06/06/2024
Condivido da Instagram.
ilprofessorx
Qualcuno dirà: gli influencer hanno un grande seguito perché la gente è stupida! Sì ma perché? Perché la gente ha bisogno che una Ferragni o un’altra tizia famosa gli dica come vestirsi, cosa mangiare, dove andare in vacanza? Ecco, proprio l’altro ieri avevo scritto un post su Dante, al che un signore mi scrive: sì, giusto, la nostra è una società di ignavi, ma dicci cosa fare, sennò le tue parole non servono a nulla. Tradotto: pensa tu a trovare una soluzione, pensaci al posto mio perché io non né ho tempo né voglia!
Ecco perché gli influencer piacciono tanto! Perché ci sollevano dalla fatica di pensare con la nostra testa, di fare delle scelte. L’influencer, lo dice la parola stessa,«influenza» i suoi follower! E qui voglio aprire un’altra riflessione: vi siate mai chiesti cosa significa davvero la parola «follower» in italiano? Seguace. Sì, proprio come i seguaci di una setta. Gli scrittori e i giornalisti hanno dei lettori, i cantanti hanno degli ascoltatori, i capi setta e i promotori di un culto hanno dei seguaci.
Ed è proprio questo il punto: la nostra è la società degli influencer, una società in cui influenzare è diventato più importante di «far ragionare», dove una foto ha più potere di un pensiero costruttivo e un like conta più di un ragionamento. Abbiamo dei guru ma non pensatori, opinionisti (coloro cioè che muovono letteralmente le opinioni altrui) ma non giornalisti, celebrità ma non scrittori, siamo una società di fan e di seguaci, di gente che desidera cose inutili, perché la televisione o un tizio famoso ha detto loro che sono desiderabili.
Ma a forza di fare da cassa di risonanza per i pensieri e le parole pensate da altri cervelli, diventiamo noi stessi cervelli presi in prestito. Superflui. Non necessari. Ecco cosa vorrei dire ai giovani, siate ciò che volete, ma non siate mai i seguaci e i follower di nessuno!