16/07/2024
LA VIA FLAMINIA. LA GLORIOSA STRADA DELL'IMPERO ROMANO.
CHE PERCORSO FACEVA?
Nell'anno 220 a.C., sotto il vigile occhio del censore Gaio Flaminio Nepote, si avviò la costruzione di una straordinaria via consolare destinata a collegare la maestosa Roma con le fertili terre dell'Italia settentrionale.
Questa imponente opera non era soltanto una nuova strada, ma un ambizioso progetto che unificava e risistemava antichi tracciati preesistenti nei territori di Veio, Capena e Falerii (oggi Civita Castellana). Dopo un solo anno di intenso lavoro, nel 219 a.C., la Via Flaminia fu completata, pronta a svolgere il suo ruolo cruciale nella rete viaria romana.
Nel corso dei secoli, la Via Flaminia vide numerosi interventi di restauro e ampliamento, soprattutto durante i regni degli imperatori Augusto, Vespasiano e Adriano. Svetonio ci racconta che Augusto, con il desiderio di rendere Roma facilmente raggiungibile da ogni parte dell'impero, finanziò personalmente la riparazione della Via Flaminia fino a Rimini, affidando il restauro delle altre strade ai generali trionfanti, che le ripavimentarono con l'argento del loro bottino di guerra.
Per molti secoli, la Via Flaminia rimase l'unico collegamento terrestre tra Roma e il nord Italia. Da Rimini, il percorso continuava verso Milano come Via Emilia e da lì si diramava verso le altre località europee, estendendo l'influenza romana ben oltre i confini dell'Italia.
Tra il 1906 e il 1932, alcuni tratti della Via Flaminia ospitarono i binari della tranvia Roma-Civita Castellana, gestita dalla Società Romana per le Ferrovie del Nord (SRFN), un segno della continua evoluzione e adattamento della strada alle esigenze dei tempi moderni.
La Via Flaminia iniziava il suo viaggio dalle Mura Serviane, attraversando la Porta Fontinalis vicino al Campidoglio, per poi proseguire verso il Ponte Milvio. Con l'edificazione delle Mura Aureliane, la strada diede nome alla Porta Flaminia, oggi conosciuta come Porta del Popolo. Il tratto urbano prese quindi il nome di Via Lata prima e Via del Corso, nome che conserva ancora oggi.
Dal Ponte Milvio, la Via Flaminia risaliva la valle del Tevere, attraversando Faleri Veteres (Civita Castellana) ed entrando in Umbria a Ocriculum (Otricoli), fino a raggiungere Narnia (Narni).
Da Narni, la strada si divideva in due rami. Il più antico, noto come Via Flaminia vetus, si dirigeva verso nord-ovest, passando sopra il Ponte di Augusto, attraverso Casventum (San Gemini), Carsulae, Vicus ad Martis (Massa Martana) e Mevania (Bevagna), per arrivare infine a Forum Flaminii (San Giovanni Profiamma), a nord-est di Fulginium.
L'altro ramo, la Via Flaminia nova, partiva da Narni, raggiungeva Interamna Nahars (Terni) e, attraversando Spoletium (Spoleto) e Fulginium (Foligno), si ricongiungeva con la Flaminia vetus a Forum Flaminii.
Da Forum Flaminii, la strada principale proseguiva attraversando il Ponte Centesimo, raggiungeva Nuceria Camellaria (Nocera Umbra) e continuava verso Tadinum (Gualdo Tadino) e Helvillum (Fossato di Vico), fino a giungere a Ensem (Scheggia).
Attraverso il passo della Scheggia, la Via Flaminia scendeva lungo la valle del Burano, raggiungendo Luceolis (Cantiano), il vicus Cale (Cagli) e la mutatio ad Intercisa Saxa, poco prima della galleria romana del Furlo. Dopo aver superato la Gola del Furlo, la strada discendeva lungo la valle del Metauro, passando per Forum Sempronii (Fossombrone) e la mutatio ad Octavo, fino a raggiungere la costa adriatica a Fanum Fortunae (Fano). Da lì, proseguiva per Pisaurum (Pesaro) fino ad Ariminum (Rimini), dove terminava presso l'Arco d'Augusto.
Una variante della Via Flaminia partiva da Nuceria Camellaria, seguiva il confine tra Umbria e Picenum, passando per Septempeda (San Severino Marche) e Auximum (Osimo), raggiungendo l'Adriatico ad Ancona. Da questo porto, la strada si diramava verso nord per ricongiungersi con il ramo principale a Fano, oppure proseguiva verso sud.
La Via Flaminia, con la sua estensione e importanza strategica, rimane un simbolo dell'ingegneria e della visione strategica romana, unendo territori e popolazioni sotto il dominio dell'Urbe eterna.