Five Café Varese

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Five Café Varese Un punto di incontro e ristoro nella casa della Pallacanestro Varese dove potresti trovare giocatori & staff della Serie A1 e del Settore Giovanile.
(6)

Degustazione Birre Poretti con tecnologia di spillatura Draughtmaster (priva di CO2) che mantiene il gusto del prodotto come all'origine. Utilizzo di prodotti tipici del territorio garantiti dal Consorzio "Varese da gustare"

Degustazione Caffè 75 e preparazione di cappucci con techinche "Latte Art"

Amca Hs Varese - Olympic Basket Verona 76 - 37🏀🏀🔴⚪️🔴🏀🏀
01/03/2022

Amca Hs Varese - Olympic Basket Verona 76 - 37

🏀🏀🔴⚪️🔴🏀🏀

HSVarese vs Laumas Gioco Parma 73-67Foto di Massimo Longo
15/02/2022

HSVarese vs Laumas Gioco Parma 73-67
Foto di Massimo Longo

12/01/2020
ANDARE OLTRECome forse molti di voi già sapranno, da questa stagione sportiva io e la mia famiglia non saremo più i gest...
11/09/2019

ANDARE OLTRE

Come forse molti di voi già sapranno, da questa stagione sportiva io e la mia famiglia non saremo più i gestori del bar del Palazzetto di Masnago.

Non mi soffermerò sui motivi che hanno portato a questo costretto addio, ma non posso nascondere il sentimento di tristezza infinita che mi pervade mentre scrivo queste righe. Fosse stato per me sarei andato avanti in quest’avventura fino alla pensione, cercando di ristabilire quell’equilibrio che si era forse smarrito, di aggiustare le cose che dovevano essere aggiustate e di migliorare ciò che era da migliorare. Mai però - ve lo assicuro - avrei voluto abbandonare quella che a tutti gli effetti è diventata una mia seconda casa, un bene intimo da proteggere e custodire, un luogo e un lavoro cui ho dato tanto e ricevuto tantissimo.

Chiudo con le lacrime agli occhi un percorso durato 8 anni che ha segnato me e i miei familiari - e fin da ora li ringrazio - parte integrante di questa vita dentro il Lino Oldrini. Mi sembra ieri che accettavo la proposta di Cecco Vescovi di rilevare il bar con l’obiettivo di scommettere su un suo rilancio. Al di là dell’aspetto professionale, quell’invito mi parve quasi il compimento di un percorso, iniziato come tifoso ai tempi della Mobilgirgi, proseguito come giocatore delle giovanili (nella palestrina di via Rainoldi) e giunto alle tante stagioni da accompagnatore delle varie “under” nelle quali ha giocato mio figlio Alessandro: l’amore per la Pallacanestro ha accompagnato tutta la mia esistenza e sempre così sarà, al di là di ciò che sta accadendo… Fu quindi facile dire sì, non altrettanto rifondare un’attività ormai agonizzante, un bar che rimaneva aperto solo la domenica durante le partite, che aveva i mobili mangiati dai topi, il pavimento malmesso, i montascale per i disabili mal funzionanti e che, soprattutto, nessun tifoso biancorosso considerava come un punto di riferimento.

In questi giorni sono state molteplici le testimonianze di tifosi e amici. Mi hanno fatto capire che quello che lascio, invece, è un luogo dove tutti - prima o poi - hanno cacciato dentro la testa almeno per dire un “ciao”, per prendere un caffè o per ricevere un sorriso. Un bar finalmente accessibile a chiunque. Un bar diventato un “porto” sicuro per tifosi, giocatori, allenatori, avversari. Un bar aperto ogni giorno, un bar in grado di ospitare i ragazzi delle giovanili tra un allenamento e l’altro e di offrire un ristoro ai loro genitori. Cecco, fin dal primo momento, mi aveva chiesto un servizio continuativo, di essere il primo a entrare e l’ultimo a uscire. Di diventare una sorta di custode di quella “cattedrale”. Di diventare un punto di riferimento. Missione Compiuta. E lo scrivo con orgoglio e consapevolezza.

