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Frecciarossa Final Eight
17/02/2023

Frecciarossa Final Eight

 ‘s  story
19/04/2022

‘s story

10/12/2021

“Dopo la vittoria del Tour nel 1965 andai all’ufficio postale di Sedrina a presentare le dimissioni.

Formalmente ero ancora un portalettere aggiunto in distacco dal servizio. Il postino titolare era mia madre. Realizzai che forse potevo mantenermi anche col ciclismo e lasciai il posto fisso e sicuro.

I miei genitori sono sempre stati felici, ma composti e silenziosi, come veri bergamaschi. Mio padre venne a trovarmi in albergo dopo una delle ultime tappe sulle Alpi, ma rimase fuori per non disturbare.

Fu un compagno a dirmi di averlo visto seduto nella veranda. Scesi subito e lo trovai lì, col berretto in mano a fissare il panorama. Ci abbracciamo senza dirci niente. Fu l’unico momento in tutto il Tour in cui mi commossi veramente”

Felice Gimondi

Cus Tirino vs Settimo - prima di campionato
17/10/2021

Cus Tirino vs Settimo - prima di campionato


22/08/2021

“Al centro federale di Formia facevo 350 giorni di allenamento all'anno. Stavo lì pure a Natale e Pasqua. Da solo. Vent’anni ad acqua minerale, nemmeno gassata.

Era una questione di rabbia, di voglia. A Barletta non avevamo niente e volevamo tutto. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: fare i piatti, pulire la cucina, lavare i vetri.

Avevo tre anni quando mamma mi mandò a comprare un bottiglione di varechina che mi si aprì nel tragitto, porto ancora i segni sulle mani. Papà veniva da una famiglia di undici figli, due si erano fatte suore perché non c’era da mangiare a casa.

Quando ho iniziato a correre, i calzoncini me li cuciva lui. Oggi non mi entrano più, nemmeno al braccio, ma li tengo ancora. Le prime scarpe da gara le ho prese più grandi, dovevo ancora crescere, sarebbero durate.

La tv non la tenevamo, si andava al circolo degli anziani, era su un baldacchino, pagavamo 50 lire per vederla. Ecco perché la rabbia ce l’avevo dentro”

Pietro Mennea, l’infinita ‘Freccia del Sud’

https://athletamag.com/lestate-di-pietro-mennea/

Una bella, grande storia di Sport.
21/07/2021

Una bella, grande storia di Sport.

Sepolia, quartiere popolare di Atene, 6 dicembre 1994. Una coppia di giovani nigeriani arrivati clandestinamente in Grecia due anni prima, mette alla luce il terzo figlio maschio: il suo nome è Giannis.

Vita difficile da subito, pochi soldi e tanto lavoro come ambulanti cercando di vendere merce varia nei mercati: "Alcune sere se non vendevamo niente non c'era nulla per cena, è stata durissima".
Un solo svago. Un campetto vicino casa dove giocare col fratello Thanasis. Suole delle scarpe consumate a forza di correre e schiacciare. Un solo paio di scarpe in due.

“Vivevamo con la preoccupazione che la polizia potesse fermarci ed espellerci dal Paese. E’ stata dura".

Spiros Velliniatis, un allenatore che aiutava i ragazzi figli di comunità di immigrati, un giorno li nota ed ha una visione, forse anche di più. Giannis, allora 14 enne, inizia a giocare a basket nel Filathilikos, dove ha poi militato fino all'A2 greca col fratello. Il basket diventa l'ancora di salvezza in una adolescenza durissima. Spesso, dorme in palestra per essere già lì all'allenamento del mattino dopo, prima di andare a scuola.

C'è però un grande problema: è apolide, non ha una cittadinanza.
Fino al 2013, quando fortunatamente la ottiene ma solo per meriti sportivi. Non senza dure polemiche a sfondo razziale. Il politico Nikólaos Michaloliákos dice in tv: "Se dai ad uno scimpanzé allo zoo una banana ed una bandiera, questo lo rende automaticamente greco?"

Giannis cresce a dismisura e i mezzi atletici sono spaventosi, ma i top club greci non gli danno mai una possibilità. E' troppo grezzo.

Ci pensa però l'NBA il 27 giugno 2013: è la scelta n.15 da parte dei Milwaukee Bucks. Un sogno che si avvera.
Un sogno che vive come un bambino in un parco giochi: con umiltà, incredulità, gioia.

