Levico Creativa

Levico Creativa Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Levico Creativa, Organizzatore di eventi, Levico Terme.
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Levico Creativa vuole mettere in rete i creativi dell'area e realizzare, supportare e dare impulso a progetti culturali per la promozione e lo sviluppo del territorio, in un'ottica di collaborazione e dialogo tra le arti e le persone.

Giusto un mese fa eravamo in Francia, a Gap, e che meraviglia trovare un'opera di Bruno Lucchi ad impreziosire uno degli...
11/09/2023

Giusto un mese fa eravamo in Francia, a Gap, e che meraviglia trovare un'opera di Bruno Lucchi ad impreziosire uno degli angoli più belli della città.

Affascinanti come sempre le opere del Maestro (e amico) Bruno Lucchi che da oggi impreziosiscono le vie del centro di Le...
09/06/2023

Affascinanti come sempre le opere del Maestro (e amico) Bruno Lucchi che da oggi impreziosiscono le vie del centro di Levico, in una raffinata mostra a cielo aperto che aspettavamo da tempo 🤩

🌈 Grazie ai Trampolieri dell'Arcobaleno per aver marciato fino alla Màsera oggi e aver portato un po' di colore, allegri...
07/05/2023

🌈 Grazie ai Trampolieri dell'Arcobaleno per aver marciato fino alla Màsera oggi e aver portato un po' di colore, allegria e pace per le strade di Levico.

🍃 E bravi gli amici de L'Ortazzo che ci hanno fatto vedere quanto sostenibile e solidale (e bella!) sia la nostra . C'è ancora tempo per visitare la Fiera al Palalevico.

Grazie agli amici de L'Ortazzo! Noi ci saremo e voi? ❤️🧡💛💚💙💜Partecipa alla  , domenica 7 maggio alle 12, prendendo parte...
06/05/2023

Grazie agli amici de L'Ortazzo! Noi ci saremo e voi?

❤️🧡💛💚💙💜
Partecipa alla , domenica 7 maggio alle 12, prendendo parte ad una grande manifestazione nazionale che si propone di percorrere contemporaneamente 4.000 km divisi in piccoli pezzi!

☮️🕊️🌈Per dire no alla guerra e camminare parlando di pace.

Nel percorso Bolzano Roma - BZ01D il tratto 77 passa proprio dal Palalevico.
Il ritrovo è poco prima delle 12 nel parcheggio verso il lago, vicino al Palalevico, per poi camminare fino alla ex Masera.
Referente per l'iniziativa sarà Associazione Taiapaia, presente alla e solidale!

🏳️‍🌈Info per l'iniziativa locale 340 8788948
🏳️‍🌈Info per l'iniziativa nazionale https://www.cammini.eu/blog/staffetta-della-pace

Trampolieri dell'Arcobaleno - Cortili di Pace - Compagnia dei Cammini

🍃È stato davvero emozionante oggi incontrare Roberto Cavallo e il team di Keep Clean and Run con cui abbiamo condiviso q...
01/05/2023

🍃È stato davvero emozionante oggi incontrare Roberto Cavallo e il team di Keep Clean and Run con cui abbiamo condiviso qualche momento parlando della Màsera e della visione comune che abbiamo dell'ambiente e del territorio. Grazie per essere passati da Levico. 🍃

Buona Pasqua, ai buoni e ai cattivi 🐰🦋🐣
09/04/2023

Buona Pasqua, ai buoni e ai cattivi 🐰🦋🐣

01/04/2023

Notiziona di oggi (1 Aprile) da Valsugana web: torna a Levico Giacomo Puccini (che già fu avido frequentatore delle Terme) portando nientemeno che le farfalle alla Màsera con una speciale Butterfly 😅
Mentre in quel di Modena si progetta una vera opera internazionale, multimediale e ambientalista, finanziata da fondi europei, in cui proprio la farfalla - butterfly diventa simbolo di sostenibilità anche e attraverso la cultura (articolo, vero, nei commenti) 🦋

https://fb.watch/jEa9F50xDj/

❤ Siamo davvero emozionati che i nostri sforzi di salvare la Màsera siano condivisi da moltissime istituzioni, a prescin...
30/03/2023

❤ Siamo davvero emozionati che i nostri sforzi di salvare la Màsera siano condivisi da moltissime istituzioni, a prescindere dal colore politico. Dopo il bellissimo appello di ieri del Presidente del FAI, oggi si è pronunciato anche il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, con un messaggio importante per gli amministratori locali e provinciali.
Si aggiungono a supportare il recupero della Màsera anche Italia Nostra e la Consigliera Provinciale dei Verdi Lucia Coppola, di cui potete leggere il comunicato a questo link:
https://secolo-trentino.com/2023/03/27/coppola-no-allabbattimento-dellex-masera-di-levico-terme/
Un ringraziamento particolare per l'impegno profuso va al Consigliere Provinciale Alex Marini.
Intanto sulla Màsera volano di nuovo le rondini 🐦

