Creazioni fatte a mano by Stefania

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18/04/2024

"Cara signora, dovrebbe stare più attenta ai compiti di suo figlio: ieri li ha fatti sbagliati"
"Senta signora, dovrebbe seguire di più il bambino: ogni tanto si dimentica libri e quaderni a casa"
"Cara mamma, dovrebbe stargli più dietro: oggi aveva nella cartella un libro di troppo e inoltre ha perso la gomma".. e così via, dal primo giorno di scuola.
Allora, care maestre, vi scrivo una lettera che vale per sempre, per tutte le volte che avete sorriso con sopportazione alle mie risposte, ma senza comprenderle appieno.
Questa è la risposta di una mamma che ha già fatto la scuola elementare e pensava di aver concluso decine di anni orsono.
Di una mamma degenere.
Trovo molto bizzarro che i rimproveri sul quaderno di mio figlio siano indirizzati a me piuttosto che al bambino. Perché su quella seggiolina minuscola il mio fondoschiena abbondante non ci starebbe, e per fortuna a scuola viene lui e non la sua mamma.
È piuttosto buffo che venga richiesto il mio costante intervento per compiti troppo complessi, troppo lunghi, troppo noiosi. Perché vi confesso che quei compiti li so svolgere brillantemente, da genio della classe, ma purtroppo li avete assegnati a lui e non a me.
E mi fa divertire che venga insinuato che non seguo i miei figli perché ogni tanto dimenticano uno dei tre/quattro libri che hanno per ogni materia, talmente complicati che occorre il diploma di scuola superiore per capire quali portare e quando. Io per fortuna ho anche la laurea ma mio figlio no, e in fondo è lui che deve organizzare la propria cartella con i testi che voi avete adottato.
E mi sorprende che venga richiesto a me di fare un lavoro che ho scelto di delegare alla scuola, ossia insegnare a studiare, quando il mio lavoro è tutt'altro.
Perché ritengo che mio compito sia insegnare l'autonomia e l'autostima, ma questo posso farlo solo se i bambini avranno compiti tarati sulle loro possibilità, che siano in grado di svolgere da soli.
Per la loro soddisfazione devono POTERCELA FARE senza la guida costante di un adulto che li indirizzi sempre, costantemente, passo passo.
E se questo non accade è forse perché quello che viene loro richiesto è troppo.
Ma non è solo colpa vostra, care maestre.
Perché ci sono genitori che si prestano quotidianamente, con pazienza e dedizione, a fare scuola con loro, a loro, per loro, e questo vi confonde.
Allora per favore mamme premurose aiutate questa mamma degenere: lasciate che i bambini sbaglino e dimentichino libri e quaderni, ogni tanto!
Perché in questo modo gli insegnanti capiranno quali sono i limiti di un bambino di quella età e potranno modificare le richieste in base alle LORO capacità.
Non spianate la strada troppo in salita, perchè se gli insegnanti vedranno risultati ottimi continueranno ad alzare il tiro, chiedendo sempre di più e ben oltre le loro possibilità.
Lasciate che sbaglino, che siano rimproverati, che paghino per le loro distrazioni, perché solo così saranno orgogliosi di farcela: perché lo avranno fatto da soli e finalmente avranno imparato.
Non credo sia un merito sedersi ogni giorno accanto ai figli e spiegare cosa devono fare e come. Così facendo confonderete gli insegnanti, che di fronte ai prossimi errori di un vero bambino di 7 anni, anziché capire, non troveranno altra soluzione che sgridare la sua mamma.
La sua mamma degenere.

07/08/2023
02/01/2023

Lui è Giuseppe. Vive a Bari. È il 1997. Ha 24 anni. Entra nei Vigili del fuoco. In caserma lo chiamano il brillante. Giuseppe è uno tosto, uno che dà del tu al pericolo. Presta servizio in tutta Italia, ne vede di cotte e di crude. Incidenti stradali, incendi, disastri ferroviari, cambiano le situazioni, lui rimane freddo, lucido, operativo. È l’estate del 2020. Giuseppe ha un momento libero, prende il telefono, naviga sui social, scorre foto e post. Un video attira la sua attenzione. C’è un anziano, è con il nipotino, sono in barca, l’uomo immerge il piccolo in acqua, lo guarda, sospira, è felice. Il piccolo è affetto da autismo, si diverte, è felice. Giuseppe invece è commosso. Spegne il telefono. Esce. Raggiunge il porto di Bari, cammina sul molo. Pensa. Anche lui ha una barca, un gommone di 8 metri. Infila le mani in tasca, afferra il telefono, apre la pagina Facebook, scrive un post. Offro un giro in barca a mie spese a ragazzi autistici, zona Bari. Poche parole, semplici, dirette, buttate giù di getto. Tanto non le leggerà nessuno. Giuseppe riprende la sua camminata, guarda il mare, dimentica ogni cosa. Sarebbe tutto meraviglioso se solo il telefono non la smettesse di squillare. Ma chi è che…! Messaggi, notifiche, richieste, e una cascata di ringraziamenti. Giuseppe non riesce a credere ai suoi occhi. Non gli resta che mettersi all’opera. Raccoglie le adesioni, chiede i permessi, prova il percorso, sistema il gommone e organizza il primo tour. Si parte. È emozionato. I bambini sono accompagnati dai genitori, Giuseppe si mette al timone, naviga lungo la litoranea, poi si ferma in una caletta. I piccoli si tuffano, ridono, sono felici. I genitori brillano di gioia riflessa, anche loro sono felici. Giuseppe è in un’altra dimensione, è in pace con se stesso e con il creato. È un uomo di 48 anni, ha una famiglia e un lavoro che gli lasciano poco tempo libero. Ma appena può, scappa in mare con i ragazzi. Molti gli chiedono perché lo faccia, è un impegno e una grossa responsabilità. Giuseppe Valrosso non sa come spiegarlo, è una questione di felicità.

