03/01/2022
In Prato della Valle è rappresentato in una delle statue meglio conservate, commissionata dal Collegio dei Notai a Pietro Danieletti nel XVIII secolo.
Di chi parliamo?
Di Sicco Rizzi Polenton, figlio di Bartolomeo detto Polenton e di Iacopa, nato a Levico tra il 1375 e il 1376, ultimo di 19 fratelli. Morì a Padova tra il 1446 e i 1447 e tumulato nella chiesa di S. Leonardo, ora scomparsa.
Fu notaio e cancelliere dei Carraresi.
Non solo.
Grazie anche all’educazione impartita da Giovanni di Conversino da Ravenna, si affermò come giurista, umanista, commediografo e studioso della letteratura latina.
Il matrimonio lo imparentò con la illustre famiglia degli Anselmini, il che gli permise di inserirsi nel gruppo illustre degli umanisti.
Il Polenton va ricordato anche per il ruolo pubblico rivestito in occasione del cruciale passaggio tra la Signoria Carrarese e la sottomissione di Padova a Venezia
Sapete da dove arriva il nome Sicco (o Siccone)? Gli fu dato dal padre in omaggio al signore di Castelnovo e Caldonazzo, chiamato appunto Siccone, del quale era stato al servizio come capitano militare.
Di lui ricordiamo anche la redazione di “Catinia”, la prima commedia volgare stampata nel 1482, ambientata ad Anguillara, nella campagna padovana, con cinque personaggi protagonisti: Catinio, venditore di catini, Bibio, oste del paese, Lanio, mercante di lana, Cezio, pescivendolo, Questio, frate mendicante, tutti impegnati in lunghe discussioni, interrotte da mangiate e soprattutto da intense bevute, con cui si voleva dimostrare una contrapposizione fra la loro vita e quella dei letterati, dei militari, dei teologi, etc.
Ricoprì un ruolo rilevante nella presunta scoperta delle ossa di Tito Livio, avvenuta a Padova nel 1414, gli venne affidato l’incarico della nuova redazione degli Statuti di Padova e in particolare quelli della “fraglia dei nodari” Fratalea Notariorum a cui apparteneva.
Nel 1420, in occasione dell’incendio del Palazzo della Ragione, antica sede dei tribunali cittadini, Polenton si dedicò al salvataggio e poi al risanamento di molti documenti andati danneggiati e compromessi.
Forse non tutti sanno che nella fascia inferiore del ciclo di affreschi di Palazzo della Ragione sono raffigurate le insegne dei tribunali, simboleggiate da animali reali e fantastici.
E la sua statua in Prato della Valle?
Perchè non fate un giro e la trovate? A voi un piccolo indizio: è la n. 39!
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