🧶Si chiama Yarn Bombing ed è un modo colorato e creativo di decorare le città con lavori fatti a maglia e uncinetto. ❓Ch...
17/03/2023

🧶Si chiama Yarn Bombing ed è un modo colorato e creativo di decorare le città con lavori fatti a maglia e uncinetto.

❓Che ne direste se provassimo a farlo a Levico? Sarebbe anche una bellissima occasione di unire generazioni, perché la maglia e l'uncinetto sono universali, e fare comunità. 👇🏼

“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è a...
08/03/2023

“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.”
- Rita Levi Montalcini

Qual è l'angolo più romantico che consigliereste per la settimana dell'❤?👨🏻‍🤝‍👨🏾👫🏼👭  💐
13/02/2023

Qual è l'angolo più romantico che consigliereste per la settimana dell'❤?

👨🏻‍🤝‍👨🏾👫🏼👭 💐

Grazie all'Associazione Trentini nel Mondo  per aver dato spazio, nell'ultimo numero del loro mensile, a questo articolo...
05/02/2023

Grazie all'Associazione Trentini nel Mondo per aver dato spazio, nell'ultimo numero del loro mensile, a questo articolo del nostro presidente Luca Tieppo su come sarebbe bello, utile e necessario recuperare in Valsugana lo spirito degasperiano della Lega Contadini e del suo fondatore, Luigi Carbonari, per proiettarsi verso un futuro di innovazione e sostenibilità. Con la Màsera al centro, ancora una volta.

La rivista digitale la trovate qui 👉🏼 https://issuu.com/rivista_trentininelmondo/docs/01_2023/28

🗓 Oggi, 3 febbraio, si celebra San Biagio martire, ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armeni...
03/02/2023

🗓 Oggi, 3 febbraio, si celebra San Biagio martire, ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia. Il suo martirio è avvenuto intorno al 316 probabilmente a seguito di una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono. Ha guarito miracolosamente un bambino cui si era conficcata una lisca in gola e dunque è invocato come protettore della gola, appunto, il cui rito viene compiuto con due candele incrociate.

📸 Lo ricordiamo con una bella immagine degli affreschi della nostra chiesetta di San Biagio.

1️⃣0️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Decima puntata.  Conclusioni Condensare quasi mezzo secolo di stor...
05/01/2023

1️⃣0️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Decima puntata.


Conclusioni

Condensare quasi mezzo secolo di storia della Lega Contadini di Levico e del suo lascito più evidente - la Màsera - in pochi post pensati per i social, non è stato facile e tanti, forse troppi aspetti sono stati solo accennati.

📚 Per chi avesse piacere di approfondire, lascio di seguito l'elenco dei testi che ci hanno permesso di scoprire un mondo di cooperazione e solidarietà straordinario; qualcosa, per quanto mi riguarda, di forte esempio e ispirazione che mi ha reso orgoglioso della mia comunità.

🔸️ Perché, come si diceva la scorsa puntata, le necessità contingenti, le mutate esigenze sociali e del mercato, possono anche aver reso inevitabile la dismissione della Màsera (destino comune a tutte le Macere Trentine, praticamente tutte però recuperate) ma non ha scalfito il forte senso di comunità che la Lega, tramite l'edificio, comunicava e rappresentava.

🌄 La capacità di rappresentare tutta la Valle, praticamente da Pergine a Borgo, l'attenzione per creare benessere a tutti i soci con "conferenze teorico-pratiche per suggerire sistemi migliori di coltivazione" o "per introdurre nuove varietà di tabacco più primaticce e gentili", oppure l'introduzione di sussidi per aiutare i comparti più in difficoltà dirottando gli introiti dei settori più redditizi, sono tutti elementi che dimostrano una visione solidale di riferimento, perché basata sul benessere della persona e non sul profitto fine a se stesso o sugli interessi di pochi a danno di molti.

🔹️ Anche la capacità di differenziarsi, di testare, di evolversi, di dare risposte concrete alle fasce più deboli della società per contrastare ad esempio la piaga dell'emigrazione, dovrebbe fare scuola. Senza dimenticare l'attenzione per il territorio e l'ambiente considerati la vera ricchezza della comunità.

