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25/01/2023

“La Bella e la Bestia” arriva nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi in una messa in scena in abiti storici a cura di...

25/01/2023

La nostra Torino brilla nella notte! 💖
📷 Foto di Massimo Chiesa

Le Contrade di Torino
25/01/2023

Le Contrade di Torino

Lo spettacolo che non ti aspetti... Il deserto del Sahara ricoperto di neve .
Per la quinta volta in quasi quarant’anni, la quarta in meno di un decennio, la neve è tornata a imbiancare le dune di sabbia rossa e dorata appena fuori dalla cittadina di Ain Sefra, in Algeria, detta anche ‘porta del deserto’, a mille metri di altitudine, sulla catena montuosa dell’Atlas.
La prima nevicata di cui si ha traccia in questo territorio si è verificata nel 1979, quella successiva nel 2016 e poi nel 2018, nel 2021 e infine quest’anno (con solo una spolverata di neve). L’insolito evento, dunque, sta diventando sempre più frequente.
Alberto Angela UNofficial Fanpage

25/01/2023

Lo spettacolo che non ti aspetti... Il deserto del Sahara ricoperto di neve .
Per la quinta volta in quasi quarant’anni, la quarta in meno di un decennio, la neve è tornata a imbiancare le dune di sabbia rossa e dorata appena fuori dalla cittadina di Ain Sefra, in Algeria, detta anche ‘porta del deserto’, a mille metri di altitudine, sulla catena montuosa dell’Atlas.
La prima nevicata di cui si ha traccia in questo territorio si è verificata nel 1979, quella successiva nel 2016 e poi nel 2018, nel 2021 e infine quest’anno (con solo una spolverata di neve). L’insolito evento, dunque, sta diventando sempre più frequente.
Alberto Angela UNofficial Fanpage

Le Contrade di Torino
25/01/2023

Le Contrade di Torino

Lingua piemontese

Il piemontese (nome nativo piemontèis, [pjemʊŋˈtɛjz]) è una lingua romanza appartenente al gruppo delle lingue gallo-italiche parlate nell'Italia settentrionale.

Il piemontese è una lingua che possiede caratteristiche lessicali, fonetiche e morfo-sintattiche peculiari, che lo distinguono con una certa intensità all'interno del continuum, e lo differenziano nettamente dall'italiano e dal francese, lingue a cui è sovente associato per via della storia linguistica e della posizione geo-storica del Piemonte. È anche lingua di raccordo tra il lombardo e l'occitano.

Nel Piemonte sono state utilizzate storicamente ben otto lingue, di cui quella che prende il nome di "piemontese" è l'unica ad essere centrata e racchiusa quasi interamente nel territorio della suddivisione amministrativa. La lingua piemontese è inoltre parte della memoria storica della colonizzazione gringa della pampa argentina. Dal punto di vista genealogico, il piemontese deriva dalla lingua latina innestata sugli idiomi celtici e celto-liguri dopo l'occupazione romana del Piemonte, con successivi contatti e apporti dalle lingue prossime e da quelle adottate come ufficiali.

Come lingua scritta il piemontese si usa fin dal XII secolo (Sermoni subalpini), ma una vera koinè per uso letterario si è sviluppata solo nel Settecento, epoca che vide la nascita di una letteratura a carattere nazionale che toccò poco per volta tutti i generi: dalla lirica al romanzo, alla tragedia e all'epica. La grafia piemontese si basa sulla tradizione del Settecento; tuttavia dal Novecento gode di una normazione più precisa e completa che ha dato un non piccolo contributo alla stabilità e all'unità della lingua, contribuendo inoltre a codificare anche alcune varietà orali che avevano avuto tradizioni letterarie scarse o assenti.

Il piemontese deve ritenersi una lingua regionale o minoritaria ai sensi della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, che all'articolo 1 afferma che per «lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue [...] che non sono dialetti della lingua ufficiale dello Stato».[8] È riconosciuto fra le lingue minoritarie europee dal 1981 (rapporto 4745 del Consiglio d'Europa) ed è inoltre censito dall'UNESCO, nell'Atlante delle lingue del mondo in pericolo, tra le lingue meritevoli di tutela. Va tuttavia segnalato che il riconoscimento dello status di minoranza linguistica non spetta né al Consiglio d'Europa, né al Parlamento europeo, essendo questo riconoscimento di esclusiva spettanza degli Stati firmatari dei singoli trattati europei. Lo stesso dicasi per l'UNESCO, che con il suo atlante delle lingue in pericolo non conferisce alcun riconoscimento di minoranza linguistica, ma si limita a segnalare gli idiomi che ritiene in pericolo di scomparsa.

