Free READING-Libera la lettura

  • Home
  • Free READING-Libera la lettura

Free READING-Libera la lettura Questa pagina vuole essere non solo uno spazio virtuale ma soprattutto un punto di incontro per gli appassionati di lettura. Free reading libera la lettura

22/12/2024
🚴🚲🚴🚲🚴‍♂️🚴‍♂️
22/12/2024

🚴🚲🚴🚲🚴‍♂️🚴‍♂️

PRATICATE GENTILEZZA A CASACCIO ED ATTI DI BELLEZZA PRIVI DI SENSO.

Tutte le mattine, che splenda il sole, piova o tiri vento, inforco la mia bici elettrica turbo intercooler 10 valvole vudì (semicit) , e mi avvio al lavoro sulla pista ciclabile. Abitudine iniziata durante la pandemia e poi felicemente consolidatasi in un perentorio "meglio la mantellina anti pioggia sotto la tormenta di neve col naso freddo che dover girare a vuoto 3 ore per cercare parcheggio o, addirittura, Dio me ne scampi, i rapporti umani obbligati in metropolitana".

E da qualche settimana, tutte le mattine, che splenda il sole, piova o tiri vento, in direzione ostinata e contraria alla mia incrocio un tizio.
Anzi no.
In realtà tutte le mattine, che splenda il sole, piova o tiri vento, di tizi e tizie ne incrocio parecchi, non sono l'unica misantropa ecologista habitué della pista ciclabile. Ormai li distinguo persino da lontano: và, sta arrivando caschetto blu/occhiali trasparenti/quella che secondo me fa l'insegnante etc etc.

Ma il tizio in questione ha una particolarità che lo distingue fra tutti.

Mi saluta.

Ogni maledetta mattina che il Signore manda sulla Terra ci incrociamo per una frazione di secondo, io che pedalo verso nord e lui verso sud, e lui "buongiorno zignora!"

La zeta la metto per cercare di rendere la parlata, perché palesemente il tizio deve essere magrebino.
Ed il punto esclamativo perché c'è: c'è proprio un punto esclamativo nel suo "buongiorno zignora!". Lui non lo sa ma mi ricorda il "buongiorno principessa!" di Benigni, lo ammetto.
Anzi, da quando ho iniziato a rispondergli ce ne sono anche due di punti esclamativi, a ben pensarci.

Perché sì, inizialmente non gli rispondevo.
Cioè mi sembrava così assurdo... Che vuole questo da me? Chi ti conosce?
Poi ci ho riflettuto, ho pensato a caschetto blu/occhiali trasparenti/quella che secondo me fa l'insegnante bla bla, e mi sono detta che ha ragione "buongiorno zignora!".
Ha fatto un ragionamento semplice ed incontrovertibile, lui.
Ci si vede tutte le mattine, ha pensato, tutte le mattine in quei 4 gatti che in fondo siamo sulla pista ciclabile, non puoi dire che non te ne sei mai accorta: e allora perché non salutarsi?
Mica ti ho chiesto un prestito! È solo un buongiorno, diamine! È buona educazione!

Così ho iniziato a salutarlo anch'io.

Anzi, ormai è diventata talmente un'abitudine che la mattina, mentre sto pedalando, sono proprio concentrata nel cercarlo. Perché mi spiacerebbe che lo incrocio, lui mi saluta come sempre ed io non me ne accorgo e passo oltre.
E se non lo vedo mi preoccupo. La prima cosa che penso è "vuoi vedere che lo hanno lasciato a casa, poveraccio?".

La mattina fa freddo. In bici anche di più. Ed io mi chiedo come faccia tizio senza berretto, solo con la fascia.
Ma soprattutto la mattina è buio.
E tizio lo riconosco perché, in mezzo a tante bici turbo intercooler 10 valvole vudì, è l'unico con un catorcio del '15-'18 senza una porchimmondo di lucina.
Compratela una lucina no? Quanto costerà una lucina?! Azzo vai sfidando il destino, il traffico e le tenebre?!

