27/12/2024
(✏️ Francesca Visentin) Arrivano da tutta Italia per cercare una speranza nella sua sala operatoria. Persone con tumori rari, molto estesi, sfide impossibili. Gaya Spolverato, 40 anni, chirurga oncologa specializzata in interventi di chirurgia complessa, è la più giovane primaria d’Italia, guida la Chirurgia Generale 3 dell’Ospedale di Padova. «Affronto anche i casi limite – racconta – cerco di trovare una possibilità per chi ha malattie avanzate. Le sfide non mi spaventano». Già oltre 3000 gli interventi chirurgici che ha eseguito, più di 250 gli articoli scientifici da autrice. Competitiva, organizzata, autorevole: è la chirurga dei record. Padovana, nata in provincia, a Albignasego, mamma di due figli, lunga esperienza negli Stati Uniti, è rientrata in Italia per mettere la sua competenza a disposizione dell’ospedale di Padova. Lungo l’elenco dei successi: studentessa al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, poi ricercatrice in Chirurgia Oncologica alla Johns Hopkins di Baltimora e specialista in Chirurgia Oncologica al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, professoressa associata di Chirurgia al Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche di Padova, ha fondato «Women in Surgery Italia» per sostenere le chirurghe italiane. È anche direttrice della prima fellowship nazionale in chirurgia oncologica. Per l’Università di Padova è delegata alle pari opportunità. Una carriera in cui ha dovuto affrontare sbarramenti e stereotipi, Preparata, anche molto bella, alta, bionda, occhi azzurri, un aspetto che in ambienti tradizionalmente maschili non aiuta.
Professoressa Spolverato, perché fa notizia una donna di 40 anni al vertice di un ospedale?
«La chirurgia è storicamente maschile. A Padova la scuola del professor Cevese, tra le più importanti al mondo, era frequentata prevalentemente da uomini. E da sempre le poche chirurghe sono state “congelate” nella carriera, arrivare all’apice era quasi impossibile. Anche per questo ho fondato "Women in Surgery Italia", per cambiare le cose». 👉 L'intervista prosegue sul sito del Corriere