Se mi guardo indietro, rivivo otto anni pieni, intensi, volati come se avessero le ali. Otto anni di una fatica che non mi è mai pesata, perché quello che ho fatto mi è sempre sembrato una sorta di privilegio, da onorare dando tutto me stesso. Non mi è mai costato fare anche più di quello che mi veniva chiesto, fosse alzarmi alle quattro del mattino per accompagnare un dirigente o un giocatore all’aeroporto, correre a preparare le travel bag per le trasferte della squadra all’ultimo momento dopo una telefonata del sempre presente Team Manager Ferraiuolo, fare un giro intorno al Palazzetto per cacciare i malintenzionati e chi più ne ha più ne metta: era normale “andare oltre”, per Pallacanestro Varese e per quel luogo divenuto una parte di me.

Rivivo otto anni di allenatori con cui ho stretto rapporti che sono andati ben al di là della consuetudine, da Charlie Recalcati (che insieme alla sua gentilissima consorte non ha mai mancato di farmi una visita), a Frank Vitucci che non si scorda mai di un mio compleanno, a Gianmarco Pozzecco che ha preteso montassimo la Playstation per “sfogarsi” prima di ogni allenamento (e come si incazzava, quando perdeva giocando a Fifa con mio figlio!), a Ugo Ducarello che era diventato quasi un fratello, ad Attilio Caja che mi ha onorato di uno dei commenti “professionali” più graditi, definendo il mio risotto come il migliore che abbia mai assaggiato.

Rivivo otto anni di giocatori da coccolare come se fossero dei figli, da ascoltare e consolare nei momenti no, da far sentire a casa in una situazione in cui la loro casa era davvero lontana, da “accarezzare” con qualcosa da mangiare o da bere preparato come Dio comanda. Che risate con Eyenga, che sentivo gridare “Max Max!” fin dal parcheggio del palazzetto (ha voluto persino imparare a giocare a scopa e devo dire che era diventato bravino). O con Kuba Diawara, affezionato alle mie spremute come a nient’altro. O con Daniele Cavaliero che mi ha regalato una maglietta con su scritto “a uno dei miei angeli custodi”. E come dimenticare Kangur e la gentilissima Inge con cui spesso mi soffermavo a parlare nonostante il mio strampalato inglese. Ed anche Stipcevic o Ranniko, che volevano solo i miei spaghetti con il pomodoro fresco, o Maynor (indimenticabile la serata dopo la visita alla Poretti) e - da ultimo ma non ultimo - capitan Ferrero, che l’anno scorso avrebbe voluto che preparassi tutti i giorni da mangiare per la squadra come era successo durante la preparazione estiva, tanto si era trovato bene…

Se ne vanno otto anni di partite vissute con il cuore in gola pur senza vederne nemmeno uno scampolo: io ne capivo l’andamento dai suoni nel palazzetto, dal suo respiro… Sarà anche per questo che i rumori del Lino Oldrini me li sogno ancora di notte! Perché mentre tutti tifavano, per noi c’era giustamente da lavorare: il bar del parterre, quelli degli altri settori, la sala hospitality da allestire e smontare a tempo di record, i panini e le focacce avanzate da portare nel terzo quarto in omaggio ai tifosi ospiti così da strappare un sorriso anche a loro.

Se ne vanno otto anni di caffè offerti ad arbitri, ufficiali di campo e allenatori avversari, con la speranza che portasse fortuna: era successo una volta, da allora non ho più smesso (sono molto scaramantico, sapete?). A proposito: un saluto speciale al grandissimo Sandro Galleani, ora responsabile dell’accoglienza dei “fischietti” e signora.

Se ne vanno otto anni di un’ospitalità donata indistintamente con un solo traguardo da raggiungere: che tutti la potessero apprezzare non come un’ospitalità mia, ma come quella della Pallacanestro Varese.

Li ho lasciati per ultimi in questo lungo saluto, ma sono sempre al primo posto nel mio cuore: sono tutti i ragazzi, allenatori, dirigenti e genitori del settore giovanile. In questi anni ho sempre cercato di dare il mio piccolo contributo alla loro causa, alcuni di loro li ho visti crescere, moltissimi li ho visti inseguire un sogno in un ambiente sano e istruttivo. Ho messo a disposizione la mia passione per la fotografia cercando di raccontare con le immagini le loro fatiche e le loro emozioni. Spero di esserci riuscito!

