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2 giugno 2024 Giornata nazionale dello Sport - Copertino Non potevamo mancare! Bellissimo spettacolo, quello degli , bel...
02/06/2024

2 giugno 2024
Giornata nazionale dello Sport - Copertino
Non potevamo mancare!

Bellissimo spettacolo, quello degli , bellissima giornata dedicata all’associazionismo sportivo.

Grazie a Olsi Paja per aver voluto e organizzato con la passione di sempre questo spettacolo di sport e amicizia.

Grazie a Eliana per i suoi scatti.

Il 04 giugno, a Copertino, presso il parco della Grottella si terrà un evento per celebrare la "Giornata nazionale dello...
31/05/2023

Il 04 giugno, a Copertino, presso il parco della Grottella si terrà un evento per celebrare la "Giornata nazionale dello Sport". E noi siamo ben felici di condividere questa bellissima iniziativa organizzata dagli amici della Agim Academy. Amici, amanti della fotografia, tocca a voi. Partecipate numerosi. Evviva lo Sport!

Started ore 15.00



https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=134482972967726&id=100092180715055

Ringraziamo Ottica Martina che prenderà parte alla Giornata Nazionale dello Sport - Copertino mettendo in palio una bellissima montatura per il vincitore del categoria Reflex! 🏆 📸
Amanti delle foto vi aspettiamo per immortalare 20 realtà sportive in continua attività dalle 15.00 alle 20.00🥊🥋🤼🚴🏼‍♂️🏃🏻‍♂️🏋️‍♀️⚽️🏐🤸🏻🩰!

Tutte le foto verrano inserite sulla OFFICIAL PAGE e quella con più like si aggiudicherà il primo posto 🥇 !

Seguiteci sulla nostra per scoprire tutte le novità👉

La Salento Bats è nata con una visione: unire in un luogo virtuale quanti come noi amano il mare, lo sport, la natura, i...
13/02/2021

La Salento Bats è nata con una visione: unire in un luogo virtuale quanti come noi amano il mare, lo sport, la natura, il Salento. Cinque anni fa quella visione è diventata un progetto: il ONE SHOT KITE'ndSURFING in SALENTO, il primo Contest fotografico pensato per raccontare ciò che amiamo attraverso gli obiettivi di fotografi e fotoamatori. Grazie al Contest la nostra Community è cresciuta tantissimo. Abbiamo conosciuto e fatto conoscere tra loro persone straordinarie. Vecchi e nuovi amici si sono incontrati nei luoghi che amiamo, sportivi e amanti della natura, romantici e creativi ci hanno raccontato con entusiasmo e professionalità il miracolo della fotografia e la magia della nostra terra. Ci hanno aiutato a far conoscere gli sport da tavola, ad amare ancora di più il vento, a riscoprire le bellezze dei nostri due mari in tutte le stagioni dell'anno.
Dopo una lunga, lunghissima pausa ritorniamo così, piano, in punta di piedi, con i racconti fotografici che ci hanno accompagnato in questi mesi di silenzio forzato, con un po' di nostalgia e tanta voglia di ripartire! Buon vento, amici, e a presto!



📸 Photo by Michele Zonno
🦇 Rider Emanuele Rosafio

11/02/2020

Gli scatti del cantiere avviato il 20 novembre 2019 a Porto Cesareo per l'intervento di recupero, scavo e messa in sicurezza dei resti della necropoli. Grazie alla Dr. Serena Strafella per l'intervista e alla Soprintendenza delle belle arti e paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto nella persona della Dr. Maria Piccarreta per averci concesso questo spazio di documentazione dell'area.

Il link all'intervista: https://www.facebook.com/salentobats/posts/3315994678417294

11/02/2020

Tre mesi fa Porto Cesareo fu colpita da una terribile mareggiata. Un'Estate di San Martino anomala, che purtroppo verrà ricordata nel tempo. Quello che è successo nella notte tra l'11 e il 12 novembre del 2019 ha ferito dolorosamente una comunità e il suo territorio. Ma per fortuna non tutti i mali vengono per nuocere...Il mare e il vento, in quella stessa notte, hanno restituito a Porto Cesareo una pagina preziosa della sua storia.