❤ Questo lascito, così come la memoria delle centinaia di "tabachine" e le decine di migliaia di agricoltori che nell'attività della Màsera e della Lega hanno trovato ragione di vita, resterà con me e mi auguro in tutti quelli che hanno seguito questa bella storia.

❓Ops, mi stavo dimenticando l'ultima curiosità. Sapete perché la Màsera è a forma di T?
Perché hanno posizionato la Màsera nuova con la facciata rivolta a sud per ricevere la maggior quantità possibile di luce e calore e facilitare l'essiccamento del tabacco. La scaltrezza delle esigenze pratiche; chissà poi se si sono resi conto che veniva fuori anche la T di Trentino... ☺️

Grazie a tutti per l'attenzione - Luca Tieppo

📖 Bibliografia:
- Levico di Giampaolo Andreatta e Paolo Graziadei
- Levico e la Cooperazione di Andrea Leonardi
- Levico i segni della storia Nino Forenza e Massimo Libardi

🎬 Di seguito anche il link a un bellissimo video realizzato da Orlando Cadoni in occasione della pubblicazione del libro Màsera, memorie di seta e tabacco

La costruzione della fabbrica inizia nel 1925 per la lavorazione delle foglie del tabacco e dei bachi da seta.Negli anni sessanta, cessano queste attività e ...

9️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Nona puntata.   Si spengono i fuochi ➡️ Fra il '35 e il '40 la tabacc...
02/01/2023

9️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Nona puntata.

Si spengono i fuochi

➡️ Fra il '35 e il '40 la tabacchicoltura raggiunse il suo apice. La Màsera riusciva a impegnare fino a 130 operaie, selezionate in buon numero fra le famiglie più bisognose grazie ad una commissione interna composta anche da delegati delle frazioni di Selva e Barco. La vecchia sede, quella davanti alla chiesa dove ora c'è il negozio del nostro Sindaco, era completamente affittata e generava utili importanti, come riportato dal Presidente Giulio Gojo nel '37: "... la nostra società quindi è finanziata molto bene, è in condizioni buone, tanto da sostenersi da sé..."
Lo stesso invece non si poteva dire della bachicoltura: per quanto la Lega fosse riuscita a spuntare sia nel '31 che nel '36 e '38 i "prezzi migliori del Trentino" e avesse introdotto una prassi sovvenzionatrice - "pur di ve**re incontro ai bachicoltori" - che sarà ripresa tale e quale anche dal governo fascista, nulla poté quando nel '39 fu privata "della facoltà di praticare la vendita cumulativa dei bozzoli". Era la parola fine della gelsi-bachicoltura della plaga levicense.

🍎 La Lega aveva però già individuato una nuova opportunità: la frutticoltura! Già nel '33 appariva un buon modo di supplire e di integrare coltivazioni in perdita, come quella della vite e del baco, e nel '34 si adattò il piano terreno della Màsera per l'immagazzinamento.
Tuttavia, la deperibilità del prodotto e la scelta di effettuare anche in questo caso la vendita cumulativa mostrarono presto la necessità di pensare ad una struttura atta alla conservazione che non fosse la Màsera, dove il tabacco la faceva da padrone.

Per la prima volta notiamo uno scollamento fra le richieste della Lega e la disponibilità del Comune: nel '37 fu fatta formale richiesta di acquisto di un lotto adiacente per costruire un magazzino, ma il Comune nicchiò parecchio. Nonostante Giulio Gojo non si fosse dato per vinto, purtroppo al lotto venne data altra destinazione. Alla fine l'idea dovette essere accantonata, non solo per la prematura scomparsa dello stesso Gojo, ma anche perché ormai la guerra era alle porte.

🏢 Durante il conflitto la Màsera rimase forzatamente inattiva. I suoi locali erano stati occupati dalle truppe, anche perché Levico dall'8 Settembre '43 entrò a far parte del cosiddetto Alpenvorland, territorio annesso al Reich, e l'Hotel Regina divenne sede del Comando della Marina Militare Nazista (Kriegsmarine).
Finito il conflitto si provò a far ripartire la tabacchicoltura, ma molti contadini avevano ormai optato per la patata, considerata più redditizia. Si provò con la concessione di premi d'incoraggiamento ai tabacchicoltori minacciando che "se la Màsera fosse stata chiusa per mancanza di tabacco da lavorare, il Monopolio dello Stato avrebbe levato la concessione" (da Levico i segni della storia di Nino Forenza e Massimo Libardi), ma la crisi della tabacchicoltura era ormai evidente. Anche aprire finalmente, nel '53, un magazzino per l'orto frutta non servì; i quantitativi di frutta e patate erano ben lontani da quelli sperati.