Il 15 dicembre 1999 il Consiglio regionale del Piemonte, nell'ordine del giorno contenente la richiesta al presidente della Repubblica di rinviare alle Camere la legge statale di tutela delle minoranze linguistiche storiche, ha ufficialmente riconosciuto il piemontese quale lingua regionale del Piemonte. Nel 2015 il Consiglio regionale del Piemonte ha inoltre attivato la versione in piemontese del proprio sito ufficiale. La legge regionale n. 11/2009 di valorizzazione del patrimonio linguistico del Piemonte è stata aggiornata nel 2016 a seguito della sentenza della corte costituzionale n. 170/2010 che ne aveva fortemente compromesso l'efficacia (dichiarava infatti incostituzionale il diritto arrogatosi dalla Regione Piemonte di «identificare e tutelare in maniera autonoma ed indiscriminata una propria "lingua" regionale»).

Pur non essendo regolato ufficialmente da nessuna istituzione, il piemontese è materia di ricerca del Centro Studi Piemontesi - Ca dë Studi Piemontèis, fondato a Torino da Renzo Gandolfo nel 1969, che conduce ricerche sulla lingua, la letteratura e le sue varietà, e organizza i Rëscontr antërnassionaj per attirare allo studio della lingua altri accademici occidentali.
(Fonte: Wikipedia)

25/01/2023

Lingua piemontese

Il piemontese (nome nativo piemontèis, [pjemʊŋˈtɛjz]) è una lingua romanza appartenente al gruppo delle lingue gallo-italiche parlate nell'Italia settentrionale.

Il piemontese è una lingua che possiede caratteristiche lessicali, fonetiche e morfo-sintattiche peculiari, che lo distinguono con una certa intensità all'interno del continuum, e lo differenziano nettamente dall'italiano e dal francese, lingue a cui è sovente associato per via della storia linguistica e della posizione geo-storica del Piemonte. È anche lingua di raccordo tra il lombardo e l'occitano.

Nel Piemonte sono state utilizzate storicamente ben otto lingue, di cui quella che prende il nome di "piemontese" è l'unica ad essere centrata e racchiusa quasi interamente nel territorio della suddivisione amministrativa. La lingua piemontese è inoltre parte della memoria storica della colonizzazione gringa della pampa argentina. Dal punto di vista genealogico, il piemontese deriva dalla lingua latina innestata sugli idiomi celtici e celto-liguri dopo l'occupazione romana del Piemonte, con successivi contatti e apporti dalle lingue prossime e da quelle adottate come ufficiali.

Come lingua scritta il piemontese si usa fin dal XII secolo (Sermoni subalpini), ma una vera koinè per uso letterario si è sviluppata solo nel Settecento, epoca che vide la nascita di una letteratura a carattere nazionale che toccò poco per volta tutti i generi: dalla lirica al romanzo, alla tragedia e all'epica. La grafia piemontese si basa sulla tradizione del Settecento; tuttavia dal Novecento gode di una normazione più precisa e completa che ha dato un non piccolo contributo alla stabilità e all'unità della lingua, contribuendo inoltre a codificare anche alcune varietà orali che avevano avuto tradizioni letterarie scarse o assenti.

Il piemontese deve ritenersi una lingua regionale o minoritaria ai sensi della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, che all'articolo 1 afferma che per «lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue [...] che non sono dialetti della lingua ufficiale dello Stato».[8] È riconosciuto fra le lingue minoritarie europee dal 1981 (rapporto 4745 del Consiglio d'Europa) ed è inoltre censito dall'UNESCO, nell'Atlante delle lingue del mondo in pericolo, tra le lingue meritevoli di tutela. Va tuttavia segnalato che il riconoscimento dello status di minoranza linguistica non spetta né al Consiglio d'Europa, né al Parlamento europeo, essendo questo riconoscimento di esclusiva spettanza degli Stati firmatari dei singoli trattati europei. Lo stesso dicasi per l'UNESCO, che con il suo atlante delle lingue in pericolo non conferisce alcun riconoscimento di minoranza linguistica, ma si limita a segnalare gli idiomi che ritiene in pericolo di scomparsa.

Il 15 dicembre 1999 il Consiglio regionale del Piemonte, nell'ordine del giorno contenente la richiesta al presidente della Repubblica di rinviare alle Camere la legge statale di tutela delle minoranze linguistiche storiche, ha ufficialmente riconosciuto il piemontese quale lingua regionale del Piemonte. Nel 2015 il Consiglio regionale del Piemonte ha inoltre attivato la versione in piemontese del proprio sito ufficiale. La legge regionale n. 11/2009 di valorizzazione del patrimonio linguistico del Piemonte è stata aggiornata nel 2016 a seguito della sentenza della corte costituzionale n. 170/2010 che ne aveva fortemente compromesso l'efficacia (dichiarava infatti incostituzionale il diritto arrogatosi dalla Regione Piemonte di «identificare e tutelare in maniera autonoma ed indiscriminata una propria "lingua" regionale»).