A dicembre scorso, a qualche giorno di distanza dall'apertura del cantiere, abbiamo incontrato la Dr. Serena Strafella, Funzionario della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio Brindisi, Lecce e Taranto, che ringraziamo per questo conforto esplicativo sulle evidenze archeologiche rinvenute presso la pen*sola di Torre Chianca, il nostro “Goa”.

Al link la documentazione fotografica:
https://www.facebook.com/pg/salentobats/photos/?tab=album&album_id=3316003751749720

--- Intervista ---

S.B. Porto Cesareo luogo di interesse archeologico?
S.S. Certamente. Porto Cesareo è un contesto interessantissimo perché, come Roca Vecchia, è un palinsesto insediativo: significa che in poche centinaia di metri ci sono testimonianze di epoche diverse. Per esempio, a Scalo di Furno ci sono tracce di frequentazione dell’Età del bronzo. Stiamo parlando del secondo millennio Avanti Cristo…Tracce che si estendono anche in acqua: ci sono due relitti, il relitto della Strea e quello del Bacino grande; c’è il carico della navis lapidaria, cioè le colonne romane proprio qui vicino, a Torre Chianca. E poi ci sono i resti a terra. Tra questi per esempio quelli di queste due pen*sole, la pen*sola di Torre Chianca e la pen*sola adiacente che è quella della necropoli, dove ci troviamo oggi. Tra l’altro, lì, sulla pen*sola di Torre Chianca nel ’68, precisamente, Gino Lo Porto scavò con metodologie che ormai non sono più adeguate ai tempi, recuperando materiali e dati di strutture presenti, forse riferibili alla presenza di un’area artigianale per la lavorazione della porpora. Però anche questo è un contesto che va tutto ripreso in esame.

S.B. Qual è la situazione che abbiamo davanti ai nostri occhi e…sotto i nostri piedi sulla pen*sola di Torre Chianca?
S.S. La pen*sola dove ci troviamo oggi in realtà nei secoli scorsi doveva essere annessa all’isola di fronte. Nelle foto aeree degli anni Cinquanta è ancora evidente, si vede che c’è un lembo di terra coperto di sabbia che metteva in comunicazione questa pen*sola con quella che oggi appare come un’isola. Anche quest’area è stata interessata da indagini archeologiche qualche decennio fa. In particolare, nella metà degli anni Ottanta, il Dottor Ciongoli, quindi la Soprintendenza archeologica dell’epoca, scavò alcune sepolture e rinvenne dei manufatti, dei segni della presenza umana, tracce insediative che in realtà non sono mai state riprese in considerazione. Lo scavo, una volta terminato, si chiuse lì, non ci fu nessuno che si occupò di fare il cosiddetto “post-scavo”, di riprendere in esame cioè i diari di scavo, le relazioni, i disegni, le foto, per cercare di dare un’interpretazione storica degli elementi rinvenuti. I materiali sono attualmente conservati a Taranto, e stiamo cercando di farne una selezione perché ci piacerebbe restituire qualcosa al territorio, in una prima fase almeno in termini di conoscenza, anche con il sostegno dell’Amministrazione comunale e dell’Area Marina Protetta.

S.B. Può dirci qualcosa in più sullo scavo che state facendo ora?
S.S. Lo scavo che stiamo facendo adesso è concentrato su un’altra area rispetto a quella degli anni Ottanta, naturalmente, perché all’epoca indagarono la porzione centrale della pen*sola. Questa zona in particolare era sotto la duna, in parte, non completamente; ma soprattutto non si conosceva la presenza di queste sepolture che si trovano proprio in corrispondenza dell’attuale linea di costa e che sono venute alla luce con il suo arretramento. Questo ha costituito per noi un problema di tutela che però può tramutarsi anche in risorsa. Questa infatti è l’occasione per scavare, finalmente, e con metodologie nuove, una necropoli che all’epoca era stata scavata con metodi oggi superati. Per esempio, non venne dato il giusto spazio ai resti umani, mentre in questo caso possiamo farlo: possiamo recuperarli, farli studiare da un antropologo, cercare di ricavarne informazioni preziose. Ora, grazie alle nuove metodologie e ai nuovi strumenti, si possono evidenziare dati sul tipo di vita che si conduceva all’epoca, sull’alimentazione, sulle malattie prevalenti, sul tipo di mortalità…