🔺️ Arrivò inevitabile l'anno successivo la proposta di chiuderla; le proteste furono vivaci e, in un clima di forti polemiche misto a rassegnazione, si arrivò fino al 1961, quando la nostra Màsera terminò di operare.
Questo pare l'epilogo di una lunga storia, nonostante l'edificio abbia ospitato ancora per anni e fino praticamente ai giorni nostri magazzini, officine, spazi di ricovero per gli automezzi provinciali e persino il Moto Club Levico.

🔜 Ma se si è esaurita la ragione pratica che portò alla costruzione della Màsera, non si è ancora spento il valore iconico che l'edificio ha presso la comunità levicense e dei Trentini nel mondo.
E questa eredità sarà l'argomento della nostra ultima puntata.

8️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Ottava Puntata  La lega e il Fascismo.🔄 La scorsa puntata ci eravamo ...
27/12/2022

8️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Ottava Puntata


La lega e il Fascismo.

🔄 La scorsa puntata ci eravamo lasciati sottolineando come in una società fortemente rurale, come la Valsugana di inizio '900, la necessità di cooperazione e di supporto reciproco, fossero componenti essenziali per la sopravvivenza di tutta la comunità. E come la Lega Contadini fosse espressione di questo.

📃Leggiamo in un carteggio del 1919 con la Banca Cattolica Trentina: "Scopo infatti della Lega è il provvedere allo smercio cumulativo dei prodotti agricoli, e fra questi dei prodotti della bachicoltura anzitutto, come praticò all'addietro. Oltre a ciò essa ha lo scopo di promuovere l'agricoltura secondo le colture razionali con conferenze in argomento e con esperimenti." Questo ultimo punto è un intento programmatico di cui vorremmo e dovremmo fare tesoro anche oggi.
E di seguito troviamo: "Atteso che Levico, come tutta la Valsugana è una regione quasi esclusivamente agricola, la Lega assurge ad una importanza straordinaria..." Credo che "l'importanza straordinaria", tale da spingere Luigi Carbonari a utilizzare la Lega Levicense, insieme con quella di Arco, a modello di tutte le Leghe Trentine (lo leggete nella seconda puntata), fosse proprio la sua stessa essenza, formata in stragrande maggioranza da piccoli proprietari senza realtà predominanti.

Ne abbiamo un esempio nel '21, quando la Lega decise di aderire alla Federazione provinciale trentina delle Leghe contadine con l'intento di "trovare un collegamento con le altre leghe e un coordinamento nella vendita dei bozzoli." Inoltre, le finalità erano anche di vagliare "forme organizzative tipiche del sindacato." (da Levico e la Cooperazione di Andrea Leonardi)

🔺️Ma la Lega contadini di Levico "non assunse mai un assetto organizzativo di tipo sindacale" proprio in virtù del suo essere un'organizzazione di piccoli proprietari che facevano della parità sociale la loro forza. Non essendoci una chiara struttura divisa in classi ma, nella stragrande maggioranza, un insieme di famiglie di proprietari, era evidente la non necessità di un sindacato.
Credo anche che la stessa struttura profondamente egualitaria della Lega, nonché la sua fedeltà al Partito popolare trentino, a Degasperi e Carbonari, abbiano determinato l'avversione profonda della Lega nei confronti del Partito Fascista.

➡️ Se prima che Mussolini prendesse il potere la chiusura era totale, esserlo dopo era un gesto davvero forte. Leggiamo nel verbale della riunione del 7 ottobre del '23, ad un anno dalla marcia su Roma: "... venne ad unanimità deciso che se un socio o un delegato fosse iscritto al fascio sia tantosto espulso dalla società, pur deliberando di esser fedeli alla patria ed allo stato ed al re."

Probabilmente il tentativo della Lega non solo di rispettare la profonda avversione che aveva il clero locale e il Principe Vescovo (titolo già all'epoca puramente formale del porporato tridentino che decadrà solo nel '53 per volere di Papa Pio XII), ma anche di conservare all'interno un atteggiamento egualitario e democratico fra i soci, piuttosto che una differenziazione su base politica.
E poco cambiò l'anno successivo, quando la Lega manifestò palesemente la propria solidarietà ad Alcide Degasperi "pesantemente attaccato dalla stampa fascista".

