LiberThè - Caffè Letterario

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LiberThè è un Caffè Letterario che propone, oltre alla normale caffetteria e aperitivi, presentazione di libri, letture, incontri con gli autori, mostre, eventi culturali, biblioteca gratuita, feste private, corsi di varie discipline e cineforum.

15/11/2024

Celeste dei garofani.
Celeste Caeiro se n’è andata oggi a novantuno anni.
Suo il gesto che diede nome alla rivoluzione portoghese, conosciuta da tutti come “la rivoluzione dei garofani” del 25 aprile 1974. E lei stessa era, per tutti, Celeste dos cravos, Celeste dei garofani.
Quella mattina del 1974 era andata al lavoro nel ristorante. Quel giorno, per festeggiare un anno dall’apertura, sarebbe stato regalato un fiore ad ogni cliente.
Ma c’erano i carri armati per strada.
Il ristorante non aprì e il proprietario regalò i fiori ai dipendenti.
Con un mazzo di garofani tra le mani Celeste si trovò per strada, di fronte un soldato che le chiedeva una sigaretta: non avendone e volendo donargli comunque qualcosa, gli regalò un garofano e poi lo stesso gesto fece con altri soldati.
Qualcuno -forse lei, forse un soldato – mise il garofano nella canna del fucile e quel gesto diventò contagioso.
Non a caso la rivoluzione portoghese è stata definita “gentile”.
Gentile come il gesto semplice e potente di Celeste dei garofani.

15/11/2024

Avevano anche fatto l'amore da lontano, più di una volta. Senza dirselo, si erano ritrovati a sudare, a piegarsi in mezzo a un parco, su un autobus. Il pensiero era così forte, erano braccia che aprivano le costole. Come se l'altro stesse cercando il tuo cuore dal lato opposto della città, attraverso muri di macchine e di cemento.

- Oggi ho pensato di fare l'amore con te.
- Anch'io.

Margaret Mazzantini

da Nessuno si salva da solo

illustrazione: CF Sparkart

15/11/2024

"Il diavolo oggi è l’approssimativo. Per diavolo intendo la negatività senza riscatto, da cui non può ve**re nessun bene. Nei discorsi approssimativi, nelle genericità, nell’imprecisione di pensiero e di linguaggio, specie se accompagnati da sicumera e petulanza, possiamo riconoscere il diavolo come nemico della chiarezza, sia interiore sia nei rapporti con gli altri, il diavolo come personificazione della mistificazione e dell’automistificazione. Dico l’approssimativo, non il complicato; quando le cose non sono semplici, non sono chiare, pretendere la chiarezza, la semplificazione a tutti i costi, è faciloneria, e proprio questa pretesa obbliga i discorsi a diventare generici, cioè menzogneri. Invece lo sforzo di cercare di pensare e d’esprimersi con la massima precisione possibile proprio di fronte alle cose più complesse è l’unico atteggiamento onesto e utile."

[Italo Calvino - "Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società"]

💜Fu solo un attimo quello in cui posai la manosulla tua mano aperta. Quello fu il momento in cui, silenziosamente,da uno...
14/11/2024

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Fu solo un attimo
quello in cui posai la mano
sulla tua mano aperta.

Quello fu il momento
in cui, silenziosamente,
da uno sguardo
e in un contatto etereo,
Intesi un pensiero d’amore.

✍️Pier Paolo Pasolini

💜Mi chiedi a cosa pensassiprima di amarci.Semplice, la risposta.Io, prima d'incontrarti,non avevo niente a cui pensare.✍...
12/11/2024

💜
Mi chiedi a cosa pensassi
prima di amarci.
Semplice, la risposta.
Io, prima d'incontrarti,
non avevo niente a cui pensare.

✍️Kenneth Rexroth - Selected Poems
🎨 J. Lorusso

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09/11/2024

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...

– Quanto tempo – dirai.
E ci sarà odore di treni,
di fritto
e una piuma di vento marino
già all’uscita.
Sugli agri giardinetti della stazione
tornerà la luna.
– Come va – chiederai.
Da un indomato
vecchio spiccio poema d’amore
sorriderti sarà meraviglioso:
– Bene, quando ti vedo. -

(Daria Menicanti - da: Antologia poetica, 1959-1989)

Immagine: Jack Vettriano, Right time, right place

(Olio su tela. Collezione privata)

07/11/2024
05/11/2024

Noi siamo abituati a dare a parole come "silenzio" e "solitudine" un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell'essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora "ogni affanno".

Corrado Augias, Leggere, 2007

*Scultura di Antonio Rossetti, Ragazza che legge (The reading girl), 1873

04/11/2024

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04/11/2024

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Richiesta

Vestimi d’amore
che sono nuda;
sono come città deserta
vuota di rumori
tremulo gorgheggio
secca foglia tremula di marzo.
Circondami di piacere
che non sono nata
per essere triste
e
la tristezza mi sta stretta
come un vestito non mio.
Voglio accendermi di nuovo
dimenticare il sapore salato
delle lacrime,
le ferite nei gigli,
la rondine morta sul balcone.
Tornare a rinfrescarmi
alla brezza del sorriso,
onda che si frange
mare contro rocce
della mia infanzia,
astro nelle mie mani,
lampada eterna della via
verso lo specchio
in cui tornare a guardarmi
il corpo intero
protetta
portata per mano
dalla luce,
da erba verde e vulcani;
i capelli pieni di passeri,
dita che esplodono in farfalle
l’aria intrecciata ai miei denti
ritornando all’ordine
di un universo
abitato da centauri.
Vestimi d’amore
che sono nuda.