S.B. Cosa sta venendo fuori dallo scavo che state conducendo?
S.S. Questo versante della pen*sola racchiude una piccola porzione di necropoli. Qui ci sono dei blocchi, questa [ci indica] probabilmente è una lastra di copertura di una sepoltura che però non sappiamo se sia conservata al di sotto, può darsi che la lastra sia fuori posto. Lei [indica la Dott. Ria] sta pulendo questo strato, che è composto da materiale laterizio e ceramico. Ancora, naturalmente, essendo in fase di scavo, non sappiamo esattamente come interpretare quello che stiamo vedendo. Pare però che ci sia la porzione di un crollo di un edificio, quindi tracce di edilizia abitativa, con uno zoccolo in muratura e forse un alzato in materiale deperibile. C’è infatti uno strato molto scuro, che potrebbe essere l’esito della decomposizione del materiale organico, che lo lascia supporre. Quindi forse abbiamo quel che resta di una struttura in edilizia povera, forse con funzione artigianale anche questa, esattamente come le strutture che sono state rinvenute verso la punta della pen*sola, sempre negli anni Ottanta. Anche i materiali rinvenuti sembrano riferibili ad attività artigianali. Da questo punto di vista stiamo avendo delle conferme.

S.B. Come si procede in questa attività di indagine?
S.S. Lo scavo stratigrafico, che è la metodologia che non è stata applicata nei decenni precedenti e negli scavi precedenti, proprio perché si è affermata in Europa alla fine degli Anni Settanta, e in Italia ha preso piede un po’ più tardi, prevede di scavare, quindi di pulire, documentare e poi rimuovere uno strato alla volta. Lo strato, in gergo tecnico, si chiama “unità stratigrafica” ed è la traccia lasciata da un’azione ella presenza umana sul terreno. Per dire: se io scavo una buca, resta una traccia sul terreno. La traccia è costituita dal taglio nel terreno e poi dal riempimento della buca. In questo caso, la traccia dell’attività umana è nella presenza di quel che resta della struttura muraria, il crollo, o questo strato che dobbiamo ancora interpretare, costituito da materiale laterizio e materiale ceramico [indica]. La presenza stessa di una sepoltura è traccia di un’attività umana costituta da più azioni, perché per realizzarla bisogna scavare una fossa, foderarla con materiale litico, ceramico oppure inserirvi con un sarcofago, deporre il defunto, ricoprirla con una copertura propria di una sepoltura e alla fine coprire tutto con della terra. Ecco che anche una cosa molto semplice come una sepoltura è in realtà costituita da più unità stratigrafiche. Per questo lo scavo è molto lento, perché unità per unità bisogna pulire, documentare e poi rimuovere. L’attività di scavo è un’attività distruttiva, per questo è così importante eseguirla bene, con precisione: una volta che l’unità stratigrafica è stata asportata non abbiamo più possibilità di documentarla.

S.B. La posizione, poi, non aiuta…
S.S.La posizione non aiuta perché c’è il vento, il mare, le mareggiate…Tutte le volte che il mare arriva a ridosso di questa zona ci sono danni da registrare. Entra l’acqua…l’acqua è entrata anche lì [indica], nel primo saggio che poi vi farò vedere, dove, per fortuna, sepolture non ce n’erano. Qui il mare potrebbe portar via lo strato che vedete, se non lo fa prima lei [l’archeologa]: la violenza dell’acqua è tale per cui questi pezzi ceramici vengono portati via subito.