Pur non essendo regolato ufficialmente da nessuna istituzione, il piemontese è materia di ricerca del Centro Studi Piemontesi - Ca dë Studi Piemontèis, fondato a Torino da Renzo Gandolfo nel 1969, che conduce ricerche sulla lingua, la letteratura e le sue varietà, e organizza i Rëscontr antërnassionaj per attirare allo studio della lingua altri accademici occidentali.
(Fonte: Wikipedia)

Le Contrade di Torino
25/01/2023

Le Contrade di Torino

Comprese anche le visite guidate tematiche per i visitatori

25/01/2023

Comprese anche le visite guidate tematiche per i visitatori

Le Contrade di Torino
25/01/2023

Le Contrade di Torino

Il modellino di utero realizzato in tessuto e in scala 1:1 dall'ostetrica francese Angélique du Coudray (1712-1794). Angelique diviene nota per la sua abilità nel parto e, su incarico di Luigi XVI, dal 1760 al 1783 viaggia per tutta la Francia per condividere le sue conoscenze e limitare la piaga della mortalità al parto. In più di venti anni, forma più di 10.000 donne. E' suo anche un manuale sul parto particolarmente apprezzato.

Post originale di Museum of Artifacts

25/01/2023

Il modellino di utero realizzato in tessuto e in scala 1:1 dall'ostetrica francese Angélique du Coudray (1712-1794). Angelique diviene nota per la sua abilità nel parto e, su incarico di Luigi XVI, dal 1760 al 1783 viaggia per tutta la Francia per condividere le sue conoscenze e limitare la piaga della mortalità al parto. In più di venti anni, forma più di 10.000 donne. E' suo anche un manuale sul parto particolarmente apprezzato.

Post originale di Museum of Artifacts

Le Contrade di Torino
25/01/2023

Le Contrade di Torino

L'articolo è uscito ieri a firma di Will Hide e racconta le mete da visitare, i cibi da gustare e le vie in cui perdersi

25/01/2023

L'articolo è uscito ieri a firma di Will Hide e racconta le mete da visitare, i cibi da gustare e le vie in cui perdersi

25/01/2023

E se ti chiedono perché ami camminare per monti e perderti per sentieri,
tu rispondi che quando lo fai il tempo si ferma,
e smetti di chiederti che ore sono,
dove ti trovi,
e perfino chi sei...
e digli che spariscono tutte le paure per ciò che ti aspetta nel tuo futuro,
e il dolore per le strade sbagliate che hai percorso nel tuo passato...
e svanisce perfino la fatica provata per arrivare fin lì, perché in quel momento esiste solo la vita che scorre intorno a te, lenta e dolce, del qui ed ora
e poi digli che in un mondo frenetico dove tutti inseguono "il fare" tu scegli "l'essere"...

25/01/2023

Volpe

25/01/2023

BIODIVERSITÀ
Perché è importante praticare l’agricoltura naturale? Perché nelle scelte di acquisto è importante supportare l’agricoltura sostenibile, ossia quella che non altera i meccanismi rigenerativi del ciclo della vita? I motivi sono decine e decine. Eccovene uno fra i tanti.

14/01/2023

Sono tornato finalmente in forze, pronto a continuare a cambiare il mondo, insieme. Ed ecco, lei è Merveille, l’ultima bambina che abbiamo liberato delle miniere del Congo.

L’abbiamo trovata una mattina, sotto il sole cocente, lavare i minerali nell’acqua tossica insieme alla sua sorellina. Sua madre, a pochi crateri di distanza, levava alto sopra il capo il piccone per poi abbatterlo, ancora e ancora, sulla roccia brutale, cercando rame e cobalto per i nostri nuovi smartphone. Nei suoi occhi, come negli occhi di tutti i bambini minatori, un abisso senza fine.

Eppure il sorriso è riaffiorato subito, neanche un’ora dopo, quando le abbiamo riaccompagnate a casa - una capanna di fango - per l’iscrizione alla nostra Scuola di Emergenza. A detta del mondo, il destino di Merveille era segnato: un lavoro da schiava, un matrimonio adolescenziale, tanti figli da sfamare e un’aspettativa di vita sotto i 60 anni. Ora, invece, Merveille andrà a Scuola, si diplomerà, andrà all’università, se vorrà, e così salverà la sua famiglia - sua madre, quello scricciolo della sua sorellina e i suoi figli, se ne avrà - dal disumano lavoro in miniera.

Vedi? Basta poco a ridare il sorriso. Basta poco a fare la differenza. Poco a salvare vite umane. Basta poco, veramente poco… per cambiare il mondo. Cambiarlo davvero, senza retorica.

