14/01/2023
Sono tornato finalmente in forze, pronto a continuare a cambiare il mondo, insieme. Ed ecco, lei è Merveille, l’ultima bambina che abbiamo liberato delle miniere del Congo.
L’abbiamo trovata una mattina, sotto il sole cocente, lavare i minerali nell’acqua tossica insieme alla sua sorellina. Sua madre, a pochi crateri di distanza, levava alto sopra il capo il piccone per poi abbatterlo, ancora e ancora, sulla roccia brutale, cercando rame e cobalto per i nostri nuovi smartphone. Nei suoi occhi, come negli occhi di tutti i bambini minatori, un abisso senza fine.
Eppure il sorriso è riaffiorato subito, neanche un’ora dopo, quando le abbiamo riaccompagnate a casa - una capanna di fango - per l’iscrizione alla nostra Scuola di Emergenza. A detta del mondo, il destino di Merveille era segnato: un lavoro da schiava, un matrimonio adolescenziale, tanti figli da sfamare e un’aspettativa di vita sotto i 60 anni. Ora, invece, Merveille andrà a Scuola, si diplomerà, andrà all’università, se vorrà, e così salverà la sua famiglia - sua madre, quello scricciolo della sua sorellina e i suoi figli, se ne avrà - dal disumano lavoro in miniera.
Vedi? Basta poco a ridare il sorriso. Basta poco a fare la differenza. Poco a salvare vite umane. Basta poco, veramente poco… per cambiare il mondo. Cambiarlo davvero, senza retorica.
Quello che stiamo facendo per questi bambini è bellissimo e ci riempie il cuore di speranza, ma non dovrebbe essere sottolineato come eccezionale. Anzi. Dovrebbe essere la normalità. Ma insomma, ti rendi conto!? Si tratta di Scuola. Semplice, semplicissima Scuola. Si tratta di cibo, di servizi sanitari, di vestiti, di protezione dell’infanzia, di diritti umani. Tutte cose che noi diamo per scontate. Cosa c’è di eccezionale nel mandare una bambina di 9 anni a Scuola? Cosa c’è di eccezionale nel dire di NO al lavoro minorile? Alla schiavitù in miniera, maledizione!?
E, invece, in questo mondo marcio quello che facciamo è eccezionale, purtroppo. La prova?
Abbiamo ricevuto una visita importante qualche giorno fa. Il Capo della Divisione degli Affari Sociali della città di Kolwezi in persona ha fatto visita a Pamoja, la nostra Scuola in Congo.
Ci ha fatto i complimenti, ci ha stretto la mano, si è commosso, quasi. È un uomo anziano, fragile, tra i pochissimi, tra chi ricopre posizioni di autorità, ad avere a cuore i più vulnerabili. “Di tutte le ONG che vengono qui nascondendosi dietro le loro casse di soldi,” ha detto, “che prendono i bambini dalle miniere ma poi non sanno dove metterli e così li condannano a ritornare in miniera, tutto per riempire di numeri i loro registri e poi chiedere altri fondi, voi siete i primi ad avere aperto una Scuola che faccia vera riabilitazione scolastica dei bambini miniatori.”
Sto citando le sue parole testualmente.
“UNICEF e Save the Children sostengono di inserire i bambini all’interno di centri di recupero scolastico, eppure l’unico centro di recupero scolastico conforme in tutta la regione siete voi.”
Ha aggiunto poi che alcuni centri di recupero scolastico nascondono persino il lavoro minorile sotto le mentite spoglie di iniziative di piccolo business. Insomma, spostano i bambini dalle miniere per metterli davanti alle macchine da cucire e farsi un po’ di manodopera gratuita.
Non voglio sparare sulla Croce Rossa (letteralmente). Il settore umanitario è complesso e conta diverse organizzazioni che lavorano in modo eccellente - prima tra tutte Medici Senza Frontiere, nostra partner, tra l’altro. Al contempo sono altrettante le realtà opache e, purtroppo, più opero e scopro i segreti di questo mondo, più sento il dovere di mettere in guardia chi mi legge. Più di ogni altro settore, troppo spesso la cooperazione internazionale si rivela collusa con la politica, con le multinazionali, con i signori della guerra. Troppo spesso l’aiuto umanitario è utilizzato per determinare, nel bene e nel male, il futuro di Paesi e di bambini come Merveille. Il Congo è senza dubbio uno dei Paesi più poveri al mondo pur essendo il più ricco di risorse naturali anche grazie a un aiuto umanitario studiato al fine di tenere in vita la popolazione senza permetterle mai di emanciparsi davvero. E questo non è solo Nicolò Govoni ad affermarlo: sono i congolesi stessi.
Noi di Still I Rise non ci piegheremo mai al volere della politica, delle multinazionali, dei soldi e del potere. Anche se questo dovesse costarci caro. Anche se dovesse costarci la vita. Solo così potremo fare giustizia a bambine come Merveille. Perché il nostro obiettivo non è riabilitare una sola bambina, no. Il nostro obiettivo è costruire una società in cui non ci siano più bambini da riabilitare. Una società libera. Una società giusta. Una società migliore. Una società possibile.
Ma ora basta parlare di cose tristi. Questo è il tuo momento, Merveille. Dopo una vita di ingiustizie, ora potrai costruirti il futuro che meriti. Vai, adesso. E riempi il mondo di Meraviglia!
P.s. Grazie alle oltre 20.000 persone che mi hanno mandato affetto ed energia dai quattro angoli del globo durante la convalescenza: siete il mio elisir di lunga vita! ❤️
IMPORTANTE: durante la convalescenza non me lo hanno detto, ma i miei colleghi pensavano mi avessero avvelenato. Il Congo è un Paese pericoloso, e in primo luogo devo tutelare la mia incolumità per continuare a dirigere Still I Rise e così cambiare il mondo. A causa della malattia e della scarsa sicurezza pubblicherò gli aggiornamenti con 72 ore di scarto d’ora in poi.