHI di SAN GENNARO», trasportato poi all’OSPEDALE COTUGNO di Napoli, in segno di protezione contro il Coronavirus per ammalati e personale sanitario.
La statua resterà fino a quando non sarà dimesso l’ultimo paziente affetto da Covid 19;

e JORIT, un artista specializzato in arte urbana, il suo SAN GENNARO, un MURALES alto più di 15 metri che ricopre una facciata di un palazzo nel quartiere Forcella.

INFO DUOMO
Indirizzo: Via Duomo, 147, 80138 Napoli NA

14/09/2020
Nella VALLE  CAUDINA, alle falde del MONTE TABURNO, sorge a picco su uno sperone di tufo, uno dei BORGHI più belli d’ It...
14/09/2020

Nella VALLE CAUDINA, alle falde del MONTE TABURNO, sorge a picco su uno sperone di tufo, uno dei BORGHI più belli d’ Italia: SANT’AGATA DE’ GOTI, in provincia di BENEVENTO.

Soprannominata “LA PERLA DEL SANNIO”.

Nella zona nord del territorio sono venute alla luce delle necropoli che risalgono al 300 a.C., piuttosto estese, lo scavo ha consentito di portare alla luce diverse tombe a cassa di lastre di Tufo, ben lavorate e di spessore e lunghezze variabili.

La pianta del centro storico è fatta a semicerchio e misura circa un chilometro in lunghezza.
Tutt'intorno si estendono le colline.

La sua storia comincia in un tempo lontano, alcuni secoli prima della nascita di Cristo e l’ipotesi più accreditata, racconta che questo borgo è sorto in corrispondenza dell’antica città sannitica di SATICULA.

Furono i Romani i primi ad insediarsi, i Saticoli (popolazione di Saticula), vengono menzionati da Virgilio nel libro VII dell'ENEIDE: per questo, già all'epoca della fondazione di Roma, gli abitanti di Saticula venivano distinti tra gli altri popoli dell'Appennino meridionale, e chiaramente indicati e riconosciuti nella loro identità etnica.

Molte le denominazioni che Saticula nel MEDIOEVO ha subito: Longobardi, Normanni, Svevi e Angioini si sono succeduti nel tempo.

Ci sono due tesi sul toponimo del borgo: uno dovuto alla presenza in città della famiglia francese dei DE GOTH (la stessa di Papa Clemente V), alla quale Roberto d'Angiò concesse il feudo di Sant'Agata nel 1300, il "de' Goti".
Un'altra tesi, invece, attribuisce il "de' Goti" al passaggio dei GOTI in questi territori nel corso del VI secolo.

Il borgo di Sant’Agata de’ Goti è ricco di splendidi monumenti, a partire dal CASTELLO DUCALE, in seguito divenuto PALAZZO DUCALE, eretto dai Longobardi e poi modificato e ampliato nell’XI secolo dai Normanni, oggi si lascia notare per la sua straordinaria imponenza e per i preziosi tesori che custodisce, come il bellissimo affresco di TOMMASO GIAQUINTO, datato al 1710, che decora la loggia al primo piano.

Molte le chiese da visitare: il DUOMO o CATTEDRALE dell’ASSUNTA, fondato nel 970, conserva pregevoli opere artistiche e una cripta romanica.

La Chiesa di SANT’ANGELO in MUNCULANIS risalente all’epoca longobarda.

Di grande bellezza è la CHIESA dell’ANNUNZIATA del 1300, che un tempo era fuori città, ora è completamente inglobata nel borgo, nel 1980 durante i lavori di restauro post terremoto si scoprì casualmente, uno straordinario ciclo di affreschi (fine ‘300 – inizio 400), intervallati dalle bellissime vetrate artistiche di BRUNO CASSINARI (pittore e sculture molto apprezzato anche dall'artista spagnolo PABLO PICASSO) e il maestoso Giudizio Universale posto sulla controfacciata.

