21/12/2021
"Qui da noi i mariti vanno a prendere i figli negli aeroporti più vicini o alla fermata dei pullman. Loro scendono trascinando i trolley, i giubbotti sul braccio e le camicie disfatte. Un ghigno di insofferenza, i capelli scomposti, il caldo inconsueto, gli occhiali storti sul naso, le scarpe sporche e Milano nella pelle. Così io penso. Mangiano appoggiando le spalle, rilassando quattro mesi di città in un momento di sole che entra dalle vetrate e si posa sulla tavola colma. Il pomeriggio si dilata, non so come ogni cosa può ormai tornare nelle ombre del tramonto invernale, quando la valigia viene aperta e il tutto compare arruffato, con l'odore della città nelle trame dei maglioni. La casa, dicembre, l'inverno, i giorni diversi. O sempre gli stessi. Non sappiamo.
Ritornano i figli e si rivoltano i letti, le coperte a prendere il sole, i dolci da ordinare, il pesce a cucinare. Va tolta la polvere nelle stanze, gli asciugamani di lino fuori dai cassetti, il plaid per il sonno sul divano, pantofole sotto i letti, pigiami sul cuscino. Sentono freddo in casa, qui da noi, che siamo siciliani e abbiamo il sole sui vetri. Ma stanze ghiacce. Così a loro sembra. Li aspetta il mare vicino, col tramonto basso e lo scirocco sui capelli. Tornano per poco, non bambini. Il loro solito posto a tavola e quel bicchiere che piaceva tanto, giallo e sbrecciato, conservato da sempre. Milano può aspettare. Ma loro la amano. Io, la amai pure. Ora è solo da pensare. Milano bionda. Dall'odore sfatto. Noi qui, ormai. Senza treni per raggiungerla, senza salute. Noi in questo luogo di carrubi e pietre. La casa e la luce"...❤
(Letizia Dimartino, poetessa e scrittrice siciliana)