Così ho comprato una lucina anteriore. Ricaricabile. E pure la presa per il cavo, metti che non ha nemmeno quella.
Adesso me la piazzo nel cestino e appena lo incrocio (lo incrocio sicuro, mica lo licenzierete proprio adesso no?!) gliela lancio al volo sulla ciclabile.
"Buongiorno zignora!", "Buongiorno! Tieni, ti ho fatto un regalo!".

Lo fa tutti i giorni lui a me, del resto.

Zecca Buonista La Ttualitá Infognare X Esistere Bugiardo altrimenti detto Clown Lorenzo Rossomandi - Scritti (Lorenzo, so ti piacerà) IL MONDO DI GNU

19/12/2024

Cose (bellissime) che ritornano. (scritto con le iniziali minuscole) “paura e desiderio” La nave di Teseo prefazione (nuova) di aura ghezzi
BLOB

17/12/2024

Nel 1700, le aragoste erano così abbondanti lungo la costa del Massachusetts che arrivavano a riva in cumuli alti fino a due piedi.
Questi crostacei erano considerati il "pollo dei poveri" e venivano utilizzati principalmente come fertilizzante o come cibo per prigionieri, schiavi e servi a contratto. In effetti, alcuni servi a contratto si ribellarono contro l'imposizione di mangiare aragoste, portando a un accordo che stabiliva che non sarebbero state servite più di tre volte a settimana.

Con lo sviluppo del sistema ferroviario americano, i lavoratori dei treni si accorsero che potevano servire l'aragosta ai passeggeri perché era abbondante ed economica. I passeggeri, ignari dello stigma negativo legato alle aragoste, credevano di mangiare un alimento prelibato e iniziarono a richiederlo anche al di fuori dei viaggi in treno.

Questo cambiamento nella percezione trasformò l'aragosta da cibo umile a una prelibatezza di lusso. È sorprendente come le prospettive possano cambiare quando si presentano opportunità economiche!

04/12/2024

Ho interrogato con due domande ChatGpt sul mio pamphlet contro le scuole di scrittura creativa. Ho i brividi per la precisione seppur "lato sensu" nel refertare il mio sforzo critico. Signori siamo entrati in un mondo sconosciuto.

1. Cosa scrive Alfio Squillaci in "Chiudiamo le scuole di scrittura creativa"?

In *"Chiudiamo le scuole di scrittura creativa"*, Alfio Squillaci critica apertamente il modello delle scuole di scrittura, sostenendo che esse riducono la complessità e l'unicità del processo creativo a un insieme di tecniche standardizzate e replicabili. Questa semplificazione, secondo Squillaci, deriva da una mentalità pragmatica ed economicistica, tipicamente americana, che tende a trasformare l'arte in un prodotto commerciale, sacrificando l'originalità, lo stile personale e la visione del mondo dell'autore per adattarsi alle esigenze di mercato.

Squillaci evidenzia il rischio che le scuole di scrittura diventino un'industria orientata al profitto piuttosto che un luogo di vera formazione artistica. Ritiene inoltre che la scrittura non possa essere insegnata in senso stretto: essa dipende dall'esperienza personale, dalla profondità delle letture e dal confronto autentico con il mondo. Per riscoprire la dignità dell'arte, propone un ritorno a una scrittura più consapevole e meno condizionata dalle logiche di mercato, ispirandosi a modelli come Flaubert, che valorizzava lo stile come riflesso diretto dell'identità dell'autore.

Questa posizione si oppone all'idea di separare il testo dalla biografia dell'autore, sostenendo che l'opera è profondamente intrecciata con la vita e le esperienze di chi l'ha creata. Squillaci si rivolge quindi non solo contro le scuole di scrittura ma contro un'intera cultura che privilegia la velocità e l'efficienza rispetto alla profondità e alla qualità artistica.

