Attualmente in uso al Comune di Castel Maggiore, il luogo si presta ad eventi estivi nel suggestivo parco alberato, e ad attività più limitate negli spazi interni. In virtù di una convenzione stipulata con la Regione Emilia - Romagna nel dicembre 2019, la gestione del complesso è passata al Comune di Castel Maggiore. Il progetto del Comune prevede tre fasi per operare un pieno recupero della fruib
ilità della struttura e delle sue pertinenze, compreso il bellissimo parco che già oggi ospita importanti eventi culturali. Proprio dal parco partirà la prima fase, con gli interventi necessari alla messa in sicurezza, in particolare la verifica della stabilità delle alberature, la sistemazione dell’illuminazione, la sistemazione dei percorsi pedonali: completato questo ciclo di interventi sarà possibile aprire il parco alla cittadinanza con modalità compatibili con l natura del complesso. Nel parco saranno proposte iniziative culturali che potranno integrare e rafforzare i programmi già consolidati, in particolare il Festival CondiMenti, che hanno permesso di riscoprire questo importante elemento del patrimonio architettonico bolognese. Le fasi successive riguarderanno il corpo centrale della Villa e poi gli edifici pertinenziali, con l’intento di insediare progressivamente attività pubbliche e private di interesse pubblico. Si pensa al “Fondo Cremonini”, costituito dagli studi e dai progetti dell’architetto Lorenzino Cremonini, che gli eredi hanno donato al Comune, ma il corpo centrale della Villa potrebbe ospitare anche ad attività espositive, convegnistiche, laboratoriali e di rappresentanza. Il recupero complessivo della Villa è legato alla creazione di sinergie con soggetti privati che vi impiantino attività commerciali, compatibili con il contesto della Villa e che non ne precludano l’utilizzo pubblico, attraverso le quali ricavare fondi da reinvestire nel complesso per determinarne il recupero e l’utilizzo nel tempo: possono essere ipotizzate le tradizionali attività di ristorazione, accoglienza, formazione, ma non è da escludere la possibilità che la Villa possa accogliere spazi di co-working volti a favorire lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile o il decollo di start up innovative. Il Comune dunque si assume la responsabilità di salvare un immobile che era stato messo sul mercato, non essendo prevista alcuna possibilità di utilizzazione per fini istituzionali regionali, e di restituirlo all’uso da parte della comunità locale, in una visione che vede la località di Primo Maggio, subito fuori Corticella, non più come periferia di due aree urbane, quella bolognese e quella di Castel Maggiore, ma semmai come cerniera tra aree della città metropolitana e luogo di rigenerazione urbana.