S.B. Questi blocchi litici? Può raccontarci qualcosa?
S.S. Questo [indica] per esempio è il fondo di un sarcofago. Questi, quanto prima, insieme ai coperchi e alle lastre di copertura, devono essere rimossi per evitare che il mare li porti via o li consumi, letteralmente. Vedete? Sono in calcarenite: è una pietra molto morbida. Guardate [indica]. Qui qualcuno ha lasciato “traccia di sé” scrivendo sulla pietra con della terra. Bisogna evitare anche questo, che vengano danneggiati, affinché un domani possano essere esposti integri. Questo [indica], per esempio, è un coperchio di sarcofago con acroteri laterali. Per la tipologia questi coperchi sembrano tardo-romani. Però naturalmente, finché non troviamo materiale in associazione è difficile dirlo. Qui [indica] ci sono anche delle sepolture che sono ormai concrezionate, per esempio questa [indica]. Adesso lei [l’archeologa] ha coperto tutto con della sabbia per evitare che resti sia a vista ma qui c’è la metà di un cranio umano con dei denti. Quando siamo venuti a rimuovere le ossa abbiamo provato a rimuovere anche questo, ma è concrezionato, cioè è diventato un tutt’uno con la roccia. Questo [indica] doveva essere il taglio di una sepoltura. Sicuramente si vedrà nei prossimi giorni, perché il mare arriverà e porterà via la sabbia.

S.B. Come si agirà, considerando le diverse competenze insistenti sull’area?
S.S. Bisognerà tener conto delle competenze degli altri attori sul territorio e soprattutto delle sovrapposizioni. Ora vi farò vedere un punto molto interessante, ma anche molto complesso dove entrano in gioco queste sovrapposizioni: la necropoli, come vedete, si estendeva in questa direzione per diversi metri. ora, naturalmente, essendo AMP - Area Marina Protetta Porto Cesareo, l’ho fatto presente al dott. D’Ambrosio. Ecco un esempio chiaro di sovrapposizione. È chiaro che sarebbe mio interesse rimuovere la duna, la vegetazione e scavare quindi la sepoltura. Ma è altrettanto chiaro che non si può fare, per salvaguardare l’ambiente naturale. Quindi, bisognerà “aspettare” che il mare, con l’arretramento delle linee di costa, invada questa porzione della duna per poi, a quel punto, poter intervenire.

S.B. Cosa sperare, dunque?
S.S. Anche noi, nella stessa Soprintendenza, abbiamo due cuori. Il settore competente per la tutela del paesaggio vuole il ripascimento della duna costiera. Per noi archeologi, evidentemente, l’interesse sarebbe quello dello scavo delle sepolture, quindi l’arretramento della linea di costa favorirebbe le ricerche.

S.B. Ci sono altre sepolture?
S.S. Sì. Qui [indica] c’è un’altra linea di sepolture, che sono già in acqua e che adesso abbiamo protetto. Qui e più avanti [indica], dove ora c’è il mare, ci sono degli scheletri ancora in connessione anatomica che cercheremo di scavare non appena arriverà a completamento del team anche l’antropologa. La squadra sul campo, infatti, è composta da un’archeologa, che è la dott. Ria, e da un’antropologa, che è la dott. Barbieri, entrambe operano sotto la nostra direzione scientifica. Non avrebbe senso lasciarle qui. Una è qui sotto [indica]. L’altra è qui [indica]. Adesso le abbiamo protette con pietre e sabbia perché gli scheletri erano proprio a vista. Guardate qui [indica]: questa è un’altra lastra di copertura. Anche qui, “purtroppo” la vegetazione resiste ancora, la duna è stata quasi del tutto mangiata letteralmente dal mare.

S.B. La situazione non è semplice…
S.S. No…è complicata da gestire, sia per la compresenza di più enti che operano sul territorio, di più competenze cioè che, come dicevo, si intrecciano, sia come tutela, per la presenza del mare e, soprattutto, per l’avanzamento della linea di costa in un punto che prima era protetto. Non c’è solo il problema del coperchio di sarcofago che resta a vista ed è esposto agli agenti atmosferici o alla frequentazione dei bagnanti o dei turisti. C’è proprio il rischio concreto che i dati vadano persi. Sotto quegli strati di sabbia ci sono dei dati che stiamo tentando di recuperare, in fretta, e che sono fondamentali per la ricostruzione della storia insediativa di Porto Cesareo e, secondo me, anche del Salento. La scommessa in cui crediamo noi come Soprintendenza, e il nostro dirigente, l’arch. Piccarreta, è di restituire qualcosa al territorio in termini di conoscenza. Questo naturalmente implica che questo scavo abbia un seguito e che i materiali vengano studiati e gli scheletri analizzati, affinché il territorio sappia qualcosa di se stesso e del suo passato.