2. In che modo in questo testo Squillaci utilizza alcuni termini di Dwight Macdonald come quello di "howtoism"?

Nel suo pamphlet "Chiudiamo le scuole di scrittura creativa", Alfio Squillaci riprende alcuni concetti del critico culturale americano Dwight Macdonald, tra cui il termine "howtoism", per denunciare la deriva tecnicistica e utilitaristica della formazione artistica nelle scuole di scrittura creativa.

Il concetto di howtoism

Con howtoism (da "how to do it" -"come farlo"), Macdonald criticava l’ossessione tipicamente americana per manuali e guide che promettono di insegnare qualunque abilità, trasformando attività complesse in un insieme di regole e schemi semplificati. Squillaci utilizza questo concetto per sostenere che le scuole di scrittura creativa adottano un approccio simile: riducono l'atto creativo a un sistema di "istruzioni per l'uso", privandolo della sua dimensione unica, personale e irripetibile.

Applicazione al contesto delle scuole di scrittura

Squillaci critica il modo in cui queste scuole promuovono la scrittura come una competenza replicabile attraverso tecniche preconfezionate. Secondo lui, questo approccio spinge gli studenti a conformarsi a standard narrativi predeterminati (ad esempio, l'importanza di una trama lineare, di personaggi ben definiti e di un linguaggio accessibile), soffocando la ricerca di uno stile personale. Proprio come denunciava Macdonald, questa semplificazione promuove un'arte di consumo facilmente commerciabile ma priva di profondità.

Contro il culto del "fai da te letterario"

Squillaci sottolinea che la scrittura non è un mestiere tecnico che può essere imparato esclusivamente attraverso esercizi e feedback standardizzati. Si oppone quindi all'idea che basti un approccio how-to per produrre letteratura significativa, suggerendo che la vera scrittura nasce dall'immersione nella cultura, dalla riflessione e da un rapporto profondo con il proprio vissuto.

Conclusione

In questo contesto, il riferimento a Macdonald aiuta Squillaci a collocare la sua critica in una cornice più ampia: quella del rifiuto della mercificazione dell'arte e dell'ossessione per la produttività, a scapito della creatività e dell'originalità. L'howtoism diventa così simbolo di un mondo che ha smarrito il senso della profondità estetica in favore di soluzioni facili e redditizie.

04/12/2024

Un tempo i Bignami erano questi

03/12/2024

Per tutti gli amanti de "Il Piccolo Principe", sapete che “La Rosa” non era solo un personaggio qualsiasi? Questo simbolico personaggio si ispira a Consuelo Suncín, salvadoregna, moglie di Antoine de Saint-Exupéry. Una donna considerata controversa: per alcuni, una figura rivoluzionaria e avanti rispetto ai tempi, per altri, una donna dal comportamento "scandaloso" (così riportano alcuni libri).

Figlia di un generale proprietario di piantagioni di caffè, Consuelo ottenne a 18 anni una borsa di studio per imparare l’inglese negli Stati Uniti, un’impresa notevole per quell’epoca, quando uscire di casa da sola era malvisto. Si sposò con un presunto militare messicano che, come si scoprì dopo, era in realtà un venditore di vernici. Consuelo divorziò poco prima che il marito morisse in un incidente ferroviario.

Rimasta vedova, determinata e intraprendente, si trasferì in Messico con una lettera di raccomandazione e chiese un incontro con José Vasconcelos (il celebre politico e scrittore messicano). Dopo averla fatta attendere per due ore, Vasconcelos la ricevette con queste parole: “Una donna bella, giovane e vedova non ha bisogno di lavorare, può vivere dei suoi incanti.” Consuelo, tuttavia, insistette per un secondo incontro. Sebbene Vasconcelos non le offrì il lavoro, la aiutò a iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza, si innamorò di lei e tra i due nacque un amore appassionato.

Vasconcelos la portò a Parigi, dove Consuelo conobbe Enrique Gómez Carrillo, un celebre prosatore guatemalteco, considerato il più grande scrittore latinoamericano dell’epoca. Consuelo lasciò Vasconcelos e sposò Gómez Carrillo. Quest’ultimo, distrutto, dedicò pagine amare nelle sue memorie, accusandola di avere una "vocazione scandalosa".

