14/10/2022
📌📌 SA MATESSI DIE 🌿🌿
📌📌 28 Aprile 1794 🌿🌿
In Sardegna scoppia la Sarda rivoluzione
A Cagliari un gruppo di soldati, proveniente dalle caserme del quartiere di Castello, si avviò nel quartiere di Stampace verso la casa dell'avvocato Vincenzo Cabras per arrestarlo con l'accusa di sedizione contro lo Stato.
Con lui, per errore, fu arrestato Bernardo Pintor, scambiato per il fratello Efisio. Mentre venivano condotti verso Castello, Efisio Pintor e Vincenzo Cabras incitavano il popolo alla ribellione.
Per tutta risposta un gruppo di popolani armati cercò di sfondare una delle porte di Castello, mentre altri diedero fuoco alla porta di Sant'Agostino.
Qui, grazie ad una breccia, riuscirono ad entrare a Castello e disarmarono i soldati messi a proteggere la porta.
Nel frattempo le campane dei quartieri di Stampace, di Marina e di Villanova suonavano e incitavano il resto degli abitanti alla ribellione.
Altri rivoltosi arrivarono così a Castello e trovando la porta chiusa le diedero fuoco. I militari cercarono di far fuoco con i cannoni verso i ribelli ma questi riuscirono ad impossessarsi delle loro armi e puntarono i cannoni verso Castello stesso.
Altri popolani nel frattempo prendevano le porte della Torre dell'Elefante e della Torre del Leone con l'intento di arrestare il Viceré, Vincenzo Balbiano.
I soldati piemontesi una volta accerchiati si arresero e cercarono rifugio dentro il Palazzo Regio.
A Cagliari era di stanza anche una guarnigione di soldati svizzeri guidati da un generale di nome Schmid: questi vennero facilmente disarmati, probabilmente perché, come fonti dell'epoca riportarono in seguito, questi soldati sostenevano la causa dei rivoltosi e avevano fraternizzato con la popolazione.
I rivoltosi riuscirono finalmente ad entrare nel Palazzo ma non trovarono il Viceré, che si era rifugiato nel palazzo Arcivescovile, per cui entrarono anche nel palazzo arcivescovile dove catturarono il Viceré e le massime autorità piemontesi.
In quei giorni i rivoltosi usarono la formula sarda “nara cixiri!” (pronuncia ceci!) per identificare subito chi non era sardo, in quanto la pronuncia risultava assai complicata per gli italiani, così chi non riusciva veniva subito bloccato per essere imbarcato e rispedito in Piemonte.
Il 7 maggio seguente il Viceré e gli altri funzionari furono rimandati in Italia.
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Sa die de sa Sardigna è attualmente una giornata di festività istituita dal Consiglio regionale della Sardegna con la Legge Regionale 14 settembre 1993, n. 44, nominandola in italiano Giornata del popolo sardo.
La festività vuole ricordare la sommossa dei vespri sardi del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Vincenzo Balbiano e i funzionari piemontesi.
In occasione della festività, diversamente dalla festa del santo patrono, gli uffici pubblici dell'isola rimangono aperti, mentre chiudono le scuole, e questo con nostro dispiacere, in quanto riteniamo che è proprio nelle scuole, proprio attraverso i bambini e i ragazzi che il significato storico e simbolico de Sa Die de sa Sardigna andrebbe approfondito e studiato.
Fonti varie
Foto: Rivista Su Cuncordu, anno 2000, Archivio Franciscu Sedda,
Rubrica a cura di Ornella Demuru