15/06/2024
La parola “biofilia” deriva da due radici greche antiche, bio e philos, e significa amore per gli esseri viventi e il mondo naturale. Per esemplificare la progettazione biofilica, un edificio o un paesaggio urbano devono incorporare riferimenti alla natura, in un modo che promuova sentimenti positivi. Edward O. Wilson una volta scrisse: “La natura detiene la chiave della nostra soddisfazione estetica, intellettuale, cognitiva e persino spirituale”. Quindi, se uno spazio è biofilico o meno dipende in gran parte dal fatto che ti faccia sentire bene!
Sociologi e designer hanno adattato le opinioni di Wilson e aggiunto nuovi principi di progettazione, da quando ha condiviso per la prima volta la sua teoria negli anni '80. Oggi sottolineano che anche in questi spazi è importante una qualità coesa e unitaria. Oltre a introdurre piante o materiali naturali, deve esserci la sensazione che la natura in qualche modo ti immerga o ti avvolga. Inoltre, il coinvolgimento con l’ambiente rende uno spazio biofilico: non dovrebbe solo sviluppare, ma rafforzare l’innato affetto che provi verso la natura.
Come puoi immaginare, ci sono molti modi in cui i progettisti possono lavorare all’interno di questi principi fondamentali, ma gli spazi risultanti sono in genere facili da distinguere da altri che non sono biofilici. Probabilmente in questi luoghi troverai non solo piante e materiali naturali, ma una tavolozza naturalistica, forme o sagome ispirate a forme presenti in natura, come foglie, onde e conchiglie.
Il design biofilico può essere trovato ovunque, soprattutto perché molti stili architettonici tradizionali ne mostrano elementi, come materiali naturali e un design intuitivo e armonioso.
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