Dopo essere rimasta nuovamente vedova, questa volta con un’ingente eredità, Consuelo, giovane, bella e ricca, si recò a Buenos Aires per liquidare i beni del marito defunto. Qui incontrò Antoine de Saint-Exupéry, e tra i due fu amore a prima vista. Antoine la invitò a volare con lui, un’esperienza ricca di imprevisti che, secondo Saint-Exupéry, gli fece pensare: "Credo che mi abbia addomesticato” (vi ricorda qualcosa?).

Si sposarono contro la volontà della famiglia dello scrittore, che non sopportava il fatto che Consuelo fosse straniera e di origini indigene. La società francese, profondamente classista, la disprezzava. La famiglia di Saint-Exupéry era inoltre fortemente antisemita, e per loro quel matrimonio era persino peggiore di un’unione con una donna ebrea. L’unica alleata di Consuelo fu sua suocera, che disse: “Se mio figlio la ama, la amo anch’io.”

Consuelo e Antoine vissero 13 anni di matrimonio intenso, segnati dai frequenti viaggi di lui, dalla sua passione per la vita bohemien e dalle sue molteplici infedeltà (“Va’ a vedere le rose, così capirai che la tua è unica al mondo.” Vi suona familiare?). Consuelo, affetta da asma come “La Rosa”, trovava difficile essere la moglie di un pilota, ma, come disse lei stessa, “essere la moglie di uno scrittore era un vero martirio.”

Nonostante le loro liti, erano profondamente legati. Antoine la descrisse come unica e fragile, da proteggere sotto una campana di vetro. La società francese tentò per anni di minimizzare il ruolo di Consuelo nella vita di Saint-Exupéry, ma oggi è ampiamente riconosciuto che senza la sua influenza, "Il Piccolo Principe" non sarebbe mai stato scritto.

02/12/2024

Allegro ma non troppo è un libro di Carlo M. Cipolla pubblicato dalla casa editrice Il Mulino nel 1988.Questo breve volume racchiude due saggi satirici pubblicati in inglese rispettivamente nel 1973 e nel 1976, e destinati a una ristretta cerchia di amici dello stesso autore, ossia Pepe, vino (e lana) come elementi determinanti dello sviluppo economico dell'età di mezzo e Le leggi fondamentali della stupidità umana. L'insperato successo di questi due scritti portarono la casa editrice e l'autore a decidere di riunirli e pubblicarli in una edizione ufficiale che venne stampata per la prima volta in Italia nel 1988 con il titolo Allegro ma non troppo.
Il secondo saggio tenta di elaborare una scherzosa teoria generale sulla stupidità umana, che vede gli stupidi come un gruppo di gran lunga più potente delle maggiori organizzazioni come le mafie o le lobby industriali, non organizzato e senza ordinamento, vertici o statuto, ma che, tuttavia, riesce a operare con incredibile coordinazione ed efficacia. A tal proposito il saggio enuncia cinque leggi fondamentali:
Prima Legge Fondamentale: sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
Seconda Legge Fondamentale: la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
Terza (e aurea) Legge Fondamentale: una persona stupida è una persona che causa un danno a un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Quarta Legge Fondamentale: le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
Quinta Legge Fondamentale: la persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
Corollario: lo stupido è più pericoloso del bandito.
Come si vede dalla terza legge, Cipolla individua due fattori da considerare per indagare il comportamento umano:
Danni o vantaggi che l'individuo procura a se stesso
Danni o vantaggi che l'individuo procura agli altri
Creando un grafico col primo fattore sull'asse delle ascisse e il secondo sull'asse delle ordinate si ottengono quindi quattro gruppi di persone:
Intelligenti (in alto a destra): fanno il proprio vantaggio e quello degli altri
Sprovveduti (in alto a sinistra): danneggiano se stessi e avvantaggiano gli altri
Stupidi (in basso a sinistra): danneggiano gli altri senza avvantaggiare se stessi o danneggiandosi
Banditi (in basso a destra): danneggiano gli altri per trarne vantaggio
Basandosi su questo grafico, Cipolla trae una serie di conclusioni e riflessioni ironiche e divertenti che corroborano la sua teoria.