🔸️Il momento più difficile arrivò il 18 novembre del '26 quando alla guida della Lega non c'era più il vecchio Ilario Gojo, ma il figlio Giulio il quale, pur dimostrando di essere sulle stesse posizioni del padre, "nulla poté però contro la violenza coercitiva del regime che agli inizi di novembre del 1926 mise fine alla libera organizzazione cooperativa dei cattolici trentini." (sempre Levico e la Cooperazione). Un plauso al coraggio dell'unica voce che si levò contro l'annessione forzata, quella dell'arciprete Don Merleri.

🔵 Ormai non c'erano alternative: "la società non avrebbe più potuto operare senza i necessari avvalli delle istituzioni." Quindi bisognava fare di necessità virtù.
L'ingerenza fascista però non si fermò lì; il 24 marzo '35 nel verbale della riunione della Lega leggiamo: "Dietro ordine della Federazione del consorzi cooperativi, venne cancellato il titolo sociale Lega dei contadini per non confondersi con certe Leghe di politica contraria al regime fascista", e sostituito in "Cooperativa di produzione e smercio prodotti agrari in Levico".

🔜 Era la fine di un'epoca, anche perché ci si avviava a passi lunghi e ben distesi verso la tragedia del secondo conflitto mondiale, ma di questo ne parliamo la prossima puntata.

📷 Ernesto Fazioli (1900/1955)
Fascismo, visite ufficiali a Levico e alla sua Colonia Climatica
📷 Ritratto di Ilario Gojo

Buon Natale a tutti! 🎅🏻
25/12/2022

Buon Natale a tutti! 🎅🏻

Eccoci! Buona Vigilia a tutti!
24/12/2022

Eccoci! Buona Vigilia a tutti!

7️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Settima puntata. Briciole di memorieDubito si possa ancora sentire la...
24/12/2022

7️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Settima puntata.


Briciole di memorie
Dubito si possa ancora sentire la viva voce delle "tabachine o tabacare" della Màsera ma qualche testimonianza diretta è rimasta.

🌱Mi raccontava ad esempio Gianpaolo Martina, neuropsichiatra infantile e grande esperto di pellagra - malattia tremenda che afflisse la valle fra il '700 e l'800 - delle tante foglie di tabacco messe ad asciugare nei prati intorno alla Màsera. Un ricordo vivissimo di un ragazzino che nell'estate del '51 era in vacanza a Levico.

Oppure briciole di memorie di alcune anziane che hanno avuta la fortuna di essere trascritte, come i momenti di divertimento in fabbrica delle giovani. Leggiamo ad esempio in "Levico" di Giampaolo Andreatta e Paolo Graziadei: "Quelle scale così lunghe che dovevamo salire portando ceste di tabacco verde (70 - 80 kg). Ma la discesa, poi, era tutta una volata: una ragazza sdraiata nella cesta e l'altra che tirava; così la fatica e l'allegria si facevano compagnia. Salvo non trovate in fondo alla scala Achille Gaigher, nostro capo..."

🔸️Un lavoro delicato e specialistico quello delle "tabacare", tutto al femminile perché i pochi uomini presenti e rimasti dopo la guerra erano addetti alla gestione e al controllo, con un paio di militari della Guardia di Finanza che risiedevano perennemente nell'edificio. E pure pericoloso quando dovevano percorrere le precarie passerelle di legno, senza alcuna protezione, per appendere, distendere e curare i mazzi di foglie alle "cantinele" più alte. Parliamo di più di 7 metri nel sottotetto, vicino alle tegole.

☀️A fine estate, quando i contadini portavano il raccolto, già bello impacchettato (e guai a fare una piega sulle foglie), le tabacare agili e veloci lo caricavano sulle "ziviere" (portantine) o in grossi e pesanti cesti ovali; poi su, piano dopo piano, a stipare tutto l'edificio di foglie appese, separata e infilzate una ad una con dei grossi aghi lungo la nervatura centrale. Lì restavano, controllate giornalmente, ad appassire. E andava alla grande se il tempo era asciutto e ventoso. Ma se virava a pioggia era una sinfonia di mesti "splash" eseguita dalle foglie marce che cadevano dalle "cantinele".

❄Questo fino all'inverno, quando le foglie ormai secche venivano accatastate nelle "masere" e girate ad una ad una dalle tabacare più esperte nell'attesa di prendere la strada per Rovereto dove sarebbero diventate sigari, si*****te e quant'altro. All'uscita dal lavoro, a mezzodì o alla sera, c'era la solita perquisizione perché nessuna foglia doveva lasciare l'edificio. L'unica cosa che le tabacare si portavano via era l'aroma del tabacco che le accompagnava lungo la strada di casa, fatta ovviamente a piedi.

