01/02/2023
MORTE (E STRAMORTE) DELL'ARTE (e della letteratura, e della musica).
Prendo un passo da "Alessandro del Puppo, L'arte contemporanea. Il secondo Novecento", Einaudi 2013: "Il padronaggio istituzionale si è trasformato in un oligopolio capitalistico che si propone come "sistema dell'arte" presidiato dagli interessi del neoliberismo, o per meglio dire del capitalismo internazionale finanziario".
Si tratta in concreto di puntare a un "mercato" (appunto) il più allargato possibile e quindi, per forza di cose, più schiettamente ignorante e privo di strumenti critici,quest'ultimi visti in chiave "iperdemocratica" (o postdemocratica) come snobismi surclassati.
Si tratta di svendersi come dei Mastrota con al posto dei materassi il prodotto "artistico" giusto nei canali giusti con gli appoggi giusti e soprattutto innocui e, possibilmente, "divertenti" e che "piacciono a tutti" (si direbbe "non divisivi").
Nell'arte ecco il trionfo, a livello internazionale, del cane palloncino di Jeff Koons (quotazione attuale 56 milioni di dollari) e nella letturatura evito di fare esempi (per la poesia italiana li ho già fatti). Nella musica pop, al posto dei cantautori o delle ricerche ancora vive fino agli anni Novanta regna il riciclo o, in falsa alternativa, la finta "diversità" della trap (il neomelodico m@fioso trasformato in elettronica da app musicale con stonature rappeggianti) che tratta solo temi da Ucciardone e trova nella più piatta delinquenza un senso di riscatto che nulla c'entra con il riscatto laddove a essere cantati sono solo e sempre la mercificazione del corpo femminile, le auto di lusso e quelle sostanze che se le scrivo mi bannano per tre mesi. Oggi l'artista il poeta lo scrittore e il cantante o gruppo musicale che vogliono emergere devono prendere come modello, in Italia, Luigi di Maio, in una parodia lugubre de “gli ultimi saranno i primi””: svendersi al potere nel modo più banale possibile. Frequentare i salotti più banali possibile e promuovere le cose più banali possibili. Oppure la scelta del rigore e della solitudine assoluta, qualcosa di simile all'iperborea trascendenza dei cristiani dei primi secoli, nelle catacombe.
Ma è, come usa dire oggi, "lavoro su se stessi".
Privato.
Aldo Nove