Soggetto a numerose trasformazioni nel settecento, in perfetto stile barocco si ammira la CHIESA DI SAN FRANCESCO, con un controsoffitto in legno che mostra il cielo stellato dipinto in oro e azzurro, appartenuto ai Frati Minori Conventuali, arrivati nel paese nel 1267.

Un meraviglioso e straordinario mosaico pavimentale (XII secolo), tutto da ammirare nella CHIESA di SAN MENNA.

Passeggiando nel bellissimo Borgo, si incontrano numerosi Palazzi Storici, uno dei più interessanti da un punto di vista storico-artistico è il PALAZZO PARISI, un ex convento del XII secolo, contenente il museo sotterraneo “LE SEGRETE di PALAZZO PARISI”, un luogo macabro dove durante il periodo dell’Inquisizione, si compivano i peggiori crimini.

L' incredibile storia del VASO realizzato a PAESTUM tra il 350 e il 320 a.C. da ASSTEAS, ceramografo e ceramista greco, raffigurante il RATTO di EUROPA, esposto al Louvre, a Roma, a Milano, ma la sua collocazione definitiva sarà al Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino di MONTESCARCHIO nel beneventano, guidato da Luigina Tomay.

SANT’ AGATA de’ GOTI è rinomata anche per la sua gastronomia, in particolare per la produzione della MELA ANNURCA, una varietà molto antica che si sviluppa in un clima tipicamente mediterraneo.
Uno straordinario frutto “riscoperto” per le sue benefiche proprietà che ha ottenuto, nel 2006, il marchio "IGP" (indicazione geografica protetta).

Per trascorrere una giornata divertente con i bambini, ed accrescere la propria conoscenza della natura e della biodiver...
12/09/2020

Per trascorrere una giornata divertente con i bambini, ed accrescere la propria conoscenza della natura e della biodiversità del mondo animale e vegetale, a PESCO SANNITA, comune di BENEVENTO troviamo lo ZOO DELLE MAITINE.

Un’area di circa 4 ettari, con 30 reparti che contengono 70 specie per un totale di oltre 300 animali ospiti.

Le ultime arrivate sono PERCY e INDIRA, sono ENTELLI o langur di HANUMAN, un genere di scimmie del Vecchio Mondo.

Lo ZOO delle MAITINE, è l’unica struttura zoologica in Italia ad ospitarli, partecipando attivamente, insieme ad altre sedici strutture europee, al programma di conservazione di una specie a rischio di estinzione, che, come altre ospitate a Pesco Sannita, sono particolarmente minacciate nell'ambiente naturale di appartenenza.
Le varie aree geografiche sono state indicate con nomi suggestivi quali ad esempio: Le Terre D’Africa, I Colori del Sud America, Lo Spirito D’ Australia e la Fattoria degli Animali, una area dove i Visitatori hanno la possibilità, sotto la supervisione di un Keeper, di ve**re a contatto con i simpatici animali ospiti in essa contenuti.

Lo Zoo dispone di un attrezzato bar/bistrot, un Souvenir Shop, e per coloro che volessero degustare piatti tipici della cucina locale, adiacente allo zoo possono rifocillarsi presso l' Agriturismo Il Gelso delle Maitine.

INFO

Indirizzo: Via Fontana dell'Occhio, 1, 82020 Pesco Sannita BN
Telefono: 0824 981084

Una delle TRE RESIDENZE UFFICIALI del PRESIDENTE della REPUBBLICA, è la meravigliosa VILLA ROSEBERY a Posillipo, a Napol...
09/09/2020

Una delle TRE RESIDENZE UFFICIALI del PRESIDENTE della REPUBBLICA, è la meravigliosa VILLA ROSEBERY a Posillipo, a Napoli.

Risale all'inizio dell’800, edificata a partire dal 1801 dall'austriaco GIUSEPPE DE THURN, brigadiere della flotta borbonica, la villa è uno dei principali esempi di NEOCLASSICISMO a Napoli.