Ringrazio tutti. Dal primo all’ultimo. Alessandro, che in questo palazzetto è diventato grande, trascorrendoci un’intera giovinezza. Tutto il mio staff partendo da Chiara, dalla insostituibile e instancabile Emanuela e da Biagio, Chiara D., Cristina, Francesca, Giorgio, Roberta, Roberto, Silvano, Silvia, Tommaso, Valentina, che non mi hanno mai lasciato solo.
E poi tutti i giocatori, gli allenatori, i dirigenti, il personale degli uffici, il team logistica del Palazzetto, gli steward, i tifosi, i consorziati, i membri del Trust (gente che vive ciò che riguarda la Pallacanestro Varese con il mio stesso spirito, pieno di amore). Sicuramente mi sono dimenticato di qualcuno ma ci sarà modo di ringraziarvi tutti.

Sogno che questo sia un arrivederci, non un addio.

Mi mancherete.

Massimo

14/05/2019

Tutti i protagonisti - ph Massimo Longo

04/05/2019

Un’altra stagione ricca di emozioni è quasi alle spalle e, come da nostra tradizione, è arrivato il momento di eleggere l’atleta dell’anno, lo sportivo che più di tutti ha lasciato il segno. Abbiamo selezionato i sei top player delle realtà professioniste della nostra provincia: - il centr...

04/05/2019

Questo è il Nostro Panpizzero, unico e inimitabile perché lo farcite come più vi PIACE.
Venite a provarlo anche oggi e se condividete il post avrete una bibita in OMAGGIO
VI ASPETTIAMO!!!

23/04/2019

Più che un torneo, una vera e propria casa; più che un palazzetto, una grande e grossa famiglia. Si è concluso come di consueto nella giornata di Pasquetta il Memorial Garbosi che ha visto la Pallacanestro Varese aggiudicarsi il titolo Under 14 battendo in finale i cugini della Robur per 65-48. N...

26/12/2018
https://www.facebook.com/300512926961800/posts/781116748901413/
14/12/2018

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ECCO A VOI "BASKET", L'ULTIMO LIBRO DI FLAVIO VANETTI! VENITE ALLA PRESENTAZIONE DEL 18 DICEMBRE AL CATÀ SÜ!

Basket. Sei lettere che fuse insieme producono un suono dolcissimo, quello dello sport più bello del mondo.
Basket. Sei lettere scelte dal giornalista varesino Flavio Vanetti per raccontare un lavoro diventato passione, un vero e proprio viaggio di 50 anni nel mondo dei canestri.
Basket. Un contenitore di storie vicine e lontane, di personaggi che hanno impresso un marchio, di luoghi in cui si è consumato il mito.
Basket. Un libro da leggere.

Vuoi avere un’anteprima e fare due chiacchiere con l’autore?

Ti invitiamo martedì 18 DICEMBRE alle ore 19 presso il Catà sü di VIA CARROBBIO 26 alla presentazione ufficiale, organizzata per tutti i soci de IL BASKET SIAMO NOI!
Non mancare!

Vi aspettiamo questa sera per un’apericena speciale!!!
14/12/2018

Vi aspettiamo questa sera per un’apericena speciale!!!

05/12/2018

🍔🍟 Venerdì 7.12 in occasione del concerto.. hamburger, patatine, birra/bibita a soli 10€! 🍟🍔

👉 Per info e prenotazioni: 340.9012056

02/12/2018

Enerxenia Arena Varese
Next Gen Cup 2018

Varese vs Torino negli scatti del Fotobarista
02/12/2018

Varese vs Torino negli scatti del Fotobarista

Varese vs Cantù negli scatti del Fotobarista
02/12/2018

Varese vs Cantù negli scatti del Fotobarista

30/11/2018

🎷🎷 Venerdì 7 dicembre dalle 18.30 🎷🎷
C'è musica da Catà Sü! Lorenzo Bertocchini e Charlie Yelverton ti aspettano per un concerto con brani originali firmati da Lorenzo e cover di Bob Dylan, Bruce Springsteen, Jim Croce, Cat Stevens, Tom Waits, Leonard Cohen, Hank Williams e altri.!👏🎸🎸🎷🎷