S.B. Come frequentatori dello spot, le chiediamo, anche per scongiurare inutili allarmismi. Crede che in qualche modo tutto questo comprometterà la possibilità per gli sportivi di praticare e di vivere l’area?
S.S. No, assolutamente. Non vedo perché limitare o negare la possibilità di praticare dello sport qui o a partire da questo punto. La dottoressa Ria mi racconta del fatto che gli sportivi erano abituati a partire proprio dal punto in cui ora c’è il cantiere. Questa in realtà è anche la ragione per cui abbiamo deciso di avviarlo subito. Questi cantieri devono essere conclusi più preso possibile, comunque prima che arrivi la bella stagione, proprio perché non si può immaginare di inibire la frequentazione pedonale o balneare di un tratto di costa, soprattutto se può essere del tutto rispettosa, anche dei beni archeologici. Se queste tombe sono rimaste qui in tutti questi anni, visibili in parte ai più, e non hanno subito nessuna aggressione, è anche perché le persone che vivono quest’area sono state sempre rispettose del patrimonio. D’altra parte, siamo circondati da beni d’interesse archeologico.

S.B. Il turismo balneare e sportivo possono convivere con il patrimonio archeologico, dunque…
S.S. Certamente. Anzi, forse sarebbe anche il caso di valorizzare queste presenze, magari con dei pannelli esplicativi, per far sì che chi frequenta l’area possa apprezzarne oltre che il valore paesaggistico e sportivo anche quello archeologico. La tutela non la facciamo solo noi. La tutela è per forza condivisa, non possiamo fare i paladini della tutela se non c’è condivisione con i cittadini. I cittadini devono essere coinvolti, altrimenti le nostre battaglie rischiano di sembrare battaglie contro i mulini a vento. L’educazione al patrimonio è fondamentale e deve essere promossa anche da noi, ad esempio le conoscenze che ora si hanno su quest’area. È quello che si sta facendo in Italia e in Europa anche con il patrimonio subacqueo, difficilissimo da tutelare perché chiunque può andare giù e portarsi via un “souvenir”. Educare al patrimonio significa poter spiegare al cittadino che quello che sta vedendo è bene che lo vedano anche i suoi figli, i suoi nipoti, e che è importante che venga tutelato. È vero che in alcuni casi per tutelarle è necessario tacere (a breve termine) la presenza di alcune evidenze. Ma non è questo il caso. Qui, proprio perché le preesistenze sono venute alla luce grazie al mare, è necessario chiedere la collaborazione dei cittadini. Anzi, per quel che ho visto, più che cittadini, qui, si è comunità. I timori che l’area possa essere interdetta sono assolutamente infondati. Oltretutto sull’area non c’è neanche il un vincolo archeologico: non è un’area vincolata, c’è solo una segnalazione, come d’altronde in tantissime altre aree con beni presenti ed evidenti. Ma quand’anche ci fosse il vincolo, questo non ne precluderebbe comunque la frequentazione, nel rispetto, certo, delle evidenze.

Porto Cesareo, 13.12.2019

Salento Bats

05/12/2019

📣 NEL CASO in cui ve lo steste chiedendo...
NO, non siamo scappati con i PREMI della 3 ed.
del nostro CONTEST!
😎

24/11/2019

Quello che vedete è un luogo al quale teniamo molto, come singoli e come comunità.

È il luogo nel quale abbiamo vissuto e continuiamo a vivere le nostre passioni sportive e a tenere ben saldo il legame col mare.

Torre Chianca sullo Ionio, Torre Santo Stefano, o più semplicemente "Goa". Luogo magico. Una fascia costiera unica, dove moto ondoso e vento hanno regalato, e continuano a regalare in combinazione perfetta le condizioni ideali per la pratica degli sport acquatici a "impatto 0" come il kitesurf o il windsurf. Lo sappiamo da sempre, e anche per questo abbiamo deciso di prendercene cura, quotidianamente.

