02/01/2025
FINALMENTE QUALCUNO CHE DICE LE COSE COME STANNO.
Grazie Angelo dei Poveri & Poveri.
Che questo articolo sia da monito a tutti, per comprendere come siamo visti e trattati noi operatori dello spettacolo, non sempre, ma SPESSO.
Noi che ci muoviamo di casa giorni e giorni prima di un grande evento per far si che tutto sia perfetto, con qualunque condizione climatica. E che magari lasciamo figli e famiglie (e si… da questo lavoro si campa d anche dignitosamente e come tutti, facciamo una vita tutto sommato normale, con una casa, un cane, dei figli, delle mogli o mariti, le tasse da pagare… proprio come voi!)
A voi che per 364 giorni l’anno pensate che siamo degli hobbisti o dopolavoristi, a voi abituati ai dj nelle pizzerie a menu+musica a 25€, a voi che pensate che scene, palchi, strumenti, luci, si montino e funzionino da sole.
A voi che credete che un ingegnere valga di più di un direttore di produzione o che chi sta dietro i banchi sia un fallito che non ha mai concluso niente (e magari fa programmazione su macchine di centinaia di migliaia di euro).
A voi che pensate che fare uno show sia come lavorare alla carlona o sia come gli indiani che suonano il flauto in playback con le casse a batteria a piazza del duomo.
Ecco. Siamo lavoratori dello spettacolo. Ma prima di tutto siamo uomini e donne LAVORATORI.
Non è un’accusa a nessuno, se non a chi si sentirà offeso perché, ipocritamente, pensava di sapere.
Ma sappiate che la condizione che spesso ci si trova a vivere per garantirvi gioia e sorrisi ad ogni costo, è questa!