17/04/2021
Un evento nato più di 30 anni fa sui principi della solidarietà e del volontariato a favore degli immigrati albanesi, dei popoli della ex-Jugoslavia, dell’Algeria, del Chapas; dell’emarginazione e delle problematiche giovanili; della diffusione di una cultura alternativa e di spazi di socializzazione, di momenti di svago e tempo libero a favore dei giovani.
All’inizio si volle dare all’AlterFestA delle caratteristiche precise che la differenziassero dalle altre feste. Tra queste caratteristiche primeggiava la promozione della musica di qualità, nei vari generi, alcuni dei quali non erano soliti esser ascoltati nel nostro Paese o che erano introdotti per la prima volta.
AlterFestA era mossa quindi da intenti coraggiosi per favorire nuove conoscenze musicali. Scelta questa che a distanza di anni è stata pagante. Negli anni la festa crebbe tantissimo, sia in termini qualitativi che quantitativi. All’ultima edizione si calcola che avessero preso parte diverse migliaia di persone nelle cinque serate della festa. Gente proveniente da tutta la Puglia, ma anche da altre regioni italiane e diversi europei. Fra le varie rassegne di musica e di spettacolo di qualità, l’AlterFestA occupava ormai un ruolo da protagonista, seguitissima da un pubblico giovanissimo e non solo.
Successivamente l’AlterFestA assunse una connotazione d’impegno, venendo dedicata ogni anno ad un tema di grande attualità: razzismo, nucleare, ex-Jugoslavia, Algeria, Palestina, immigrazione, guerra in Kossovo, mostre cartellonistiche e fotografiche e materiale documentario vario hanno testimoniato nella festa la solidarietà e la denuncia su alcune tragedie che affliggevano ed affliggono l’umanità. Il successo di questo evento era nella formula, nell’esperienza e soprattutto nel contributo collettivo e volontario di tanti collaboratori.
Contro ogni tendenza che pone al primo posto il profitto, l’AlterfestA era un esempio di impegno collettivo disinteressato, che era il segreto della riuscita di questa manifestazione musicale. Decine e decine di giovani offrivano il loro contributo volontario ed entusiastico, per la riuscita della festa.
Un’altra caratteristica importante era la gratuità dell’accesso. Nonostante le difficoltà economiche e in tempi di liberismo imperante, si volle salvaguardare questo importante principio, per permettere a tutti, anche agli squattrinati, di poter accedere liberamente alla fruizione degli spettacoli.
L’AlterFestA era quindi completamente autogestita e autofinanziata. Non si avvaleva di nessun tipo di contributo dai vari enti; con i costi in continua crescita questo incominciò ad essere un serio limite per l’evento, che lo penalizzò mettendo a rischio la realizzazione delle successive edizioni. Con le amministrazioni e gli enti locali che non intervenivano per sostenere l’AlterFestA, urgeva trovare altre soluzioni per garantirla dal punto di vista economico. Un evento che era diventato appunto un patrimonio culturale importante, un appuntamento tanto atteso. Far rivivere l’AlterFestA significherebbe riportare la speranza che si possa pensare in grande collettivamente nella società dominata dal dio denaro, oltre a contribuire nuovamente nella promozione di valori di solidarietà, tolleranza, fratellanza.
E’ stata una delle poche realtà musicali, trentennali, più affermate del sud Italia. Una delle poche manifestazioni culturali e di spettacolo che ha potuto rivendicare, con sano orgoglio, non solo la propria autonomia da ogni potere, ma anche la totale estraneità ai “fini di lucro” (anche “mascherati”).
Questa orgogliosa rivendicazione non ha avuto altro significato che quello di ribadire le condizioni di base che ha fatto muovere questa manifestazione e che hanno alimentano il “calore” che ha conservato “bollenti” gli “spiriti” degli organizzatori, anche dopo tantissimi anni e senza lo “stimolo” di incentivi di tipo “materiale”.
Per quanto riguarda il contributo pubblico a sostegno della crescita e della diffusione delle attività e delle manifestazioni culturali da parte dei cittadini singoli e associati, come Circolo A.R.C.I. “ALTER” è stato sempre sostenuto che questo dovesse essere indirizzato prevalentemente alla creazione di strutture, attrezzature e servizi da mettere a disposizione (con regolamentazione) dei cittadini, singoli o associati (in associazioni vere, realmente senza fini di lucro e non, come spesso accade, fasulle).
L'AlterFestA, che ha costruito, nel corso di tanti anni, una proposta socio-culturale e spettacolare di alto livello, riconosciuta tale dal pubblico e dai cosiddetti “addetti ai lavori” e stata confortata dalla presenza e dall'attenzione di migliaia e migliaia di persone, non ha rinunciato a sostenere queste sue posizioni. Constatato però, con grande rammarico, il fatto che queste non fossero state condivise e praticate dalla grande maggioranza delle istituzioni e degli enti pubblici.
Questi infatti hanno continuato imperterriti a finanziare manifestazioni culturali e di spettacolo (che spesso di culturale e spettacolare hanno ben poco) con ingenti elargizioni di pubblico denaro, a volte scandalose. Il contributo pubblico in forma monetaria infatti (salvo casi particolari e limitati che vanno individuati, discussi, giustificati e rigorosamente regolamentati), a differenza di quello “materiale” (sedi, palchi, impianti, servizi, ecc.) si è prestato molto facilmente ad abusi di natura “affaristica” oltre ad aver reso molto difficoltosi controlli efficaci. Questi stessi Enti e Istituzioni hanno continuato inoltre sia la vecchia pratica dei cosiddetti “finanziamenti a pioggia” (per “tenersi buoni” un po' tutti con pochi spiccioli), sia l'altra vecchia pratica di privilegiare, con ingenti risorse, i propri “sostenitori”: e per chi fosse fuori dai “cori” cavoli amari!
Tutto ciò ha portato ad avere contemporaneamente una carenza di strutture, attrezzature e servizi di natura pubblica e un ingente flusso in uscita di pubblico denaro che, nella maggioranza dei casi, oltre a risultare un grande spreco, non ha lasciato nessun “sedimento” da cui ripartire per crescere.
Se quasi ossessivamente si è ritornati su queste tematiche non è stato per una connaturata tendenza alla lamentazione, ma semplicemente perché si è creduto che favorire la crescita culturale dei cittadini dovesse significare, in modo particolare, sottrarsi il più possibile ad ogni forma di condizionamento.
L'AlterFestA (forse la manifestazione nel suo genere più longeva in Puglia e in tutto il Meridione, essendo giunta fino alla 30° edizione) pur avendo sofferto pesantemente per questa perdurante situazione, per molto tempo non si è arresa. Ce l’ha messa tutta per continuare a vivere, per continuare a rappresentare una speranza per tutti coloro che ancora sinceramente credevano che si potessero costruire momenti di forte crescita culturale e civile, con la partecipazione e la socializzazione, nel solco dei valori, non trattabili, della libertà solidale, della pace, dell’ecologia e della giustizia sociale.
Quindi…per tutto questo, per tutto ciò che ha rappresentato questo evento, per gli spunti di riflessione che portava ogni anno, per i valori che sosteneva e che faceva assaporare ai partecipanti, questa festa meriterebbe di tornare agli arbori. Sarebbe un forte segno di coesione, di fame di cultura e di condivisione di principi basilari alla convivenza tra popoli.