06/03/2020
Continui a sfregarti le mani per eliminare ogni atomo di impurità. Un virus ci ha ricordato questa impurità. Le fondamenta di una società che si dice «progredita» appaiono incerte e siamo costretti a chiederci su cosa abbiamo costruito, in cosa abbiamo avuto fede e, magari, come ricostruire.
Così fece Boccaccio con il Decameron, all’inizio del quale narra il disfacimento di Firenze, resa un cimitero dalla peste del 1348. Emergono così le fondamenta che lo scintillante autunno del Medioevo consegnava all’Occidente come antidoto alla morte. Nel Decameron la difesa della vita è rappresentata simbolicamente da 10 giovani e 100 racconti, che arginano la morte ricreando le fondamenta della loro civiltà: ordine, razionalità, relazioni, bellezza.
E noi? Assaltiamo supermercati e farmacie, ci isoliamo, consultiamo di continuo aggiornamenti e informazioni. Non si sa a chi credere e, in assenza di verità, la paura, senza un preciso oggetto, diventa angoscia, che rende l’agire assurdo. Alla Fortuna non opponiamo né Amore né Ingegno: non ci siamo allenati in tempi di pace. Ci difendiamo dalla morte accumulando cose, medicine, informazioni: abbiamo imparato queste risposte. E così viviamo nella paura senza interrogarla, come invece è chiamata a fare una manciata di polvere animata dal soffio di Dio. Ci crediamo così progrediti che, quando sbeffeggiamo chi è retrogrado, usiamo l’aggettivo «medioevale». Ma forse se ci riscoprissimo eredi di un umanesimo che ha lasciato un «mondo» di bellezza, proprio perché sapeva che – divino e umano – sono entrambi necessari per fare il «mondo», apriremmo vie nuove contro la morte. L’Amuchina rende le mani pure, sterili, ma sterile è anche chi non crea e ricrea la vita: non può e non deve bastare per quello che le nostre mani possono ricevere, dare e fare.
Continui a sfregarti le mani per eliminare ogni atomo di impurità. Cerchi una purezza impossibile sulla Terra, perché...