16/12/2022
🔴🔴 "𝑆𝑇𝛰𝑅𝛪𝐴 𝐷𝛪 𝐿𝛪𝛣𝑅𝛰": 𝐿'𝛰𝑃𝐸𝑅𝐴 𝐷𝛪 𝐸𝑆𝛰𝑅𝐷𝛪𝛰 𝐷𝛪 𝐷𝐴𝑁𝛪𝐸𝐿𝐸 𝑇𝑅𝑈𝐶𝐶𝐻𝛪𝐴 📖
«L’ispirazione è arrivata quando mi sono imbattuto in un libro buttato a terra»: comincia così la sequenza di avvenimenti che hanno portato Daniele Trucchia, scrittore osimano, alla stesura di "Storia di Libro", un racconto illustrato per bambini pubblicato da Le Mezzelane Casa Editrice . Un incontro fortuito, quello dello scrittore, che proprio grazie a quel libro barbaramente abbandonato in un deposito ferroviario milanese ha avuto l’illuminazione che aspettava da tempo.
Scrivere, di certo, è sempre stata una passione irrinunciabile per l’autore; ma senza una vera storia da raccontare, una di quelle che bussano alla tua porta a partire da un incontro, una frase, un’emozione violenta, per Daniele non avrebbe avuto senso intraprendere questo cammino nei meandri della scrittura per bambini. Invece, la scoperta casuale di quel libro dimenticato da tutti, oltre ad aver scaturito una miriade di domande nella mente dello scrittore, lo ha persino portato a concepire una narrazione che mirasse non solo ad intrattenere i più piccoli, ma anche a veicolare un messaggio di indiscutibile spessore morale.
Quando ho incontrato Daniele mi ha subito chiarito quale fosse l’intento della sua opera: «vorrei che le persone tornassero ad appassionarsi non solo alla lettura, ma anche al libro come oggetto materiale in sé per sé». Sì, perché il ruolo sempre più ingombrante che la tecnologia sta assumendo nelle nostre vite, sostiene l’autore, ci starebbe trascinando verso quel modello di società che Bauman definì “liquida”. Una società, cioè, in cui l’inconsistenza e l’immaterialità degli ebook sembrano voler sostituire la carta stampata. "Storia di Libro", al contrario, mira a farci riflettere sull’esperienza irrinunciabile di toccare con mano i volumi che leggiamo, quei volumi che, per un motivo o per un altro, possono addirittura arrivare a cambiarci la vita. Il Libro protagonista del racconto non svela mai la sua identità. Poco importa se si tratti di un romanzo fantasy, un racconto horror, un manuale scientifico o una raccolta di componimenti poetici. L’aspetto che all’autore premeva sottolineare è proprio la sua materialità, i segni tangibili che le persone che lo sfogliano decidono di imprimervi, quasi a voler ricordare che, per un periodo di tempo più o meno esteso, Libro è stato loro compagno, amico, confidente; ha, in sostanza, compiuto un piccolo tratto di cammino insieme ai suoi appassionati lettori. Da Cecilia, a cui «piaceva sottolineare con una penna viola le frasi che le sembravano più belle e disegnava faccine buffe», alla signora Matilde che, mentre cucinava, «teneva Libro appoggiato sul tavolo» coprendolo «di macchie dal sapore di cipolla fritta».
Grazie a questa f***a catena di incontri il protagonista cambia sotto i nostri occhi ed arricchisce di volta in volta, di scarabocchio in scarabocchio, il suo bagaglio personale. Inizialmente «liscio, con gli spigoli perfettamente squadrati, le pagine bianchissime e i caratteri che profumavano di inchiostro fresco», Libro viene modificato da sottolineature, disegni, macchie di inchiostro e di cucina, persino dall’orecchia «bella grande» realizzata dal suo più piccolo lettore Matteo.
Le avventure del protagonista, che ad ogni nuovo proprietario mostra i segni realizzati dal precedente, ci lasciano con un interrogativo che sembra racchiudere il significato sotteso dell’intero racconto: «chi sarà il prossimo lettore di Libro, e quale altro marchio andrà ad imprimersi sulle sue pagine, che ormai non sono più pulite e candide come quelle di un’opera fresca di stampa?». Una domanda destinata a rimanere senza risposta in quanto, come ci ricorda il «consumato» libro marrone che il protagonista incontra all’interno della cassetta di legno, «Libri iter numquam finem habet» (il viaggio di un libro non finisce mai). Che cosa rimane, dunque, del percorso che ciascuno di noi compie al fianco dei volumi che legge, quei volumi di cui divoriamo, pagina dopo pagina, il messaggio nascosto tra miriadi di parole combinate a formare il tessuto del racconto? Non rimangono che le emozioni che i libri suscitano in noi, quelle stesse emozioni che ci spingono ad appuntarci frasi o riflessioni ai margini delle pagine, persino ad inumidirle con le nostre lacrime. "Storia di Libro", oltre a ricordarci che le tracce che imprimiamo nei volumi sono il segno visibile del nostro mondo interiore – quel mondo segreto e occulto che nessuno di noi consegnerebbe a cuor leggero, se non alle pagine silenti di un libro che ascolta e non giudica -, ci rammenta anche di quanto il contenuto stesso, apparentemente volto ad intrattenere il pubblico dei più piccoli, possa invece veicolare un messaggio di ben più elevata caratura. «Libro, conoscendo persone diverse, conosce situazioni sociali diverse», sottolinea Daniele, che con questa osservazione intende suggerire quanto, per i più piccoli, sia fondamentale immedesimarsi in situazioni lontane dalla loro esperienza diretta; situazioni che possono annoverare sia la quotidianità di una famiglia come quella del lettore Matteo, contrassegnata da esuberanza affettiva e legami familiari più che solidi, sia la quotidianità di un fruitore come Gianni, «vecchietto» che vive ai margini della società in compagnia del solo «cane Friz».
I bambini che leggeranno "Storia di Libro", in sostanza, non potranno non interrogarsi su quel che si può incontrare all’infuori delle mura domestiche, sulle esperienze di vita che nulla hanno a che vedere con il familiare, con quel che conosciamo perché appartenente alla nostra storia personale. E per gli adulti, conclude Daniele, l’insegnamento che si deve individuare è pressoché simile. "Storia di Libro", infatti, può colpire sia il genitore «che non ha mai tenuto un libro fra la mani», ma può rivelarsi istruttivo anche per tutti quegli adulti che, pur leggendo spesso, non si mettono mai nella condizione di valicare i confini imposti dalla loro concreta esperienza (biografica, sociale, letteraria). Il racconto dell’autore, in sostanza, dovrebbe spingerci ad allontanarci da quel che conosciamo per avventurarci verso l’ignoto (e l’ignoto, nella fattispecie, non può che essere un racconto per bambini apparentemente inadatto alla lettura di un occhio adulto).
Il volume realizzato con la collaborazione dell’illustratore Marco Ghergo sarà disponibile nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 dicembre presso la bancarella che Daniele Trucchia e Checco Zagaglia allestiranno ai mercatini di Natale di Osimo. Un'occasione per incontrare direttamente questi due scrittori della nostra frazione, che saranno presenti con le rispettive opere.
Vanessa Zagaglia