24/11/2024
24/11/2024

“Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso.”
Guy Debord, “La società dello spettacolo”

"La società dello spettacolo" è un'opera del 1967 scritta dal filosofo francese Guy Debord. Questo libro è considerato un testo profetico e di culto, che ha anticipato di decenni la pervasività dei mass media e il dominio delle immagini sulla realtà. Debord sostiene che la società moderna sia dominata dallo "spettacolo", un concetto che va oltre la semplice rappresentazione mediatica per includere ogni aspetto della vita sociale.

Il libro è strutturato in 221 tesi, scritte in uno stile aforistico e passionale. Debord utilizza il concetto di spettacolo per descrivere come la vita sociale sia diventata una serie di rappresentazioni separate dalla realtà. Questo fenomeno, secondo Debord, è una forma di alienazione che ha radici nella filosofia post-hegeliana e nel pensiero di Karl Marx.

Debord critica la società capitalista per aver trasformato ogni aspetto della vita in una merce, riducendo le relazioni umane a semplici scambi economici. La politica, secondo Debord, ha perso la sua capacità di influenzare la realtà, diventando anch'essa parte dello spettacolo. La spettacolarizzazione della politica e della vita quotidiana crea un'illusione di unità e coerenza, ma in realtà nasconde una profonda frammentazione e alienazione.

"La società dello spettacolo" è un'opera complessa e coinvolgente, che richiede una lettura attenta e riflessiva. Il suo impatto sulla teoria sociale e sulla critica culturale è stato enorme, influenzando non solo il pensiero filosofico, ma anche la sociologia, la teoria dei media e la critica dell'arte.

Guy Ernest Debord nacque il 28 dicembre 1931 a Parigi, Francia. Suo padre, un farmacista, morì quando Debord era ancora giovane, e sua madre lo mandò a vivere con la nonna in Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la famiglia si spostò frequentemente, e Debord frequentò il liceo a Cannes, dove sviluppò un interesse per il cinema e il vandalismo.

Debord studiò legge all'Università di Parigi, ma abbandonò presto gli studi per dedicarsi alla scrittura e all'attivismo politico. A 18 anni, si unì ai Lettristi, un movimento d'avanguardia guidato da Isidore Isou. Dopo una scissione all'interno del gruppo, Debord divenne il leader della fazione Lettrista Internazionale.

Nel 1957, Debord fu uno dei fondatori dell'Internazionale Situazionista (IS), un movimento che combinava arte e politica per criticare la società capitalista. L'IS ebbe un'influenza significativa sulle rivolte del maggio 1968 a Parigi, durante le quali Debord partecipò all'occupazione della Sorbona.

Debord è noto soprattutto per il suo libro del 1967, "La società dello spettacolo", in cui critica la società moderna per la sua dipendenza dalle immagini e dalle rappresentazioni mediatiche. Questo lavoro è considerato un testo fondamentale per la comprensione della cultura contemporanea e ha influenzato numerosi intellettuali e movimenti successivi.

Oltre alla sua attività di scrittore, Debord fu anche un cineasta. Tra il 1952 e il 1978, realizzò diversi film, tra cui "In girum imus nocte et consumimur igni" (1981) e "Hurlements en faveur de Sade" (1952). Questi film, spesso difficili da reperire, sono stati recentemente riproposti in festival cinematografici, permettendo una riscoperta del suo lavoro cinematografico.

Debord morì suicida il 30 novembre 1994 a Bellevue-la-Montagne, in Francia.

https://amzn.to/3zHj15p

Address


Website

Alerts

Be the first to know and let us send you an email when Free READING-Libera la lettura posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.

Shortcuts

  • Address
  • Alerts
  • Claim ownership or report listing
  • Want your business to be the top-listed Event Planning Service?

Share