🔹️Ma se abbiamo ancora qualche testimonianza diretta delle "tabacare", di chi si occupava dei "cavaleri", o bachi da seta, resta solo il ricordo scritto. E uno mi ha particolarmente colpito; è quello di una bimba che racconta la dolcezza di una vita semplice, povera di mezzi ma non di calore umano. Una testimonianza commovente e preziosa che descrive una società e dei valori che non possono essere dimenticati.

👧🏼 La storia - che assomiglia più ad una favola - inizia da una mamma che porta a casa a metà maggio una bustina con un'oncia di "somenze" per la "cova" (così erano chiamate le uova dei bachi, per come erano minuscole).
Le mette sotto il lenzuolo nel letto della nonna Celestina per tenerle al caldo e farle schiudere. Di notte in quel letto la nonna ci dorme, ma durante il giorno la bambina deve sostituirla e restare immobile per delle ore, anche se sente le grida dei compagni che giocano e la chiamano. E, con l'ingenuità dei piccoli, ci racconta che più di una volta, stufa di "covare", di nascosto e piano piano sgattaiolava fuori dal letto per correre in cortile a giocare. Chissà come avrà preso la mamma un tale ammutinamento.

🐛Perché la "cova" durava ventuno giorni, e guai a sgarrare, altrimenti le uova non si schiudevano ed erano guai per i tanti contadini i cui bozzoli erano l'unica reale fonte di guadagno annuo. Per quaranta giorni tutta la vita della famiglia veniva sconvolta e ruotava intorno a quei bruchi, alle loro quattro "levate" (o mute) e al loro insaziabile appetito. Molti lasciavano alle bestiole sui loro "taoloni" l'intera camera da letto, in attesa che diventassero belle pingui, pronte ad essere delicatamente deposte nel "bosco", un intreccio di fascine e sarmenti costruito apposta. Lì i bruchi tessevano il bozzolo, la "galeta", che veniva raccolto, pulito e portato in fretta al forno prima che "sfarfallasse" e non avesse più valore.

Da quella piccola busta di "somenze" presa dalla mamma quaranta giorni prima, usciva un quintale di bozzoli, frutto di milioni di foglie e ramoscelli di gelso generosamente raccolti da tutta la famiglia e offerti ai bruchi famelici giorno e notte. Ma bastava un piccolo errore, un'annata inclemente, una malattia, e la miseria si sarebbe fatta davvero nera.

🦋 L'aiutarsi, il consigliarsi e sostenersi a vicenda diventava quindi l'unica soluzione per una società rurale, la Lega Contadini una ricchezza indispensabile, e rispondere tutti insieme alle vicende della vita, anche a quelle politiche, una necessità.

🔜 Ma questo lo scopriremo la prossima puntata.

📸 Foto 1 (c) Foto Zana

23/12/2022

3...2...1... inizia il conto alla rovescia 😳
22/12/2022

3...2...1... inizia il conto alla rovescia 😳

Che meraviglia il nostro centro storico 💛
21/12/2022

Che meraviglia il nostro centro storico 💛

Ormai i giorni si contano sulla punta delle dita! Avete già pensato ai regali? Ma proprio a tutti? 😉
20/12/2022

Ormai i giorni si contano sulla punta delle dita! Avete già pensato ai regali? Ma proprio a tutti? 😉

6️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Sesta puntata.  La Màsera Nuova Scendendo la valle ad un certo punto ...
20/12/2022

6️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Sesta puntata.


La Màsera Nuova
Scendendo la valle ad un certo punto le pareti si fanno scoscese e a Primolano diventano quasi una gola. Ma non cambia solo la morfologia: il Trentino finisce per diventare Veneto e la valle smette di essere solo Valsugana per diventare Val Brenta o Canale di Brenta. Terra di confine ed estremamente povera, terra di contrabbandieri e terrazzamenti strappati alla montagna, regno del "Nostrano del Brenta".

La storia ci riporta a metà seicento quando il tabacco, non si sa come, arriva qui, e ci resta per quasi 4 secoli diventando monocoltura. L'unico sostentamento per la valle che lo coltiva nelle "masiére", i terrazzamenti strappati alla montagna e a picco sul fiume che vediamo ancora oggi. Una storia straordinaria raccontata da ben due musei fissi più uno diffuso: il "Museo del tabacco" di Carpenè e il "Museo etnografico" di Valstagna oltre a quello dell'Alta via del Tabacco che ripercorre i sentieri dei contrabbandieri. Un'ottima scusa per una gita fuori porta. 😉

È questa ricchezza che, già nel '24, ispira un gruppo di contadini levicensi a proporre alla Lega di aggiungere "dopo la stagione dei bozzoli, la macera del tabacco" creando un impegno nuovo, tutto da scoprire, che per un quinquennio viene testato sia a livello di coltivazione che dal punto di vista gestionale. Ma nel '29 i tempi sono maturi, e il nostro Gojo illustra all'assemblea come il tabacco sia l'unica coltura che poteva sostituire quella della vite "devastata dall'impressionante invasione filosserica", e nel contempo contrastare la crisi gelsibachicola.