Oltre all'aspetto sportivo, c'è anche un aspetto economico. Per la prima volta in vita sua percepisce uno stipendio.

La prima cena dei fratelli Antetokounmpo da giocatori NBA è in un ristorante a Philadelphia. "Ordina quella che vuoi" dice Giannis al fratello. Poi in silenzio studiano il menu. Ordinano due insalate.

Ricevuto il suo primo assegno di stipendio, nota che metà dell’importo viene detratto in tasse. Con l'innocenza di un bambino si rivolge a Zaza Pachulia per chiedere: “C’è un modo per non pagare le tasse?”.

A 19 anni a poche ore da una delle prime partite NBA della sua vita, va in una Western Union per inviare soldi alla sua famiglia in Grecia. Ne invia tanti. Tutti. Resta senza un dollaro. Manca poco alla partita, l'Arena è lontana e non può chiamare un taxi. Decide di andarci di corsa. Molti passanti lo notano correre ad ampie falcate in mezzo al traffico. Percorre 2 miglia poi viene fermato da un'auto: "Ma tu sei il rookie dei Bucks? Sul serio?? Salta su, ti portiamo noi!". Giannis ringrazia ed evita un cazziatone da parte di coach Jason Kidd.

Oggi è una star della NBA, ha sempre i riflettori puntati addosso ma lui rimane sempre quello di prima. Quello al quale hanno dedicato il campetto dove giocava da bambino, quello che gioca col sorriso e che passa sempre tantissimo tempo con i tifosi.
Da quando è arrivato in NBA, da quando faticava anche ad avere spazio nella Nazionale greca, ha lavorato giorno dopo giorno, più di tutti, migliorando di anno in anno fino a diventare uno dei giocatori più forti del mondo.

Poche ore fa ha vinto il titolo NBA. Lo ha fatto giocando in maniera leggendaria. Lo ha fatto stracciando record su record.
Ha indicato il cielo per dedicare la vittoria a papà che non c'è più. Ha pianto ripensando a tutto ciò che ha passato prima di diventare una stella del basket.
Ha mantenuto una promessa fatta ad un giornalista di ESPN che lo intervistò durante la sua prima stagione NBA, a 19 anni.

- giornalista: "Come vanno le tue lezioni di guida?"

- Giannis: “Ho preso la patente l'altro giorno! L'ho già presa! Al primo tentativo! Che fai, non ti congratuli con me??"

- giornalista: “Quindi hai un lavoro, un posto dove vivere, persino una patente… Che ti manca?”

- Giannis: "Niente. Solo un anello. Che vincerò qui a Milwaukee".

E' partito da un quartiere povero di Atene, ha superato la fame e il razzismo. Ha fatto di tutto per diventare un giocatore professionista, anche per poter mantenere la sua famiglia.
Uno di quei casi in cui si può dire che tutto ciò che ha ottenuto, e otterrà ancora, sarà sempre guadagnato.

  wins the $25.000 ITF 2021  in Turin.
11/07/2021

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16/12/2020

“Tutta la mia famiglia tifa da sempre West Ham. Una volta dopo un gol contro gli Hammers ho guardato in tribuna e ho visto mio zio e mio padre che mi insultavano”