Gioconda Belli

Grazie a Cinzia Di Fant

03/11/2024

A me basterebbe essere sicuro che tu e io esistiamo in questo momento.

Gabriel García Márquez

da Cent'anni di solitudine

Dipinto: Anita Burnaz, Lovers

01/11/2024

Lieve Offerta

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che sʼaccendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia ̶

Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
dʼesili ombre ̶
fino a una valle dʼerboso silenzio,
al lago ̶
ove tinnisce per un fiato dʼaria
il canneto
e le libellule si trastullano
con lʼacqua non profonda ̶

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco ̶
sulle oscure voragini
della terra.

Antonia Pozzi

Imogen Cunningham
Morning Mist and Sunshine, 1911

31/10/2024

"Sai come faccio a sapere che ti amo?

Perché mi piace che tu sappia dove sono, non per obbligo, ma perché hai il diritto di sapere dove ti porto, quando non ti porto per mano".

Jaime Sabines

31/10/2024

Ho cambiato idea.
“C’era sempre stato, per me, qualcosa di incomprensibile eppure familiare nella festa di .
Pensavo fosse una festa importata, robetta. Tradizione modaiola.
Ma qualcosa mi diceva che no, era altro, era di più.
Poi, il 31 ottobre di due anni fa, mi sono trovata a passeggiare a Monteverde vecchio (quartiere Romano sopra il Gianicolo).
Era una invasione, c’ero in mezzo, ho cominciato a veder spuntare ovunque, a frotte, creature piccole o piccolissime vestite da scheletro, da ca****re, occhi cerchiati, cicatrici. Una quantità incredibile di bambini e bambine per strada con le loro mamme, un campionario di maschere spaventose che comprendeva tutte le variazioni possibili di ossa e occhiaie e tutte le tonalità cadaveriche.
E nella quantità ho cominciato a intuire la forza.
Cosa c’è di potente nello scherzare con la morte, con la paura, con le cose mostruose?
C’è che se un mostro è mio amico, gli altri mostri non possono farmi niente.
Se io appaio come loro non ho più paura.
Ai bambini e ed alle piace Halloween e le cose spaventose perché danno sicurezza.
Loro vogliono capire davvero cosa sia la morte.
E vogliono farlo giocandoci.
Farci amicizia.
Cosa che dovremmo fare anche noi adulti, in particolare quelli/e di noi che hanno smesso di desiderare e di vivere facendosi domande.
Anche la nostra cultura conosce tradizioni simili.
E assai precedenti ad Halloween.
Ve ne vengono in mente?”
Con le parole di Gianna Maz

30/10/2024

Ad Halloween vestitevi da libri... la cultura a tanti fa ancora paura!

08/12/2020

🎨 Elizabeth Adela Forbes, Christmas time

08/12/2020

🌈

John Lennon la scrisse nel 1971, assieme a Yoko Ono. E no, non era totalmente sua. Per la melodia si ispirò a un vecchio brano folk americano, Stewball, che parlava di schiavitù, e che nel tempo era stato interpretato da artisti come Woody Guthrie e il trio Peter, Paul & Mary. ⁣

Per il testo, John Lennon, ucciso l’8 dicembre di 40 anni fa, si ispirò come sempre a quello che succedeva attorno a lui. Gli anni 60 erano appena finiti, i Beatles si erano sciolti. Lui era sempre più vicino a Yoko Ono, alla scena intellettuale e dell'attivismo di New York, alla sinistra americana e soprattutto ai movimenti pacifisti. Due anni prima aveva condotto con Yoko la campagna per la pace, durante la quale i due tenevano un cartello con la scritta «War is over». La guerra in Vietnam, in realtà, era tutt’altro che finita e andava avanti da 16 anni. ⁣

Così, ispirato anche dal Natale, John fuse insieme due frasi che gli stavano a cuore già nel titolo: «Happy Xmas», ma anche «War Is Over». E scrisse un testo all’apparenza semplicissimo, quasi elementare, in cui invocava il Natale per protestare contro la guerra. Due auguri di Natale rivolti da lui e Yoko ai due figli, e poi via con la pura melodia beatlesiana: chitarre, piano e cori di bambini. ⁣

La canzone venne pubblicata per la prima volta il 6 Dicembre 1971, negli Stati Uniti, e divenne in breve uno dei capolavori natalizi del secolo. Pochi giorni dopo la morte di Lennon, venne ripubblicata: era il 20 Dicembre del 1980. 40 anni fa, e la canticchiamo tutti, ancora oggi.

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Il Caffè Letterario LiberThè è una Sala da tè - Wine Bar che, oltre alla normale attività di caffetteria e ristorazione, propone presentazioni di libri, letture, incontri con gli autori, mostre, serate musicali, eventi culturali, biblioteca gratuita, feste private, corsi di varie discipline e un seguitissimo cineforum. Il locale è un punto di riferimento nel III Municipio per incontri, discussioni, riunioni,per studiare e leggere, per stare insieme e condividere e ovviamente mangiare e bere bene . Ottimo e accogliente luogo per gli studenti che possono stare tranquilli tutto il tempo che vogliono, al fresco del giardino e del gazebo o al caldo delle salette interne.


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