DJ Black 69
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In campo Dj dal 1995 presente sulle piste dei locali modenesi come La Golfa, Cà Marta, Mamma Orsa,
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LA STORIA E LA PASSIONE
LA STORIA DEL DJ Il Disc Jockey (o DJ) è una figura professionale del mondo della musica. Il DJ è colui che mixa i brani musicali: in pratica deve unire più tracce (su vinile, cd o qualsiasi altro supporto messo a disposizione dalla tecnologia) in sequenza in modo da ottenere un unico flusso musicale che risulti piacevole per l’ascoltatore. Altro compito fondamentale del DJ è quello di “selezionare” i dischi da mixare, cioè saper scegliere in quel determinato momento e quella determinata occasione, quale sia il brano più adatto per il pubblico, ma che rientri anche nello stile e nei gusti musicali del DJ stesso. DJing Il DJing (ovvero l’esercitare l’attività del DJ) è considerata da molti una vera e propria ARTE che richiede esperienza e talento, così come per qualsiasi altro musicista.
La nascita della figura del DJ viene fatta coincidere da alcuni addirittura con i primi esperimenti radiofonici, dove i pionieri della trasmissione via radio collegavano dei grammofoni a trasmettitori suonando alcuni dischi. Il vero inizio dell’attività del DJ, comunque, avvenne con l’apertura delle prime discoteche, cioè in Francia sotto la dominazione nazista. Il regime non vedeva, infatti, di buon occhio la diffusione di opere discografiche del nemico americano, quindi era proibito suonare dischi d’oltreoceano.Fu così che nacquero le primissime discoteques dove vennero messi dischi jazz e blues provenienti dal nuovo continente. Compito del Dj: Naturalmente ci voleva qualcuno addetto a selezionare tali dischi, quel qualcuno diventerà presto il “DJ”, con l’uscita allo scoperto della discoteca e l’esportazione in America negli anni sessanta. Lì fu coniato il termine, che significa letteralmente “FANTINO DEI DISCHI”. Il suo compito era quello di mettere uno dopo l’altro i dischi (acquistati dal locale) ed effettuare avvisi col microfono.
Un minimo di prestigio Successivamente arrivò saturday night fever, e la disco music, e, insieme alla discoteca, anche il DJ acquisì sempre più prestigio, diventando, con la scelta dei dischi, il responsabile della buona riuscita di un evento e della buona fama di un locale. Arrivarono, così, i tempi del Loft e la discoteca divenne luogo di amore per la musica dove la gente entra per lasciarsi trasportare dalle atmosfere create dal DJ. E arrivano le prime star di cui il primo fu di sicuro Dave Mancuso, che ispirò un’intera generazione di frequentatori del suo Loft, forgiando così grandi DJ come Frankie Knuckles, Larry Levan, Nicky Siano, Francois Kevorkian e Larry Heard. Costoro furono gli inventori del movimento HOUSE MUSIC che dette il la a tutto un immenso filone di musica elettronica, prodotta dal DJ stesso che assunse il ruolo di sperimentatore sonoro nonché funambolo del mixaggio, con la nascita del mixaggio “in battuta”, che consiste nel far combaciare perfettamente la velocità (espressa in BPM, beats per minute= battiti al minuto) dei due dischi, per creare quel filo musicale di cui si era parlato all’inizio. Poi arrivò Carl Cox che fu il primo ad usare in una serata ben tre piatti, di cui due per mixare e uno per creare effetti, o inserire nella selezione delle versioni “a cappella” di canzoni per creare dei veri e propri remix dal vivo.
Intanto nei ghetti neri nasceva un’altra interpretazione dell’arte del DJing: il TURNTABLISM, promosso da DJ premiere e soci, che vedranno sviluppata questa complessa arte fino a far diventare il giradischi un autentico strumento musicale, capace di produrre dei suoni e delle melodie muovendo manualmente il disco sul platter (scratch). viene collegato immediatamente all’attività di un DJ di tipo Hip hop: grazie a questa disciplina egli riesce a suonare il disco, cioè ad utilizzare un giradischi e un disco in vinile come strumenti; gli effetti sonori prodotti vengono definiti in gergo scratches. Variazioni di manipolazioni Una vera e propria “bibbia” sulle tecniche (in gergo “tricks” o “routines”) è nata nel tempo: sono innumerevoli tutte le manipolazioni possibili effettuabili sul disco, dai più conosciuti scratch (con le sue infinite varianti) ai backspin (far suonare al contrario il disco con la mano), passando per i beat juggling (o drumming - tecnica in cui si compongono al volo le batterie). Per queste tecniche, il DJ utilizza prevalentemente una coppia di giradischi, in quanto pratici per il controllo manuale della rotazione del disco. Per queste pratiche sono richiesti strumenti molto più solidi e performanti di quelli necessari ad un DJ “classico” che suona in sequenza dei brani; l’usura e lo stress a cui è sottoposto un vinile infatti portano alla vera e propria distruzione dello stesso e della puntina.