Per ampliare la vecchia Màsera ormai "incapace di contenere il prodotto" ad una "capacità doppia dell'attuale" si chiede sostegno al Comune di Levico, perché conceda "ad un prezzo molto ridotto, perché bene pubblico" il suolo e il legname, e alla Cassa Rurale il finanziamento a tasso agevolato. La proposta viene accolta e l'impianto, con grande enfasi del regime, inaugurato il 28 ottobre 1930.

➡️ La Màsera a questo punto permette la coltivazione di 600.000 piantine, dà lavoro diretto a 130 operaie per 9 mesi l'anno, e rappresenta fra soci e indotto 15.000 contadini (così scriverà Gojo al Ministero delle terre liberate) cifra evidentemente esagerata, ma indicativa del peso che la Lega sapeva di avere fra i contadini dell'Alta Valsugana. Insomma la principale azienda della zona, emblema di una Lega votata espressamente a cercare di mitigare le "misere condizioni economiche dei nostri agricoltori" e di frenare "l'emigrazione della popolazione rurale nei centri urbani"; azienda che aveva anche una commissione per assumere "le familiari provenienti dalle famiglie più bisognose" quindi anche primo vero esempio di emancipazione femminile in valle, e di aneddoti su come era la vita delle donne all'epoca ne abbiamo parecchi.

🔜 Ve li raccontiamo la prossima puntata.

📸 piantagioni di tabacco a Valstagna e Carpené (Google); la Màsera nuova.

Amarcord...
19/12/2022

Amarcord...

Una settimana a Babbo Natale 🎅🏻
18/12/2022

Una settimana a Babbo Natale 🎅🏻

5️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Quinta puntata.Scriveva il Gazzettino in piena epoca fascista: "La Ma...
18/12/2022

5️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Quinta puntata.

Scriveva il Gazzettino in piena epoca fascista: "La Macera Tabacchi (di Levico ndr)... è la piu moderna e la più capace delle trentacinque macere trentine".

Sul rapporto della dirigenza della Lega Contadini di Levico col potere politico sarà bello scrivere una puntata, ma intanto, pur tenendo conto della propaganda, godiamoci l'attestato di stima. Che è solo uno dei tanti.

Giulio Gojo, succeduto al padre Ilario primo presidente della Lega, scriveva: "La nostra società è, si può dire, l'unica delle cooperative agricole che ha saputo resistere a tutte le crisi economiche del passato e anche del presente in forza della buona amministrazione e con l'appoggio delle competenti autorità" (entrambe le citazioni sono tratte da "Levico e la Cooperazione" di Andrea Leonardi).

Competenti autorità però che si ritrovarono nel '23 a dover dipanare un bel problema. Ormai la diversificazione e vocazione economica fra Levico e le frazioni era palese e la convivenza in città fra turismo e bachicoltura problematica.
Il nuovo ricorso della "confinante Debora Colpi" fu accolto e il forno essiccatoio, l'unica cosa rimasta intatta della vecchia sede della Lega e senza il quale svaniva l'unica fonte di reddito per tante famiglie, venne spento. Questo portò Ilario Gojo a scrivere parole forti all'insegna del Sindaco di Levico.

🪶 Il 27.7.1923 leggiamo: "Questo modo di procedere dell'autorità contro gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione dei contadini tutti è del tutto ingiustificato e la Lega deve sopportare le conseguenze sull'unico cespide d'entrata, che sono i bozzoli dei suoi soci. Per rimediare la direzione ha deliberato di costruire in altro luogo il forno essiccatoio e precisamente sul suolo comunale". Stupisce che in realtà stesse parlando al figlio, Giulio Gojo, suo futuro successore. Forse in casa si parlavano poco, oppure ci troviamo davanti un encomiabile esempio di attenzione per i rispettivi ruoli.

Sarà che erano padre e figlio, sarà che "l'affaire Colpi e il suo comitato" avevano minato decenni di apparentemente serena convivenza sociale, sarà che in quei decenni c'era stata una guerra mondiale devastante, la rivoluzione russa e l'avvento del fascismo a scombussolare tutto, ma la scelta privilegiò comunque un posto che era più o meno equidistante dalle frazioni maggiori di Selva e Barco, all'intersezione delle strade di collegamento e di facile raggiungimento. Che poi fosse prospicente anche alla nuova "città termale", e al fulcro del turismo Levicense, pare non abbia influito. Permettetemi un commento: oggi forse non lo faremmo.