Il tifo è una questione di famiglia e John Terry lo sa bene 😂

 #22
08/12/2020

#22

🤣🤣🤣
16/10/2020

🤣🤣🤣

"Guarda ti racconto un aneddoto. Mi hanno invitato ad un convegno sull'alimentazione ad Avellino, anni fa. Avevano invitato un sacco di medici, tutti specializzati sull'alimentazione. Allora, ognuno nella sua relazione spiegava: 22gr di carboidrati prima dell'allenamento, 36 dopo l'allenamento, 15gr di sali durante i pasti. Spiegavano tutti questi fabbisogni prima, durante e dopo l'allenamento.
E mi ricordo che a quel convegno quando arrivai, tutti amici miei, saluti . Si erano inventati una professione su questo modo di spiegare ed indicare. Arrivai, feci anche io la mia relazione e dovevo spiegare la mia alimentazione quando stabilii il record del Mondo a Città del Messico. In quella settimana io stabilì 12 record fra Mondiali, Europei e Italiani. Allora, quando partiva la squadra azzurra si portava dietro una forma di parmigiano reggiano, pasta italiana e delle scatole di pelati. Noi abbiamo mangiato lì per 20 giorni pasta al pomodoro con il parmigiano che, tu tagliavi la forma, diventava due mezze forme, tu prendevi il parmigiano lo grattugiavi, e come terzo mangiavi di nuovo il formaggio. Una fetta di carne, acqua minerale e noi per 20 giorni abbiamo mangiato così. Verso la fine, il parmigiano all'interno delle 2 mezze forme era finito. Allora per condire la pasta tu cucinavi e buttavi la pasta nella mezza forma. Era più saporita. Diventava più saporita!
Allora ho raccontato questa esperienza. Finito il convegno non m'ha salutato più nessuno. Me ne andavo e tutti si scansavano. Ero diventato un lebbroso!
Pensa che io ho fatto il record italiano allievi a Salerno, nel '69, 10"8, a mezzogiorno avevo mangiato 3 piatti di pasta al forno, perché a Salerno fanno una pasta al forno che è la fine del Mondo. Sono andato in pista e ho fatto 10"8, era il record italiano. Ammazza dissi, qui la pasta al forno è buona assai."

[📷 Getty Images]

14/10/2020
02/08/2020

Durante la quarantena Carola e Vittoria, due ragazze di 11 e 13 anni di Finale Ligure, si sono inventate un modo creativo per giocare a tennis nel rispetto d...

23/07/2020

- a 5 anni comincia a giocare a basket nella squadra "Le Pleiadi", la palestra dove si allena è dentro l'asilo delle suore di Macomer, in provincia di Nuoro.
- a 12 anni, durante una partita, il suo coach Giorgio Pani chiama time out. Lei è l'unica che non se ne accorge e, ignara di ciò, si fionda ad appoggiare a canestro. Ma sbaglia. Rimbalzo. Sbaglia. Rimbalzo. Sbaglia... Nel frattempo entrambe le squadre si stanno godendo la scena dalle rispettive panchine. Ad un certo il suo allenatore, nonostante la presenza delle suore, le grida: "Geppi, c***o!! Almeno segnassi!!!"
- a 13 anni, nel tentativo di recuperare un pallone che sta per uscire, tuffandosi frana addosso a 4 suore a bordo campo ribaltandole tutte per terra.
- ha partecipato a tanti camp, qui in foto è a Castrocaro assieme a Mike D'Antoni.
- fino a 26 anni gioca a San Salvatore ed Elmas tra la C e la B, coronando il suo sogno di giocare anche in A2 nella Virtus Cagliari. E' stato un play-guardia di ottimo livello, un mastino in difesa con un grandissimo agonismo e temperamento.
- a 27 anni si trasferisce a Milano e, complice qualche problema fisico e il richiamo del suo amato teatro, comincia la carriera artistica.
- diventa una comica di successo grazie al palco di Zelig, ma, essendo un'artista a 360 gradi, spazia dal teatro, al cinema, dalla tv alla radio.
- oggi conduce anche programmi culturali, per ragazzi e per adulti, come "Per un pugno di libri", uno dei pochi spazi televisivi dedicati alla lettura in televisione.
- lo scorso week end si è riallacciata le scarpe per giocare un torneo 3 contro 3 (in squadra col nipote) in Sardegna e ha pubblicato un video in cui segna in sottomano rovesciato. Lo ha descritto così: "Rimbalzo, Apertura, Penetrazione, Dietro schiena, Scarico, Back door, canestro"
- da 5 anni è la madrina della Dinamo Sassari, che segue in tutti i palasport d'Italia. Vive la partita in maniera viscerale, spesso rischiando dei malori nel post gara.
- E' una malata di basket. L'anno scorso, se non fosse stato per impegni lavorativi dell'ultimo momento, sarebbe volata in Cina per seguire la Nazionale ai mondiali.
- Geppi Cucciari è un bellissimo volto del mondo dello spettacolo, una donna di successo che non manca mai di sottolineare quello che per lei è un amore eterno: “Il Monopoli è un gioco, il calcio uno sport, il basket una metafora della vita”
- Ma la sua frase che racchiude un po' tutto è: "Vorrei essere percepita dalle persone come una cestista prima ancora che un essere umano"

06/06/2020

Presenti un quarto d’ora per farvi raccontare questa bella storia di Sport e Speranza.

Indirizzo

Viale Cadore
Rivalta Di Torino
10040

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 18:00
Domenica 09:00 - 20:00

Telefono

+393341124376

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