
03/02/2025
Il giovane guerriero si aggrappava con tutta la forza alla corda che lo tratteneva sull’orlo del precipizio. Il cuore martellava nel petto, i muscoli tremavano per la tensione. Non poteva mollare, non ora. Qualunque cosa fosse dall’altra parte della corda, era importante. Fondamentale.
Un vento leggero soffiò tra gli alberi della foresta incantata. Le foglie frusciarono come un sussurro segreto. Accanto a lui, il cane bianco con le decorazioni celesti sedeva tranquillo, gli occhi chiusi, la testa leggermente inclinata.
“Ti stai stancando,” disse il cane, con una voce calma come l’acqua di un lago.
“Devo resistere!” sbuffò il guerriero, stringendo i denti. “Non posso lasciare andare!”
“Ne sei sicuro?” chiese il cane.
Il giovane ansimava. Guardò verso il basso: il baratro sotto di lui sembrava senza fine. Guardò la corda che stringeva con entrambe le mani. Dall’altra parte, qualcosa tirava, pesante, insistente.
“Cosa stai trattenendo?” domandò il cane.
Il guerriero non rispose subito. Si morse il labbro. Poi sussurrò: “Il mio passato. Le persone che mi hanno fatto soffrire. Il dolore. Se lascio andare, significa che tutto sarà stato inutile.”
Il cane scosse il capo. “E cosa c’è davvero dall’altra parte della corda?”
Il guerriero esitò. Si sporse leggermente per sbirciare oltre il bordo del precipizio. I suoi occhi si spalancarono: la corda non era legata a nulla. Non c’era nessun peso. Nessuna persona. Nessuna casa. Solo un enorme sasso, immobile, insensibile, senza vita.
“Ma…” sussurrò il guerriero.
Il cane aprì gli occhi, due pozze celesti di infinita saggezza. “Hai passato tutto questo tempo e usato tutte le tue forze per trattenere… un masso. Non ha sentimenti. Non si preoccupa per te. È solo lì, fermo, mentre tu soffri.”
Il giovane abbassò lo sguardo sulla corda nelle sue mani. Le dita erano rosse, piene di tagli. Quanto aveva sofferto per niente?
“Ma se lo lascio andare… non avrò nulla,” disse piano.
“Non avrai più il peso del dolore,” rispose il cane. “Non sarà il vuoto a restare, ma lo spazio per qualcosa di nuovo.”
Il guerriero chiuse gli occhi. Respirò profondamente. Poi, con un solo gesto, aprì le mani.
La corda scivolò via, silenziosa come una foglia che cade. Il masso rimase immobile. Nulla cambiò, tranne una cosa: lui era libero.
Il guerriero si lasciò cadere a terra, sfinito ma leggero come non si sentiva da anni. Il cane si accoccolò accanto a lui.
“Come posso smettere di afferrare altre corde?” chiese il guerriero.
Il cane sorrise. “Ogni volta che senti il bisogno di stringere, chiediti: ‘Sto tenendo qualcosa che mi dà valore o solo un peso inutile?’”
Il guerriero annuì. Per la prima volta, il vento non gli sembrava più freddo. Sembrava solo libero.
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