24/08/2023
Con profondo affetto, salutiamo zio Pascalinu, al quale eravamo profondamente legate essendo il nonno della nostra cara socia Stefania.
Le tue storie e la tua innata simpatia hanno reso la Costa Smeralda ancora più luminosa.
Rimarrai per sempre nei nostri cuori 💓
Se n’è andato come ha vissuto per 107 anni: serenamente. Pasqualino Pirina - ziu Pascalinu, in gallurese - ci ha lasciato ieri, nella sua casa a Lu Postu, nell’antica Monti di Mola. Ha passato una vita con il sorriso, e così ha salutato tutti.
Zio Pascalinu era il nonnino della Costa Smeralda. Nel 2020, in piena pandemia di Covid-19, accettò di fare da testimonial al Consorzio Costa Smeralda, e agli alberghi, primo fra tutti l’Hotel Cala di Volpe che ai centenari della Sardegna ha sempre dedicato una speciale e affettuosa attenzione.
Accompagnato dalla nipote, zio Pascalinu andò davanti alla roccia con la scritta “Costa Smeralda”, sulla strada Olbia-Porto Cervo. Si sedette su una sedia e disse: “Mi chiamo Pasquale Pirina, nato nella Costa Smeralda 104 e anni fa, nel 1916. Venite, venite, gente, che si sta bene qua!”.
Aveva voluto dare un potente messaggio di speranza, di fiducia, sulla Costa Smeralda che - coraggiosamente - riapriva gli alberghi, dando lavoro e offrendo agli ospiti un luogo sicuro e protetto in cui tornare alla vita normale.
Lo aveva fatto con piacere, con un certo orgoglio. Quel video ebbe milioni di visualizzazioni sulle pagine Facebook del Consorzio Costa Smeralda e Instagram della Costa Smeralda. Quando lo seppe, ziu Pascalinu ci scherzò su: “Quindi sono diventato anche io famoso come quelli della tv?”.
Nel suo piccolo, era un po’ così. La sua vita era sempre stata all’insegna della semplicità della vita di campagna.
Nato durante la Prima Guerra mondiale, aveva combattuto nella Seconda. Nel Dopoguerra, aveva fatto l’agricoltore e poi il calzolaio. Aveva assistito al Boom economico dell’Italia e a quello, molto particolare, della Costa Smeralda. La sua vita cambiò radicalmente dall’oggi al domani, anche per riflesso, ma senza per questo mai perdere la sua identità.
C’era molto di simbolico nella sua esistenza, nel video per la Costa Smeralda. Zio Pascalinu era figlio della Gallura, quella regione assai particolare per la presenza degli stazzi, le case coloniche, con la popolazione che in massa viveva nelle campagne, anche al 70%, con percentuali uniche in tutto il Mediterraneo.
Quella vita aveva reso caratteristici i galluresi: ampi spazi, profondi silenzi, la consapevolezza di dover fare tutto da sé, furono co-protagonisti della nascita della Costa Smeralda.
Se non avesse venduto tutto al Principe Karim Aga Khan - a rate, con continui rialzi anno dopo anno -, se avessero ceduto alle proposte dei concorrenti dell’Aga Khan, il turismo sarebbe nato comunque a Monti di Mola, ma non sarebbe nata la Costa Smeralda così come la volle il Principe Karim Aga Khan: una destinazione unica.
A ziu Pascalinu piaceva questa unione fra la sua terra e il turismo, se ne sentiva parte con orgoglio: la Costa Smeralda è qualcosa di più - per molti galluresi, e per gli arzachenesi e i montimulesi in particolare - di un semplice posto, è una storia di cui essere fieri, qualcosa che nessuno ha al mondo.
L’Hotel Cala di Volpe, con l’area manager Franco Mulas, ogni anno, il 7 giugno, mandava la torta per il compleanno di ziu Pascalinu: era un omaggio alla sua lunga vita, al suo stile di vita sano con la cucina mediterranea, il vino Cannonau e il Vermentino di Gallura, che la Costa Smeralda ha fatto suo.
Il Cala di Volpe l’ha fatto anche quest’anno, regalando pure una camicia di Dolce&Gabbana che ziu Pascalinu aveva indossato con gioia e con un grande sorriso.
Quel sorriso è da 60 anni l’immagine della Costa Smeralda, un luogo nato proprio con il sorriso contagioso del Principe Karim Aga Khan.
E quel sorriso è l’immagine più bella di ziu Pascalinu, un uomo buono, di campagna; un uomo da sempre, e sino alla fine, in pace e amore con la vita.