25/08/2023
(✏️ Luca Iaccarino) Nell’estate dei prezzi pazzi, dei conti raddoppiati e dei toast dimezzati a pagamento, c’è un bar dove ancora, un caffè, costa 30 centesimi. Alia, Sicilia interna schiacciata dal sole in questa giornata d’agosto, 3.364 abitanti, in calo. Arrivarci non è facile, come non lo è in generale spostarsi sull’isola: da Palermo è tutto un cantiere in mezzo alle colline arse, per fare 76 chilometri ci si mette un’ora e mezza. Ma i lavori stradali fanno parte del paesaggio, come le rade case di pietra, ci si è fatta l’abitudine. In una mattina infuocata il paese è immobile, l’unica vita percettibile è sotto un tendone ombroso, sopra il quale, dal 1973, sta scritto «Bar Pasticceria Rosticceria Perrone».
Negli anni Sessanta Bernardo Perrone — the founder — è stato il primo a portare qui l’idea di catering: ragazzo, vide lo spazio per organizzare le cerimonie, s’attrezzò con il laboratorio, il furgone, il personale. I matrimoni non mancavano: nel 1960 Alia aveva tre volte gli abitanti, ci si sposava in grande stile, alla siciliana. The founder fu il primo che fece conoscere in città la lasagna, la cugina settentrionale della pasta al forno. Poi, visto che in città di bar ce n’erano solo un paio, ne aprì uno suo, in uno spazio in fronte a quello odierno. E founder com’era, ebbe un’idea di marketing potente: fare del caffè il prodotto civetta, metterlo a un prezzo tanto basso da attirare tutto i paese. Bevuto l’espresso, i clienti si sarebbero poi comprati una pasta, un «pezzo» di rosticceria, un gelato. Prezzo stabilito: 20 lire, meno di un terzo degli altri locali. Funzionò: tanto da produrre i capitali per costruirsi l’edificio dirimpetto, dove sta il bar adesso, e trasferirsi nel 1973. Leggi l'articolo completo sul Corriere 👉