09/12/2024
Questa notte vi propongo uno dei miei album preferiti da circa due anni (o forse più) a questa parte: l'omonimo dei romani 3+Dead (che con mio sommo rammarico, pur essendo di Roma come loro, non sono mai riuscita a vedere dal vivo sigh :(((( )...
vi direi anche uno dei miei gruppi preferiti se non fosse che - ahimè - si sono già sciolti dopo averci regalato questa preziosa gemma dai colori brillanti e cangianti come certi cristalli stupendi dei gioielli di Tully Nero & Roberto Rosix... 🤩
l'album si apre con la incalzante Snake of june di cui vi propongo il video coloratissimo/psichedelico/degno dei migliori trip di Alice in wonderland di sempre ;)
è un brano che conquista al primo ascolto e fa capire subito le intenzioni di questo trio (più il morto?) e che fa ve**re voglia di divorare tutto l'album, nove tracce una più misteriosa e seducente dell'altra!
se il mood generale è quello dei migliori Cocteau Twins (credo che la band si sia pure stufata di questo paragone ma è doveroso farlo!) ed anche i sognanti LYCIA, però sotto acido e con un sacco di synth ed elettronica in + (+dead!), ci sono tante altre sfaccettature da notare ed apprezzare di queste sublimi creazioni...
ok, la strabiliante voce eterea e sognante di Elisa Pambianchi non può che contribuire ulteriormente ad un rimando ai già citati Cocteau twins, questo è innegabile, ma c'è molto, moooolto altro: i brani risultano un piacevolissimo concentrato della migliore new wave/darkwave 80's che tutti, ma proprio tutti amiamo però stavolta in chiave futuristica, quindi è un passato vòlto al futuro, scevro di nostalgia, un meraviglioso paradosso che ci catapulta in una sorta di spazio-tempo inesistente dove passare ore intere a sorseggiare tè con il Bianconiglio (l'ultimo brano è Rabbit hole!) e il Cappellaio matto travolti da un nonsense di inspiegabile bellezza e magia...
neanche i Glove di Robert Smith e Steve Severin erano riusciti a creare una cosa così f***e e lisergicamente affascinante nel lontanissimo (ahimè!) 1983 con quel gioiellino di Blue sunshine che non manca mai di sorprendermi ad ogni ascolto...
la seconda traccia, Ocean drift, ci fa immergere in un altro tipo di cadenza, molto più lenta ma non per questo meno incalzante della prima traccia, e mi fa pensare ad un brano fra i primi Cure, quelli di Seventeen seconds soprattutto, e i Cocteau twins, come se i due gruppi avessero fatto un brano insieme (sì, lo so, sto in fissa con questa storia delle collaborazioni mai avvenute fra gruppi che amo!) ... stupendo qui in particolare il basso di Giuse Del Mar!!!
poi arriva SHINE...
eeeeh, qui ci sono pochi dubbi, i Cocteau Twins sono tornati direttamente dai primi/metà anni '80 per farci sognare di nuovo!
ascoltare per credere! Aikea Guinea è dietro l'angolo pronta a nascondersi!
ma subito parte la quarta traccia, November, che ci riporta a ballare su ritmi sostenuti ma sempre in chiave eterea/dream pop grazie alla voce melliflua (ma mai melensa!!!) di Elisa, e che davvero si fonde perfettamente, seppur creando un piacevole contrasto per niente facile ma così naturale per questa band romana, con una musica che non ha nulla da invidiare a pezzi riempipista più collaudati...
ed ecco il quinto pezzo, Angitia!
una sorta di brano spezza-album, sia lento che veloce, ha più cambi ritmo davvero interessanti, che lì per lì spiazzano un poco l'ascoltatore, ma che poi lo riacchiappano subito con sonorità accattivanti e "familiari", il segreto di ogni fine cesellatore di melodie e brani non comuni ma familiari appunto...cosa non facile, per niente...
poi si torna a sognare danzando, con la galoppante The thing that you call love, la perfetta fusione fra dream pop e wave, un pezzo irresistibile in tutti i sensi!
ma ecco che, quasi senza preavviso, ci spiazza un brano dall'incedere notturno ed algido, stavolta degno dei più foschi Depeche Mode di fine anni 80, uno dei pezzi più riusciti dell'album a mio avviso, Ghosts generator, che stavolta mi fa pensare a una improbabile quanto preziosa collaborazione fra i Depeche mode e i Cocteau twins , wow wow wow!!!
ed ecco la chicca a sorpresa dell'album: un'inaspettata cover di Kebabtraume dei DAF, a mio modestissimo parere molto ma molto più bella dell'originale (non me ne vogliate!), confrontatele e poi mi direte, vi sfido! ;)
e, per finire, la Rabbit hole di cui vi parlavo a proposito di Alice nel paese delle meraviglie, che all'inizio e nelle strofe ha una chitarra che mi ricorda vagamente Siberia dei Diaframma ma mooolto dilatata, per poi nei ritornelli traportarci nuovamente nel mondo onirico a cui oramai ci siamo abituati dopo l'ascolto dell'intero album ...
molto bello qui, ma devo dire in TUTTI i brani, il lavoro del basso, sempre molto presente ma mai invadente, cosa non facile nè scontata, magistralmente portato a termine da Giuse Del Mar, veramente veramente grandissimo...
in conclusione, a parte tutti i miei sproloqui che spero non abbiano tediato troppo o peggio infastidito nessuno, non badate troppo alle mie parole ma fidatevi delle vostre orecchie e dunque: BUON ASCOLTO!!!
PS se vi scappa, scrivete qui sotto le vostre opinioni sull'album, mi farebbe davvero piacere conoscerle e chissà che non si riformi questo gruppo vedendo quanti fan ha! ;)
Official video of the first single from the debut s/t album (℗ 2019 Swissdarknights)Music: 3+DeadLyrics: Elisa Pambianchi, Roberto RuggeriMixing & Mastering:...