06/06/2024
LA LETTERA DI MATTIA
Buonasera pubblico, chi vi scrive è Sara.
So che è da tanto tempo che non ci facciamo sentire, vi chiediamo scusa.
In questo ultimo anno ci è stato tolto tutto, siamo sempre stati pronti a guardare all'avvenire con speranza, dimostrandoci pronti ad affrontare ogni cosa; ma quello che ci è successo ci ha messi K.O.
In questi giorni abbiamo ricevuto una lettera che ci ha fatti sentire meno soli, vogliamo condividerla con voi: il pubblico che da anni ci segue e ci vuole bene.
Ho scelto la nostra prima foto di repertorio: era agosto 1981 e la Festa del Grano stava nascendo.
Buona lettura e grazie Mattia per averci scritto.
Mi chiamo Mattia, ho 46 anni e mi sono trasferito a Reggio Emilia alcuni anni fa per lavoro. Vi scrivo questa lettera per raccontarvi una piccola storia.
Quando mi sono trasferito qui non conoscevo nessuno. Era agosto, faceva un caldo che si bruciava (cit. Giorgio Faletti) e non potevo tornare dalla mia famiglia ad Ancona perché il lavoro me lo impediva; sì, mi sentivo molto solo.
Il caso ha voluto che venissi a conoscenza, grazie a Radio Bruno, di una festa che si teneva a Olmo. Chiamare un paese come un albero, che fantasia, mi son detto. Ho preso la macchina e sono andato.
È così che la Festa del Grano di Olmo è entrata nel mio cuore: in una calda sera d’estate, mentre la solitudine mi stringeva le budella. Ho valicato l’entrata e sono stato catapultato in una realtà mai incontrata prima: un fiume di gente e di volontari, una vasta proposta di attività, di concerti, di cibi, di attrazioni. C’era gente di ogni età, gente in compagnia, gente sola, famiglie, compagnie di amici. Per un attimo ho dimenticato tutto e mi sono sentito parte integrante di una comunità.
E credo sia questo il senso ultimo di voi che fate parte dell’organizzazione della Festa del Grano: far sentire gli altri a casa; dar loro la possibilità di divertirsi, di sperimentare, di tornare indietro nel tempo, di godere delle cose semplici.
E da quella sera io e questa Festa non ci siamo più lasciati. Ogni agosto tornavo lì, in compagnia di qualcuno (anche della mia famiglia da Ancona) o da solo per godermi quei momenti. Fino a quando, per cause non più dovute al COVID e a me sconosciute, avete chiuso.
Quella frase impressa davanti al cancello di entrata che recita “DIVIETO D’ACCESSO. AREA NON A NORMA, DA DEMOLIRE” mi fa arrabbiare e fa nascere in me un grande senso di impotenza: insomma, com’è possibile che qualcuno abbia potuto fermare una festa così significativa per il comune di Gattatico e non solo? Com’è possibile che nessuno si sia opposto? Com’è possibile che una festa capace di riunirci tutti in nome del semplice stare insieme, ora non si possa più fare?
Ecco qual è il mio desiderio: vorrei tornare ad Olmo, ballare e mangiarmi quella polenta fritta che facevate solo voi. Vorrei tornare a imbrattarmi di Autan e poi restare a chiacchierare fino a notte inoltrata. Vorrei tornare a vedere quei giovani volontari che si mettevano in gioco per la loro festa e per il loro paese.
La Festa del Grano è arrivata in un momento della mia vita importante e mi ha aiutato a sopportare la lontananza dalla mia terra, dal mare, dalla mia gente e dalla mia famiglia. Devo tanto a questa Festa e noi come pubblico dobbiamo tanto a voi volontari e organizzatori: eravate instancabili e ci credevate davvero. Ci avete dato tanto, ora credo dobbiamo fare anche noi qualcosa per voi.
Nella speranza che il mio desiderio sia quello di tanti altri, vi ringrazio per aver letto questa lettera.
Non conosco di persona voi organizzatori, ma voglio che sappiate che non siete soli. Mattia vi sostiene e crede in voi.
Buona fortuna.