DJ Roberto Ugolotti

DJ Roberto Ugolotti I love the smell of good old vinyl.....in the morning.

Bossa triste😪
06/09/2024

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😪

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05/09/2024

Sunshine
Moonlight
Good times
Boogie.

Have a nice weekend, folks!
26/07/2024

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Provided to YouTube by Pias UK LimitedMorning Child (Landau Orchestra Remix) · 4heroMorning Child℗ 2007 Raw Canvas℗ 2007 Raw Canvas RecordsReleased on: 2007-...

1 Year Ago at Joevinyle Store “Vinyl is forever”
25/07/2024

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DJ SET - Live - Joe Vinyle Showcase from Joevinyle Store - Parma ITOn Line Funky Radio Web

Parlando qualche sera fa con DJ Rocca siamo arrivati sull'argomento Acid Jazz.Ci siamo ovviamente trovati d'accordo sul ...
23/07/2024

Parlando qualche sera fa con DJ Rocca siamo arrivati sull'argomento Acid Jazz.
Ci siamo ovviamente trovati d'accordo sul fatto che sia stato un "movimento" fondamentale, ma sottovalutato, per l'evoluzione della musica, quella nera, da ballo, ma non solo.
Era la fine degli anni '80.
In Inghilterra.
C'erano Gilles Peterson (DJ radiofonico per essere brevi ma meriterebbe narrazione specifica per il suo ruolo di ricercatore e innovatore) e Eddie Piller, fomentatore delle scene Mod e Northern Soul britanniche.
Stanchi dell'asfittico panorama Acid House provarono quasi per scherzo a mettere sul tavolo qualcosa di completamente diverso.
Il recupero del funk coniugato al presente.
Il jazz più stompin' e divertente.
Basta synth e atmosfere algide.
C'era bisogno di calore contemporaneo.
Così, con una iniezione di stilemi Hip Hop, i giusti campionamenti, alcune influenze afrocaraibiche, l'attitudine fresca e open-minded, diedero forma ad un'idea, un desiderio.
Acid Jazz Records fu il nome scelto per quell'etichetta discografica che divenne presto leggendaria, come le serate londinesi al Blue Note, al Dingwalls e i lunedì That's how it is al Bar Rumba.
La musica che si produsse in quegli anni sotto il marchio Acid Jazz Records e Talkin' Loud, gli artisti che emersero, le serate nei club non solo londinesi hanno avuto un'importanza maggiore di quanto sembri.
Quella commistione di stili e di influenze tra passato e futuro più che tracciare una rotta indicò il modo migliore per essere contemporanei.
Galliano, Jamiroquai, Incognito, Brand New Heavies, James Taylor Quartet, gli Style Council sullo sfondo, la storica sezione fiati di James Brown (Fred Wesley, Maceo Parker e P*e Wee Ellis), l'intuizione di Norman Cook (non ancora Fatboy Slim ma già con le idee ben chiare su come far divertire la gente).
Senza questi incroci, senza l'intuizione di Peterson e Piller non avremmo goduto di una ricca carrellata di gemme che ormai sono classici. Non avremmo avuto la Cantaloupe Island degli Us3, la rilettura di So What fatta da Ronny Jordan, la potentissima Talkin' Loud degli Incognito.
Ben presto le majors si accorsero delle potenzialità della scena.
La Blue Note su tutte ebbe un approccio molto intelligente mettendo il suo immenso catalogo "a disposizione" dei campionatori.
Il patto tra vecchie e nuove generazioni era siglato.
Il progetto Jazzmatazz di Guru fu una pietra miliare quanto la fu Back on the block di Quincy Jones qualche anno prima.
Dal Jazz all'Hip Hop.
Le vecchie e le nuove generazioni della musica nera, insieme, per qualcosa di nuovo, legato alle radici ma mai sentito prima.
Senza l'Acid Jazz non avremmo avuto, probabilmente, nemmeno le derive Trip Hop e Drum'n'Bass che marchiarono a fuoco il panorama sonoro di fine millennio.
L'evoluzione della musica nera da ballo aveva trovato il propellente che le avrebbe garantito la durata illimitata del suo viaggio nello spazio e nel tempo.
Domani sera, in strada davanti all'Andrew's Pub di Formigine, col mio partner in crime Ga Selection, sotto lo stendardo di Emilia Soul Lovers, tornerò a far girare sui piatti quei vinili assolutamente magici.
Dalle 19.

12/07/2024
06/07/2024

Un pezzo degli Stardust, un videoclip diretto da Michel Gondry anch'esso entrato negli annali. La storia di “Music Sounds Better With You”

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04/07/2024

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25/06/2024

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14/06/2024

Non sono molti a poter vantare una traccia nella prima posizione di una qualsiasi chat nazionale. No, non nella dance music chart, stiamo parlando proprio della chart generale. Hans Nieswandt è uno che può dire di esserci arrivato: con il suo gruppo Whirpool Productions ha raggiunto la posizione n...