La Salento Bats, dall'anno della sua costituzione ad oggi, ha lavorato instancabilmente in questa direzione tessendo proficue collaborazioni con le associazioni più sensibili e organizzando eventi che ne valorizzassero le caratteristiche e ne promuovessero la tutela, in dialogo costante col territorio e con la comunità tutta.

Le mareggiate degli ultimi decenni, inutile negarlo, hanno messo questo tratto di mare fortemente alla prova. Lo sanno bene gli imprenditori del settore balneare, lo sa bene la comunità Cesarina, lo sa bene la comunità degli sportivi. Il profilo della costa è cambiato, inevitabilmente, irreversibilmente, ma senza mai perdere il suo fascino.

Il mare, poco a poco e con brusche accelerazioni, si è ripreso tutti i suoi spazi, gli stessi che dagli anni Settanta ad oggi gli erano stati brutalmente sottratti con politiche scellerate e azioni disinvolte dei singoli "fortunati" proprietari di invidiabili "posti al sole". E ora?

E ora tutto forse può essere messo a posto. Quella che ci sta dando il mare è un'occasione preziosa, la possibilità, unica, di rinnovare un patto di lealtà con lui e con le nuove generazioni. E lo sta facendo con delle argomentazioni inconfutabili: la sua storia, la nostra memoria.

L'emersione della necropoli e dei suoi sarcofagi litici è un dono, per tutta una comunità che immaginava, intuiva, pensava, e forse sperava in un dono di questo tipo, ma non aveva il coraggio di osare, di farsi delle domande, di cercare delle risposte. Ci ha pensato il suo mare.

Il 16 novembre la Soprintendenza delle belle arti e paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto ha portato la scoperta all'attenzione della dirigenza MiBACT. La dott.ssa Maria Piccarreta ha ottenuto con sollecitudine i fondi necessari per avviare l'intervento di recupero, scavo e messa in sicurezza dei resti. Il 20 novembre è stato avviato il cantiere. Nei prossimi mesi, sotto la direzione della commissione tecnica della soprintendenza composta dai funzionari Catalano, Strafella e Raguso, saranno portate avanti le operazioni.

I sarcofagi, nel frattempo, verranno ricoverati nel laboratorio di restauro di Taranto per i necessari interventi.

Ma non finisce qui. Parte dei fondi verranno utilizzati per la messa in sicurezza anche di due relitti, individuati negli anni scorsi nelle acque di Porto Cesareo e a serio rischio a causa dell'azione delle correnti.

E noi che faremo? Continueremo a sorvegliare il nostro spot, a farci portavoce delle istanze della comunità sportiva*: ancora più forti nelle nostre passioni e nel nostro quotidiano impegno a tutela e cura del bene più prezioso.

Questi siamo noi, questa è la nostra storia, che ci appartiene.

Salento Bats

* Quei terribili cubi di cemento, ricominciamo a vederli. Non abituiamoci agli errori. Guardiamoli in faccia, e superiamoli. La Salento Bats si è attivata per la rimozione.

https://salentobats.blogspot.com

02/11/2019

Esserci. Respirare. Sentirsi vivi 💙

29/10/2019

Super super super!!! 😎

E come non condividere con voi la gioia di vedere questo rider pugliese che spesso ci delizia con le sue performance anche negli spot salentini tra i big del pianeta kite. Paolo Morga entra a pieno titolo nel team Duotone per la disciplina "wave riding-strapless freestyle", e noi siamo certi che non deluderà le aspettative e che ce ne farà vedere delle belle!

Forza grande Paolo, Salento Bats è con te! 🤙🏽

[With Paolo Morga kite surf]

:: Siamo Entusiasti e Orgogliosi di presentarvi oggi un nuovo rider che entra a far parte del team ITALY Duotone Kiteboarding..

