13/12/2023
"Dianzi, ne l’alba che procede al giorno,
quando l’anima tua dentro dormia,
sovra li fiori ond’è là giù addorno
venne una donna, e disse: "I’ son Lucia;
lasciatemi pigliar costui che dorme;
sì l’agevolerò per la sua via".
Sordel rimase e l’altre genti forme;
ella ti tolse, e come ’l dì fu chiaro,
sen venne suso; e io per le sue orme.
Qui ti posò, ma pria mi dimostraro
li occhi suoi belli quella intrata aperta;
poi ella e ’l sonno ad una se n’andaro".
A guisa d’uom che ’n dubbio si raccerta
e che muta in conforto sua paura,
poi che la verità li è discoperta,
mi cambia’ io; e come sanza cura
vide me ’l duca mio, su per lo balzo
si mosse, e io di rietro inver’ l’altura.
(Dante Alighieri, Purgatorio, canto IX)
Con queste parole, la santa siracusana Lucia, la cui memoria è onorata proprio oggi, accoglie dolcemente tra le sue braccia il sommo poeta addormentato per trasportalo in volo e deporlo sulla soglia del Purgatorio. Lucia, la martire venerata in tutta Europa dalla Sicilia alla Scandinavia per i suoi doni che illuminano "la notte più lunga", è anche colei che salva Dante nella sua divina avventura attraverso le tre dimensioni dell’aldilà, l’Inferno, il Purgatorio, il Paradiso. Si può ben dire, anzi, che il più grande poema dell’occidente cristiano si regge tutto sulla figura di Lucia, la grazia illuminante, intermediaria tra Maria Vergine e il sommo poeta, perso nella selva oscura del peccato. Un caro augurio a chi porta il suo nome.
PROF. DEB