VILLA ROSEBERY, ha avuto numerosi proprietari, tra i quali Luigi di Borbone, fratello di re Ferdinando II, ma nel 1897 fu acquisita dallo statista inglese ARCHIBALD PHILIP PRIMROSE, conte di ROSEBERY, e ceduta successivamente allo Stato italiano.

Bianchissima, immersa nel verde del suo magnifico Parco di macchia mediterranea, con numerose specie di piante succulente, tra cui aloe e agavi americane ed esemplari esotici quali il Philodendron Selloum e Strelitzia Nicolai, dal particolare fiore bianco.

Si ammira la magnifica Palazzina Borbonica e un piccolo tempietto poco distante, dal quale si può scendere a mare.

Di recente, un gruppo di geologi guidati da Gianluca Minin ha rinvenuto, un’immensa cisterna esattamente sotto la Villa stessa: si tratta della più grande cisterna borbonica di Napoli.
Con una capienza di circa QUATTRO milioni di litri d’acqua piovana, con un sistema di raccoglimento delle acque, attraverso le cosiddette “bocche”, posizionate in via Ferdinando Russo.

Oggi VILLA ROSEBERY è visitabile soltanto in alcuni periodi dell’anno.

INFO
Indirizzo: Via Ferdinando Russo, 26, 80123 Napoli NA
Telefono: 06 3996 7557

Un’OASI VERDE nel mezzo della città un’area che conta un’estensione di 12 ettari e ben 25.000 esemplari: il REAL ORTO BO...
08/09/2020

Un’OASI VERDE nel mezzo della città un’area che conta un’estensione di 12 ettari e ben 25.000 esemplari:

il REAL ORTO BOTANICO di Napoli, sulla centrale VIA FORIA 223.

Fondata nel 1811 durante il dominio francese da GIUSEPPE BONAPARTE , fratello di NAPOLEONE, con l’obiettivo di moltiplicare le spezie utili alla salute, all'agricoltura ed all'industria.

Una rilassante passeggiata nel verde, attraversando le diverse aree espositive:
Piante INSETTIVORE, Piante ACQUATICHE e SERRE, a temperatura attentamente regolate, così da ricreare le condizioni ideali per la sopravvivenza di specie esotiche di particolare interesse.

L’ORTO BOTANICO di Napoli comprende CINQUE SERRE:
la Serra Monumentale Merola o Stufa temperata; le Serre Califano; le Serre di riproduzione e moltiplicazione di felci e orchidee; le Serre delle piante utili e la Serra Tropicale Messicana – Mangrovie.

Le aree in cui le piante sono disposte seguendo un criterio ecologico sono: il "DESERTO", la "SPIAGGIA", la "TORBIERA", la "ROCCAGLIA", la "MACCHIA MEDITERRANEA” e le vasche per le piante acquatiche.

Sono state localizzate due piccole aree di recente realizzazione, di cui una ospitante il percorso per i non vedenti, attraverso il quale gli utenti con il tatto, l’olfatto e la lettura in BRAILLE possono conoscere le varie risorse naturali presenti nell’orto, e l’altra dedicato alle principali piante citate nella Bibbia.

L'arboreto, la collezione di bulbose, tuberose e rizomatose e il vivaio sono zone che non seguono nessuno dei criteri su citati.

Inoltre si può ammirare anche il CASTELLO, un edificio risalente al XVI o al XVII secolo che fu inglobato nell'Orto botanico sin dalla fondazione del giardino.
Caratterizzato da una struttura quadrangolare di 32 m di lato, presenta agli angoli quattro torri coronate da merlature, di cui fa parte il Museo di Paleobotanica ed Etnobotanica.

Oggi gli spazi dell'orto fanno parte della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e dunque sono "terreno fertile" per gli studenti e le loro ricerche.

