08/03/2021
Il 2020 è stato l’anno in cui l’incidenza della componente femminile nel totale degli omicidi è stata del 40,6%, cioè la più alta di sempre. Dei 91 femminicidi totali registrati nel 2020, 81 sono stati commessi nell’ambito del contesto familiare, cioè l’89% del totale. Tra marzo e giugno 2020 sono state 21 le donne che hanno trovato il proprio assassino in famiglia.
L’8 marzo ricorre la festa internazionale della donna, ma c’è ben poco da festeggiare. In Italia il numero di femminicidi e di violenze domestiche è in costante aumento, denotando una cultura che ancora oggi vede la donna non come un individuo libero, ma come un oggetto da possedere e controllare.
Una donna non è libera di vestirsi e di esprimersi come preferisce, altrimenti rischia di essere bollata come una t***a, oppure come una “frigida”. Una donna, nel 2021 in Italia, non è libera di vivere la sessualità come preferisce, cioè come gli uomini, poiché questa è ancora un rigido tabù a cui sottostare, non una libera esperienza, lusso concesso solamente agli uomini. Una donna, ancora oggi, in gran parte dell’immaginario comune, deve sottostare alla figura di madre e casalinga, nient’altro al di fuori di mera procreatrice.
Oggi non vogliamo postare alcun ramoscello di mimosa, ma uno spunto di riflessione: ogni volta che date della t***a o della pu***na ad una donna, riflettete su quali considerazioni aveste fatto se si fosse trattato di un uomo. Chiedetevi il perché di due metri di giudizio differenti e chiedetevi in che modo potete cambiare lo stato delle cose.
Tutti i grandi stravolgimenti partono dalle piccole azioni, cominciamo nel nostro quotidiano a rendere il mondo un posto decente anche per le donne, solo in questo modo si celebra l’8 marzo.