15/10/2023
Sala della Nunziatura, Balerna,
Sa 21 ottobre 2023, ore 17.00
Entrata libera.
Il duca della libertà: Tommaso Gallarati Scotti (1878-1966)
La “docufiction” è dedicata alla figura del duca Tommaso Gallarati Scotti (Milano 1878-Bellagio 1966). Intellettuale cattolico-liberale di notevole spessore, si distinse in una moltitudine di ruoli; lo si ricorda, infatti come esponente del movimento modernista condannato da papa Pio X, amico e biografo di Antonio Fogazzaro, interventista democratico durante la Grande Guerra, ufficiale combattente in prima linea e in seguito anche ufficiale d’ordinanza del generale Luigi Cadorna, inflessibile antifascista della prima ora, esule in Svizzera (dal dicembre 1943 al dicembre 1944), ambasciatore d’Italia prima a Madrid (1945-1945) e poi a Londra (1947-1951), presidente del Banco Ambrosiano (1954-1965) e dell’Ente Fiera di Milano (1954-1958), infine apprezzato elzevirista del “Corriere della Sera”, dal 1953 fino alla sua scomparsa nel 1966.
Nella docufiction verrà dato uno spazio particolare al suo esilio balernitano (6 maggio - 2 novembre 1944). Il duca milanese rimarrà sempre intensamente legato a Balerna, anche perché vi nacquero l’amata madre, Luisa Melzi d’Eril, e la pittoresca zia Jeanne (proprio nel Palazzo Melzi che prospetta sul centro del paese). Proprio a Balerna dedicherà uno struggente elzeviro (“Corriere della sera”, 18.12.1957) che verrà ampiamente tematizzato nel filmato. L’arrivo e il soggiorno in questo borgo del Mendrisiotto non furono privi di aspetti rocamboleschi e persino gustosi che saranno riproposti in scene di fiction, opportunamente alternate a significative interviste rilasciate da testimoni diretti (Aldo Carò, il nipote Fulco Gallarti Scotti) e da storici di vaglia (i professori universitari Alfredo Canavero e Fabrizio Panzera). Alla fine di una vita intensa e appassionata Tommaso Gallarati Scotti si spense a 88 anni - alla stessa età del suo amato Manzoni, cui dedicò saggi importati - nel buen retiro della Villa Melzi di Bellagio, celebre anche per i suoi giardini, un patrimonio che aveva ereditato dalla madre Luisa nel 1937.