29/10/2024
𝗣𝗔𝗥𝗧𝗛𝗘𝗡𝗢𝗣𝗘 𝗳𝗶𝗹𝗺 𝗱𝗶 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗦𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼
- 𝙀̀ 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙖𝙘𝙦𝙪𝙖 𝙚 𝙨𝙖𝙡𝙚.
- 𝘽𝙚𝙡𝙡𝙞𝙨𝙨𝙞𝙢𝙤, 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙞𝙡 𝙢𝙖𝙧𝙚!
Vi faccio una premessa, questa non sarà una recensione “normale”, forse non sarà manco una recensione, credo che questo mio pensiero sarà una SINCERA DICHIARAZIONE D’AMORE!
Se mi fermo a pensare a ciò che ho visto ieri sul grande schermo e devo giudicarlo in una freddura, dico che per me PARTHENOPE è un CAPOLAVORO, ampliando però il discorso posso dire che PARTHENOPE sia UN CAPOLAVORO DI POESIA FATTO CINEMA.
PARTHENOPE di Paolo Sorrentino è una specie d’incantesimo (che magari divide) che ti lascia a metà tra il mistero e la truffa.
Pensando al maestro De Crescenzo e facendo una divisione degli esseri umani dico: se sei una persona di cuore, che ha ampie vedute, che vede il futuro, che ama il silenzio, le pause, che “ama tutto il resto” allora sarà un mistero.
Se sei una persona fredda e razionale allora di Parthenope dirai che sia una truffa.
Ma credetemi se dico se ci si lascia avvolgere nelle sue trame si resta senza fiato e non ci si può liberare del suo incantesimo anche dopo che lo schermo sfila con i suoi titoli di coda, resti là fermo seduto e pensi, pensi e pensi fissando tutto intorno a te restando per un attimo interdetto, senza pensare a ciò che sarà, pensi solo al futuro: “𝙇𝙤 𝙫𝙚𝙙𝙞 𝙞𝙡 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤 𝙡𝙖𝙜𝙜𝙞𝙪̀, 𝙎𝙖𝙣𝙙𝙧𝙞̀, 𝙚̀ 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙜𝙧𝙖𝙣𝙙𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙚 𝙚 𝙙𝙞 𝙩𝙚”.
Dicevo Parthenope non è un film, ma una poesia.
Parthenope è Napoli - “𝙎𝙤𝙣𝙤 𝙩𝙧𝙞𝙨𝙩𝙚 𝙚 𝙛𝙧𝙞𝙫𝙤𝙡𝙖, 𝙙𝙚𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙚 𝙨𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖𝙩𝙖, 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙉𝙖𝙥𝙤𝙡𝙞”. – ci sono alcuni passaggi potenti in questa poesia, come il Miracolo di San Gennaro con il suo prelato – e l’amore incondizionato e quasi ossessionante che un fratello può provare verso la sorella, un amore puro che può distogliere, diventando quasi peccaminoso.
I tempi, poi.
La fotografia, poi.
Napoli, poi.
“Ogni bellezza è struggente”
Sin dalle prime immagini, sin da quando appare in superficie PARTHENOPE (Celeste Dalla Porta), ah, parliamo di una ragazza BELLISSIMA, STRAVOLGENTE, UNA BELLEZZA FATATA, UNA VENERE GENERATA DAL MARE e davvero non so dove Sorrentino sia riuscita a trovarla, è perfetta per il ruolo, è PARTHENOPE.
“𝙇𝙚𝙞 𝙥𝙪𝙤̀ 𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙨𝙞 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤… 𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙞𝙚𝙣𝙩𝙚”.
Lei è una venere generata dalle acque, il suo modo di fare ti cattura, ti canta come una Sirena, lei che Sirena non è e pure non ti lascia più andare.
Lei che si perde nel mare dell’amore, lei che si prende il meglio della tua stessa gioventù perché inevitabilmente che tu sia giovane o adulto, lei con il suo essere ti riporta al presente o passato nostalgico, perché tutti, incondizionatamente ci siamo persi nell’amore.
Lei desiderata, lei che sa renderti felice e allo stesso tempo devastarti, LEI che sa come portarti in un modo senza più tempo e tu stai là a pensare chissà cosa, apparentemente senza un motivo, ma poi ti rendi conto che stai pensando alla tua stessa vita: “𝙁𝙤𝙧𝙨𝙚 𝙚̀ 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙢𝙚𝙧𝙖𝙫𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤𝙨𝙤 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙞… 𝙀̀ 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙩𝙤 𝙥𝙤𝙘𝙤”.