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10/12/2022

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LO SAPEVATE CHE... Esiste un'iniziativa per raccogliere e riparare pc inutilizzati, e regalarli a bambini e ragazzi in difficoltà? L'idea di quattro adolescenti che si sono messi in gioco e hanno dato il loro prezioso contributo!

17/11/2022

Sappiamo bene quanto sia importante ricevere un’adeguata istruzione scolastica per diventare in futuro persone colte e preparate. Ambire sempre al massimo dei voti e accedere ai college più prestigiosi è il sogno di molti studenti ma soprattutto delle famiglie. In Spagna però c’è un istituto...

07/11/2022

Lovvini miei ma voi sapere che cos’è il “priscio”!?Che poi tradotto dal pugliese significa entusiasmo, desiderio fervente, passione  estrema! Perché questo è quello che dovrebbe avvertire un prof quando fa lezione ed è questo che deve arrivare agli studenti!

Grazie lovvini del Corriere del Mezzogiorno per queste bellissime parole! ❤️🤩❤️

07/11/2022

“Scusi, quanto costa un cornetto”?
Faccio colazione al bar della stazione, in attesa del treno delle 6:00, quando sento un ragazzo chiedere al barista: “scusi, quanto costa un cornetto”?
Difficilmente si sente chiedere il prezzo del cornetto o del caffè al bar. Per cui osservo il ragazzo e noto che è come se si facesse i conti. Dopo un po’ chiede un cornetto. Ma nient’altro.
Esce dal bar, lo seguo, noto che dopo pochi metri si ferma appoggiandosi al muro della stazione.
Il mio treno non era ancora arrivato, il suo regionale era quasi pronto per la partenza.
Mi avvicino parlando banalmente del tempo, del vento… per poi chiedergli: “com’era il cornetto?” E lui: “non era male. Come mai me lo chiede?”
Uso la massima accortezza: “per curiosità, a me non è piaciuto tanto. Comunque non ho ancora preso il caffè. Le va di prenderlo insieme?”
Mi guarda incuriosito: “certo, grazie, è molto gentile. Ma ho solo 10 minuti. Poi devo prendere il treno assolutamente, oggi è il mio primo giorno di lavoro”.
Rientriamo nel bar e gli dico: “senta, non le va un cappuccino”? Accetta. Consumiamo e subito torniamo verso i binari. Il ragazzo si ferma, sguardo triste, voce bassa: “lo so che ha capito. E la ringrazio perché non me l’ha fatto pesare. Oggi inizio a lavorare, e non è il lavoro che mi aspettavo. Ma io non posso più pesare sulla mia famiglia. Perché i miei non ce la fanno più. Ho sempre poche monete in tasca, ma ora a fine mese finalmente potrò anche io portare qualcosa a casa’’. Ancora grazie per il cappuccino e soprattutto per il garbo. Non sono cose scontate”. Corre a prendere il suo treno. Il mio arriva quasi subito.
Parto con un senso di tristezza, immaginando quanta gente ogni giorno non possa permettersi nemmeno un cappuccino al bar. Ma quando questo succede a un ragazzo, la tristezza diventa angoscia. Non è giusto.

Franco Laratta, nella tua semplicità sei stato un grande.
Tanto delicato, da far quasi passare in secondo piano la tua generosità.
La politica e le istituzioni, le stesse che ultimamente sono impegnate in una incomprensibile e nauseante caccia ai più poveri, avrebbero molto da imparare dal tuo esempio.
Grazie dal profondo del ❤
Piero Gurrieri tra la gente

04/11/2022

''Cosa ce ne facciamo dei ragazzi che prendono 10, 9, 8 a scuola se non sono in grado di intervenire quando viene fatto del male ad un compagno, quando hanno delle prestazioni eccezionali ma non hanno strumenti per aiutare un loro amico e riconoscere un bisogno. Si punta troppo sulle prestazioni e troppo poco sui sentimenti, troppo egoismo e impoverimento emotivo.
Un figlio prima deve diventare un uomo inteso “persona con valori”. Non puntiamo solo sulle prestazioni. ''
Piero Angela

17/09/2022

Bellissimo 🧡🌵

17/09/2022

Una richiesta a tutti i giovani che tornano fra i banchi in questi giorni (nonché al personale di ogni scuola). Se vedi una persona che ha problemi a fare amicizia o è afflitta perché non ha molti amici, si vergogna, o non è così bella, Salutalo/a o almeno fallo/a sorridere mentre passa. Non conosciamo la vita di questa persona al di fuori della scuola. La tua gentilezza potrebbe fare una grande differenza e non ti costa nulla. La vita è bella ❤️

Fatte con le mie mani,per le persone a me care! I miei figli
12/06/2022

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Ultima nata per un' occasione speciale
23/05/2022

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