11/09/2024
𝐕i𝐧𝐢𝐥𝐢 𝐕𝐒 𝐂𝐃.. 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐕𝐨𝐢?
Alla fine del 1982 veniva introdotto sul mercato il Compact Disc Digital Audio, sono passati 40 anni e ha un solo difetto: era nato praticamente perfetto.
Oggi assistiamo a un grande ritorno commerciale del disco in vinile come supporto audio e paradossalmente alcuni album non vengono più pubblicati in CD, ma solo in vinile. Da appassionato di musica e Hi-Fi questo mi rende molto triste perché il CD è nato perfetto e ai suoi creatori, fra cui l'inventore James T. Russell oggi 91enne, dovremmo erigere un monumento.
Negli ultimi anni il mercato della musica è dominato da una parte dalla musica digitale in streaming, nella stragrande maggioranza dei casi compressa (e quindi con perdita) e poi magari inviata a delle cuffie Bluetooth (ecco un'ulteriore compressione) e poi forse con soppressione del rumore (altra modifica dell'onda originale), quindi tutt'altro che 'alta-fedeltà'... e dall'altra parte, fra i pochi rimasti che preferiscono il 'possesso' fisico del supporto musicale, è appunto tornato di moda il vinile, con sedicenti esperti che dicono che "sia meglio" del CD. E che spendono anche il doppio per avere una qualità decisamente inferiore!
De gustibus... ma cosa è davvero meglio?
Se per "migliore" si intende la rappresentazione più possibile fedele al suono originale che l'artista ha prodotto (e l'acronimo Hi-Fi sintetizza questo: alta fedeltà) allora fra CD e vinile non c'è proprio confronto. È una questione di fisica e di fisiologia umana. Un'onda sonora è rappresentata da due parametri fondamentali: frequenza e ampiezza. E il CD 40 anni fa aveva già raggiunto il massimo livello nel rappresentare queste due grandezze per quanto sia possibile discernere dall'orecchio umano. Tant'è che versioni successive, come il DVD-audio e il SuperAudioCD (SACD), non sono riuscite a migliorare la riproduzione sonora rispetto al CD, quando fatte ascoltare anche a tecnici del suono ed esperti, in test in doppio cieco.
Perché? Perché il CD ha un campionamento digitale che copre al meglio sia la frequenza (44,1 kHz, cioè fino a 22 kHz sonori) che la gamma dinamica (16 bit, cioè 96 dB di ampiezza) udibile dall'orecchio umano. Aumentare questo campionamento, come hanno fatto SACD e DVD-Audio (96 kHz e 24 bit), si è rilevato essere inutile alle luce di prove empiriche.
E quindi il disco in vinile? Il vinile semplicemente restituisce l'onda sonora con valori molto inferiori, rispetto al CD, per risposta in frequenza e gamma dinamica (70 dB di un buon vinile contro i 96 dB del CD, circa 20 volte in meno essendo i dB logaritmici).
A qualcuno potrà piacere il suo suono, la puntina che scoppietta quando trova un granello di polvere ecc. ma è bene sapere che rispetto al segnale sonoro originale la resa è ben diversa, e ben inferiore rispetto a quella del CD. Quindi chi ascolta un vinile sente qualcosa di maggiormente 'diverso' rispetto al CD e soprattutto rispetto a quanto l'artista ha effettivamente prodotto.
Inoltre il vinile ha problemi con l'usura della traccia (ogni volta che viene suonato si consuma e la volta successiva la resa peggiora), con la separazione dei canali destro e sinistro (circa 30 dB contro gli oltre 100 dB del CD, perché l'unica puntina rileva entrambi i canali audio sullo stesso solco e un po' li mescola), e risente poi delle vibrazioni, delle variazioni di velocità del disco, della non perfetta tangenza della puntina nella traccia e del basso rapporto segnale/rumore di fondo. E infine del 'problema' dell'equalizzazione RIAA, una compressione delle basse frequenze in registrazione e successiva amplificazione in riproduzione per ovviare ai limiti fisici dell'accoppiata puntina-solco alle basse frequenze e aumentare lo spazio per le tracce. Ma questo inserisce un equalizzatore nella catena con i tutti i problemi del caso, primo fra tutti standard e taratura.
Tutti difetti che il CD non ha. Il CD è inoltre (quasi) eterno e non ha errori di lettura, basti pensare che un lettore CD-ROM per computer, da una decina di euro, gira a velocità 52x e -grazie alle informazioni ridondanti per il controllo errori- non sbaglia un bit sui 5 miliardi contenuti (perché se un bit errato nella riproduzione audio non si nota neanche, in un programma per calcolatore può mandarlo in errore).
C'è poi l'aspetto ambientale: il vinile utilizza più materiale plastico come supporto (10 volte di più) e anche il processo di produzione è maggiormente inquinante rispetto a quello del CD.
Infine, la cosa più divertente di chi dice che il vinile sia "migliore" rispetto al CD è che non sa, o non si rende conto, che i costosi vinili degli ultimi anni sono tutti stampati partendo da... master digitali! Quindi se è vero che la digitalizzazione faccia perdere qualcosa (ed è normale), i loro vinili sono tutt'al più una copia peggiore di un... CD. 🙂
Ma se la gente crede all'omeopatia, all'osteopatia per non parlare degli oroscopi e della moltiplicazione dei pani e dei pesci, può anche benissimo credere che i vinili siano 'migliori' dei CD. Ma si tratta appunto di 'fede'.
D'altronde non siamo nell'era della post-verità? Chissenefrega di cosa sia 'vero', "l'Oscillococcinum con me funziona" e "per me il vinile si sente meglio": beati loro, forse vivono meglio di chi è pieno di dubbi, si interroga, approfondisce, sperimenta, verifica le ipotesi.
(Nelle foto: una puntina 'legge' la musica analogica nel solco di un vinile e la rappresentazione del raggio laser che legge i bit 0 e 1 su un CD).
Amici Audiofili Italiani - Hifi, Fine Tuning e Musica
Kronos Alex