Paolo Morga kite surf

Paolo ha 16 Anni cresciuto a Castellana Grotte (Puglia) e appassionato di kite già da piccolo, ora sono ben 5 anni che Paolo pratica quello che ama, la sua disciplina e il Wave riding e Strapless FreestylE, si allena la maggior parte del tempo a Monopoli Capitolo (puglia) il suo home spot.
Ha già nel suo repertorio moltI tricks importanti nello strepless e un bello stile sulle onde, già 2X campione italiano junior Paolo ha un sogno nel cassetto, quello di raggiungere risultati a livelli internazionali, noi di DuotoneKite ITA crediamo in lui...

⚡️ WELCOMETO TO THE TEAM ⚡️

04/10/2019

30 nodi scarsi...

01/10/2019

🔊 Vuoi avvicinarti al mondo del kitesurf? 🌬

Vieni con noi,
ti apriremo il nostro di mondo!!! 🌍

Salento Bats lancia la formula 🦇"EXPERIENCE"🦇

👉👉👉 Contattaci per saperne di più al 339.28.06.058 (telefono ☎️, WhatsApp ✅ o sms ✉ ) 😎🤙🏽

Servizio riservato ai soci, vecchi e futuri.

ATTENZIONE!!!
☠Salento Bats crea dipendenza ☠

26/09/2019

Vuoi avvicinarti al mondo del Kitesurf?🌬

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ATTENZIONE!!!
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24/09/2019

Siamo qui!!!

20/09/2019

Scampoli d'estate, spiagge deserte, litorale adriatico. Perché a noi, così, piace di più! 😎

31/08/2019
Casa Surace

E non ci sono scuse, e non ci sono ! 😑😎 Thks to Casa Surace!

Non facciamo cose sbagliate.
NEANCHE PER UNA VOLTA!

26/08/2019

Salento Bats

26/08/2019

Ieri (nel caso in cui a qualcuno fosse sfuggito 🤣) siamo stati all'Istmo Beach Club - Frigole,Lecce, a casa dell'Aloha Kitesurf Team.

Bellissima giornata in compagnia del vento e di tanti vecchi e nuovi amici. Super relax e grande divertimento per tutti! 🤙🏽

Grazie a Luca, Luca, Marco, Lucio, e alle home crew di questo angolo di Adriatico a pochi passi da Lecce!

Ci vediamo prestissimo! 😉🤙💙

Salento Bats

25/08/2019

Un contenitore di fortuna...ma la raccolta continua, anche qui! Voi a che punto siete? ⏳

Purtroppo, come sapete, siamo stati costretti a rinviare la cerimonia di premiazione del Contest prevista per oggi...ma, in attesa di conoscere la nuova data, diamoci da fare con la raccolta di "lacrime di sirena"! 😎🤙🏽

Al/Alla più bravo/a una sorpresa bellissima! Forza! 💙

Salento Bats c/o Aloha Kitesurf Team

21/08/2019

🚨🚨🚨 EVENTO RINVIATO 🚨🚨🚨

Cari Amici,
causa forza maggiore siamo purtroppo costretti a RINVIARE la CERIMONIA di PREMIAZIONE del Contest prevista per domenica 25 agosto.

Ma...seguite la Pagina!
A BREVISSIMO la NUOVA DATA! 🤙

P.S. Vi garantiamo che non scappiamo con i premi! 😆

21/08/2019

Una sfida costante, un impegno quotidiano. Chi pratica uno sport acquatico ecosostenibile, a "impatto zero", come il kitesurf, è per definizione in continuo ascolto dell'ambiente che lo accoglie. Essere in armonia con l'acqua, l'aria, il vento, la terra, è essere in armonia con se stessi. La cultura dello sport è pazienza, rispetto, cura.

"ZERO IMPACT" è il che Salento Bats e il Coordinamento Ambientalisti Pro Porto Cesareo hanno voluto assegnare a Cesare Nicolò Romanazzi e al suo "Taranto", scattato il 25 giugno di quest'anno a Taranto, San Vito.

Un messaggio forte e inequivocabile, un volo coraggioso e di grande speranza su uno skyline grigio, immobile, implacabile.

Perché solo di bellissimi tramonti infuocati vorremmo si tingesse il cielo di Taranto.