Le sorprese quelle belle.Welcome back Galliano!We missed You.❤
22/05/2024

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07/05/2024

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Questa sera
Vi aspetto

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03/05/2024

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Domani.Al calduccio.😉
30/04/2024

Domani.
Al calduccio.
😉

"Mettere i dischi" equivale spesso ad una narrazione, alla scrittura di un racconto, di un romanzo.La (mia) storia di qu...
21/04/2024

"Mettere i dischi" equivale spesso ad una narrazione, alla scrittura di un racconto, di un romanzo.
La (mia) storia di questo disco è qualcosa del genere.
Questo brano è stato per anni la mia ossessione (non "una delle mie ossessioni", proprio LA mia ossessione).
Lo ascoltai per la prima volta quarant'anni fa su una cassetta del Cosmic, leggendario club sulle sponde del Lago di Garda. Un club decisamente sui generis.
Erano i tempi in cui si andava a ballare e si compravano le cassette pirata dai DJ. Si compravano e poi si duplicavano e decuplicavano per gli amici e gli amici degli amici.
Non ricordo da dove arrivasse la mia copia di quel nastro, marchiato C49 / 1981.
So che c'era dentro un'ora di musica mai sentita altrove, e bellissima.
E, in mezzo, questo brano molto particolare.
Una base ritmica molto asciutta, synth-pop primi anni '80, e praticamente solo quella.
Sopra, il dialogo radiofonico notturno (quasi rap) tra un DJ e un gruppo di ascoltatori, truckdrivers, con tanto di rumori di strade e motori sullo sfondo.
Non avevo idea di chi fossero.
Internet era ancora di là da ve**re, Shazam ancora di più (ma non sarebbe servito, non la riconosce nemmeno adesso).
Mi è capitato spesso di chiedere a Daniele Baldelli e TBC (i due DJ del Cosmic) se si ricordassero che brano fosse.
Zero.
Non risolse l'enigma nemmeno l'avvento del web con i vari forum dedicati al riconoscimento dei brani oscuri di quelle mitiche cassette (vi giuro: esistono forum di questo tipo, organizzati come un archivio con l'elenco numerato delle cassette, anno per anno!).
Tutto questo fino a circa due anni fa, quando un amico che condivideva con me questa ricerca mi scrisse che proprio su uno di questi forum era stato scoperto, non so come, il titolo di questo pezzo, e l'autore.
C.B. Wrapper- Président Rosko.
Due minuti dopo il 45 giri che vedete in foto era nel mio carrello su Discogs, per la cifra ridicola di 5€.
Ma il mistero originale, una volta svelato, ne generò un secondo, ancora più fitto.

Président Rosko era il soprannome di Mike Pasternak, meglio noto come Emperor Rosko, DJ radiofonico californiano, molto popolare negli anni '60 in UK perché trasmetteva per una radio pirata da una nave ancorata al largo delle coste britanniche (stratagemma usato per evitare il monopolio BBC e la puritana legge inglese che cercava di frenare l'esplosione del Beat e delle libertine pulsioni che quella musica generava).
Ebbene, quella Radio pirata si chiamava Radio Caroline e la sua storia leggendaria è la trama del celebre film I love Radio Rock, con Philip Seymour Hoffman.
E Philip Seymour Hoffman in quel film interpreta proprio la figura del Conte: Emperor Rosko.
Ora, la carriera di Président/Emperor Rosko come DJ radiofonico è stata lunga e articolata, fino ai giorni nostri. Ha inciso anche un paio di dischi, ma non sono riuscito a trovare un articolo o un'intervista a Rosko in cui si parli di questo brano (che tra l'altro è musicalmente distante dalle sue passioni, il rock e il soul), nonostante il volto in copertina sia il suo.
Di cosa si trattava quindi? Di un sorta di omaggio/citazione da parte di ammiratori sconosciuti? Di appropriazione indebita di un nome di culto? O era proprio lui, Président Rosko in una sorta di camaleontico divertissement?
Quest'ultima è la risposta corretta.
La risposta che rende questa storia (almeno per me) davvero memorabile.
E, aldilà di tutto, il brano è davvero notevole.

https://youtu.be/lDd5S5wemn4?si=eifZ3uaUMGe8_y1v

P.S.
Per la cronaca, nella cassetta in questione il dj lo mixava splendidamente con Where did our love go (storico brano soul di Diana Ross & The Supremes) nella versione "meravigliosamente sintetica" che ne fecero i Soft Cell proprio in quell'anno.
La cosa curiosa è che il dj ci mise creativamente del suo facendo suonare il brano dei soft cell a 33 giri anziché a 45, rendendolo profondo, cupo, quasi post-atomico.
E questo potrebbe essere il tema del prossimo racconto.

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