29/08/2023
Cosa rimane quando qualcuno ti prende a coltellate? 48 pugnalate capaci di lasciarti esanime a terra a pochi metri di casa.
Che resta di chi perde l’ultimo fiato tra le mani di un uomo? A volte, il suo stesso padre o compagno di vita. Che succede quando poi la vita, per crudele scelta ed iniziativa di un’altro, viene sfrattata dal tuo corpo a suon di pugni e calci?
Rimane il ricordo, la rabbia e il dolore indomabile di chi resta. Il femminicidio non é una morte qualunque, e guai a chi ancora cerca di equipararlo ad un incidente stradale o a un omicidio qualunque.
Il femminicidio é frutto di una deviazione di genere della società, di forti radici sociologiche sature di maschilismo, di senso della proprietà dell’uomo sulla donna, dell’incapacità di accettare il rifiuto, l’assenza di una rete di supporto adeguata e poi, tutto quello che c’è dopo: le indagini, i titoli sensazionalistici, le accuse (anche alle vittime), gli sciacalli, i programmi tv, il tribunale del web e poi - il vuoto.
Il vuoto assordante di una persona che non c’è più ingiustamente. Quel dolore che ti brucia dentro ma non passa mai, perché si riavvia come benzina sul fuoco ogni giorno che un’altra donna muore nelle medesime condizioni.
É stata inaugurata presso la Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, la mostra fotografica “Le conseguenze” di Stefania Prandi, organizzata in collaborazione con Cantiere Simone Weil e CoolTour Turismo e Cultura.
Una piccola mostra fotografica ma graffiante e d’impatto, chi resta non si annichilisce ma si fa le spalle grandi e cerca di combattere, si sente ‘mamma’ di tutte le altre donne finite nelle mani degli orchi: che poi orchi, in realtà, sono solo uomini.
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📍 Biblioteca Passerini Landi
🫰 Ingresso gratuito
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