Grazie, Cesare, complimenti e a prestissimo! 🤙🏆💙

20/08/2019

Vivere il mare, tutto l'anno, da soli o in compagnia. Un'esperienza di benessere totalizzante, in armonia con se stessi e con l'ambiente. Praticare uno sport pulito, ecosostenibile, significa migliorare la qualità della propria vita e di quella di chi ci sta accanto. Uno stile di vita, un esempio da seguire, una consegna per il futuro.

Il "OPEN AIR WELLNESS" va a Eleonora Montanaro (Michelle Rei) e alla sua "Vieni con me, ti insegnerò a volare...", scattata a Taranto, presso il Lido Azzurro il 22 giugno 2019. A lei il premio offerto da Le Dune Suite Hotel.

Grazie, Michelle, e arrivederci al 25 agosto a Porto Cesareo!

19/08/2019

289 Like! Ha conquistato la Community col suo scatto dal titolo "Credere...", realizzato a Porto Cesareo presso lo stabilimento de Le Dune Beach Club Aperitif and More, a pochi giorni dal Natale 2018.

Il sorriso di un bimbo, la slitta di Babbo Natale adagiata sulla spiaggia, un kite che si lascia cullare dal vento. Sogni volanti per bimbi di tutte le età, lambiti dal mare d'inverno.

"Credere...", un titolo che è al tempo stesso un'incitazione e una voce di speranza. E noi continuiamo a crederci! 💙

Grazie a Dolores Mazzotta! A lei va il "COMMUNITY", offerto da Visionottica Vernaleone!

Cara Dolores, arrivederci al 25 Agosto a Torre Chianca (Porto Cesareo)! 🤙🎉🏆

19/08/2019

🚨🚨🚨

Il 25 Agosto è sempre più vicino (non prendete impegni perché vi aspettiamo tutti a Porto Cesareo con gli amici del Coordinamento Ambientalisti pro Porto Cesareo per la serata di premiazione del nostro Contest! 🍾)

📷📱Abbiamo proclamato i SUPER VINCITORI delle categorie A) Reflex e B) Smartphone.

MA NON CI FERMIAMO QUI!
Vi annunciamo i ☆Riconoscimenti Speciali☆ che noi della Salento Bats e i nostri Partner abbiamo voluto riservare ad alcuni scatti che non si sono qualificati per i podi ma che hanno risposto con forza all'appello lanciato dal Contest!

Assegneremo, dunque,
i Riconoscimenti Speciali:

☆ Community
☆ Open Air Wellness
☆ Zero Impact
☆ Salento Bats Experience

Seguite la Pagina, ci siamo quasi! 😎

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Copertino
73043

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🔎 Chi siamo? Salento Bats è un’associazione di promozione e utilità sociale. Siamo a Copertino (Lecce), ma la nostra rete opera su tutto il territorio salentino.

🎡 Cosa facciamo? La nostra mission è promuovere il territorio attraverso la conoscenza degli sport acquatici a “impatto 0” sull’ambiente. Per fare questo organizziamo iniziative di diverso taglio e carattere, capaci di coinvolgere la comunità e attivare il territorio su temi d’interesse collettivo (tutela dell’ambiente, valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico, attenzione e rispetto per il mare, consapevolezza delle criticità del territorio e del litorale e proposta di soluzioni partecipate, cultura dello sport all’aria aperta e della bellezza, arte fruibile,…).

🔑 Perché far parte della Salento Bats? Associarsi significa, per i singoli, entrare nella Community, partecipare attivamente alla programmazione, organizzazione e realizzazione delle iniziative a firma Salento Bats. Per le Associazioni, avere un luogo virtuale di condivisione di idee e compartecipazione esperenziale, per crescere insieme. Per gli operatori e le imprese, entrare nel Network Salento Bats, sostenere una tantum l’agenda delle iniziative ed essere presenti sempre, da protagonisti. L’impegno, che si rinnova annualmente, è sinonimo di fiducia e riconoscimento del lavoro che si è fatto e di entusiasmo rinnovato per quello che si farà.

Per saperne di più e conoscerci meglio, scriveteci a: [email protected]


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