Comunque, individuato e acquistato di fronte a Piazza Medici il lotto adatto, affidata la direzione a Pietro Moschen che così non dovette emigrare in Albania, si diede inizio ai lavori che terminarono a giugno del '25 in tempo per una campagna bacologica definita "assai soddisfacente".

🦋 Ma lo spettro della crisi irreversibile della bachicoltura aleggiava, era il momento di guardare a sud, alla parte veneta della valle del Brenta e alla sua grande ma unica ricchezza: il "nostrano" con i suoi 4 secoli di storia ben espressi dai suoi terrazzamenti.
Stava per nascere la tabacchicoltura e la Màsera nuova.

🔜 Ne parliamo la prossima puntata.


📷 Màsera vecchia

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4️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Quarta puntata.  🎯 Non avete mai trovato curioso dov'è collocata la M...
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4️⃣ La Màsera, storie di contadini e cooperazione. Quarta puntata.


🎯 Non avete mai trovato curioso dov'è collocata la Màsera?

Praticamente di fronte al Parco del Grand Hotel Imperial e alla settecentesca Madonna del Pezo, la chiesetta del cimitero (l'unica a pianta esagonale del Trentino), era l'edificio, insieme col perimetro del parco, che delimitava un vero quartiere modello.
Perché non vi sarà sfuggito che l'area in cui sorge, con le ville liberty, il vecchio e bellissimo ospedale rosso (dove ancora oggi troviamo il centro medico), il municipio e le scuole asburgiche di fronte e ovviamente il Grand Hotel col suo parco, è completamente separata concettualmente ed esteticamente dalla Levico tradizionale, in cui ci si imbatte appena termina il parco e inizia via Marconi. E se siete curiosi, la prima casa che incontrate sulla destra è il vecchio Hotel Girardi (ora casa privata), il più antico della città perché era quello della posta. Sbirciando da sotto l'arco dentro al cortile infatti, vedrete ancora una piccola costruzione in legno: sono le vecchie stalle.

🚂 Ma torniamo al quartiere modello intorno alla Màsera, che nasce in fretta, praticamente in un decennio, e per una ragione precisa: l'arrivo della ferrovia nel 1894 e con essa il turismo termale da tutta Europa e non solo.

🌳 Questo spingerà una società berlinese, presieduta da Julius Adrian Pollacseck, a investire ingenti risorse per costruire il Grand Hotel e il suo parco, "fra i primari stabilimenti d'Europa" dirà Cesare Battisti, con addirittura due ascensori all'interno e la luce elettrica.
Possiamo ben renderci conto di un progetto organico, pensato espressamente per sviluppare l'idea della "città termale", di un centro dedicato al benessere e all'immersione totale nella natura.

Una sorta di Paradiso ante litteram.
Pensato fin dall'ampio cannocchiale visivo che appariva usciti dalla stazione, con il grande viale di ippocastani e il Grand Hotel a fare da sfondo.
Pensato con il parco, riservato esclusivamente agli ospiti dell'albergo, puntellato di aree per l'elioterapia (più prosaicamente dei lettini per prendere il sole).
Pensato per le intersezioni ad angolo retto delle strade, gli hotel e le pensioni ora scomparsi o trasformati in case private, l'ospedale, il municipio, le scuole e il verde a profusione; e naturalmente le tante ville liberty delle famiglie bene.

In questo contesto così ricco ed aristocratico prende posto la Màsera, l'unica vera industria della valle, per migliaia di famiglie di contadini.

Vero è che fra il 1900, data di apertura del Grand Hotel, e il 1925, data di costruzione della Màsera, accaddero tante, troppe cose in Europa: la Grande Guerra, la dissoluzione dell'impero, l'annessione all'Italia, la rivoluzione russa, la nascita del fascismo. Eppure resta un gesto di attenzione anche sociale per le classi meno abbienti da parte delle amministrazioni e della società dell'epoca che oggi dubito faremmo.
Questo lo dobbiamo alla forza della Lega Contadini di Levico e del suo Presidente Ilario Gojo, alla lungimiranza delle amministrazioni locali dell'epoca e alla capacità cooperativa della gente levegana.

🔜 Lo vedremo nella prossima puntata.

📸 storiche da http://www.altavalsugana.paesaggiocomunita.it/index.php

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