INFO

Indirizzo: Via Foria, 223, 80137 Napoli NA
Telefono: 081 253 3937

Le SETE che troviamo in VATICANO, al QUIRINALE, nella SALA OVALE della CASA BIANCA e le bandiere di quest'ultima e quell...
07/09/2020

Le SETE che troviamo in VATICANO, al QUIRINALE, nella SALA OVALE della CASA BIANCA e le bandiere di quest'ultima e quelle di BUCKINGHAM PALACE, provengono all'antica fabbrica Borbonica del COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN LEUCIO.

Riconosciuto nel 1997 dall’ UNESCO PATRIMONIO DELL’ UMANITA.

A soli 5 Km da CASERTA, il COMPLESSO DI SAN LEUCIO,
sorge sull'omonima collina, fu progettato dall’ ARCHITETTO FRANCESCO COLLECINI, seguendo le orme del suo maestro LUIGI VANVITELLI.
Acquistato dal Re CARLO di BORBONE nel 1750 dagli ACQUAVIVA di Caserta, famiglia nobile italiana, una delle sette grandi casate del Regno di Napoli.

Il suo scopo era quello di farne un luogo di caccia, con residenze secondarie per lo svago della Famiglia Reale.

Tuttavia, una volta subentrato al trono FERDINANDO IV di BORBONE, suo figlio e suo erede, in accordo con la consorte MARIA CAROLINA d’ AUSTRIA, lo scopo fu completamente modificato.
Il nuovo Re, infatti, dispose che si creasse sulla collina di SAN LEUCIO una fabbrica per la MANIFATTURA DELLA SETA, che accogliesse una comunità autonoma nota come REAL COLONIA DI SAN LEUCIO, basata su uno STATUTO che stabiliva leggi e regole.

Furono, a tale scopo, reclutate maestranze locali, alle quali si aggiunsero successivamente artigiani francesi genovesi piemontesi e messinesi, che si stabilirono in abitazioni appositamente fatte costruire lungo la collina, nei pressi della FABBRICA REALE, tenendo conto delle regole urbanistiche dell'epoca.

All'interno di questa città-fabbrica si svolgevano TUTTE le fasi del processo produttivo che portavano alla realizzazione di veri capolavori artigianali.

Per statuto, le coppie giovani che venivano a lavorare nella colonia avevano diritto di prelazione su queste case assieme a tutta una serie di altre “agevolazioni”, come l’istruzione gratuita per i figli dai 6 anni in poi e un lavoro garantito già a 15 anni con un orario ridotto, un bonus sulla produzione, la tutela delle vedove e degli invalidi ed altro.

Le donne erano particolarmente tutelate e vivevano una condizione di parità di diritti e doveri con gli uomini rispetto alla famiglia e alla società.

Le commesse di seta provenivano da tutta l’Europa.

A SAN LEUCIO, all'interno della fabbrica originaria del re Ferdinando, il PALAZZO del BELVEDERE, ha oggi sede il “MUSEO DELLA SETA”, che conserva alcuni macchinari originali, ancora funzionanti, per la lavorazione della seta che mostrano tutte le fasi della produzione con gli antichi telai restaurati ed azionati da una ruota idraulica posta nei sotterranei del palazzo.

Il COMPLESSO di SAN LEUCIO è un incantevole borgo, qui infatti, oltre a poter godere della meravigliosa vista dall'alto della città di Caserta, è possibile accedere alle antiche strutture del complesso, passando per i due casamenti dei quartieri operai, il palazzo del Belvedere e la chiesa dedicata a san Ferdinando Re.

Dal Belvedere, il panorama sulle colline che fiancheggiano il Parco della Reggia è di quelli mozzafiato, e facilmente si comprende perché Ferdinando IV di Borbone, salito al trono giovanissimo nel 1759, stabilì qui la sua residenza preferita.

INFO
Indirizzo: Via Vaccheria, 11, 81100 Caserta CE
Telefono: 0823 301817

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