Quello che stiamo facendo per questi bambini è bellissimo e ci riempie il cuore di speranza, ma non dovrebbe essere sottolineato come eccezionale. Anzi. Dovrebbe essere la normalità. Ma insomma, ti rendi conto!? Si tratta di Scuola. Semplice, semplicissima Scuola. Si tratta di cibo, di servizi sanitari, di vestiti, di protezione dell’infanzia, di diritti umani. Tutte cose che noi diamo per scontate. Cosa c’è di eccezionale nel mandare una bambina di 9 anni a Scuola? Cosa c’è di eccezionale nel dire di NO al lavoro minorile? Alla schiavitù in miniera, maledizione!?

E, invece, in questo mondo marcio quello che facciamo è eccezionale, purtroppo. La prova?

Abbiamo ricevuto una visita importante qualche giorno fa. Il Capo della Divisione degli Affari Sociali della città di Kolwezi in persona ha fatto visita a Pamoja, la nostra Scuola in Congo.

Ci ha fatto i complimenti, ci ha stretto la mano, si è commosso, quasi. È un uomo anziano, fragile, tra i pochissimi, tra chi ricopre posizioni di autorità, ad avere a cuore i più vulnerabili. “Di tutte le ONG che vengono qui nascondendosi dietro le loro casse di soldi,” ha detto, “che prendono i bambini dalle miniere ma poi non sanno dove metterli e così li condannano a ritornare in miniera, tutto per riempire di numeri i loro registri e poi chiedere altri fondi, voi siete i primi ad avere aperto una Scuola che faccia vera riabilitazione scolastica dei bambini miniatori.”

Sto citando le sue parole testualmente.

“UNICEF e Save the Children sostengono di inserire i bambini all’interno di centri di recupero scolastico, eppure l’unico centro di recupero scolastico conforme in tutta la regione siete voi.”

Ha aggiunto poi che alcuni centri di recupero scolastico nascondono persino il lavoro minorile sotto le mentite spoglie di iniziative di piccolo business. Insomma, spostano i bambini dalle miniere per metterli davanti alle macchine da cucire e farsi un po’ di manodopera gratuita.

Non voglio sparare sulla Croce Rossa (letteralmente). Il settore umanitario è complesso e conta diverse organizzazioni che lavorano in modo eccellente - prima tra tutte Medici Senza Frontiere, nostra partner, tra l’altro. Al contempo sono altrettante le realtà opache e, purtroppo, più opero e scopro i segreti di questo mondo, più sento il dovere di mettere in guardia chi mi legge. Più di ogni altro settore, troppo spesso la cooperazione internazionale si rivela collusa con la politica, con le multinazionali, con i signori della guerra. Troppo spesso l’aiuto umanitario è utilizzato per determinare, nel bene e nel male, il futuro di Paesi e di bambini come Merveille. Il Congo è senza dubbio uno dei Paesi più poveri al mondo pur essendo il più ricco di risorse naturali anche grazie a un aiuto umanitario studiato al fine di tenere in vita la popolazione senza permetterle mai di emanciparsi davvero. E questo non è solo Nicolò Govoni ad affermarlo: sono i congolesi stessi.

Noi di Still I Rise non ci piegheremo mai al volere della politica, delle multinazionali, dei soldi e del potere. Anche se questo dovesse costarci caro. Anche se dovesse costarci la vita. Solo così potremo fare giustizia a bambine come Merveille. Perché il nostro obiettivo non è riabilitare una sola bambina, no. Il nostro obiettivo è costruire una società in cui non ci siano più bambini da riabilitare. Una società libera. Una società giusta. Una società migliore. Una società possibile.

Ma ora basta parlare di cose tristi. Questo è il tuo momento, Merveille. Dopo una vita di ingiustizie, ora potrai costruirti il futuro che meriti. Vai, adesso. E riempi il mondo di Meraviglia!

P.s. Grazie alle oltre 20.000 persone che mi hanno mandato affetto ed energia dai quattro angoli del globo durante la convalescenza: siete il mio elisir di lunga vita! ❤️

IMPORTANTE: durante la convalescenza non me lo hanno detto, ma i miei colleghi pensavano mi avessero avvelenato. Il Congo è un Paese pericoloso, e in primo luogo devo tutelare la mia incolumità per continuare a dirigere Still I Rise e così cambiare il mondo. A causa della malattia e della scarsa sicurezza pubblicherò gli aggiornamenti con 72 ore di scarto d’ora in poi.

14/01/2023

14/01/2023

Può sembrare un uccellino, ma in realtà è un fiore.
Una Magnolia Liliflora.

14/01/2023
26/12/2022

Le Contrade di Torino

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