Vogliamo parlare della colonna sonora? Di come Sorrentino riesce a metterla in un momento del film che praticamente ti annienta, ti blocca in quella scena, tanto che per alcuni minuti sei così incastrato in quella scena che quasi ti perdi il film stesso.
“𝙀𝙧𝙖 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙥𝙧𝙚𝙫𝙞𝙨𝙩𝙤…”
La bellezza che evapora nel tempo, che quasi ti ferma il cuore!
Davanti a te gli anni passano e non c’è ne accorgiamo, amore, paura, razionalità, tutto ci sta nella crescita, consapevolezza, realtà, disillusione. amore giovanile e quello maturo..
– 𝑮𝒍𝒊 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒊 𝒈𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒊𝒍𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒊𝒕𝒊 𝒂 𝒏𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆
– 𝑵𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒗𝒆𝒓𝒐, 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒊𝒕𝒊 𝒂 𝒅𝒐𝒏𝒂𝒓𝒄𝒊 𝒍’𝒊𝒍𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒑𝒆𝒏𝒔𝒊𝒆𝒓𝒂𝒕𝒆𝒛𝒛𝒂.
In questo passaggio con questo dialogo, ancora tra Sandrino e Parthenope, si stabilisce uno dei punti cardine del film di Paolo Sorrentino, il ritorno alla gioventù, a quello che è stato e non può essere. È un pensiero amaro, che ha voluto fortemente il regista, che sembra quasi rinnegare quelle esperienze vissute ritenendole vane ed effimere; molto comunemente chiamati : amori impossibili.
Come ho detto sopra, questa non è una vera recensione, e pure ci sto provando, la prima parte del film per me è qualcosa che si avvicina alla perfezione, la seconda è quella che inevitabilmente ti porta più alla realtà della storia e per questo deve perdere un po’ di quella magia che c’è nella prima parte.
Ripeto. Non è una recensione, non sono (ancora) lucido e razionale nel trovare le parole giuste per parlarvi di questo film, in maniera quasi distaccata, ma tanto avremo occasione per farlo, visto che di Parthenope credo che ne parlerò a lungo.
Se mi chiedono per te quale sia un grande film, io risponderò questo è per me un grande film, io amo incondizionatamente Sorrentino, perché è colui che più si avvicina al mio modo di vedere il mondo e i sentimenti, chi mi conosce sa che amo follemente LA GRANDE BELLEZZA (forse il mio film), e pure dico che con questo lavoro, Sorrentino ha forse raggiunto e superato quella sua opera.
Perché Parthenope non è un film di prosa, ma un film di poesia, dove ogni scena, ogni immagine di Napoli, è un verso d’amore filmato e donato a chi guarda con occhi innamorati il tutto. Un grande film deve confonderti, deve lasciarti perplesso, deve coinvolgerti emotivamente e mentalmente, un grande film sa come farti piangere e ridere insieme. Tutto questo è in Parthenope.
Vogliamo parlare di come Sorrentino ci presenta Napoli? E non posso farlo, perché altrimenti devo scrivere un “tema” e non una specie di recensione.
Ma dico solo che da napoletano verace Sorrentino sa come trattarla, amore e odio, come solo chi vive Napoli può capire.
Napoli vista con occhi esoterici, Napoli d’amore, Napoli reale, Napoli come DEA.
Io mi avvio alla conclusione, e voglio lasciare un annuncio dico che se ci sarà qualcuno che non andrà a vedere Parthenope al cinema deve sapere che probabilmente sta per perdersi qualcosa di unico e irripetibile, perché certe opere vanno viste al cinema, perché solo su quel grande schermo puoi lasciarti trasportare in sensazioni che pensavi fossero p***e.
Parthenope è un film che insegna la vita.
Ci sono tanti argomenti, e volutamente non mi sono soffermato sull’argomento del Miracolo di San Gennaro e del suo cardinale – perché su questo passaggio – dovrei dire tante cose e non posso farlo per ovvi motivi.
Chiudo così, con addosso una sensazione di benessere mentale e come se avessi avuto qualcuno capace di accarezzare il mio cuore, lì in quei silenzi, nel suono del mare, in quelle si*****te fumate, e negli amori perduti.
“𝘼𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙩𝙖 𝙧𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙡’𝙞𝙧𝙤𝙣𝙞𝙖”.
GRAZIE MAESTRO .
Grazie di cuore, per avermi regalato un sogno d'amore.