E visto che Natale si avvicina, non mancherà qualche brano a tema. ;-)
https://www.facebook.com/events/285510558740358

04/11/2018

Per gli appassionati del mondo del basket, e non solo, è uno di quegli appuntamenti dove non si può mancare: domani, lunedì 5 novembre alle 19:30, nel centro di Varese aprirà i battenti (in via Carrobbio al 26) CATÀ SÜ, la prima casa del basket nel centro della città del basket.

01/11/2018

Si entra in un locale intimo, che richiama il focolare, dalle dimensioni giuste - non troppo grandi, né troppo piccole - di sicuro il più funzionale di tutta la via.
A dare il benvenuto ci sono quattro grandi foto, che ti abbracciano con il loro desiderio di raccontarti la leggenda.
E qui si torna al viaggio: fotografia come emozione, fotografia come azione, fotografia come notizia.

Carlo Meazza è stato ed è il cantore delle emozioni, il narratore per immagini che ha accompagnato l’epopea degli anni 70 nei suoi incommensurabili successi ma anche nelle sue cocenti sconfitte, che hanno saputo rendere persino più memorabili le vittorie che le hanno fatte poi dimenticare.
Il primo scatto è un pugno: Bob Morse, Marino Zanatta e Manuel Raga ritratti seduti in panchina mentre si coprono il viso, disperati per aver buttato via dodici punti di vantaggio nella finale di Coppa Campioni a Nantes nel 1974. Il Real Madrid sta festeggiando il titolo europeo, la Ignis è a terra e ha il volto dei suoi tre campioni in lacrime: Meazza coglie l’attimo fuggente di una tristezza che si trasformerà presto in rivincita, Massimo ce lo restituisce in forma plastica a distanza di anni, rammentandoci che quella Varese era grande anche quando perdeva.
Ci spostiamo di qualche metro, ma è sempre Meazza a raccontare. Stavolta nel suo obiettivo c’è Paolo Vittori, in un tenero abbraccio con il “masseur” Marino Cappellini dopo la conquista di uno scudetto.
La giravolta rispetto alla foto precedente è completa, il lato della medaglia è quello opposto, la leggenda - tuttavia - è sempre la medesima. E il tocco emozionale del fotografo, qui, ci ricorda quanto quella leggenda sapesse essere anche famiglia, culla di affetti che sono rimasti nel tempo e hanno travalicato anche la morte.

Marco Guariglia è da sempre, invece, sinonimo di azione, di gioco, di basket che scorre su un rettangolo di 28 metri per 15. E di sfide, come quelle dei nani che si mettono in testa di provare a ba***re i giganti. È il 15 ottobre 1999: dopo aver vinto il titolo italiano, i Roosters si esaltano contro i San Antonio Spurs campioni Nba, arrivando a un nonnulla da un clamoroso trionfo. Simbolo di Davide contro Golia, manco a dirlo, un omino dai capelli rossi di nome Gianmarco Pozzecco: è lui - nella foto in questione - a buttarsi in entrata contro i 206 cm di Samaki Walker, con la sfrontatezza che ha sempre fatto parte del personaggio e della squadra in cui giocava.

Terza tappa, la notizia. Ovvero il pane di Simone Raso, per anni “giornalista” con la macchina appesa al collo. E la “notizia”, qui, è la più bella dell’ultimo decennio a Basket City: il tiro di Sakota in gara 6 contro Siena. Nel metro per due del riquadro c’è dentro una palla sospesa che sta per infilarsi nel canestro, una curva (quella di Siena…) che sta per piangere disperata e un uomo, Dusan, che è stato capace di far sognare la gente (non importa se solo per qualche giorno…).

Con quattro foto Catà Sü ti porta a scuola di storia, gioia, dolore, ricordi, senso di appartenenza. E questo è solo l’antipasto, da ammirare appena varcata la porta.
In fondo alla prima sala, infatti - al fianco di un grande e moderno televisore che trasmetterà tutte le partite della Openjobmetis, sia di campionato che di coppa - una teca custodisce altri “messaggi” di pallacanestro: ci sono le scarpe dello scudetto di Galanda, una delle stelle scese dal tetto del Lino Oldrini proprio quell’11 maggio (in realtà ritrovata per caso dai due Massimo - Longo e Ferraiuolo - 14 anni dopo…), una maglia della Emerson, la canotta della nazionale di Meneghin (Dino), una sciarpa della Mobilgirgi, il pallone di Chalon e tanto altro ancora…

Sono le memorabilia di un mondo del basket che si è stretto all’amico Longo per guidarlo nella sua nuova avventura. E chi non ha (ancora) mandato qualcosa, si è premurato di prendere in mano il telefono: Catà Sü alza il sipario con le “benedizioni” di Gianmarco Pozzecco, di Kuba Diawara, di Ugo Ducarello, di Christian Eyenga, di Frank Vitucci: persone che a Varese, e al Five Caffè del palazzetto, hanno lasciato il cuore. E presto lo ritroveranno anche qui in centro.

29/10/2018

Parte dal dialetto, certamente. E dal suo magnifico prestarsi a rendere concetti potenti dei semplicissimi suoni.
Catà Sü: “raccoglilo!”
Provate ad esclamarlo a voce alta, ascoltatene la durezza, sentitene la perentorietà, percepitene l’impietoso comando che resta nell’aria anche al ristorarsi del silenzio: Catà Sü!

Parte dalla pallacanestro poi, ovvio. E dal palazzetto di Masnago, ammirato con gli occhi di un bambino che si aprivano su un destino più che su un luogo: quelle curve di cemento sarebbero diventate una seconda casa, ma il bambino che guardava ancora non lo sapeva.
E dentro lo stesso palazzetto, se vi fermate per un istante a prestare attenzione, il Catà Sü rimbomba anche di notte, diventa colonna sonora di basket giocato, di derby, di gioia e di dolore, di tracotanza e di umiliazione, di vittoria e di sconfitta.

Parte dall’arte della fotografia, anche. E dalla sua capacità di inchiodare per sempre ciò che passa sotto ai nostri occhi, restituendolo puro, incontrovertibile dalla parola, perennemente attuale.
La fotografia, che si può declinare in tanti modi diversi, che può essere emozione, azione, notizia: nel nostro viaggio le ritroviamo tutte e tre.

Parte dall’amicizia, infine. Quella di un popolo del palla al cesto - autoctono o forestiero non ha importanza - nei confronti di chi negli anni si è dimostrato ben più di un semplice barman: dietro quel sorriso che pare sempre dare il benvenuto alla vita - anche quando è dura - giocatori, allenatori, dirigenti, genitori e tifosi hanno scoperto un fratello, un compagno di avventura, un consigliere e un confidente. In una sola parola: un amico.
Massimo Longo è diventato per molti un amico.
E quando l’amicizia arriva come “vera”, come tale prima o poi ritornerà.

Catà Sü è un viaggio che parte da lontano, dove di preciso non si sa.
Quello che si sa è quando e dove arriverà: lunedì 5 novembre 2018 in via Carrobbio 26.

Arriverà a colmare una mancanza enorme: quella di una casa del basket nel centro della città del basket. Una casa per coloro che cercano un’identificazione quotidiana con la loro passione sportiva più grande, una casa che ricordi a tutti perché la Città Giardino è fatta della stessa materia della sua storia cestistica!

Continuate a seguirci per scoprirne di più....

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⚪🔴Domani doppio appuntamento alla Enerxenia Arena!

🎟Dalle 15:00 merchandising ed abbonamenti FIBA Europe Cup al Pallacanestro Varese Store

📺Alle 17:30 al Five Café Varese per il debutto europeo della Pallacanestro Varese 🆚 rilskibasket.com - Rilski Sportist Bulgaria

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Oggi
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25/05/2018

ENERGY 03: Aleksa Avramovic
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24/05/2018

ENERGY 02: Lorenzo Naldini
Un mix di Foto...Grafie rielaborate da una selezione di alcuni miei scatti della stagione 2017/18.

Altre immagini nei prossimi giorni.

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